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Autore: kamy    01/06/2014    1 recensioni
Howard è tornato dal passato solo per far perdere Steve in una rete di bugie e di ricordi. Riuscirà Ironman a farlo uscire da questo labirinto?
[Stony. Post-Capitan America The winter soldier].
"Partecipante a "Superhusbands: Music Challenge" indetto dalla pagina Our Curious, Furious, Fantasist Code:. ". https://www.facebook.com/OurFuriousCuriousFantasistCode?fref=photo
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
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PACCHETTO A:
Tell Him - The Exciters



Cap.4 Senza menzogne


Tony inspirò, espirò, chiuse gli occhi.
< Steve è troppo bravo a capire gli altri per provare a fingere. Potrei riuscirci, ma se sente che sono spaventato quasi il doppio di lui forse rimarrà calmo > pensò. Entrò nella stanza ricoperta di metallo, guardò Steve seduto e tese le braccia. Sogghignò, si avvicinò.
< Non che io abbia idee migliori > si disse. Steve appoggiò le mani sul pavimento e alzò il capo, tenendo le sopracciglia aggrottate. Tony accennò un sorriso, spostò il peso da un piede all'altro e si passò la mano dietro al collo.
“Volevo sapere se avevi fame” disse. Roteò gli occhi, sbuffò e fece dondolare le braccia.
< Sembri una ragazzina innamorata, Stark > si rimproverò. Scrollò le spalle, sogghignò e socchiuse gli occhi.
“A meno che tu non voglia continuare a stare lì in un angolo come un pulcino spaventato”. Steve incassò il capo tra le spalle e digrignò i denti. Alzò la testa, osservò il pizzetto dell'uomo, le guance scure e gli occhi castano scuro.
“Sei parente di Mr. Stark?” domandò. Incrociò le braccia sul petto muscoloso.
“Sono l'ultima persona sul pianeta che farebbe del male a Howard Stark” disse Tony. Guardò il pavimento di metallo, inspirò e socchiuse gli occhi leccandosi le labbra sospirando.
“Guardami. So che sei capace di capire se ti mentono, se vuoi farlo”. Aggiunse, facendo due passi avanti. Steve osservò la maglietta nera su cui premevano i suoi pettorali e deglutì. Rialzò lo sguardo e assottigliò gli occhi vedendo il suo viso.
“Se pensi che dargli del pazzo e far crollare tutto intorno a lui non sia fargli del male, vuol dire che hai davvero bisogno di aiuto” disse ad alta voce. Tony oscillò il capo a destra e sinistra muovendo le braccia in aria.
“Ok, ho un concetto distorto di bene e male, ma questo non vuol dire che io non sappia perfettamente che è uscito incolume da lì” disse, con tono acuto. Si leccò le labbra, sentiva il sudore freddo all'attaccatura del collo.
< Non nasconderlo. Lasciagli capire che non vuoi fare niente di male. Andiamo, non può essere così difficile non fare la faccia da copertina > pensò. Fece tre passi di lato, sorrise.
“So che probabilmente ti ha detto che non ti avrebbe lasciato da solo e tutto il resto, ma credimi; Capitano, ti mentiva”. Steven si alzò in piedi e abbassò le braccia.
“E hai le prove per quello che dici?” domandò. Tony annuì, gli si fece più vicino e alzò il capo.
“Molte. Ma devi prima decidere se ti fidi, Cap. È inutile che io ti dia delle prove, se credi che possa mentire” disse, con tono pacato.
“Dov'è Rhodey?” domandò Steve. Gli lasciò andare il polso ed espirò dalle narici. Tony batté le palpebre, strinse le labbra.
“Rhodey?” ripeté. Indietreggiò, spostò il peso da un piede all'altro.
< Perché si ricorda di Rhodey? > si chiese.
“Una delle tue armature si è portato via quel soldato. Sta bene?” domandò Steven. Indietreggiò, seguì lo sguardo dell'altro e avvampò.
“Dove guardi?” bisbiglio. Tony alzò il capo di scatto, sogghignò e allargò le braccia. “Ammiro il panorama” scherzò. Scrollò le spalle abbassando le braccia, piegò la testa di lato e si sporse sulle punte dei piedi.
“È mio amico. Non gli torcerei un capello nemmeno se mi mutilassero per farlo” disse. Steve divenne ancora più rosso e digrignò i denti.
“Senti, dimmi che relazione hai con Mr. Stark ora” sibilò. Tony scosse una mano in aria, rilassò le spalle e rivolse le punte dei piedi verso l'interno molleggiando sui calcagni, piegò il capo di lato mettendo in evidenza una porzione di collo abbronzato.
“La parola relazione implica parecchie cose, Rogers. E poi non mi crederesti comunque”. Steve sentì le orecchie bruciare ed espirò dalle narici.
“Le devo dare una delusione, non sono attratto da lei in quel senso” borbottò.
< Steve sei un'idiota. Ti stai lasciando ingannare dal suo modo di fare! > pensò. Si girò e guardò i pantaloni stretti al cavallo dell'interlocutore.
< E sei fidanzato! > si urlò contro. Tony batté le palpebre, osservò le proprie gambe e scoppio a ridere. Scosse il capo, agitò le mani in aria e si sedette in terra. Allargò le gambe, gettò indietro la testa continuando ad agitare le mani.
“Oddio, scusa. Scusa” disse, con voce strozzata. Si passò la mano tra i capelli, ridacchiò e scosse la testa.
“No, no. Tranquillo. Sono attivo, io. Cioè, intendevo, non voglio importunarti. Oh, Dio, peggio. Volevo dire che non intendevo imbarazzarti, è ... Mr. Stark che mi fa quell'effetto”.
“Che diamine vuol dire che il MIO Howard ti fa quell'effetto! Pensavo che foste fratelli!“ gridò Steve. Sgranò gli occhi sentendo la propria voce rimbombare leggermente stridula. Tony allargò le gambe, si piegò in avanti ridendo forte e scosse il capo, il suono riecheggiò nella stanza e lui alzò la testa socchiudendo gli occhi.
“Non è volontario. Sono attivo, di natura. Il tuo Howard mi ha traumatizzato vita natural durante” disse, con tono divertito. Stese le gambe, espirò e poggiò la schiena alla parete.
“Ascolta, tu sei bellissimo, sul serio. Mi piaci fisicamente e non solo quello. Intendevo solo che mi dispiace se la mia improvvisa vena passiva ti ha spaventato". Steve strinse più forte un pugno e glielò tirò sulla spalla facendogli scricchiolare le ossa.
“Una volta per tutte, voglio sapere la verità!” urlò.
< Tutto questo ambiente, persino lui, potrebbero essere ologrammi solidi. Howard mi aveva avvertito > rifletté. Tony strinse le labbra, alzò il capo e lo guardò.
“Siamo nel futuro, Capitano. Sei stato congelato, non morto. Il siero ha fatto un sacco di cose a livello bio-chimico che ha mantenuto le temperature stabili. Hai dormito settant'anni e passato altri cinque sveglio”. Si mise la mano in tasca, tirò fuori il cellulare mostrando a Steve la schermata dove spiccava la sua chiamata.
“Mi hai telefonato”. Steve indietreggiò guardando il cellulare.
< Che cos'è? > si domandò. Tony lo passò da una mano all'altra, sorrise.
“Si chiama cellulare, non è alieno e nemmeno un trucco. Contiene tutte le prove che vuoi per quello che ti ho detto e che ti dirò in futuro” disse.
"Perché Mr Stark dovrebbe aver mentito? E come ti ha traumatizzato. Voglio risposte chiare" ordinò Steve. Osservò un leggero brivido vicino all'occhio di Tony e conficcò le unghie nel palmo.
“E perché imbrogli dicendo che prendi ordini” sibilò. Tony poggiò il capo contro il muro, si leccò le labbra oscillando la testa e sospirò.
“Perché è un bugiardo, mettendomi al mondo e non fingerti Sherlock Holmes, non vedo perché non dovrei prendere ordini” rispose, con tono incolore. Sentiva la testa pesante e i muscoli tesi, espirò.
< Chissà perché, ho sempre voluto che mi capisse come riusciva a fare con gli altri. Ma evidentemente, ci riesce solo se non è totalmente innamorato di te > pensò, lo sguardo si fece cupo. Steve scivolò all'indietro e cadde per terra con un tonfo. “E chi sarebbe tua madre?” biascicò. Tony scrollò le spalle, allargò le gambe dondolando i piedi.
“Maria. Maria Collins Carbonell” sussurrò. Steve piegò le gambe e le abbracciò.
"Bugiardo" ringhiò. Tony lo guardò, sentì una fitta al petto e si piegò in avanti poggiando le mani in terra. “No. L'ha sposata, Cap. L'ha fatto mentre tu eri congelato. Per avere un erede. Per avere qualcuno che portasse avanti la sua utopia della città del futuro”.
“Tu non prendi ordini da nessuno. Perché sono qui?” domandò Steve con voce rauca.
< Non può essere un computer, inserisce troppe variabili. E se è una persona vera, è improbabile menta così bene > rifletté. Tony sogghignò allargando le braccia.
“Rendimi partecipe dei tuoi pensieri. Perché credi che io non prenda ordini da nessuno?”. Steve guardò a sinistra osservando un'armatura accanto a un tavolo vuoto.
“Posso credere che sei uno Stark dal tuo modo di porti. E voi non prendete ordine da nessuno” spiegò. La gola gli bruciava. Tony infilò in tasca il cellulare, si morse il labbro. “Mi hai avvisato tu. Ed io sono venuto a prenderti. È questo che fanno gli amici, di solito”. Steven si passò la mano tra i capelli e il ciuffo biondo cenere gli oscillò davanti al viso.
“Ha preferito lei” bisbigliò. Tony osservò la ciocca di capelli ondeggiare, trattenne il fiato e tese i muscoli. Espirò, li rilassò e sentì la testa svuotarsi. Deglutì, scosse il capo e accennò un sorriso.
“Adesso non ti consola, ma sappi una cosa. Ti ho promesso di non lasciarti mai”.
  
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