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Autore: MelaChan    30/05/2014    3 recensioni
Raccolta di shot Sherlock/Molly a genere e lunghezza vari scritti durante momenti di noia durante le lezioni o partorite nelle ore più strane della notte perché l'ispirazione ti coglie agli orari più improbabili.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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NOTE DELLA PIGNA

Buona sera a tutti/e!
Dopo millenni mi sono finalmente decisa a pubblicare un altro capitoletto di questa raccolta di nugae Catullo vai via. Questo è un po’ nato storto, nel senso che è come mi sono immaginata il ritorno di Sherlock dalla missione per annientare la rete di Moriarty, da ciò si desume che, come sempre, non è collegato agli altri capitoli precedenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Titolo: Grazie

Genere: Triste; Introspettivo

Avvertimenti: Spoiler!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sente bussare alla porta e si blocca con il pezzo di pizza a mezz’aria, gli occhi che scattano dalla televisione alla fonte di quel rumore. Posa il trancio nel cartone e si alza dal divano, pulendosi poco elegantemente le mani nei pantaloni della tuta da casa. Afferra la maniglia ed apre la porta, sussultando e trattenendo il respiro quando Sherlock Holmes appare di fronte a lei. Quasi non lo riconosce: i capelli sono lunghi, sporchi e macchiati di sangue rappreso, mentre del fresco sta ancora scendendo lungo il suo viso, gocciolando sul pavimento dell’ingresso, il famoso cappotto ha lasciato posto a una logora camicia macchiata di sangue e polvere e troppo sottile per proteggere dalla rigide temperature invernali londinesi. Respira con fatica e con altrettanta difficoltà si sta tenendo in piedi, una mano appoggiata allo stipite della porta.

-Molly Hooper.- sussurra, la voce normalmente sicura di sé ora ridotta a un bisbiglio tremolante. Muove un passo verso l’interno dell’appartamento, ma barcolla e perde l’equilibrio, venendo sorretto dalla donna.

-Sherlock!- esclama, sostenendolo meglio che può ed aiutandolo a raggiungere il divano, sul quale lo fa distendere malamente, causandogli un grugnito di dolore. Si scusa frettolosamente e resta ad osservarlo aspettando una risposta o un’indicazione da parte sua.

-Vuoi… Vuoi che ti porti qualcosa?- gli domanda dopo qualche minuto, nei quali l’uomo ha socchiuso le palpebre continuando a respirare ad intervalli irregolari.

-Lasciami riposare qui…- bisbiglia, senza guardarla e unisce le mani sotto il mento con una smorfia. Molly annuisce e si mordicchia il labbro inferiore, giochicchiando con le mani mentre non riesce a spostare lo sguardo da quell’uomo così posato anche nelle situazioni peggiori, ma non l’ha mai visto in quelle condizioni. Sembra distrutto, sfinito, e nonostante voglia sorridere per il suo ritorno a Londra, segnale che ha definitivamente sventrato la rete criminale di Moriarty, non ci riesce. Apre la bocca per chiedergli ancora qualcosa ma per paura di disturbarlo mentre è rinchiuso nel suo Palazzo Mentale decide di non parlare. Non può lasciarlo in quello stato per andare in camera da letto e dormire come se niente fosse successo. Sente l’urgenza di verificare le sue condizioni o almeno di dargli una risistemata. Va in bagno e versa dell’acqua in un catino, tornando nel soggiorno con esso ed una spugna e si inginocchia accanto al divano. Immerge la spugna nell’acqua e la posa con delicatezza sulla fronte di Sherlock, che soffia aria fra i denti ed aggrotta le sopracciglia, ma non si sottrae.

-Grazie, Molly.- sussurra, aprendo appena un occhio ed accennando un sorriso stanco curvando gli angoli delle labbra.

Molly ricambia il debole sorriso e continua con il suo lavoro, tamponando il volto di Sherlock che a poco a poco torna ai suoi lineamenti di cui la donna si è innamorata. Strizza la spugna nella bacinella, trasalendo quando nota che il colore dell’acqua è quasi cambiato dal trasparente al rosso marrone. Si alza e va a cambiarla, prendendo anche un asciugamano ed una delle sue magliette, dopo lunghi dibattito con se stessa se fosse conveniente oppure no. Ritorna al fianco di Sherlock, che ha abbandonato le braccia lungo i fianchi, gli occhi aperti e stanchi che la attendevano. O almeno così piace pensare alla patologa. Molly posa la maglietta sul bracciolo del divano e si schiarisce la gola.

-Posso…?- gli chiede, indicando la camicia logora ed arrossendo leggermente.

Sherlock sbatte le palpebre e getta un’occhiata alla donna, annuendo. Si tira quindi a sedere, storcendo il naso, e si sfila l’indumento, rivelando così un taglio poco profondo sul fianco ma che necessita di alcuni punti.

-Aspetta.- lo ferma Molly, facendolo sedere a gambe incrociate mentre lei si posiziona davanti a lui. Inizia a tamponare il suo petto, notando come si rilassi a poco a poco alle carezze. Smette inoltre di tremare impercettibilmente per il freddo, riscaldato dallo strofinare della spugna, e chiude gli occhi. La donna prende un respiro profondo e si mordicchia il labbro, osservando il taglio sul suo fianco. Quindi lo tampona con delicata attenzione, pulendolo mentre  lineamenti del viso del detective sono contratti in una smorfia. Quando termina, posa il catino a terra e si dirige in bagno, prendendo il kit di pronto soccorso che tiene nell’armadietto dei medicinali. Torna ancora una volta dall’uomo, ora nuovamente sdraiato sulla schiena, e tira fuori dalla scatola la stecca di legno, estraendola dalla confezione di plastica e porgendogliela.

-Mordi questa.- gli dice, congelandosi quando Sherlock apre la bocca in un chiaro invito ad eseguire quel comando al posto suo. La donna sospira e la posizione fra i suoi denti, facendo sì che l’uomo la morda.

Quindi prende dal kit ago e filo ed inizia a ricucire la ferita con cura, cercando di fare un bel lavoro in modo che non rimangano cicatrici ed imperfezioni su quella pelle nivea. Taglia il filo con le forbicine e rimette il tutto nella scatola, chiudendola ed appoggiandola accanto al catino.

-Devi metterti la maglietta, poi ti porto una coperta.-

Si accorge della stecca ancora fra i suoi denti e gliela toglie. Sherlock si alza a sedere mentre Molly prende e distende la maglietta, infilandogliela dalla testa dopo che l’uomo ha alzato le braccia. Torna a distendersi con un sospiro e si volta ad osservare la donna.

-Grazie, Molly.- bisbiglia, accennando un altro debole sorriso che vale più di mille parole.

Molly sorride di rimando e si alza dal divano, prendendo dalla cassettiera della camera una coperta con cui lo copre. Rimane a fissarlo ancora qualche istante, approfittando del fatto che stia dormendo, ed osa lasciargli un bacio sulla fronte, girandosi ed andando nella propria stanza. Sherlock soleva una palpebra, una volta che la patologa ha chiuso la porta alle sue spalle, e sospira, fissando il soffitto, il sonno improvvisamente scomparso.

  
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