Quando si alzò dal letto, quella mattina, Matt non riusciva ancora a credere cosa lo aspettasse. Era l’ultimo giorno di scuola, poi sarebbe stato libero.
Aveva iniziato a pensare ai progetti per quell’estate un mese dopo l’inizio della scuola; solo un’idea gli gironzolava per la mente: andare il più lontano possibile da New York.
Si vestì velocemente, pensando ai biscotti con le scaglie di cioccolato che sua madre preparava ogni ultimo giorno di scuola. Mentre scendeva le scale l’odoro di pasta frolla lo investì; il vassoio era sul tavolo della cucina, i biscotti ordinatamente
appoggiati vicino ad un biglietto della mamma:
“Buon ultimo giorno di scuola, tesoro.
Ci vediamo a pranzo, dolcezza ;)
 
-Mamma “
Matt non poté far altro che sorridere al pensiero della mamma che cercava di far ironia con la dolcezza dei biscotti, ne prese uno e uscì di casa.

Il suono della campanella riportò Matt alla realtà. Un’ora e avrebbe lasciato quel posto.
Il corridoio dove si trovava l’armadietto 394- l’armadietto di Matt- era quasi vuoto, ma il ragazzo non diede molto peso alla cosa; l’ultimo giorno di scuola non veniva nessuno. Erano presenti solo cinque ragazze -cheerleader- che chiacchieravano e ghignavano lanciando occhiatine ad un’altra ragazza che se ne stava da sola, appoggiata al muro. Matt la riconobbe. Era una del terzo; l’unica cosa che sapeva su di lei era che si isolava spesso, anche se a volte l’aveva beccata mentre lo guardava. Aveva provato a parlare con lei una volta, ma era scappata arrossendo. Una ragazza strana, ma piuttosto carina.
-Sai, non dovresti fissarla in quel modo- Una voce lo trascinò via dai suoi pensieri. Una delle cheerleader si era avvicinata, e, probabilmente, aveva notato che stava guardando la ragazza solitaria.
-Quella lì non si merita nemmeno di essere guardata da un ragazzo bello come te- Matt si accorse che la ragazza si era avvicinata ancora di più a lui.
-Potresti stare con noi- Un po’ troppo vicina.
-E magari puoi dirci quello che sai su tuo padre- Riusciva a sentire il suo fiato sul collo.
A quel punto Matt la spinse via. Non le importava chi fosse, aveva nominato suo padre e non voleva avere a che fare con lei. La ragazza cadde a terra, con un rumore… metallico? Matt non riuscì nemmeno a ragionarci sopra che venne scaraventato sugli armadietti. La cheerleader si stava trasformando. La pelle perse a poco a poco colore, fino a diventare bianca, gli occhi erano di un rosso quasi accecante e i denti bianchi diventarono gialle zanne affilate.
Il mostro si avvicinò a lui, furiosa, artigli e zanne in bella mostra. -DICCI DOVE L’HA NASCOSTO!- Matt non aveva idea di chi o di che cosa stesse parlando, e se la stava facendo sotto per pensarci.-PARLA. TU, LURIDO FIGLIO DI.. agh- Quella che una volta era la cheerleader si polverizzò davanti ai suoi occhi, lasciando vedere la figura della ragazza del terzo anno, con un pugnale tra le mani, ancora alzato vicino al volto in posizione d’attacco. -Vattene- disse, la voce spaventata -Va via da qui- Matt non si mosse, era confuso, ed era terrorizzato. Poi il suo sguardo si puntò su quelle che erano le altre cheerleader. O meglio, si puntò sulle loro gambe. Alcune erano dei veri zoccoli di asino, altre erano completamente di bronzo.
Matt non riuscì a vedere bene, perché la ragazza era davvero veloce, ma in poco tempo tre mostri si polverizzarono. La quarta, però, fu più furba e veloce delle altre. Scivolò verso la ragazza, oltrepassandola, si avventò verso Matt, e un attimo prima di colpirlo con le zanne, si girò verso la ragazza, che confusa aveva fatto cadere il pugnale, e con gli artigli le squarciò la pelle del braccio sinistro. Cadde a terra, ferita. Matt era incapace di pensare, in quel momento, e agì d’istinto. Raccolse il pugnale. Il mostro era ancora attratto dalla ragazza, ormai a terra, sanguinante. Con le mani tremanti, chiuse gli occhi e colpì.
L’ex cheerleader si era polverizzata. Ora c’era solo la ragazza a guardarlo, con gli occhi spalancati. -G.. grazie- Sembrava spaventata sola dalla sua presenza.
-Grazie a te- disse -Oh, credo che questo sia tuo- porgendole il pugnale.
Lei lo prese, senza troppi complimenti. Si guardarono per qualche attimo, finché Matt non fece un passo avanti, per aiutarla ad alzarsi.
Quando furono fuori dalla scuola Matt si assicurò che la ragazza stesse bene -per quanto qualcuno con un braccio mezzo squarciato potesse stare bene- e cercò qualche fontanella per sciacquare via il sangue dalla ferita.
-No, non serve, non preoccuparti- avvertì la ragazza ancora senza nome.
-Ma, la ferita è enorme-
-Oh, ne ho viste di peggiori- quasi rise al pensiero.
-Abiti in un ospedale o cosa?- non aspettò nemmeno la risposta -E cosa diavolo erano quei- non trovò la parola -cosi?- disse infine.
-Erano delle e…- Lo sguardo della ragazza sembrò perdersi su qualcosa dietro la spalla di Matt -Nico..- la voce spezzata dalla paura.
Poi urlò. Matt sentì qualcosa di pesante colpirgli la testa.
E prima che se ne rendesse conto, era diventato tutto buio.

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Salve demigods :)
Inizio dicendo che questa è la prima vera long che scrivo, quindi se volete lasciarmi un commento o un suggerimento lasciate una bella recensione qui sotto :3

Ve se ama ❤✌,
Flowers of Death