Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: ItsAboutAGirl    31/05/2014    1 recensioni
Annie è una ragazza semplice e innamorata di New York e della vita semplice fatta di emozioni.
Justin è un cantante internazionale a New York di passaggio. Cosa succede se due storie completamente diverse si incontrano?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Scooter Braun
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Annie stava sognando di essere in una sala piena di tavoli colmi di sushi. Amava il sushi! Con l'acquolina in bocca stava riempiendo il suo piatto quando un rumore lontano iniziò fastidiosamente a distrarla da quel fantastico cibo. Provò a concentrarsi, ma niente, quel rumore continuava, imperterrito, sembrava il muggito soffocato di una mucca, allora capì che doveva un attimo lasciar perdere quei tavoli pieni zeppi, e quando il rumore aumentò, e da lontano sembrava molto vicino, aprì gli occhi. Cazzo! In cinque secondi Annie realizzò poche cose, ma tutte fondamentali: era a casa sua, nel suo letto, un telefono stava vibrando da qualche parte per terra e vicino a lei Justin Bieber dormiva come un ghiro. Erano rientrati alle quattro e mezza del mattino e aveva fatto l'amore fino a quando l'alba non era entrata prepotente tra le tapparelle. In quel momento lì erano crollati, appagati e felici. Annie non ricordava di essersi addormentata così bene di recente. Saltando giù dal letto si infilò i suoi slip e una maglietta al volo, iniziando a seguire la vibrazione del telefono. Sembrava un cane da tartufo, così, a quattro zampe sulla moquette beige. Eccolo! Lo trovò, era il suo telefono, nascosto sotto alla salopette che indossava la sera prima. Stava facendo tutto quel casino perchè era a contatto con un bottone, altrimenti col cazzo che l'avrebbe sentito vibrare sulla moquette. 
Come sospettava, era Mary, allora uscì dalla camera accostando la porta. 
"Mary..." disse, già con tono rassegnato. Guardò l'ora in cucina, erano le undici del mattino. 
"Ehi, Ann... Come va?" Mary aveva un tono lievemente imbarazzato. 
"Scusa per il casino di ieri sera" Annie ignorò la domanda aspettandosi un licenziamento immediato. 
"Macchè, tranquilla! Scooter ha già chiamato l'azienda, è tutto a posto, stasera torneranno. Ho allungato l'orario a Martin e Clara, così possiamo riposarci e aprire io e te, stasera" disse, sciogliendosi e sembrando addirittura allegra. 
"Io... Suppongo possa andare ben... Un momento!" Annie capì cosa c'era di strano "come fai a sapere che Scooter ha già chiamato l'azienda?" chiese con fare inquisitorio. 
Mary non rispose. Silenzio di tomba che insospettì Annie ancora di più. Insomma, potevano essere due cose: uno, si erano sentiti in mattinata, magari ieri sera si sono scambiati il numero per aggiornarsi in tempo reale senza trovarsi impreparati davanti a domande da parte dell'azienda, siccome si era deciso di rifilare una balla o, due, quei due erano insieme. Adesso. E lo erano da ieri sera, da quando Annie e Justin se n'erano andati, lasciandoli lì in negozio con il compito di distruggere le riprese delle telecamere. Impossibile, pensò Annie. Ma Mary non rispose.
"Ho visto quel filmato." disse, invece. 
Annie sarebbe voluta sprofondare. Che vergogna! In più, ora che ci pensava bene, lei era sul posto di lavoro, in orario lavorativo, con la sua responsabile presente, e con uno sguardo alle telecamere la si poteva vedere intenta a divorare le labbra di una celebrità, invece che spillarli fino all'ultimo centesimo. Era licenziata, se lo sentiva, Mary stava solo cercando le parole migliori per dirglielo. E la capiva, anche lei ne avrebbe dovute trovarne di parole per dire alla sua famiglia che sarebbe tornata, sconfitta. Tre mesi e New York aveva vinto. 
"Mary, se sarò licenziata dopo che Justin farà 'sto shopping notturno, ti prego di dirmelo!" squittì Annie. 
"Licenziata? Ma che cosa dici, scema! Figurati se ti licenzio. Il filmato è al sicuro, l'azienda si è bevuta il due di picche di Justin e tutto è rimandato a stasera, te l'ho detto. Ah, e puoi dirlo tu a Justin? Scooter lo sta chiamando da mezz'ora, ma non risponde." Incredula era dire poco. Dovette riordinare un attimo i pensieri prima di dire qualcosa.
"Dirglielo io? Aspetta. Cosa ne sai che Scooter lo sta chiamando da mezz'ora e cosa ne sai che potrei dirglielo io?" 
"Perchè sono insieme quei due..." mormorò una voce alle sue spalle che la fece sobbalzare. Non era abituata ad avere gente per casa, soprattutto di mattina. Appoggiato al muro e decisamente ancora rincoglionito dal sonno, Justin si sfregava gli occhi con una mano, mentre l'altra teneva il cellulare sopra l'orecchio. Annie lo fissò per qualche secondo sbigottita, senza sapere se era per il fatto che aveva un Justin Bieber dormiente in cucina o se perchè le aveva appena detto che Mary era (ancora?) insieme al suo manager. 
"Mary? Sei con Scooter? Da ieri sera?" non riuscì più a trattenersi.
"Potrei chiederti le stesse cose" e scoppiò a ridere, e qualcuno vicino a lei anche. Oh Madonna Santissima! Non era possibile. Se già nessuno avrebbe creduto mai alla notte di fuoco e fiamme di Annie con Justin Bieber, figurarsi se mai lei avesse aggiunto "E pensa che allo stesso tempo la mia collega se l'è fatta col suo manager!"
Annie attese che la ridarola di Mary terminasse, decidendo di evitare domande e risposte scomode. Infatti nessuna disse niente di preciso all'altra, e si diedero appuntamento alle undici di sera davanti al negozio. Anche Justin e Scooter, a quanto pare, non si erano detti grandi cose. Annie intuì solo che Scooter gli fece molte raccomandazioni e, anche per loro, appuntamento la sera in negozio. In cucina calò il silenzio. Annie era imbambolata, in mutande, e Justin pure, assonnato, in jeans e a petto nudo. E infine risero. Annie si immaginò Mary sotto le coperte con Scooter e Justin immaginò l'inverso. 
"Non ci posso credere!" Annie riusciva a dire solo questo, tra una risata e l'altra. 
"Nemmeno io. Come non potevo credere di passare una notte così, ormai, eppure..." aggiunse, finalmente, avvicinandosi ad Annie. La cinse con entrambe le braccia e l'attirò a se, baciandola. "Buongiorno" sussurrò poi. 

Buongiorno? Oh cazzo! 
Justin si stava facendo la doccia mentre Annie stava facendo a pugni con i suoi pensieri, seduta sullo scalino di casa in compagnia di una sigaretta. 
Doveva ricapitolare, bene e in fretta. Tutto l'astio e le frecciatine che si era lanciata con Justin erano sfociate in una lunga notte d'amore. Come poteva avere un senso tutto ciò? 
Annie non faceva sesso con qualcuno da sei mesi buoni. Aveva lasciato l'Italia e con essa una storia d'amore della durata di tre anni con un ragazzo più grande di lei di dieci anni. L'aveva amato e stra amato, ma lei voleva qualcosa di più. Voleva andarsene, viaggiare, fare ancora esperienze. Lui, ovviamente, non la seguì. D'altronde, uno della sua età, con una casa e un lavoro, dove voleva andare? Stava tanto bene dov'era. Annie però ci aveva sperato di poterlo avere al proprio fianco. Per un attimo ne fu anche convinta. Poi quando l'idea della partenza si fece più solida e concreta, lui le voltò le spalle piano piano, fino a quando, senza neanche bisogno di dirlo, lei capì che era finita. 
Il tempo di tamponare le ferite e, Annie, partì. Un dolore così grande come la fine di un amore dovrebbe essere vissuto da tutti come lo aveva vissuto lei: partendo. Per un nuovo mondo, dall'altra parte del mondo, eccitata e da sola. Tutto ciò mischiato bene la fece arrivare a risultati stupefacenti: poggiato il culo sull'aereo, il suo ex amore era scomparso dalla sua testa come un pensiero superfluo. Poggiati i piedi a New York, neanche ricordava più il suo nome, i tre anni di convivenza e il pechinese di sua suocera! Un'ottima terapia. 
Annie raramente era stata sola. Solitamente, finito un amore, ne iniziava un altro. Non perchè fosse una sprovveduta o una poco di buono, ma per il semplice fatto che era stata con uomini meschini. Tutti le avevano almeno fatto un torto, lei li perdonava, ma poi nel mentre trovava qualcuno che le sembrava meno peggio, così lasciava finire la storia e si buttava a capofitto nell'altra. Quest'ultima invece non andò così. Non aveva subito nessun torto per quanto ne sapesse e per la prima volta nella sua vita era scappata da una relazione che tutto sommato andava bene e sarebbe potuta continuare ad andare bene, senza che ci fosse qualcun'altro ad attenderla. Quando ci pensava, Annie, era dispiaciuta. Quella persona le sarebbe mancata, sempre, e sapeva che sarebbe potuta esserci tranquillamente al suo fianco. 
Annie aveva una capacità di adattamento molto acuta. Per questo non si era fatta problemi a partire, neanche lasciare cose importanti, dimenticarle. Non tutti sono così. A New York si era adattata subito. Ci sono talmente tanto cose da vedere, fare e gestire che non hai nemmeno il tempo di chiederti se stai facendo la cosa giusta. 
Era molto pensierosa mentre fumava la prima sigaretta del giorno. Non era abituata a flirtare da un po, tantomeno con una persona come Justin. Non ricordava come fosse spogliarsi di fronte a qualcuno per la prima volta. Con lui era stato tutto molto dolce. Era stata bene psicologicamente e fisicamente parlando. A ripensare alle labbra di Justin su tutto il corpo, un brivido le percosse la schiena e per un attimo fu tentata di mandare a fanculo la ragione di nuovo e fiondarsi sotto la doccia. Ma si trattenne. 
Su una cosa erano entrambi d'accordo: era tutto clamorosamente sbagliato. Almeno, fino a ieri era così. 
Annie prese il cellulare e cercò Justin Bieber su Instagram: decine e migliaia di foto di lui bellissimo le invasero lo schermo del cellulare. Aveva qualcosa come diciassette milioni di followers. Ora più che mai si rese conto che aveva a che fare con qualcosa di troppo grande. Justin Bieber non sarebbe dovuto stare sotto la doccia di casa sua. Avrebbe dovuto, se proprio doveva succedere, scoparsela e poi andarsene senza neanche dirle ciao, così si sarebbe sentita una poco di buono, ma almeno non si trovava li, come ora, a lottare con mille pensieri. Lui avrebbe dovuto abbandonarla mentre ancora dormiva, senza lasciare tracce, e quando lei si sarebbe svegliata, senza vederlo, e avesse aperto Instagram avrebbe dovuto vedere una foto di lui insieme a una di quella sventole modelle che già sono presenti in molti suoi selfie, in modo da farle intendere: ne ho una diversa ogni ora. Così lei l'avrebbe presa saggiamente, come una scopata qualsiasi, come già le era capitato, e fine della storia. 
Invece lui, non solo ci aveva fatto l'amore in modo dolce, passionale e coinvolgente, ma era rimasto li, le aveva sussurrato buongiorno abbracciandola e si stava facendo una doccia nella sua doccia, una piccola, misera e umile doccia da novecento dollari di stipendio al mese coi quali mantenere un affitto, un abbonamento ai tram e lei stessa. Dov'era la fregatura? Anche nella cose che già ti sembrano uno scherzo della natura c'è sempre la fregatura, figurarsi in quelle che sembrano uscite da La Bella e La Bestia. 
"Qualcosa di curioso sul mio profilo Instagram?" Annie si spaventò per la seconda volta in un'ora, ma stavolta perchè era in soprappensiero. Si alzò di scatto trovandosi Justin in piedi sull'uscio e per paura di farsi vedere da occhi indiscreti, lo spinse dentro.
"No, a parte che piaci a diciassette milioni di persone" rispose Annie, prendendolo in giro. 
"E non tutti hanno Instagram" si pavoneggiò lui.
"Certo, a dodici anni si è ancora troppo piccoli per un cellulare" lo seccò Annie compiacendosi da sola per la battuta. 
"Non dirlo troppo forte che potrebbero sequestrartelo allora" iniziò lui. Annie fece per controbattere ma poi si fermò. Pensava davvero che fosse più piccola di lui? Vicino a lui, chiunque le avrebbe dato tranquillamente 18 anni. In quel momento, dopo aver passato una notte di fantasesso (fantastico sesso!) insieme a Justin Bieber, non solo Annie si ricordò che tre anni li divideva, ma si ricordò che lui non lo sapeva. Senza dire una parola, prese il suo passaporto e glielo passò. Sorridendo confuso per quel giochino strano, lui lo aprì chiedendole cosa doveva guardare. Poi, curioso di sapere comunque qualche dato in più, diede un'occhiata a tutto e, come Annie aveva previsto, arrivato alla data di nascita spalancò gli occhi incredulo. La guardò e tornò sulla data. Così per dieci volte, almeno, prima di riuscire a dire qualcosa. E quel qualcosa fu "Come mai non mi hai ancora preso per il culo con 'sta storia che sei più grande di me di tre anni?" ed Annie si sentì sollevata. Sembrava averla presa bene.
"Perchè prima dovevi saperlo, e ora che lo sai è la morte tua!" spiegò lei. 
"Cazzo... Non l'avrei mai... Cioè, merda, non puoi avere ventitrè anni. Sei li, tutta piccolina, com'è possibile?" farfugliava ridendo.
"Anche mia nonna è piccolina ma ha ottantuno anni, che c'entra?!".
Justin rideva di gusto e poi passò a prenderla per il culo riguardo alla foto imbarazzante del passaporto. Aveva i capelli lunghi, castani e la faccia bella piena, rispetto ad ora che con il capello corto, infatti, stava da Dio.
"Pesavo dieci kg in più li, ci credo che ti fa ridere!" protestava la ragazza. 
Prendendosi per il culo a vicenda arrivò in fretta l'ora di pranzo. Annie voleva parlare seriamente di cosa era accaduto ma non sapeva come cominciare. Justin non dava segno di aver qualcosa da dire e soprattutto, non dava segno di andarsene. Possibile che uno come lui non avesse niente di meglio da fare che starsene isolato in un quartiere alle porte di New York? Aveva pensato a qualche frase, ma tutte le suonavano male. Ehi, Justin, che fai oggi di bello? Ehi, nessuna intervista oggi? O ancora, Ehi, oggi non lavori? Che tra l'altro era buffo. Che lavoro faceva? Stava seduto in una stanza a comporre canzoni? Se così si possono definire. 
Invece, ad un certo punto, lo chiese lui ad Annie.
"Alla fine che ti ha detto la tua collega? Oggi non lavori?"
"No. Vado lì stanotte perchè qualche ricco rompicoglioni vuole fare shopping tranquillo" rispose Annie, lanciando l'ennesima frecciatina.
"Bene, allora possiamo andarci insieme direttamente da qui dato che il rompicoglioni sono io!" rise Justin. 
Ecco svelato cosa aveva intenzione di fare dopo quella nottata: niente. Stare li, bivacchiare in casa sua. Annie si sentì imbarazzata e confusa. E aveva un urgente bisogno dell'aiuto di Emma. Con la scusa di preparare un pranzo italiano, Annie si appartò in cucina abbandonando Justin sul divano che tra Iphone e Mac si mise a fare qualcosa. Tra un movimento e l'altro iniziò la chat tra Annie e Emma.
"Emma, SOS"
"Dimmi Ann, tutta orecchie"
"Tu cosa faresti se uno venisse dolcemente a letto con te conoscendoti appena e il giorno dopo piantasse le tende in casa tua senza però chiarire la sua posizione all'interno del TUO habitat naturale? Sapendo per di più che ha la possibilità di fare cose molto più importanti, belle e interessanti che starsene sul tuo divano?"
"Oh cazzo, fammi pensare. Che hai combinato?"
"Pensa in fretta: sono nella situazione che ti ho appena descritto!"
"Sto pensando! Be, se è rimasto li penso sia una cosa positiva, meglio che averti portata a letto e poi abbandonata con ancora il preservativo infilato!" 
"Emma! Come devo iniziare il discorso ehi allora come rimaniamo?" 
"Non lo so, è una vicenda strana! Siete stati a letto senza nemmeno conoscervi! Che ti dice la testa?"
"Una svista, ma non può di sicuro continuare"
"Perchè? Hai fatto trenta, fai trentuno, al massimo andrai a dormire meno sola qualche notte"
"Non hai capito di chi stiam parlando, vero?"
Il "sta digitando..." di Emma andava e veniva. Parve durare una eternità nella quale Annie tagliuzzò i pomodorini freschi e li mise a rosolare in padella con un po di cipolla.
"Mi stai dicendo che Justin Bieber non solo ti ha portata a letto stanotte, ma che ora sta anche cazzeggiando sul tuo divano mentre tu cucini come la moglie perfetta?!"
"Mmmh, si."
"Oh cazzo Ann ma sei seria?"
"Mmmh, si."
"E non vi siete chiariti sull'argomento sesso? State facendo come se nulla fosse, come se fosse normale scopare con Justin Bieber e poi preparargli pranzo? Come se fosse normale andare a letto con una qualunque e poi mettere le tende nel suo appartamento che, tra l'altro, per lui sarà come stare in uno sgabuzzino?!" 
"Mmmh, esatto."
"Oh cazzo, ma come è successo? Raccontami ti prego!"
"Era il ricco rompicoglioni dello shopping notturno di ieri sera. Poi mi ha accompagnata a casa e sai bene come è andato il resto."
"Annie, devi chiedergli qualcosa."
"Si, ma cosa?"
"Perchè sei venuto a letto con me? ad esempio"
"Ma che brutto Emma!"
"Lo so, bruttissimo, ma questo non è un impiegato normale che appena vi salutate ti lascia il numero e ti whatsappa frasi dolci nell'attesa di una seconda notte di fuoco!" 
"Lo so..."
"Questo va in giro per il mondo, per quanto ne puoi sapere domattina potrebbe avere un volo per Londra e ciao ciao"
"Effettivamente..."
"Per come è abituato magari potrebbe essere normale andare a letto con una e poi non abbandonarla all'instante, tanto comunque se ne andrebbe, perciò ti abbandonerebbe più tardi!" 
"Che brutto..."
"Oddio, sei una cretina! Fai in modo che per te non sia stata una notte magica come sospetto che sia e chiedigli del perchè si è concesso ad una sfigata come te, per favore. Ci manca solo che la mia migliore amica versi lacrime per un bambino e davvero stavolta uccido"
"Grazie, tu si che sai tirarmi su. Ti faccio sapere, bolle l'acqua ora!"
"Mamma mia, Dio aiutala. A dopo tesoro!"


"Questa pasta è buonissima!" esclamò Justin mangiando di gusto pasta tonno e pomodorini. Annie era seduta di fronte a lui e lo scrutava.
"Quanto ti intrattieni da queste parti?" azzardò.
"Ancora una ventina di giorni, devo lavorare ad un pezzo e sbrigare altre cose come interviste, incontri e quant'altro" spiegò Justin. 
"Dove vai poi?" chiese azzardando ancora, con un nodo in gola.
"California, Canada, Brasile... Un pò di giri" disse lui, vago. 
Quindi prima di venire abbandonata come le classiche storie da una botta e via, Annie aveva ancora tempo. Precisamente fino alla fine dello shopping di Justin, siccome, come aveva detto Emma, sicuramente lui non le avrebbe dato il suo numero con dolci intenti futuri. Era stata una cretina, non poteva semplicemente sentirsi soddisfatta della sana sveltina e basta? Perchè i pensieri le martellavano il cervello? Forse perchè le sembrava di conoscere quella persona da sempre. Capita di sentirsi così con qualcuno. Ma sono sensazioni che ti fanno affezionare alla persona, e se la persona è sbagliata allora sei nei guai. 
"Senti, io ti devo chiedere una cosa..." 
Annie cadde dal pero. Lui doveva chiedere una cosa a lei? E glielo diceva con quel tono nervoso e impacciato? Uno abituato ad andare a letto con le ragazze più belle del mondo? Aveva visto tutte quelle modelle ritratte nelle sue foto di Instagram, ed era sicura che andasse a letto con ognuna di loro. Lui doveva chiedere una cosa a lei, quando era lei ad avere il cervello colmo di pensieri? 
"Dimmi." disse, seria, poggiando la forchetta sul tavolo e preparandosi ad una cosa tipo Stanotte ci siam divertiti eh! Spero che sia stato per te come lo è stato per me, ovvero un episodio da nulla. Insomma, tu avevi voglia, io pure e tac. Molto bello, se vuoi replichiamo, ma senza impegno eh! Con una stretta di mano alla yo bro! per completare il tutto. 
"Come mai sei venuta a letto con me, stanotte?" le chiese lui con un sorriso davvero amabile. Annie momenti cadde dalla sedia. Dovrei essere io a chiedertelo, pensò. 
"Veramente io..." balbettò insicura "Io non lo so, penso... Penso per il motivo che spinge una persona ad andare a letto con un'altra persona: l'attrazione, la complicità, il piacersi" spiegò tutto d'un fiato. 
"Capisco... Sai che una volta girava un video di una escort che mi riprendeva mentre dormivo, una mattina dopo aver..." e lasciò morire li la frase. Annie se lo ricordava. Aveva visto molte parodie di gente che si inquadravano dicendo cattiverie e poi voltavano la telecamera verso un letto occupato da Justin, dormiente. Anche molte fan avevano preso il video, riprendendosi al posto di quella che diceva di essere una escort e di aver passato una notte di sesso con lui. Solo che non riusciva a capire il nesso di quella vicenda con lei, o forse si. Lo stava iniziando a capire insieme ad un livello di collera spropositato. 
"Come, scusa?" provò a chiedere cercando di mantenere la calma. Magari si era espresso male. Magari voleva solo raccontarle quel buffo e imbarazzante episodio, magari quell'esimia testa di cazzo non stava insinuando che lei fosse una escort e che avesse nascoste in camera delle telecamere pronte per un nuovo film erotico con lui protagonista. 
"Ti prego, non arrabbiarti, stavo vaneggiando. Sono un po nervoso, dopo tutto quello che mi è successo, non mi capitava da..." Provò a spiegare Justin intuendo l'irrequietezza di Annie. Non voleva che esplodesse. Si era espresso male, forse. 
"Forse avresti dovuto pensarci prima di sguinzagliarlo, che dici?" E forse era troppo tardi. "Certo che è proprio triste essere uomo! Ragionare col cazzo e poi essere assalito dai dubbi amletici! Oddio, sono Justin Bieber e il mio pene ha preso decisioni proprie un'altra volta, adesso cosa può accadermi? Finirò su youporn? Fai pena, Cristo!" il tono della voce di Annie si alzava piano piano. Lei, invece, era già in piedi. Questa volta Justin non trovò divertente la sua sfuriata. Era davvero arrabbiata e lui si sentiva davvero un coglione. 
"Io non stavo dicendo che tu..." provò a dire ma era inutile.
"Non mi interessa cosa non stavi insinuando, perchè invece è così. Sei solo un coglione, hanno ragione tutti! Dimmi, quante scopate hai fatto senza venire assalito dai dubbi, eh? Che tristezza! Sei famoso e neanche dal punto di vista sessuale sei agevolato! Io ti ho spiegato come una cretina come mai sono stata a letto con te, mentre tu non solo non hai un perchè, ma ti chiedi anche se hai fatto bene o male, per la tua stupida immagine!" 
"Sei seria solo quando devi dirmi stronzate, lo sai?" 
"Ci mancherebbe che te le dica in versione comica, ma se vuoi posso provarci!" 
"Vabbe..." disse lui alzandosi, pronto per andarsene a quanto pareva "scusa se ho provato per un attimo ad iniziare un discorso serio con te. Volevo solo dirti quanto ero perplesso ma felice di aver passato una notte così bella, con una ragazza normale e meravigliosa, e che non mi capitava da tempo siccome anche in questo ambito, il sesso, devo sempre stare attento, ma con te non si può dire un cazzo che subito tiri fuori delle cattiverie assurde." prese il cellulare e scrisse un messaggio. "Dopo ieri sera al tuo negozio non mi è venuto in mente una sola volta il dubbio che tu potessi intaccare la mia stupida immagine in qualche modo, anzi, ti dirò di più, ho anche io un perchè alla nostra nottata: attrazione, il piacersi, il sentirmi voluto per la prima volta per come sono e non per chi sono. Grazie tante, davvero!" e si mise alla finestra, in attesa della sua auto. 
Annie si sentì morire dalla vergogna. Risentì le sue parole nella testa e si chiese da dove le fosse uscita tutta quella cattiveria. Ok, lui non le stava giurando amore eterno, ma era stato bene con lei, lo aveva fatto perchè le piaceva, magari sarebbe finita comunque, ma lei aveva lo stesso rovinato tutto. Come sempre. Sempre questa tendenza di far scappare a gambe levate il malcapitato! Dannazione. 
Justin fissava nervoso il suo cellulare nell'attesa che l'amico confermasse la consegna della sua auto. Sembrava non stesse rispondendo. 
Annie era la persona più orgogliosa di questo mondo, ma sapeva di aver perso. E poi, davvero, che importava se lui un giorno fosse partito, sparito, o che altro? Erano stati così bene che perchè rovinare tutto? Se doveva succedere una cosa tanto valeva rimanere con un bel ricordo una volta finita. Annie aveva la soluzione sotto agli occhi e invece aveva rovinato tutto. Emma aveva ragione, doveva prenderla con leggerezza. Mica si doveva sposare! Mica doveva decidere se staccare la spina ad un malato in coma vegetativo! Doveva solo avere a che fare con un ragazzo fuori dal comune fino a quella sera, che le importava se lui intanto avesse una ragazza in ogni continente? Perchè, lei non poteva avere qualcuno prima, durante e dopo di lui? Capì all'istante che doveva scusarsi. 
"Giuro solennemente di non essere mai stata così cogliona nella mia vita, davvero. Guarda, fai bene. Scapperei anche io di fronte ad una pazza come me. Va' pure, anzi, va' solo!" disse, perplessa di se stessa. 
"Jake non può portarmi la macchina..." sbottò lui leggendo un sms "ti stai per caso scusando?" chiese guardandola beffardo. 
"Scusando? Ma va. Mi sto letteralmente vergognando, sotterrando, umiliando, perchè davvero, che cogliona"
"Non esageriamo!" sorrise Justin.
"No, davvero. Mi stupisco di me stessa per questo show così ridicolo quando le cose sono semplici, in verità."
"Ah si? Cioè?" 
"Cioè che prima di essere Annie Ardes e Justin Bieber, siamo persone, e le persone possono finire a letto, per un motivo o per un altro, ma può capitare. A noi è capitato e..." 
"Ti è bastato?" la interruppe Justin. Posò il suo sguardo su di lei. Erano entrambi ancora come appena svegli. Lei in mutande e maglietta, lui in jeans, a petto nudo. Annie si sorprese e si imbarazzò per quella domanda, ma il suo sguardo la eccitò. Decise che non le interessava nulla. Se volevano giocare, lei avrebbe giocato. Se era una cosa che li faceva stare bene, perchè no? Se domani ognuno avrebbe continuato le proprio vite, perchè non approfittarne ora? Ora, adesso, subito. 
E questa volta fu lei. Si avvicinò a lui con lo sguardo languido, sorridendo. Gli posò decisa le braccia al collo, incollando il bacino al suo. 
"Alle undici devo essere in negozio, per colpa tua. Sono le tre, abbiamo circa sette ore per farcelo bastare" gli sussurrò in un orecchio. 
Justin riuscì solo a pensare a quanto incredibilmente eccitante fosse quella ragazza da mandargli così in tilt i sensi, prima di perdere del tutto il controllo e affondare le mani dappertutto su quel corpo piccolo e morbido. Andarono a sbattere diverse volte sul muro, baciandosi, prima di arrivare in camera e, in pace con se stessi e con le loro intenzioni, abbandonarsi ad una danza amorosa mai capitata prima, a nessuno dei due. 




Note dell'autrice: l'attrazione alle volte è così forte da annebbiare ogni sorta di ragione, e ora Annie e Justin lo sanno. Ma riusciranno a gestire qualcosa di troppo grande per loro senza dare nell'occhio? Si rivedranno dopo lo shopping notturno o sapranno mettere un fermo alle loro voglie senza rischiare di finire in prima pagina? Justin riuscirà a proteggere l'anonimato di Annie? Chissà.

Cosa ve ne pare? Cosa sarebbe bello accadesse ora? Fatemi sapere.
ItsAboutAGirl
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: ItsAboutAGirl