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Autore: ValentinaRenji    30/05/2014    2 recensioni
questa storia è ambientata nella città dove vive Ichigo. Con lui ci sono i suoi amici e compagni d’avventura Renji, Rukia e molti altri ancora! La Soul Society ha dato loro il compito di vivere per un po’ sulla Terra e proteggerla da ogni pericolo. Devono inoltre cercare di adattarsi il più possibile alle usanze ed abitudini di questo mondo,integrandosi con le stranezze e le meraviglie che si presentano ai loro occhi. Ciò consentirà ai nostri protagonisti di conoscersi meglio e di scoprire nuovi sentimenti ed emozioni che non avrebbero mai sospettato di provare.
Buona lettura! ^.^
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Espada, Inoue Orihime, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 24



“Come immaginavo.”
La voce di Ulquiorra risuona gelidamente nell’ampia stanza, interrompendo la difficoltosa attività dell’octava espada.
“Quindi lo sapevi?”
“L’avevo previsto.”
“Succederà anche a noi giusto?” domanda Szayel senza staccare gli occhi dai suoi strumenti tecnici.
“Dipende dalla gravità delle ferite inferte. Forse si , forse no.”
“E tu? Tornerai ad essere l’espada numero 4?”
“Non ha alcuna importanza.”
Lo scienziato alza lo sguardo sull’altro, scrutandolo con freddezza senza cessare di sistemare gli strani oggetti e di sfogliare i suoi complessi manuali colmi d’appunti.
“Che hai fatto ai capelli?” ridacchia, leggermente sorpreso.
“Li ho tagliati un po’.”
“Stai bene.”
Arrossisce lieve, non abituato a quel genere di complimenti, per poi tornare alla consueta serietà:
“Cosa gli hai fatto? Non respira nemmeno.”
La voce di Nnoitra irrompe nel soggiorno, interrompendo il dialogo fra i due arrancar: “Da quando te ne frega di lui?”
“Dallo stesso momento in cui interessa a te.” Risponde di rimando l’hollow dagli occhi smeraldo, che viene liquidato con una smorfia sbeffeggiante.
Nnoitra si avvicina all’amico tastandogli il polso ma viene spinto lontano da Szayel:
“Sono io che me ne occupo, stai al tuo posto!”
“Datti una calmata mica volevo mangiarlo!”
“Ne saresti capace, stanne alla larga.”
Con una siringa acuminata lo minaccia alla gola, sogghignando malignamente.
“E comunque sta bene per ora. L’ho stabilizzato.”
“Come?” chiede Neliel con tono acuto, spaventato, scostandosi i lunghi capelli dietro le spalle minute.
“Semplice. Vedete quei nastri bianchi attorno a polsi e caviglie? Ebbene, è una mia creazione. Bloccano la forza spirituale evitando di compiere qualsiasi attacco e, nel nostro caso, impediscono di realizzare qualsiasi tipo di danno. Il fatto geniale è che non ti privano della reatsu indebolendoti, semplicemente non concedono di usarla. Sono veramente la perfezione!”
“Quindi … lui starà bene?” incalza la ragazza, sgranando i grandi occhioni.
“Appena si sveglierà valuterò le sue condizioni. Per ora sta bene, ma dovrò verificare alcuni fattori importanti.”
“Quali?” sussurra Nel.
“Non so quanto ricorderà di noi, del suo passato, di questi ultimi tempi. Non so nemmeno se sarà in grado di controllare i suoi poteri, né quale carattere prevarrà in lui: quello originariamente aggressivo e distruttivo? Quello più calmo sviluppatosi recentemente? Non posso saperlo, mi vedo costretto ad aspettare. Nel frattempo badiamo solo che non fugga, potrebbe essere pericoloso per se stesso.”
Grimmjow giace inerme sul divano scuro, immobile, ghermito da un sonno privo di sogni e sensazioni: gli arti formicolano fastidiosamente, il respiro è così sottile da sembrare inconsistente. Nel, seduta accanto a lui, gli stringe la mano affettuosamente scrutata malamente dallo sguardo assassino di Nnoitra. La giovane, incurante di quegli atti di gelosia, si rivolge a Ulquiorra che riposa con la schiena appoggiata al muro candido.
“Senti  Ulquiorra veramente sei qui per lui? Credevo … che lo odiassi.”
“Lui odia me, questo è certo. Ma io non provo nulla di simile nei suoi confronti. Semplicemente, riconosco la mia superiorità.”
“Capisco. Resterai anche tu con noi?”
“Solo se ne avrete bisogno.”
Il forte rumore dello sbattere di una porta fa sobbalzare tutti i presenti costringendoli a voltarsi precipitosamente verso la fonte del brusco suono: Ishida, Ichigo e Renji sostano sulla soglia dell’entrata di casa con il fiato sospeso nel petto mentre sul volto è palese l’angoscia.
“Questa è la reatsu di Grimmjow vero?”
“Sempre così perspicace Kurosaki.” Sibila Szayel, sorridendo.
“Cosa gli è successo?” sbraita il quincy facendosi largo fra gli arrancar per raggiungere il compagno.
Con algida chiarezza Ulquiorra ruba le parole di bocca allo scienziato spiegando in modo breve e coinciso le ragioni di quell’insana situazione, causando un profondo turbamento nei tre nuovi arrivati.
Un leggero mugolio proveniente dal sofà provoca un ulteriore incremento della tensione, già incandescente e insopportabile.
Grimmjow apre gli occhi, sbattendo le palpebre più volte prima di guardarsi attorno per scrutare i volti dei presenti uno per uno con estenuante lentezza.
“Stai bene Jeagerjaques?” domanda sprezzante Nnoitra guardandolo sottecchi.
“Tsk, cosa  ti sembra?” ringhia l’arrancar dai capelli turchesi, puntando le iridi celuree su Ichigo che fin’ora si è mantenuto a debita distanza. Quel contatto visivo gli provoca un lungo brivido sulla schiena.
“Shinigami! Shinigami! Sei ancora vivo!” ride istericamente, tentando di rialzarsi faticosamente, la mano già pronta sull’impugnatura della katana.
“Finalmente posso pestarti per bene shinigami!”
“Ei ei ei calma! Lui non è più un nostro nemico! Anzi lui … ci ha aiutato molto.” Esclama Neliel mentre tenta di mantenerlo aderente al materasso pressandolo con tutta la sua forza.
Szayel le corre in aiuto, strappandogli la katana di dosso e lanciandola via.
“Idiota! Vuoi farti ammazzare? In queste condizioni perfino una mosca ti farebbe fuori!”
Grimmjow si dimena furioso sotto di loro maledicendoli con intenso rancore, finchè un colpo di tosse lo scuote fortemente, sporcandolo di sangue.
La vista di quel colore lo spaventa, costringendolo a portare la mano istintivamente nel foro sul ventre caldo.
Le dita sottili tastano quel buco vuoto che lo trapassa visibilmente, delineandone con cura i contorni.
Le iridi azzurre implorano in un istante tutti i presenti, supplichevoli di qualche spiegazione, di un minimo conforto.
“Che stanza di Las Noches è questa?”
“Nessuna, siamo sulla Terra a casa del quincy.” Spiega tranquillamente lo scienziato, per poi rivolgersi agli altri:
“Scusate il disturbo ma ora è meglio se ci lasciate soli. Troppa confusione non gli può giovare. Ishida tu rimani. Ichigo, Renji, per favore restate anche voi e rimanete pronti in caso ci sia bisogno del vostro intervento.”
Annuiscono, lasciando allontanarsi gli arrancar che si dileguano in pochi secondi.
La sesta espada tenta di appoggiarsi sui gomiti, bofonchiando e ansimando, aiutato dall’amico dai capelli rosa che gli pone un cuscino dietro la schiena ma come unica risposta riceve un pugno che riesce a schivare appena.
“Non sei affatto gentile.”
“Non mi serve il tuo aiuto!”
“Ok, come vuoi. Dicci cosa ricordi, facciamo prima.”
Ishida, Renji e Ichigo sono seduti nel divano di fronte a quello dov’è sdraiato l’espada, leggermente scossi dall’imminente rivelazione. Szayel invece rimane in piedi accanto a loro brandendo un taccuino scribacchiato fra la mani ed una penna.
“…”
“Ok non vuoi parlare. Ottimo, allora dimmi: ti ricordi di loro?”
Gli occhi socchiusi saettano sulle figure dei tre giovani, trafiggendoli con un odio dilaniante.
“Lo shinigami è la mia preda. Gli altri non hanno valore.”
“Ma te li ricordi?”
“…”
Ishida trattiene il respiro, il cuore palpita così forte da potergli fuggire fuori dal petto.
“Veramente non ti ricordi di me?” sussurra tremante.
“Ishida Uryuu.”
“Ti ricordi il mio nome?” un lampo di speranza lo invade, strappandogli un sorriso.
“Solo quello”.
Bugia, dannatissima bugia. Dal primo momento in cui l’ha visto tremendi flash gli invadono la mente: il viso gentile di quel ragazzo con gli occhiali, i suoi gesti premurosi, lui accanto nel futon, una strana sensazione senza nome che accompagna ogni singolo pensiero.
“Stai mentendo!” sbraita il quincy, sbalordendolo.
“Fai sempre così quando menti. Guardi verso il basso e ti mordi il labbro inferiore. Non credere di ingannarmi tanto facilmente, mi offendi.”
“Mi ricordo alcune cose ma non … non riesco a comprenderle.”
Altre immagini lo travolgono, questa volta più lontane e sfocate: quei capelli rosa stretti fra le sue dita, le labbra dell’altro sul suo petto, la luna dell’Hueco Mundo che accompagna chiacchierate indefinite.
Szayel coglie quell’espressione contratta dal dolore, carpendone il corretto significato.
“Porta pazienza, con il tempo ti tornerà in mente tutto. Per il momento sappi solo che non devi attaccare nessuno e che non ci sono nemici qui. Riposati e basta.”
Un ghigno malvagio inclina la bocca dell’espada che si lancia addosso ad Ichigo senza alcun preavviso, graffiandogli il viso con forza.
“Tu sei quello che mi ha ammazzato bastardo! Ti rendo il favore shinigami!”
Continua a graffiarlo con foga, tentando di scagliargli un cero con tutta la sua forza ma la palla di luce rossa scompare dopo pochissimi secondi.
“Per fortuna la mia invenzione funziona come si deve.”
Con enorme sorpresa Grimmjow si ritrova immobile, sopra il corpo paralizzato del ragazzo dai capelli arancioni. Gli occhi nocciola lo fissano con terrore mentre già impugna il suo shikai.
“I tuoi esperimenti Granz … dovevo immaginarlo.”
Con un ruggito afferra quegli strani oggetti che gli cingono gli arti cercando di strapparli con tutta la sua forza, inutilmente.
La reatsu aumenta a dismisura causando un travolgente vento all’interno del soggiorno.
Tramite un possente balzo recupera la katana: “Kishire, Pantera!”
In un brevissimo attimo le restrizioni si frantumano in finissimi brandelli, lasciando libero quel corpo spiccatamente felino, dai canini acuminati e i lunghissimi capelli celesti.
“Mer**! Spostati shinigami!” urla Szayel, lanciandosi di fronte a lui per parare l’attacco dell’espada, rimanendo gravemente ferito al torace.
“Tsk, non metterti in mezzo.” Ringhia Grimmjow con disgusto.
“Non intendo combatterti Grimmjow. Non siamo più nemici.” Asserisce Ichigo, serio.
“Peggio per te!” la sesta espada si scaglia contro di lui con ancora più forza, pronto a straziarlo con gli artigli appuntiti e taglienti ma una freccia gli trapassa la spalla, agguantandolo al muro.
“Adesso basta.”
Ishida impugna l’arco, preparando una nuova freccia in direzione del cuore dell’arrancar.
“Ancora una mossa e questa volta ti uccido seriamente. Scegli tu.”
“AHAHAHA ! Quincy! Seriamente credi che le tue bazzecole riescano a ammazzarmi? Non ci è riuscito del tutto nemmeno quell’ibrido laggiù!” sbraita, indicando Ichigo.
Renji si avvicina cautamente a Uryuu, toccandogli la spalla:
“Senti Ishida non fare cose … di cui potresti pentirtene… ok?”
“Non mi interessa, non posso permettere che ci riduca tutti a brandelli prima di tornare in sé … se mai ciò accadrà.”
“Di cosa diavolo blaterate? Io voglio solo lo shinigami Kurosaki. Il resto di voi può fare ciò che gli pare.”
“E va bene Grimmjow, non ho altra scelta allora.”
“Ichigo sei impazzito? Non puoi farlo!” urla Renji.
“Non ho altra scelta.” Deglutisce, pronto al combattimento.
Un lamento di Szayel, ancora steso sul pavimento, richiama l’attenzione di tutti.
“Come hai osato bastardo … ti ho curato … ti ho difeso … ti seguo da secoli … e tu … tu maledetto infame … ti svegli di colpo e cerchi di uccidermi senza alcun ritegno?”
La veste bianca è intrisa di sangue, le parole vengono soffiate fra i denti con una rabbia sovraumana.
“State indietro tutti, anche tu shinigami. È giunto il mondo di ripagarlo con la stessa moneta.”
“Ahahah numero otto, cosa vuoi farmi? Ma dai, sei ridicolo.”
“Sesure Fornicaras.”
Il corpo dell’espada si ricopre di tentacoli, le labbra violacee si schiudono un famelico sorriso, i capelli rosa ricadono lunghi sulle spalle.
“Bene, ora siamo ad armi pari.” Sogghigna, inglobando l’arrancar dagli occhi azzurri in un tentacolo ed estraendone una bambolina.
“Da quando hai riacquisito i tuoi poteri?” balbetta Ishida, in preda ai peggiori ricordi.
“Non li ho mai persi sciocchi. Solo perché non ho l’aspetto di un hollow non significa che io non lo sia. Che ingenui.”
“Non lo fare! Per favore, lo sappiamo bene che non è in sé!” grida il rosso, brandendo Zabimaru con forza.
Con un semplice gesto Grimmjow apre un portale sull’Hueco Mundo sparendovi all’interno seguito a ruota da tutti gli altri.
“Bene, così non causeremo danni.” Annuisce Granz aprendo in due la bambola dalle somiglianze dell’altro espada.
Ne estrae un oggettino azzurro e affusolato, spezzandolo in seguito con grande piacere: la sesta espada urla dal dolore, accasciandosi a terra.
“Ulula Zabimaru!”
Con una possente presa lo shikai di Renji avvolge il corpo dello scienziato, impedendogli qualsiasi movimento.
Grimmjow osserva la scena con stupore: perché si scontrano fra loro? Perché nessuno vuole fronteggiarmi come si deve? E perché improvvisamente non sento più la necessità di ucciderli?
Il corpo esausto precipita nel vuoto, abbandonando la forma felina per riacquisire sembianze umane.
Ishida lo afferra prontamente, salvandolo dall’infinito baratro nero sotto di loro.
“Uryuu, cosa mi sta succedendo?” biascica appena, sconvolto.
“Ti ricordi di me ora?”
“Si ma … cosa mi è successo …”
“Non ha importanza, torniamo a casa.”
Grimmjow si divincola da quelle braccia che tanto ama, scostando quel corpo affettuoso ed allontanandosi con un balzo.
“Non posso più stare fra gli umani, non è quello il mio posto.”
“Non dire sciocchezze, tu puoi …”
“Taci! Io sono un mostro! Una bestia! La mia unica casa è l’Hueco Mundo!”
Osserva Szayel, ancora nella sua forma finale, lanciandogli un intenso triste sguardo: “Dovresti fare lo stesso anche tu.”
“Grimmjow non essere avventato …”
Le iridi azzurre carezzano il volto magro di Ishida: “Allora addio.”
Senza nemmeno voltarsi scompare ai loro occhi, abbandonandoli nel vuoto più totale e profondo, privandoli definitivamente della sua presenza.
Nessun rumore, nessun eco, nessun passo. Solo i singhiozzi strozzati di Uryuu e il suono del suo cuore frantumato in mille pezzi.
   
 
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