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Autore: dracodraconis    05/08/2008    5 recensioni
mi sono decisa a scrivere qualcosa di breve e leggero, per riprendermi dalla stesura della mia opera prima (l'ottavo anno); siamo alla fine del sesto anno, ma questa fanfiction non tiene conto del sesto libro... harry ha appena scoperto che il biondo Serpeverde non gli è poi così antipatico... ma... dite che ce la faranno a capirsi, prima o poi? forse sì, se qualcuno decide di dargli una mano!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Ok, ammetto che con questo capitolo alcuni personaggi mi sono andati un poco ooc… Ma mi volevo levare alcune soddisfazioni con Pansy e Hermione!
E visto che io sono la tiranna padrona di questa fanfiction, i personaggi devono fare come voglio io!!
Come sono democratica…
Ed ora, buona lettura!
E, sempre democraticamente, vi dico… Recensite!
Un abbraccio enorme a tutti…







Nonostante la sorpresa, Draco compose il viso in un’espressione tranquilla e vagamente acida.
-Granger-, secco, senza inflessioni.
“Bravo, Draco, vai così…”, si complimentò con se stesso…
-Oh, Malfoy, piantala! Sono tre sere che ti aspetto e non ne posso veramente più di piallarmi il culo in questa stanza soffocante!-, sbottò Hermione esasperata, agitando le mani in aria come se scacciasse una mosca.
Draco inghiottì a vuoto, sconvolto dal linguaggio della mora che gli stava di fronte.
-Granger?!?-
-Sto venendo meno ai miei doveri di Prefetto e devo a quel bastardo di Macmillan più favori di quanti vorrei, visto che ha dovuto coprire i miei turni! Oltretutto, sto anche trascurando Blaise! Ora entra, prima che mi incazzi di brutto!!-, sbraitò la ragazza.
Draco era talmente scosso dall’atteggiamento e dalle parole della Granger che fece qualche passo avanti e si chiuse alle spalle la porta.
-Colloportus-, esclamò allora lei, sigillando il battente e guardandolo torva, bacchetta alla mano.
Ecco, lo sapeva: ora era fottuto: non sarebbe riuscito ad estrarre la propria abbastanza alla svelta.
Tentò comunque di non darsi per vinto.
-Granger-, reagì il biondo chiamandola per la terza volta di fila. -I miei compagni sanno che sono qui. Se dovesse accadermi qualcosa, se dovessi non tornare, verranno a cercarmi…-
-Ma non dire cazzate!-, gli urlò contro quella.
Draco si appiattì al muro. Per Diana, la mezzosangue faceva proprio paura… Ora avrebbe smesso di biasimare Blaise per aver avuto tante remore a dichiararsi…
-Nessuno sa che sei qui-, continuò lei, -perché ti vergogni troppo a confidare a qualcuno che sei salito per vedere Harry Potter, il tuo arcinemico, per cui hai un’attrazione senza limiti ed una cotta smisurata-.
Hermione si godette a pieno l’espressione basita del Serpeverde.
-Cosa ti fa credere che quello che dici sia vero?-, provò ad controbattere lui.
-Non confondermi neanche lontanamente con quei due imbranati dei miei amici. Harry ha la maturità emotiva di un termosifone, cresciuto com’è tra dissesti, catastrofi e familiari che lo disprezzano; l’unico più o meno parente che si è affezionato a lui, in realtà proiettava solo il ricordo e l’immagine del proprio amato amico sul povero Harry… E comunque glielo hanno ammazzato sotto gli occhi! Per quanto riguarda Ron… Beh, ha ammesso che gli piaceva Pansy da ubriaco una sera di due anni fa e se non si fosse dichiarata lei sarebbe ancora a chiamarla per cognome!! Sì-, continuò Hermione notando il moto di sorpresa di Malfoy, -tutti e quattro ci abbiamo impiegato un po’ a superare i pregiudizi, ma ora siamo due coppie più o meno felici, se si escludono i nostri due rispettivi amici che sono due spine sotto l’unghia… In ogni caso, mi son chiesta come mai tu non avessi fatto fuoco e fiamme quando Pansy e Blaise si sono fidanzati con Ron e me, i due odiati amici del suo odiatissimo nemico. Mi sono domandata, cosa potrebbe spingere Draco Malfoy a non ostacolare quelle relazioni? Cosa potrebbe guadagnarci?-, concluse la ragazza addolcendo impercettibilmente il tono.
Lui non diede segno di voler replicare a quella domanda. In realtà, non avrebbe saputo cosa poter ribattere per essere credibile: in fin dei conti, a Draco non fregava un cazzo di quei due Grifondoro. Anche se ultimamente non aveva più voglia di sputar loro in faccia quando li incontrava in giro per i corridoi o nel cortile.
Hermione fece spallucce, alzando le sopracciglia ad arco.
-Niente, è la risposta. Non ne avresti nessun ricavo materiale. Né vantaggi di altro genere. No, tu l’hai fatto per vedere Harry contento, perché sapevi che questa cosa gli avrebbe fatto piacere. A quel punto, tutto quello che avevo notato durante le settimane passate e che mi aveva lasciato addosso un sacco di dubbi… Tutto si è chiarito. La persecuzione a cui sottoponi Harry… Santo cielo, se ne sono accorti pure i muri che non sono altro che infantili tentativi di attrarre l’attenzione del mio amico! Mi correggo: se ne sono accorti tutti tranne il diretto interessato-.
-Balle-, affermò fieramente Draco, senza che la vibrazione che riverberava nelle sue viscere trapelasse nella voce.
-Poi-, continuò la Grifondoro senza dar mostra di averlo sentito, -sono andata ancora più indietro con i ricordi… Per esempio, te la ricordi la festa che Seamus ha organizzato all’inizio del secondo semestre? Avevamo deciso di invitare i Serpeverde per pura formalità… Ma voi vi siete presentati sul serio. Ti vengono in mente i particolari di quella serata?-
Draco adocchiò disperatamente la finestrella più vicina, valutando mentalmente se ce l’avrebbe fatta a sopravvivere alla caduta libera di centinaia di metri.
-Quella festa è stata uno schifo-, sentenziò con il suo più altezzoso e schifato tono strascicato. –Per niente all’altezza dei miei aristocratici gusti: sono rimasto meno di un quarto d’ora, saputella-.
-Ma tu pensa! Ed in questo breve lasso di tempo io ho potuto notare alcune cosette: il fatto che volessi schiantare Lavanda per aver ballato con Harry, anche se tra loro due non c’è palesemente niente… Il fatto che tu abbia accettato di mescolarti a gente che non fa parte della tua casa, anzi che rientra in categorie che sei abituato a disprezzare. Il fatto che Colin, fan sfegatato di Harry fino alla maniacalità, abbia misteriosamente perso il suo invito e non sia potuto entrare-.
-Potter mi fa schifo e tu queste cose te le sei sognate-.
-Posso anche concederti le tue barricate certezze, se vuoi. Ma torniamo a cose più recenti: ho visto Harry prepararsi per la sua uscita a Hogsmeade con te; tutti al dormitorio l’hanno visto. I suoi occhi… I suoi occhi brillavano! Mi sono affacciata dalla torre del nostro dormitorio e vi ho visti sparire verso il Platano Picchiatore: avevo dei fortissimi dubbi: Harry si stava lasciando condurre in quella situazione con una docilità ed una tranquillità che non mi sarei aspettata… Allora, ho capito: nonostante quello che ora so che prova per te, non si sarebbe così lasciato andare se non avesse anche solo un poco sperato di essere ricambiato. Quando la serata era già inoltrata e voi ancora non eravate ricomparsi… Beh, ho sperato per il meglio, vi ho mandato i miei migliori auguri e ho spedito tutti a letto-.
Hermione si concesse un lungo sospiro e parve d’un tratto molto triste.
–Ma Harry è rientrato la mattina dopo, disperato e con la voce arrochita dalle urla, scarmigliato e con gli abiti strappati. Continuava a tremare e piangere. Abbiamo dovuto sedarlo con una pozione che ci era avanzata da quando questa estate faceva incubi così orrendi che non chiudeva occhio per intere nottate. E quando si è svegliato, ha continuato a piangere, senza mai raccontarci niente. Gli altri credono che Voldemort si sia riaffacciato nella sua mente-.
-Io l’ho visto rientrare nel castello-, borbottò Draco, intimamente diviso suo malgrado dalla gioia per aver arrecato strazio e dolore a Potter ed un senso di rimorso grosso come il Malfoy Manor.
E poi cosa era quella storia secondo cui il grifondoro avrebbe provato qualcosa per lui, Draco Malfoy?
-A me risulta che abbia girovagato per la Foresta Proibita fino all’alba-.
-Questo perché è stupido-, decretò il biondo.
A quel punto, Hermione fece una faccia strana, a metà strada tra il furibondo ed il dispiaciuto.
Prese fiato, sembrò sul punto di dire qualcosa.
Draco ci tenne ad intervenire precedendola.
-Non mi piace Potter. Io lo odio, lo detesto, spero che patisca le pene dell’inferno-.
L’espressione sul viso di Hermione virò, inspiegabilmente, ancora di più sul dispiaciuto; ma si aggiunse un cipiglio di determinazione.
-Non mi interessa essere tua amica, Malfoy. Quello a cui sto mirando è la felicità di Harry… Certo, avrei preferito vederlo con Ginny, che lo adora da anni, o comunque sistemato in una maniera più “convenzionale”, con una persona che non gli complichi la vita, a prescindere dal suo sesso. Harry ha passato l’inferno e non gli si prospetta un futuro migliore, a breve termine. Gestire la tua presenza a l suo fianco sarà un casino, per lui: l’opinione pubblica vi si scaglierà addosso, in molti continueranno a nutrire forti dubbi sulla sincerità del vostro rapporto… Tu probabilmente verrai coinvolto in un tipo di vita che come rampollo Malfoy neanche ti saresti immaginato: quella di chi rischia il culo per gli altri. Perché è questo che il mio amico fa, da cinque anni a questa parte; vedi, lui, quando c’è da aiutare qualcuno, non si tira mai indietro e non cerca mai aiuto a sua volta-.
-Stai dando molte cose per scontate, Granger-, osservò atono Draco.
Non riuscì proprio ad essere tagliente.
Chi sa perché.
-Io-, proseguì imperterrita Hermione, -voglio essere sicura che tu possa essere qualcuno su cui Harry possa contare, senza temere che gli strappi il cuore per un capriccio. Ora, tirando le fila del mio lunghissimo monologo, ti dirò cosa farò: aspetterò tre giorni, fino alla fine della scuola, perché tu faccia chiarezza in te stesso. Se per allora dimostrerai di saper affrontare la situazione, lascerò che gli eventi prendano la piega che vogliono. Altrimenti, se non ti sarai fatto avanti per chiarire questo garbuglio, ti forzerò io la mano, nel bene o nel male. Questa cosa non può andare avanti così oltre: Harry ha bisogno di risposte, se le merita… E tu non gliele negherai-.
-Potrebbe non essere così facile farmi fare qualcosa che non sono intenzionato a fare-, ribatté Draco molto sicuro di sé.
-Continui a non cogliere il nocciolo della questione, Draco: io troverò comunque il modo di sciogliere questo nodo che blocca Harry nell’incertezza. Per quanto mi riguarda, la nostra chiacchierata è conclusa; non credo che tu voglia sprecare il poco tempo prezioso che ti rimane ciarlando con me. Pensa, Draco, pensa…-
E con queste parole, Hermione si alzò e si diresse verso la porta.
-Finite incantatem-, ordinò interrompendo la magia Colloportus. Aveva una mano sulla maniglia quando si girò ed aggiunse, con un tono semplice ed un mezzo sorriso. –Potreste essere felici insieme, veramente. I miei migliori auguri da sciocca sentimentale Grifondoro perché le cose si risolvano bene per entrambi, Draco. Anche per te-.
-Non mi piace Harry Potter. Io lo detesto-, ribadì con fermezza il ragazzo.
-Sì, certo, come no-, lo accontentò Hermione.

Draco avrebbe giurato a se stesso di poter chiarire alla svelta i propri dubbi, ma si ritrovò in un vicolo cieco già dieci minuti dopo che la Granger aveva lasciato l’aula.
Potter non gli piaceva.
Se gli veniva in mente più volte al giorno il suo viso era solo per mantenere vivo l’odio, l’antagonismo. Se gli mancava quando non lo aveva intorno, era solo per la forza dell’abitudine di avere tra le palle la sua antipatica faccia. Se lo trovava bello, era perché era oggettivamente bello.
Draco era un esteta, non avrebbe mai negato la bellezza di spalle forti, braccia tornite, gambe…
Iniziò a passeggiare nervosamente per l’aula, imprecando senza ritegno.
E va bene, poteva ammettere, solo nel profondo della propria anima, che se lo sarebbe fatto volentieri.
Ma non avrebbe concesso al moro questa soddisfazione.
E poi, anche facendoselo, cosa avrebbe risolto?
Non c’era un futuro per loro.
Non c’era mai stata neanche l’ipotesi di un rapporto, tra loro due: avevano fatto del loro meglio per restarsi sulle palle vicendevolmente.
E c’erano riusciti alla perfezione.
La Granger doveva aver preso un granchio grosso come la Piovra Gigante: Potter non era infatuato di Draco… Semplicemente, essendo attratto dai ragazzi, aveva puntato il migliore della scuola.
Si specchiò sulla superficie riflettente di una sfera di ossidiana.
Per le vaporose gonne di Morgana! Come si faceva ad essere così affascinanti?
Così dotati di charme, di classe, di sofisticato sarcasmo…
-Oh, sei tu-, constatò neutralmente una voce alle sue spalle. Una voce che conosceva bene. –Cercavo Hermione: Sir Nicholas ha detto di averla vista salire qui… Ma si deve essere sbagliato-.
Eccolo, lo aveva davanti: era lì, che dondolava il peso del corpo da un piede all’altro, evidentemente restio ad andarsene, forse desideroso di avviare una conversazione.
Harry Potter lo guardava con un’aria incerta, a tratti tenera.
“O forse vagamente patetica”, commentò tra sé Draco.
Harry che sorrideva timido, quasi che attendesse qualcosa.
Come aveva detto la stupida Grifondoro?
Ah, già: avere delle risposte.
Dolce Harry, con un cuore grande e tanto affetto da donare al prossimo.
Draco ripensò al discorso che si era costruito per le scale, o almeno alla sua prima parte.
Aprì la bocca…
-Potter, sei un cretino-, sibilò con rabbia, mentre lo sorpassava in corsa precipitosa per inforcare l’uscita.

Da secoli i Malfoy tramano nell’ombra, tessono ragnatele e detengono le redini del potere occulto nella società. Per questo, la gente è portata a credere che essi siano dei vigliacchi che preferiscono non battersi per quello in cui credono.
Sciocchi, costoro!
I Malfoy sono semplicemente troppo raffinati per lottare sporcandosi le mani, preferendo quindi le sottili arti della politica e della strategia, della manipolazione e del ricatto. Della corruzione e della concussione.
Ma questo non vuol dire che un Malfoy all’occorrenza non sappia tirare fuori il coraggio di un drago e combattere strenuamente rischiando la propria incolumità: forte delle proprie convinzioni, un Malfoy si getterà nella mischia e farà valere le proprie ragioni con atti di coraggio e di eroismo.
Ed io credo in quello che penso e che provo. Cioè, che non provo.
Ecco perché per i restanti tre giorni mi fingerò malato e lascerò che la scuola termini senza che il sottoscritto sia visto fuori dalla propria stanza.
Mi farò venire a prendere da mia madre solo dopo che tutti gli altri allievi saranno partiti.

Era l’ultima sera dell’anno scolastico. Per consuetudine, i professori chiudevano un occhio sul fatto che quasi tutti gli studenti uscivano a godersi l’atmosfera del parco di Hogwarts e non venivano impartite punizioni se, ben dopo l’orario del coprifuoco, questi andavano passeggiando in riva al Lago Nero o intorno alla Guferia o nel campo di Quidditch.
Due figure, per l’appunto sedevano molto vicine sulle scalinate del settore di Corvonero dello stadio: tenevano le teste vicine e parlottavano tra di loro.
Una voce femminile ruppe la quiete che aveva regnato fino a quel momento.
-Non hai proprio niente da dirmi?-
-…-
-Credevo che avessimo stabilito di parlare sinceramente, tra noi due-.
Dall’altra parte ancora silenzio.
La voce femminile iniziò a scaldarsi.
-Ma insomma! Come fa ad esserci un rapporto se non c’è sincerità? Io provo a fare dei passi avanti e tu invece indossi quella superba aria Serpeverde…-
Nessuno rispose a questa lamentela e Hermione decise che ne aveva abbastanza di quella situazione.
-Melifèro!-
Uno sciame di api, comparse dal nulla, prese ad aggirarsi lì intorno.
-Che accidenti fai? Io ho il terrore delle api! Richiama quelle cose!-
Hermione fece sventolare la bacchetta e le api si dissolsero. Quello che invece rimase fu il sorriso soddisfatto che la Grifondoro aveva inalberato.
-Finalmente ti decidi a parlarmi… Pansy Parkinson!-
-Scommetto che te lo ha detto Blaise! Quel bastardo! Rivelare così il mio punto debole a…-, Pansy si ringoiò quello che stava per dire.
Ma Hermione aveva intuito il resto della frase.
-A una mezzosangue?-
La Serpeverde non ebbe la faccia tosta di negare.
-Certe abitudini sono dure a morire-, ammise la Grifondoro con rammarico. –Io stessa ho tenuto la bacchetta in mano per tutta la strada che abbiamo percorso fino a qui, certa che avresti tentato una mossa infida. Non mi aspetto che tra noi nasca della simpatia solo perché il mio fidanzato è tuo amico e viceversa. Ma se ti ho chiesto di incontrarci è solo per un motivo più che valido… Ed immagino che tu sappia bene quale sia-.
-Due ragazzi con gli ormoni impazziti che si insultano, si picchiano e si affatturano in giro per tutto il castello?-, domandò Pansy con marcato sarcasmo. –Sì, diciamo che me lo ero immaginato-.
-Sarai d’accordo con me che la cosa non può andare avanti così-, disse Hermione con tono pacato e ragionevole. –Io e Ron da una parte e tu e Blaise dall’altra abbiamo provato a far ragionare i nostri rispettivi amici e nessuno di noi ha ottenuto il ben che minimo risultato; non so dire se siano molto stupidi o molto codardi, ma commettono un grosso errore a non guardare in faccia le cose-.
-Ammettendo che si muoiono dietro da non si sa nemmeno più quanto tempo? Non ho idea di come vadano le cose su nella vostra torre, ma nei nostri sotterranei io e Blaise ci abbiamo perso la voce tentando di mettere Draco di fronte ai suoi sentimenti… Ogni volta è un fallimento totale, che passa attraverso le sue orecchie da mercante e la sua sgusciante capacità di dirottare la conversazione su qualsiasi altro argomento!-
-Non ho ottenuto risultati migliori con Harry-, confessò a malincuore Hermione torcendosi le dita con frustrazione. –Anche quando era disperato non si è deciso a prendere in mano la situazione… Lui è così coraggioso quando deve affrontare i pericoli e poi davanti alle faccende sentimentali…-
-Beh, Draco non è coraggioso praticamente mai…-
Entrambe sghignazzarono, quasi contemporaneamente.
E quella sghignazzata fece sì che si guardassero per la prima volta negli occhi, quando fino a quel momento ognuna aveva fissato lo spazio davanti a sé.
Hermione fu la prima a riscuotersi e raccontò all’altra ragazza di come avesse tentato di indurre Draco a fare una qualsiasi prima mossa, sperando che la situazione si sbloccasse.
-Ma non è servito a niente-, concluse lamentandosi del suo insuccesso. –Sinceramente, speravo che la minaccia lo spingesse a tradirsi in qualche modo…Ma Draco è semplicemente sparito dalla circolazione! Ho un po’ bluffato e non ho ottenuto quel che speravo-.
-Non so che dirti: ho tentato in tute le maniere di far uscire Draco dalla camera: a niente sono valse le minacce e le lusinghe; neanche quelle di Piton. Ha detto di stare male, ha fatto talmente tanto la lagna che persino Madame Chips si è arresa e lo ha lasciato in pace. No, Draco non uscirà da quella stanza se non dopo che l’Espresso sarà ripartito alla volta di Londra con tutti gli altri studenti a bordo-.
-E Harry è fermamente deciso a non cercarlo-.
-Loro due stanno perdendo un’occasione d’oro per essere felici-.
-Lo dici a me?!-
Tacquero entrambe, perse ad imprecare contro la stupidità dei due.
-Non riuscirebbero a chiarirsi neanche se fossero vincolati tra di loro per l’eternità!-, esclamò di botto Hermione con uno scatto di rabbia, battendo il piede a terra.
-Ehi, quanta… Aspetta! Cosa hai detto?-
-Ho espresso in modo carino il concetto che sono due deficienti?-
-No… Essere vincolati tra di loro! Ma certo! Senti, mi è venuta un’idea…-

Passarono oltre due ore a pianificare le loro mosse: i tempi, le modalità, i luoghi.
Via via che trascorrevano quella serata insieme, scoprivano di avere affinità nel modo di ragionare, di intuire le mosse giuste da fare…
Senza accorgersene, passarono dai cognomi e dai toni formali ai nomi propri e ad un clima di tranquillità.
Alla fine, Pansy ricapitolò tutto quanto.
-Dici che funzionerà?-, chiese Hermione, che sentiva un bisogno intimo di essere rassicurata sul fatto di star facendo la cosa giusta.
-Sinceramente… Non lo so. Ma è il miglior colpo che abbiamo nel nostro arsenale. Ne parlerai tu a Blaise? Io lo spiegherò a Ron-.
-Va bene. Pansy, posso star certa che non giocherai un brutto tiro a Harry?-
-Ti fidi di me?-
-No-.
-Era una domanda retorica-, ribatté Pansy.
-Oh! Allora, in questo caso… No lo stesso-.
Si guardarono in cagnesco per qualche secondo, poi scoppiarono entrambe a ridere.
-Credo di capire cosa Blaise abbia visto in te, sai Hermione? E dovremmo fare questa cosa un po’ più spesso-.
-Questa cosa… Cosa?-
Pansy abbassò lo sguardo, improvvisamente impacciata.
-Questa cosa… Sai, tra ragazze-.
-Come trovarci per chiacchierare?-
-Esattamente-, ammise contro voglia l’altra.
-Magari davanti ad un bicchiere di tè freddo?-
-Probabile-, rispose ancora più riottosa la Serpeverde.
-Passare del tempo insieme?-
-Mhmmm-, si limitò ad annuire Pansy, con il viso in fiamme.
-Qualcosa tipo… Essere amiche?-
Ma non arrivò nessuna replica.
Tuttavia, la bacchetta di Pansy si agitò un poco e comparve nell’aria un piccolo fiocco di seta azzurra che si andò a depositare sul grembo di Hermione. Lei ricordò di aver confessato a Blaise di aver invidiato a Pansy quello stesso fiocco durante l’anno precedente: sembrava una farfalla che battesse pigramente le ali.
Il tempo di alzare gli occhi e vedere la schiena di Pansy che si allontanava di fretta… la Grifondoro sorrise intenerita.
-Lo prendo per un sì-, mormorò al venticello serale.



  
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