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Autore: giamma21    31/05/2014    1 recensioni
Quando una studentessa popolare della scuola di Nastake Hill viene uccisa, per la città inizia un periodo di terrore. Spencer Matthews non rimane colpita dalla morte, lei odiava la vittima, ma l'assassino prende di mira lei. Da quel momento Spencer deve sopravvivere fino all'uscita al cinema del film Die Bitch, al quale l'assassino si sta probabilmente ispirando. Tuttavia sopravvivere non sarà semplice, anche se la protagonista non si abbatterà mai e cercherà sempre di ravvivare la situazione con battute e frasi ironiche.
Genere: Azione, Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I ragazzi scendevano la collina seguendo le scale in terracotta, che portavano ad un’ampia spiaggia.
Spencer spinse la porta principale con una spallata e si trascinò velocemente con Valarie verso la scalinata.
-Chi è quella donna?- chiese lei agitata.
-Non lo so! Dobbiamo andarcene, ce la fai a camminare?- rispose Spencer altrettanto agitata.
-Non penso, mi fa male la gamba!- il ginocchio della ragazza era tagliato da uno squarcio che produceva particelle di sangue in continuazione.
-La fiamma ti ha colpita, hai bisogno di cure- disse Spencer esaminando la pelle bruciata.
-Raggiungiamo la barca, è l’unica via per uscire da qui- Valarie indicò lo scafo che stava per partire, mentre gli ultimi invitati lasciavano la zona.
-Ehi! Aspettateci! Ehi!!- Spencer si sbracciò pur di farsi vedere, senza risultati. Cristopher Maxwell cominciava ad accendere il motore.
Per un attimo a Spencer sembrò che si fosse accorto di loro.
-Ho un’idea, ma dobbiamo nasconderci- disse lei adagiandosi con Valarie dietro ad un muretto sotto il portico dell’abitazione.
-Cosa vuoi fare?- chiese quest’ultima osservando l’altra prendere il telefono e selezionare il numero di Lisa Sherwood.
-Chiamo la mia amica Lisa, anche lei è venuta alla festa e se si trova su quel motoscafo può dire di aspettarci!- rispose Spencer.
Il telefono di Lisa squillava, ma nessuno rispondeva. Probabilmente le era caduto mentre fuggiva, oppure non riusciva a sentirlo squillare con tutto il trambusto provocato dalle urla dei ragazzi.
-Avanti Lisa… Perché non rispondi al telefono?- sospirò nervosamente Spencer, controllando di tanto in tanto che fossero sole sotto il portico.
-Posso farcela, se corriamo, almeno ci avvicineremo abbastanza da farci notare da loro!- suggerì Valarie sporgendosi in direzione del mare.
-Ma come facciamo? Se... quella pazza in casa si accorge di noi, di me, non ci penserà due volte prima di prepararci alla cottura- improvvisamente calò il silenzio. I grilli smisero di cantare. L’aria si fece pesante, il che era strano perché l’isola era situata su di un mare quasi ghiacciato. Spencer sbirciò oltre il muretto e violenti colori di fuoco si proiettarono sul suo volto, irritandole i capillari degli occhi.
-Vieni fuori marmocchia!- esclamò la prostituta a grandi gesti. 
-Valarie ora!- Spencer trascinò la ragazza per il braccio fino alle scale di terracotta.
-Dove pensate di andare voi due?!- la prostituta diresse il lanciafiamme verso di loro, e fece fuoco.
Le ragazze caddero rotolando giù per le scale.
-Valarie tutto ok?- Gridò Spencer stesa a terra, la gamba sbucciata e il braccio dolorante.
L’altra non rispose, restando perennemente immobile.
Spencer pensò che forse si era rotta il collo, oppure che avesse subito un trauma cranico.
L’enorme fiamma che divampava nel cielo si riassorbì lasciando una polvere di fumo nero nell’ambiente.
La prostituta scese le scale e afferrò la testa di Valarie, alzò il coltello che teneva in tasca e iniziò a squarciarle la gola.
Improvvisamente qualcuno gridò dallo scafo, e lei lo sentì.
Si voltò minacciosamente e prese a correre verso i ragazzi che cercavano di lasciare l’isola.
Spencer strisciò verso Valarie e le voltò la testa, il collo aveva solo subito un taglio leggero, che perdeva una modesta quantità di sangue.
-Oh, grazie a dio- disse la ragazza fra se e se, mentre trascinava Valarie dietro ad un cespuglio.
Improvvisamente un’enorme esplosione colpì Spencer violentemente, scaraventandola con una potente forza d’urto lontana dall’amica ferita.
Nubi di fuoco danzante si alzarono in cielo, il calore era come un’onda anomala che coinvolgeva tutto ciò che trovava.
Spencer non riusciva più a mettere a fuoco nulla, non capiva da dove provenisse quel fuoco, non realizzava se fosse la residenza che era esplosa… oppure lo scafo.
Presto le fu chiaro. La residenza Maxwell era distrutta, vomitava fiamme lucenti e crollava su se stessa.
............
L’aria divenne improvvisamente fredda.
Nonostante il fuoco stesse bruciando da quasi dieci minuti, il clima era mutato.
Spencer mosse leggermente le palpebre, la testa le pulsava, gli occhi bruciavano, e il respiro era affannoso.
Lo scoppiettio delle fiamme riempiva la radura con il suo rilassante rumore.
All’improvviso Spencer si sentì tirare per le gambe, si stava muovendo, la terra sotto di lei le scorticava le braccia.
Aprì gli occhi per rendersi conto di ciò che stava succedendo... e la vide.
La “prostituta” la stava trascinando verso la foresta, sul mare era accesa una grande fiamma rossa.
Svegliati… svegliati Spencer… SVEGLIATI DANNAZIONE!
La coscienza, o la forza di volontà parlava per lei.
-Dove… dove sono?- disse flebilmente.
La “prostituta” voltò la testa e la fissò brevemente.
-E’ giunto il tuo momento, Spencer Matthews- rispose con voce satanica.
-Ma che dici?- ribatté Spencer, infastidita –Sono stanca di queste idiozie- e tirò le gambe a se, lanciando la donna per terra.
Spencer si alzò di scatto e prese a correre verso la residenza.
E dove credi di andare una volta giunta lì? E’ distrutta.
Rifletté una frazione di secondo e svoltò per il mare.
Quell’enorme fiamma sullo scafo dei tuoi amici non ti dice niente? Che cosa farai, nuoterai nelle acque gelide fino a raggiungere la morte?
Spencer s’irritò.
-Dove posso andare?!- la prostituta si avvicinava brandendo un falcetto affilato.
-Merda!- esclamò Spencer, risalendo le scale della residenza in fiamme.
Il caldo vento rovente le soffiava contro, rendendo la salita più difficile.
La porta principale era più o meno rimasta intatta, le porte di Snowedge d’altronde erano blindate.
La forza d’urto dell’esplosione l’aveva aperta e a Spencer non restava altro che inoltrarsi nello scenario dell’apocalisse.
I margini dell’entrata bruciavano ed emanavano fumo nero. L’interno della casa era perso del tutto.
Un percorso che conduceva ad un grande buco nel muro guidò Spencer attraverso il soggiorno infuocato e fuori dalla casa. Davanti a un giardino con piscina comprendente macerie, si ergeva una piattaforma sorreggente un elicottero a strisce bianche, rosse e blu.
Spencer non aveva idea di come si pilotasse un elicottero ma pensò che al suo interno avrebbe potuto trovare un walkie talkie, oppure una pistola lancia razzi.
S’inoltrò nel giardino e saltò sulla piattaforma, raggiungendo la portiera d’entrata.
Nel frattempo, la prostituta fece il giro della casa per riapparire nel giardino attraverso i cespugli.
-Dove diavolo è? E’ possibile che non ci sia niente qui dentro?!- Spencer era agitata, metteva le mani ovunque in cerca di “qualcosa”, anche un semplice oggetto che la confortasse.
In fondo alla coda dell’elicottero trovo una pesante scatola di metallo, con la scritta “EMERGENZA”.
Spencer fece un urlo di gioia e tentò di aprire la cassetta, ma era bloccata da una serratura… che richiedeva una chiave, che lei non aveva.
-No… no! No! No!- lanciò la cassetta contro una parete e per la scossa cadde un paio di chiavi.
-Porca-!- fu interrotta dalla prostituta, che spingeva l’elicottero verso il baratro della foresta.
-Che diavolo stai facendo idiota?!- Spencer afferrò le chiavi in fretta e le inserì a fatica nella cassetta, sbloccandola.
Al suo interno c’era una pistola e dei razzi segnaletici.
La caricò e si gettò contro il finestrino.
La prostituta non era riuscita a far cadere l’elicottero.
-Non ti muovere lurida!- Spencer le puntava contro la pistola, mantenendo il dito minacciosamente sul grilletto.
-Fai un altro passo e sparo, e fidati che non ho alcun problema a farlo. Anzi, perché non ti muovi intenzionalmente? Mi divertirei a vederti bruciare…- la situazione aveva preso una svolta sorprendente.
Per una volta era Spencer a minacciare l’assalitore.
-Non sparerai sul serio Spencer, sappiamo tutti che non sai neanche utilizzare quella pistola- la prostituta avanzava.
-Ti avevo avvertito stronza- Spencer premette il grilletto.
La pistola fece schizzare una fiamma rosea verso la prostituta.
-Aah!- schivò il colpo con una giravolta verso Spencer.
-Mancata! Ah!- tentò di afferrare la pistola ma la ragazza si spostò velocemente.
-Mancata anche tu!- e le puntò ancora la pistola, un altro colpo schizzò via e questa volta la colpì nella gamba sinistra, bruciandole le calze a rete.
La pelle si liquefaceva in superficie mentre la prostituta gridava di dolore.
La pistola non aveva più colpi perciò Spencer la gettò a terra, mentre l’altra si contorceva dal dolore.
.....
Lily era al sicuro dietro ad una montagnetta di sabbia.
Insieme a lei c’era Valarie, che era riuscita a recuperare dalle scale, prima che diventasse un’altra vittima.
-Dov’è Spencer, Valarie?- le chiese poggiandole le mani sulle spalle.
-L’ho vista correre dentro la casa, non capisco perché, ma quella donna misteriosa la stava seguendo- rispose spensierata Valarie.
-Devo andare a prenderla, tu resta qui, ok?- Lily nascose la ragazza e corse verso la casa.
Il fuoco aveva raggiunto la porta, ma da lì la ragazza poteva vedere Spencer nel giardino.
Era troppo lontana per attirare la sua attenzione e il fuoco sovrastava i rumori.
-Merda, Spencer!- Lily si arrampicò su un albero e saltò sopra una fila di piante, portandosi a una collina che conduceva al giardino, circondato da una rete.
La prostituta si alzò ferocemente, il falcetto era caduto nel baratro e la pistola lancia razzi giaceva sull’asfalto.
Fece una mossa per prenderla e la caricò di un razzo che trovò dentro l’elicottero.
-Torna qui, prostituta!- gridò puntandola contro Spencer, che stava in prossimità della piscina, una volta scesa dalla piattaforma.
Lei si voltò di scatto.
-Spencer!!- urlò Lily saltando contro la rete che si sfondò sopra la prostituta.
Il colpo del razzo puntò alla testa di Spencer e la colpì di striscio, facendola crollare priva di sensi nella piscina.
La prostituta giaceva svenuta sul pavimento, Lily corse alla piscina, si gettò dentro e recuperò Spencer.
Le praticò la respirazione bocca a bocca e fece pressione sul suo petto. La ragazza si risvegliò vomitando acqua.
-Ce l’hai fatta! Ce l’abbiamo fatta…- Lily aiutò Spencer a rialzarsi e si fecero strada verso l’uscita…
.......
Giunte fuori dalla casa, le due si avviarono verso il mare.
-Grazie per essere tornata da me- disse Spencer a Lily –Sei la mia migliore amica, e io non ne ho mai avuta una!-
Lily l’abbracciò.
-Non potevo semplicemente abbandonarti, sei la persona più interessante di questo posto…- ribatté lei.
Le amiche risero, abbracciandosi forte.
Tutto d’un tratto Spencer fu trascinata sul pavimento da due mani apparse dal buio.
La prostituta era tornata. Lily rimase paralizzata, incapace di mettere a fuoco la situazione. Non aveva idea di come comportarsi.
-Non muori mai?!- urlò Spencer. La prostituta afferrò il falcetto, -Non oggi!- replicò, e strisciò la gola di Spencer.
-NO!!- Lily urlava in preda al panico.
-Smettila di recitare adesso- disse la prostituta.
-Ok, ok… ti ha ridotto male quella gamba. Ti fa male?- chiese Lily, la traditrice.
-Si che mi fa male. Mi ha sparato con una pistola lancia razzi!- rispose la prostituta.
-Togliti quella maschera adesso, ne ho abbastanza per oggi- il volto di Melody Speck era illuminato dalle fiamme della casa.
-Oh, quasi mi dimenticavo, ho nascosto Valarie dietro alle rocce là infondo. Se mi concedi l’onore…- Melody diede il falcetto a Lily.
-Non muovetevi!- gridò Cristopher Maxwell puntando una pistola contro le due assassine.
-Cris, avanti, è finita. Spencer è morta- disse guardandolo in faccia Lily.
-Ma c’eravamo messi d’accordo che anch’io avrei dovuto assistere mentre… la uccidevamo!- esclamò lui irritato.
-Placa le tue ire amore- Lily si avvicinò e posò le sue labbra su quelle del ragazzo. Lui le tastò il sedere.
-Ragazzi, potete evitare?- chiese Melody coprendosi gli occhi con la mano.
-Scusa… sorellona, sei gelosa?- Lily rise.
-Sei proprio una sgualdrina, lo sai? E tu Cris ci provi anche gusto! Mamma non sarebbe fiera di quello che state facendo, d’accordo la famiglia unita… ma questo!- Melody premeva sulla sua ferita insanguinata.
-Allora andiamocene, prima che arrivi la polizia- consigliò Cristopher.
I tre fecero il giro dell’isola e riesumarono un vecchio motoscafo.
-Speriamo che funzioni ancora- disse Cristopher.
-Non sai neanche se funziona?- esclamò Melody.
-Io e papà lo stavamo sistemando, se solo avessi aspettato un po’ per ucciderlo…- replicò lui.
-Meritava di morire, quel bastardo- Lily tossì –Un  giorno tentò di violentarmi- continuò.
-Sappiamo già questa storia Tracy- disse Melody.
-Non chiamarmi con quel nome orribile, Louise!- ribatté lei.
Un rombo tuonò nella quiete circostante.
-Funziona ragazze, il motoscafo funziona- Cristopher lo trascinò sull’acqua e insieme si avviarono lungo il mare.
-Quando torniamo ci sono un paio di cose, persone che vorrei sistemare- disse Tracy.
-Tipo quella Samantha della scuola?- chiese Melody.
-Esattamente- rispose la sorella.
-Tranquille, abbiamo tempo- intervenne Cristopher.
Il cielo s’irradiò di una luce rossa.
Dall’isola s’intravedeva una ragazza che manteneva le braccia alzate al cielo, stringendo qualcosa che emanava fumo. 
Stava lì, sapendo di avercela fatta.
   
 
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