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Autore: anis12    30/05/2014    1 recensioni
Lira, Ace, Rufy e Sabo. quattro ragazzini legati da una promessa. essere fratelli. ma quella promessa fatta con buone intenzioni, fatta con i sentimenti più felici, gioiosi... diventerà un'incubo. Jolly... pazzo, pericoloso, il suo obby: giocare con la vita delle persone. ma il suo passato? Haery, giovane in eterno? Lira ed Ace, amore impossibile?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, Personaggio, Ciurma, di, Barbabianca, Marco, Monkey, D., Rufy, Sabo
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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~~Capitolo 15


Finalmente poteva stare tranquilla. Da due giorni, Ace, sembrava aver accettato il fatto che lei stesse insieme a Marco. Ma, forse, un po' di scetticismo era rimasto. Lei stessa era ancora un po' incredula sul fatto che stesse con il migliore amico di Ace. Sembrava un po' un castigo per lui.
Era incredula anche sul fatto che stava fin troppo bene con Marco. Non si era mai sentita a suo agio con una persona da quando aveva capito di amare Ace, da quando aveva bisogno di sforzarsi di sorridere per far si che tutto rimanesse come era.
Ma per lei era ancora un amico. Forse si sarebbe guadagnato il posto di migliore amico, magari fratello, in poco tempo, ma non di più.
Intanto stava bene, era già un passo avanti.
-Senti, dopodomani ci fermeremo per qualche giorno a fare rifornimento. Che ne diresti di una serata da passare insieme?- disse Marco all'improvviso.
Dal suo tono di voce si capiva che era un po' imbarazzato, anche se cercava di non farlo notare.
-Si, perché no.- disse Lira con un sorriso che non faceva da tanto.
-Ok. Allora io vado da nostro padre per informarlo. Tu dovresti dirlo ad Ace.-
-D'accordo.-
Marco se ne andò.
Solo allora Lira si rese conto di quello a cui andava incontro.
“Oh merda! Di certo non intendeva solo cenata romantica...!”.

 

-Padre, posso parlarti?-
-Dimmi Marco. Parla pure.-
-Io e Lira pensavamo di stare un po' assieme una serata quando faremo rifornimento.-
-Per me non c'è problema. Non vedo l'ora di vedere dei nipoti scorrazzare per la nave.- Disse in una risata che per poco non fece ballare la nave.
-Padre, ti prego...- quegli argomenti lo imbarazzavano un po'. Non aveva pensato ad avere una famiglia propria e nemmeno al fatto che un giorno sarebbe diventato padre.
Se ne andò dalla stanza.
Ora, Barbabianca, non avrebbe più scherzato su questo. Non avrebbe nemmeno interferito con il corso degli eventi. Forse.
Sapeva tutto.

 

Ace stava aiutando a sparecchiare quando Lira gli corse incontro. Era da molto che non  parlavano ed era curioso di sapere che cosa gli avrebbe detto. “Ace voglio sposare Marco, mi fai da testimone?” oppure “Ace sono incinta, come lo chiamiamo?”. Forse era troppo esagerato, ma gli sembrava che anche Lira si fosse buttata troppo in fretta con la storia con Marco. Forse il minimo era questo.
-Ace, volevo dirti che dopodomani io e Marco usciremo insieme.-
Beh, perlomeno era una notizia normale.
-Ah si? Un appuntamento? E che cosa farete?-
-Molto probabilmente staremo fuori tutto il giorno.-
eh?
-Prima faremo un giro della città e poi pranzeremo al sacco in un parco bellissimo. Mi ha detto che ci è già stato e ha detto che ne vale la pena anche se si è soli. E la sera cenetta romantica in un Hotel.-
EH?
-aspetta, prima hai detto che starete fuori tutto il giorno, giusto?-
-Si, esatto...-
-Quindi...-
Ace aveva capito tutto e forse era peggio di quanto immaginasse. Un conto era rimanere incinta senza che tuo fratello sappia quando avviene, ma quando lo sa in precedenza?
Lira era in imbarazzo in senso negativo, ma Ace vedeva tutt'altro. La vedeva incorniciata da fiori dalla felicità.
-Adesso vado, devo aiutare ad ammainare le vele. Ciao.-
Quando Lira uscì dalla stanza qualcosa scivolò dalle mani di Ace.
-Ace, idiota! Quei piatti erano nuovi!-
“NO! DEVO IMPEDIRLO!” pensò.
Se la memoria non lo ingannava Lira era ancora vergine...

 

Era il fatidico giorno. Lira aveva preparato tutto. Si era messa un vestito tra lo sportivo e l'elegante, nel caso dovessero fuggire dai marines. Poi si era truccata. Era raro che si truccasse e per questo non era molto esperta, quindi optò per un ombretto color pelle, una matita nera  e un po' di lucidalabbra. Il mascara proprio non riusciva a metterselo. Rischiava di rimanere cieca ad ogni movimento di quell'aggeggio , peggio di quello che pensava. Si era anche presa con se anche una borsa un po' capiente con una bottiglia d'acqua, del denaro, delle bende, dei pugnali, una pistola e tre o quattro gomitoli di lana... nel caso.
Aveva anche preparato lei stessa il pranzo al sacco. Fortunatamente era brava in cucina.
“Se proprio devo amarlo, che almeno lo faccia nel modo giusto” pensò.
-Lira.-
Si girò. Era Marco. Era lì, davanti a lei che la fissava. Ma il suo sguardo era diverso, non lo aveva mai visto così e non sapeva a che sentimento attribuirlo. Non era molto brava a capire le persone, non capiva a momenti nemmeno lei stessa. Poi si accese una lampadina. Doveva avere qualcosa che non andava. “OH MIO DIO! DOVE HO SBAGLIATO?”. Ricontrollò che tutto fosse a posto. Aveva il vestito in ordine e pulito, le scarpe andavano bene, la borsa... anche quella era a posto. In fondo erano fatti di stoffa e fili, non potevano essere in disordine. E se fosse stato il trucco? I capelli? Basta, doveva chiederglielo, non poteva rimanere in ansia per tutto il giorno.
-Ciao Marco. Hai … hai una faccia strana... non è che... che ho qualcosa che non va?- Bene, chiesto.
-No, sei perfetta...- Lira arrossì. Era la prima volta che riceveva un complimento da una persona che diceva di amarla e che lo dimostrava davvero.
-... ma è un po' troppo scollato...- Lira si guardò. In effetti aveva messo un vestito un po' scollato. No, non era solo scollato, era di più. L'aveva messo pensando che andasse bene. Perfetto, era già ad una figuraccia. Chissà quante ne avrebbe fatte nell'arco dell'uscita. E se poi non l'avrebbe più amata? Addio piano per dimenticare Ace.
Lira usò i suoi poteri per diminuire la scollatura. Ora doveva andare bene.
-Vieni, ti faccio fare il giro turistico della città.-
Le prese la mano e iniziarono ad avviarsi verso il centro.

 

Era da un pezzo che li seguiva. Per fortuna, fino ad ora, non avevano fatto niente di sconcio. Si erano limitati ad andare in giro per negozi e visitare la città. Ma avevano sempre quella maledettissima mano nella mano. Unite. Con le dita che si attorcigliavano intorno alle altre quasi a formare qualcosa di perfetto. Un po' gli faceva male. Ma solo un po'. Pensare che una volta erano le sue di mani attorcigliate a quelle di Lira era un po' fastidioso. Forse era geloso? Chissà. Fino ad ora non si era mai sentito così. Era una orribile sensazione, anche se la provava poco. Era questo che si provava nei confronti di una sorella? Ormai era da giorni che si faceva questa domanda. Un po' era stufo anche di quello. Era ora che riordinasse le sue idee. Che cosa gli piaceva in questa situazione?
1)Lira, ma era sua sorella, era logico.
2)La felicità di Lira, ma anche questo era ovvio, era suo fratello.
3)Il vestito che indossava Lira, ma le stava sempre bene tutto, anche una palandrana.
4)Il sorriso di Lira. Era anche questo un sintomo causato dall'istinto fraterno?

Ok, c'erano troppe Lira nella sua testa.

Ora doveva vedere le cose che odiava i quella situazione.
1)Il litigio con Lia.
2)Il fatto che Lira stesse con Marco.
3)Il legame che aveva con Lira si stava affievolendo.
4)Marco.

Almeno ora c'era anche Marco. Forse era un po' troppo iperprotettivo.
Lira e Marco si erano appena seduti sotto un albero nel parco della città. In effetti Ace si ricordava di aver sentito dire da Lira che avrebbero pranzato al sacco.
Il cibo preparato da Lira era sempre il migliore. Sin da piccola era brava. Riusciva a preparare un capolavoro avendo solo della carne fresca, acqua di fiume e delle erbe che trovava in giro.
Avevano iniziato a mangiare. In effetti aveva fame pure lui, ma l'incolumità della sorella aveva la priorità.

 


Lira prese il pranzo dalla borsa. C'era anche quello dentro.
Lo aprì. Sembrava squisito. Guardò Marco e sembrava meravigliato da quel pranzo, manco fosse un pranzo da re.
Lira mise in bocca il primo pezzo, ma c'era qualcosa di strano. Perché Marco non mangiava? Aveva preparato troppo poco? C'era qualcosa a cui era allergico? Intollerante? Eppure non si ricordava qualcosa del genere.
-Senti Lira, che ne dici di imboccarmi?-
“IMBOCCARTI???”.
E ora? Era anche peggio dell'allergia. C'era una nota positiva. Scopriva altri lati di Marco, ma non pensava che lei potesse arrivare un giorno a questo.
“IMBOCCARE??? COME UN BAMBINO???”.
Era peggio che combattere contro quella persona. Quella persona... No, non doveva pensare proprio in quel momento a lui. Ora doveva concentrarsi per imboccare Marco.

 

“IMBOCCARE??? MA COME...!!!” pensò Ace. Era furibondo mentre si tratteneva a stento dalla rabbia. Come poteva permettersi dire certe cose? Chi era quell'uomo? Era veramente il fratello e l'amico su cui aveva riposto la sua fiducia fino a quando non aveva deciso di stare con Lira?
Imboccarlo? Lira non ci sarebbe cascata, era ovvio. Avrebbe risposto con un sonoro pugno in faccia. Ecco, sarebbe stata un'ottima occasione per separarli.
Li guardò di nuovo.
Lira lo stava imboccando.

 

Ormai era arrivata sera e stavano finendo di mangiare. Lira aveva ordinato della panna cotta con i frutti di bosco. Era un dolce che le piace molto. Come quella giornata.
Non pensava di sentirsi così con Marco. Era felice dopo tanto tempo. Stava bene, finalmente.
Forse sarebbe riuscita a dimenticare Ace.
Ace.
Era riuscita a non pensarci per l'intera giornata. Il pensiero la spaventava. Era così flebile il sentimento che aveva nei suoi confronti? No, impossibile. Evidentemente Marco era riuscita a distrarla.
Mentre ci pensava finì la panna cotta. Ora era il momento.
-Ora possiamo andare.- disse Marco.
Lo disse con un tono di voce serio, felice e tranquillo. Come faceva un tono di voce così tanti sentimenti dentro non lo sapeva. Si chiedeva anche come facesse a stare così tranquillo. Sembrava che fosse abituato da sempre. La sola idea la faceva rabbrividire, ma quello era Marco ed era anche un pirata. Le sembrava anche un po' ovvio...
Quando chiusero la porta della stanza Lira prese un colpo.
-Tutto bene?- chiese Marco.
-Si...t-tutto b-bene...- si capiva a distanza di chilometri che non era pronta, che era agitata.
-Vado un attimo in bagno.- disse Lira. Voleva calmarsi un attimo. Voleva sentirsi pronta in tutto e per tutto. Non voleva deluderlo. Anche se non era Ace.
Era veramente la cosa giusta da fare? Doveva per forza arrivare fino a quel punto per dimenticarlo? Doveva per forza farlo in un modo così drastico?
Doveva dirlo a Marco. Doveva dirgli che non le andava a genio farlo in un momento del genere.
Stava per girarsi, convinta in tutto e per tutto. Ma Marco era dietro di lei già da un pezzo.
L'abbraccio da dietro. Poi le baciò il collo.
Doveva essere un momento magico, ma per lei si era tramutato in un incubo.
Si sentiva strana. Tutte le emozioni positive che aveva provato quel giorno erano scomparse lasciando terrore e agitazione... panico.
Marco la girò e iniziò a baciarla.
Lira non sopportava più una situazione del genere e il suo non era nemmeno un bacio molto casto.
-Marco...basta...- ma lui continuava.
-Marco, ti prego... non sono ancora pronta...- ma a lui non importava. Non la ascoltava.
-MARCO!!- Lira lo spinse via usando i fili del suo vestito. Marco cadde a terra colpendo la testa.
-Oh mio dio!- Lira corse a soccorrerlo. La sua testa sanguinava, anche se non tanto. Per uno come lui quella ferita era una bazzecola, ma gli faceva male lo stesso.
Lira lo sollevò da terra con i fili e lo appoggiò sul letto.
-Mi..mi dispiace...- disse con gli occhi lucidi.
-Non ti preoccupare. In effetti sono stato troppo frettoloso. Il fatto è che mi ero completamente dimenticato che tu non mi ami.- quelle parole a Lira fecero male. In fondo capiva perfettamente quella situazione. Capiva benissimo i suoi sentimenti.
Non essere accettati, dalla persona che ami, come vorresti.
Si sdraiò di fianco a lui e gli mise una mano sul petto.
-Sarebbe meglio iniziare così...- disse Marco.

 

Era dietro la porta da pochi minuti. Avevano già incominciato? No, impossibile... o forse...
NO! non poteva permettere che lo facesse. Non a sua sorella. Gli sembrava quasi che si macchiasse, che dopo avrebbe peso qualcosa per sempre, che l'avrebbe persa per sempre.
Doveva entrare e impedire tutto questo.
Aprì la porta e li vide uno di fianco all'altro con Marco a petto nudo e Lira con una scollatura che non copriva più di tanto. Ma non l'aveva messa a posto quella mattina? L'unica cosa che poteva pensare era una.
-TU!! FENICE DA STRAPAZZO!! TI FACCIO AL FORNO!!-
Lira e Marco rimasero a guardare allibiti.
-NON OSARE TOCCARE MIA SORELLA!!! SONO STATO CHIARO???-
Ora avevano capito il suo intervento. Gelosia da fratello maggiore, un classico.
-Ace, noi non abbiamo ancora fatto niente.- disse mentre guardava dietro ad Ace la sfilza di persone che si erano appostate per vedere che cosa succedeva e avevano iniziato a ridere.
Lira si girò dando le spalle ad Ace. Anche se un poco si vergognava ed era triste perché era intervenuto perché era suo fratello, ma le piaceva moltissimo questo suo lato, era uno dei motivi per cui si era innamorata.







ed eccomi qui con un nuovo capitolo prima degli esami. non vedevo l'ora di arrivare qui e far fare la figura del fesso ad Ace e quella del profittatore a Marco. vi è piaciuta come idea?? stavo anche pensando: di Lira sapete solo che ha gli occhi verdi e i capelli castani, ma il resto? così ho deciso di mettere una foto di un disegno fatto da me di Lira. il punto è questo: nemmeno io so come farla, quindi ho deciso di mettere varie forme di Lira. che ne pensate? ovviamente com'è Lira sarà anche Haeri,no? dovete solo aggiungere una cicatrice.
comunque un bacione a tutti dalla vostra anis12!!!!!!

Ps.: fatemi - in bocca al lupo-...

  
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