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Autore: CUCCIOLA_83    04/08/2008    4 recensioni
Nuovi arrivi in casa Lupin? Certo, e non solo a casa lupin, i Black non sono messi meglio. Ma se pensate che tutto proceda liscio come l'olio vi sbagliate, tra scoperte ed incidenti vari ecco a voi una ff che spero vi faccia ridere ma anche commuovere, incentrata interamente sulla mia visione della vita di coppia, e non solo, di Remus e Tonks, e di Sirius e la sua compagna (Silphie non è una mia invenzione ma di una mia amica, Sihlphie Black). Buona lettura
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Tonks aveva preso il periodo di maternità anticipata e quindi aveva molto, moltissimo tempo libero da passere con i figli

Come promesso sono di nuovo qui per aggiornare la mia storia.

Sono davvero felice che il prologo vi sia piaciuto e nella speranza di non deludervi con questo primo capitolo vi auguro buona lettura.

 

 

Tre Possono Bastare

 

Un’idea preludio di grossi disastri

 

Tonks aveva preso il periodo di maternità anticipata suggeritogli dalla guaritrice Galt, così ora si ritrovava ad avere molto, moltissimo tempo libero da passere con i figli.

Questa nuova situazione aveva reso Alexis e Max particolarmente felici, i quali trascorrevano le loro giornate tra lezioni di metamorfismo per la prima e giochi letture di libri di favole per il secondo.

Come due anni prima, Andromeda si trasferì da loro per aiutare la figlia con la casa e i bambini, ma ogni scusa era buona per ribadire il concetto “dovresti lasciare il lavoro e pensare alla famiglia”, ma Tonks odiava quel discorso, sfortunatamente sapeva, in fondo al suo cuore, che la madre da un lato aveva ragione, con tre figli sarebbe diventato ancora più difficile coniugare le due cose.

Era da poco seduta sul divano leggendo un libro di fiabe con Max, approfittando del fatto che la madre fosse uscita per delle commissioni, quando sentì bussare alla porta.

Alexis corse ad aprire.

«Chi è?» Chiese con voce squillante.

«Alexis sono io, Julian! E c’è anche la mia mamma». Rispose il bambino dall’altra parte della porta. La piccola padrona di casa li fece entrare con entusiasmo, per poi trascinare l’amico verso l’angolo dei giochi, seguiti a ruota da Max.

«Ciao Silphie! Come stai?» Chiese Tonks andandogli in contro, stupita di vedere l’amica in un giorno feriale.

«Ciao Tonks, io sto bene, e tu? Come va il riposo forzato?» Chiese a sua volta abbracciandola.

«Bene direi. Ho un sacco di tempo libero da passare con i bambini. Ma ora dimmi, come mai sei qui? Dovresti essere a Hogwarts». Chiese Tonks facendola accomodare sul divano.

«Ecco, oggi è il mio giorno libero e così ne ho approfittato per prendere un appuntamento al San Mungo». Cominciò Silphie, Tonks sgranò gli occhi incredula.

«Come mai? Se malata?» Chiese preoccupata.

Silphie scosse la testa. «L’appuntamento era con Libby».

«Ma come… Silphie non sarai mica …» Balbettò,

Silphie annuì sfoggiando un sorriso a 38 denti.

«E’ fantastico! Congratulazioni!» Urlò abbracciandola.

«Grazie, ti assicuro che quando Libby me l’ha detto non ci volevo credere, ci ho messo più di dieci minuti per metabolizzare. Sai, sono passati sette anni da quando abbiamo avuto Julian, ormai non ci pensavamo più ad avere altri bambini». Confessò.

«Più o meno quello che ho pensato io quando ho saputo di aspettare Max. Ed invece eccomi qui per la terza volta». Sorrise Tonks sfiorandosi il ventre. «Sirius lo sa?» Continuò.

«Sa che avevo dei sospetti tutto qui». Sospirò.

Le due amiche passarono il resto della giornata insieme, osservando i figli giocare, e a fantasticare su quelli che dovevano ancora nascere.

«Remus è convinto che sarà una bambina. Ma a me un altro maschietto non dispiacerebbe». Confessò Tonks versando, facendo molta attenzione, dell’altro tè nelle tazze che avevano davanti.

«Anche Sirius vorrebbe una bambina. Per me, invece, è indifferente. La cosa che però trovo meno allettante è il dover lasciare il lavoro, Libby mi ha detto che dovrei pensare ad un congedo a partire dal quarto quinto mese».

«Come mai? Certe volte Libby mi sembra esageratamente prudente. Nel mio caso forse ha ragione visto il rischio che abbiamo corso con Max, ma se non ricordo male, con Julian è filato tutto liscio».

«Sì, infatti. Non è scesa nei particolari, dice che per avere certe conferme devo arrivare almeno al quarto mese o forse oltre. È  stata parecchio misteriosa». Rispose con una certa nota di preoccupazione nella voce.

«Vedrai che non è niente. Come ho già detto, è sempre molto prudente».  Ribadì.

«Speriamo». Sospirò.

 

Dopo circa un’ora arrivò anche Andromeda, la quale si sorprese molto di vedere Silphie, di conseguenza  cominciò a tempestarla di domande su domande, fino a quando non furono costrette a raccontare anche a lei della gravidanza.

«E’ fantastico! Quindi se sei qui hai preso un congedo dal lavoro. Brava è così che si fa, cerca di convincere anche questa testona a lasciare il lavoro, io sono anni che glielo dico, ma pensi che mi abbia dato retta? Assolutamente no!» Cominciò a dire la donna.

«Hem veramente…» Cercò d’intervenire Silphie.

«Speriamo che almeno a te dia rette, visto che ascoltare le madri non è più di moda». Continuò senza dargli retta.

«Non è vero, sono sicura…» Balbettò.

«Ormai contano solo i pareri degli amici, i genitori sono obsoleti. Ah questa gioventù».

«Mamma ora smettila! Silphie non ha preso nessun congedo!» Tonks fu costretta ad alzare la voce per interrompere gli sproloqui della madre.

«Come? Ma cara devi riguardarti». Insisté.

«Certo, ma penso di lavorare almeno fino al quarto o al quinto mese».

«Io non vi capirò mai. Tutta questa smania di far vedere che potete lavorare anche in dolce attesa, o subito dopo il parto».

«Mamma ti prego ne abbiamo già parlato fino allo sfinimento. Non mi sembra il caso di stressare anche lei con questa storia. Io sono a riposo forzato, non ti basta? Almeno lei lasciata in pace». Rimproverò ancora la madre.

«Va bene, ho capito, vado in camera mia. Visto che i miei consigli sono così disprezzati». Visibilmente offesa si diresse al piano di sopra.

Le due amiche rimasero per qualche istante senza parole mentre la osservavano allontanarsi. Poi, appena sparì dalla loro visuale scoppiarono a ridere sotto lo sguardo confuso dei loro figli.

 

*****

Come previsto, giunta al quinto mese, Silphie prese il periodo di congedo suggeritole da Libby, anche se la voglia di rimanere al lavoro era tanta, preferì non rischiare di compromettere la gravidanza.

Girovagando per la sua piccola ma accogliente casa di Hogsmeade, quella che usavano durante il periodo scolastico, si sentì particolarmente sola e inutile, anche se Julian l’aiutava parecchio.

«Mamma, vieni a giocare?»

«Certo, a cosa vuoi giocare?»

«Con questo!» Esclamò prendendo un modellino in scala di un campo di quidditch, dove a farla da padroni erano 14 manici di scopa in miniatura con degli omini sopra di due colori diversi, giallo e blu.

Avevano appena cominciato a giocare quando bussarono alla porta, Julian andò ad aprire.

«Chi è?» Chiese con voce squillante.

«Sono la zia Molly». Rispose la donna dall’altra parte della porta. Il bambino aprì e la fece entrare. «Ciao piccolo, come stai?» Chiese Molly.

«Bene. Vieni, la mamma è in salotto. La sto sfidando a quidditch».

«Cosa??» Esclamò, con un certa nota di terrore nella voce, per poi calmarsi vedendo il modellino e Silphie seduta a tavola su una tranquilla sedia e non su un manico di scopa.

«Ciao Molly, che bello vederti! A cosa devo la tua visita?» Chiese alzandosi per andarle in contro.

«Volevo vedere come stavi. Sono già passata da Tonks e ora eccomi qui».

«E come sta Tonks? Non la sento da qualche giorno». Chiese ancora Silphie.

«Bene direi, a parte la noia ovviamente. Ma almeno ci pensano i bambini a distrarla».

«La capisco». Sospirò, «scusami! Non ti ho nemmeno offerto una tazza di Tè». Esclamò alzandosi di scatto dal divano.

«Non ti preoccupare, sfortunatamente non posso restare molto, questa sera ho a cena tutta la truppa Weasley». La tranquillizzò, con una nota di fierezza nella voce pensano alla sua famiglia, che negli ultimi anni si era allargata ancora di più.

«Capisco. Ci sarà un sacco di gente». Sorrise quasi invidiosa, da quanto tempo non era circondata da persone allegre che chiacchieravano tra loro.

«Sì più o meno 12 persone». Fece un rapido conto mentale.

«Avrai un sacco da fare allora…»

«Già, ma ora parliamo di te. Come procede la gravidanza?» Chiese curiosa.

Chiacchierarono per circa un’ora poi Molly fu costretta ad andare. Rimasti nuovamente soli, tornarono a giocare a quidditch, ma Silphie aveva uno sguardo triste, parlare con un’altra persona che aveva più di nove anni, compreso il marito, le mancava tantissimo. Venne risvegliata dalle urla di esultanza di Julian il cui cercatore aveva appena preso il boccino d’oro.

«Uffa, mi hai battuta». Esclamò fingendosi sorpresa.

«Già, ma non mi sembra che ti sei impegnata tanto. Con Alexis c’è più battaglia. Sarebbe bello stare tutti insieme, visto che tu e la zia Tonks dovete stare a casa». Commentò Julian risistemando i manici di scopa.

«Mi dispiace…Ma aspetta un attimo, non è una cattiva idea. Però dobbiamo chiedere anche a loro». Mormorò pensierosa.

«Allora mandiamogli un gufo! Anzi, usiamo la metropolvere che è più veloce!» Esclamò entusiasta, trascinandola verso il camino e porgendogli la ciotola con la polvere volante.

«Va bene, ma prima dobbiamo parlarne con papà». Cercò di calmarlo, rimettendo la ciotola al suo posto.

«Gli mandiamo un gufo?» Chiese speranzoso.

«No. Ne parleremo questa sera a cena». Rispose la madre.

Julian sbuffò.

«Ma mancano ancora tre ore?!» Si lamentò, ma Silphie gli scoccò un’occhiata che non ammetteva repliche. «Va bene. Aspettiamo…» Sbuffò, infine, con rassegnazione.

 

Le tre ore che lo separavano dalla cena gli sembrarono eterne. Julian cercò in ogni modo di farle passare più velocemente ma senza grossi risultati.

Stava ancora passeggiando davanti alla porta quando, finalmente, Sirius fece il suo ingresso.

«Hey ciao campione!» Esclamò scompigliando i capelli al figlio.

«Finalmente sei arrivato!» Urlò Julian, senza nemmeno salutarlo, e trascinandolo in cucina.

«Wow, non sapevo di essere così richiesto. Ciao tesoro, ma cosa gli prende?» Chiese baciando la moglie per poi indicare il bambino.

«E’ solo un poco eccitato per un’idea che gli è venuta». Rispose lei.

«Possiamo stare nella stessa casa con Alexis, Max e la loro mamma? Possiamo?! Possiamo?!» Chiese ansioso.

«Cosa?» Chiese a sua volta Sirius visibilmente confuso.

«Julian, aspetta, spiego io a papà la tua idea. Allora, prima stavamo parlando e, visto che sia io che Tonks siamo costrette a stare a casa, lui ha proposto distare tutti insieme, così ci possiamo fare compagnia», spiegò.

«Gisto. La mamma è troppo facile da battere a Quidditch». Continuò Julian. Sirius ci pensò per qualche minuto.

«Di sicuro questa casa è troppo piccola per tutti. E anche quella di Remus e Tonks…» Commentò.

«Ma casa Black è abbastanza grande per tutti». Constatò la moglie.

«Sì direi di sì. Ma così non potremmo vederci tutte le sere».

«Puoi sempre tornare nei fine settimana con lo zio Remus, lui fa sempre così». Intervenne Julian.

«Vedo che tu hai già deciso» Rise Sirius. «Ok, va bene. Ma avete chiesto anche il loro parere?»

«Lo facciamo subito!» Esclamò correndo verso il camino trascinando i genitori, i quali scoppiarono a ridere vedendolo così eccitato.

«Secondo te le fondamenta di casa sono resistenti?» Chiese Silphie.

«Beh hanno sopportato me e tutta la truppa Weasley, cosa vuoi che facciano due bambini di nove e uno di tre anni?» Chiese a sua volta Sirius.

 

 

 

 

Fine primo capitolo! In verità erano due capitoli distinti ma poi ho pensato che unirli era la cosa migliore per non spezzare inutilmente la storia.

Piccola anticipazione sul prossimo capitolo:

Mettete due bambini curiosi, figli di malandrini non dimenticatelo, in preda alla noia e una vecchia casa, secondo voi cosa potrebbe succedere? Prossimamente avrete la risposta.

 

Vorrei infine ringraziare tutte le persone che hanno letto e commentato, o solo letto, il prologo, non potete immaginare che emozione è stata per me.

Grazie, grazie mille! (Per la canottiera di Merlino, sembro quella di “The Closer”  O_O)

 

Tao tao smack

 

   
 
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