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Autore: Niji Akarui    02/06/2014    2 recensioni
Finalmente era giunto quel giorno, nel quale avevo sperato sin da quando ero un infante, mi trovavo innanzi all’imponente edificio della TS Entertainment, la nota casa discografia coreana.
Da quando avevo perso i miei genitori la musica era diventata la mia unica ragione di vita, ballavo intere giornate per non parlare del canto, anche se lo trovavo parecchio stancante preferivo passare la notte in bianco a studiare pur di potermi allenare in ciò che mi piaceva durante il giorno.
Fortunatamente i miei zii non mi hanno mai impedito di fare ciò, infatti era anche un desiderio dei miei genitori, volevano vedermi cantare s’un palco innanzi a migliaia di fans.
Presi un lungo respiro e mi diressi verso l’entrata, quando poi le porte automatiche si aprirono fu come se il cuore avesse deciso di seguire un ritmo tutto suo, improvvisato sul momento.
Camminai per i vari corridoi che mi avrebbero condotto nell’ufficio del presidente...
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Una settimana in montagna? Sta scherzando vero?- chiesi incredula –lo sia che io non scherzo mai- rispose senza batter ciglio –ma ma, insomma me lo dice così senza preavviso?- continuai, sprofondando sempre più in quella poltrona –non sei felice? Una settimana di vacanza alla stazione sciistica del monte Yongpyon non capita tutti i giorni- disse soddisfatto –si ma qual è il senso del fare un ritiro di gruppo proprio a due giorni dalla vigilia di natale? Gli altri penso vorranno passare questi giorni con le loro famiglie!- il presidente scoppiò in una fragorosa risata prima di ritornare ad essere serio e guardami dritto negli occhi –corri- era divenuto tutto d’un tratto tremendamente inquietante –cosa?- domandai –CORRI PRIMA CHE CAMBI IDEA E CHE VI FACCIA PASSARE LE VACANZE QUI A PROVARE!!- tuonò, mi spaventai così tanto che scattai in piedi e corsi alla porta bloccandomi un solo attimo sperando che mi dicesse che avrebbe posticipato la partenza -partirete alle quattro di domani mattina e ora… – sospese la frase –CORRI AD AVVISARE GLI ALTRI!!!!-  aprii velocemente la porta, per poi essere investita da Youra e Min Jee che probabilmente stavano origliando la conversazione da dietro la porta, lo si poteva evinsi dal loro sorriso smagliante, così, tutte e tre iniziammo a correre per i corridoi raccattando qua e là i B.A.P.

-Va a finire sempre così- disse in tono lamentoso Youngjae –e ce lo dice il giorno stesso nel quale dovremmo partire, per cui non abbiamo mai abbastanza tempo per rifiutare - completò poi il pensiero Daehyun – benvenuto nel club – concluse Jongup, poco prima di arrivare al dormitorio nel quale in seguito ci fiondammo per preparare le valige, avevamo si e no otto ore per essere pronti e non dimenticare nulla.

Infilai velocemente gli abiti in valigia mentre sul letto affianco al mio Zelo mi osservava –dimmi-  sembrò bloccarsi per un secondo –cosa sono quelli?- indicò delle scatole colorate che infilavo qui e lì nelle due valige che decisi di utilizzare per il viaggio –ah questi, nulla che possa interessarti, almeno per il momento- sorrisi e  tornai a completare l’operazione che avevo interrotto per rispondergli.

Non volevo rivelare al maknae che quelli erano i loro regali di natale, che fortunatamente ero riuscita a procurarmi la settimana prima, ed ero stata così minuziosa che ogni pacco regalo era confezionato con carta colorata in maniera da rispettare il loro matoki.

Riuscimmo a finire i preparativi per tempo, in seguito fummo raggiunti dal pulmino nel quale c’erano già la mia coreografa e la mia stylist.

-Channie!- Min Jee saltò fuori dal veicolo, il quale si era appena fermato per caricare i nostri bagagli, e si lanciò contro il multi strumentista –sbrigatevi- urlò Youra affacciatasi dal finestrino della vettura, facendo segno con la mano di prendere posto –Shin posso parlarti?- mi voltai trovandomi Bang alle spalle, eravamo stati i primi a consegnare le nostre valige all’autista.

Il tempo dalla volta in cui lo avevo trascinato a vedere il mare era come volato ed al col tempo quella strana e fastidiosa situazione si era fatta sempre più persistente, così da ritrovarmi ancora più in imbarazzo ogni volta che il leader mi si avvicinava.

Mi prese in disparte così che  velocemente potesse sussurrare accanto al mio orecchio – spero che assegnino la stessa camera- sgranai gli occhi, sorpresa dalle sue parole e ancor più sconcertata dalle conseguenze checi sarebbero state se il suo desiderio si fosse esaudito, gli sorrisi non sapendo come rispondergli e andai a sedermi vicino a Daehyun –allora con Le…- gli tirai una gomitata nello stomaco –ma che cav…- e gli pestai il piede, per poi afferrarlo dal colletto della camicia che indossava – non devi parlare di lei- dissi seria , sembrò rifletterci su –ah ho capito ci vuoi provare con la coreografa – sussurrò, lo guardai male e poi indossa i miei fidati auricolari, non avevo proprio voglia di parlare di quel genere di cose a quell’ora del mattino sapendo che Bang avrebbe potuto ascoltare la nostra conversazione.

Il viaggio fu lungo, ci vollero sette ore, durante le quali tutti preferirono dormire mentre io mi ritrovai ad osservare Junhong e Yongguk seduti l’uno di fianco all’altro, più li guardavo e più il mio cervello sembrava sciogliersi, era una sensazione tremenda, mi sembrava di essere sull’orlo di un precipizio, il mio cuore sembrava impazzire, e ancora non riuscivo a spiegarmi il perché di quelle sensazioni che mi avviluppavano lo stomaco, più li osservavo e più mi sentivo tremendamente in colpa, non ostante ero conscia di avere già una persona che si prendesse cura di me, avvertivo un inspiegabile gelosia per un’altra che invece cercava d’ignorarmi in tutti i modi possibili.

Il risveglio fu alquanto contorto, mi trovai Daehyun con la testa poggiata sulle mie cosce ed un groviglio di gambe, che spingevano contro il finestrino chiuso, mi stiracchiai notando che anche gli altri si stavano ridestando dal poco sonno che quella notte ci eravamo potuti godere, al di là delle tendine si notavano già alcuni sciatori con la loro attrezzatura sotto braccio e passeggiavano godendosi la bella giornata che fortunatamente si prospettava all’orizzonte.

Erano le undici del mattino quando finalmente posai le scarpe sulla neve, rabbrividendo a causa dell’aria gelida di montagna che ci circondava, un fattorino corse a prendere le nostre valige per poi protrarle all’interno di un hotel enorme, ben arredato il pavimento era ricoperto dalla moquet e le pareti da disegni dorati, qua e là vi erano delle colonne con qualche scanalatura.

Andammo a fare il check-in alla reception – ah siete già qui?- la donna che ci ricevette controllò velocemente i documenti di tutti, per fortuna quando tocco a me casualmente un bicchiere d’acqua che si trovava vicino al computer sul quale prendeva appunti, cadde proprio sullo strumento con il quale la gentile signora stava lavorando, ero dispiaciuta per ciò che dovetti, infatti le mie scuse erano sentite ma non potevo di certo rischiare di mostrare i miei veri documenti d’avanti  a tutti –bene allora credo che l’unica cosa che manchino siano proprio le chiavi- disse Himchan –andate alle vostre camere c’è qualcuno che vi aspetta- .

Così senza altri indugi e con la voglia di stenderci comodamente sui letti delle camere a noi assegnate ci dirigemmo al piano che ci era stato indicato, ma la persona che ci attendeva era un omone che di orientale non aveva nulla, e per di più era alto quasi due metri e la sua voce profonda ci terrorizzò tutti –bene ragazzi io sono il vostro istruttore di scii! E ad ogni cosa che vi dirò pretendo che rispondiate si signore- ci fu un attimo di silenzio –Yes Sir!- esclamarono contemporaneamente i B.A.P. per poi essere fulminati dallo sguardo di quell’uomo –io non vi ho detto di dire YES SIR!! MA SI SIGNORE!!!!- urlò per poi mostrarci le chiavi – bene gli abbinamenti sono stati già fatti! Quando vi chiamo venite avanti prendete la chiave e… CORRETE A CAMBIARVI!!- ora capivo perché il presidente lo aveva scelto, aveva quella sadica abitudine di non veder l’ora di far correre la gente.

Poco prima che iniziasse a chiamarci per gli abbinamenti pregai profondamente che non mi trovassi a condividere la camera con Yongguk –B140 Daehyun, Junhong e Jongup ,B141 Shin ed Himchan- appena ebbe pronunciato il mio nome tirai un respiro di sollievo –B142 Youra e Min Jee ed infine B143 Yongguk e Youngjae- appena afferrammo le chiavi corremmo tutti a cambiarci per ritrovarci esattamente cinque minuti dopo all’esterno delle nostre camere con le tute da scii già indosso, questa volta ad attenderci in corridoio c’era un ragazzo coreano sui trent’anni, il quale gentilmente c’indicò la strada per raggiungere la pista sulla quale avremmo seguito la nostra prima lezione.

-Hey non pensate anche vuoi che questo possa essere un programma tv- dissi sospettosa mentre ero seduta affianco a Youngjae e Daehyun sulla funicolare – di che parli?- chiese gentilmente il mainvocal – ci siamo messi in viaggio senza nessun preavviso … l’istruttore malvagio… non vi ricordano killing camp-  ed appena conclusa la frase tutti parvero rifletterci su –anche se fosse è meglio pensare a divertirci non credi?- fu la risposta del lead vocal, annuii e così ci godemmo la vista di quell’enorme e candida distesa, a dire la verità era la prima volta che andavo in montagna o che la vedevo dal vivo, insomma non avrei mai potuto permettermi una vacanza simile prima d’ora e i miei genitori erano morti proprio quando mi avevano promesso che l’anno successivo mi avrebbero portato qui, quindi assaporai ogni dettaglio di quel luogo che sembrava essere stato creato da un abile scrittore di fiabe per bambini.

Finto il giro sulla funicolare raggiungemmo la pista indicataci e ci mettemmo subito all’opera, passammo parecchio tempo ad allenarci, e più e più volte avevo notato Youra flirtare con Zelo, poiché non poche volte era caduta col sedere sulla neve e non poche volte sia il maknae che Jongup erano accorsi per aiutarla, ma tentai d’ignorare la situazione anche se quando per l’ennesima volta la commedia stava per ripetersi corsi da le –cerca di usarle quelle gambe, sembra che le hai lasciate in sala prove- lei mi sorrise innocente , così in tutta risposta le lanciai una palla di neve , iniziando un interminabile battaglia, che s’interruppe solo dopo le svariate urla dell’istruttore.

Tornammo in hotel per una doccia calda e la cena.

Entrai nel bagno dopo Himchan, e mi lavai con calma, non avevo gran forza nelle gambe per non parlare di quella che mia era rimasta nelle braccia, la stanchezza stava prendendo il sopravvento, infilai il caldo maglione color panna, gli stretti jeans neri e un paio di anfibi in cuoio di colore scuro, tirai indietro i capelli con un po’di gelatina –sei davvero carino questa sera, l’inverno ti dona- la voce di Yongguk invase le mie orecchie, così mi voltai ritrovandomelo a qualche centimetro dalle labbra, l’ansia che fino a quel momento ero riuscita ad evitare e a nascondere adesso era un innegabile sensazione che mi seccò la gola–t t ti ringrazio hyung-  dissi velocemente abbassando il volto e arrossendo, ma l’innocenza che tentavo di ostentare non sembrava poterlo fermare, infatti si fece ancora più vicino, per poi mettere un ginocchio fra le mie gambe così da divaricarle leggermente.

Avevo letto questo genere di scene nelle fan fiction con un genere di coppie slash e più volte avevo ipotizzato io stessa che qualcuno di loro facesse coppia ma questo era troppo, posai le mani sul suo ampio petto –per favore io non ho mai…- tentai di spiegarmi, ma le sue mani erano già intorno al mio collo –è spiacevole non poter dormire insieme- sentii le sue labbra muoversi sulle mie per poi baciarle e mordicchiarle lentamente e con gentilezza –avrei davvero voluto vedere il tuo corpo…- s’interruppe per poi baciarmi il collo e farmi rabbrividire –nudo- .

Quella era ciò che si definisce una situazione di merda! Non sapevo come uscirne, ero letteralmente con le spalle al muro, e il freddo di quelle pareti lentamente stava divenendo parte di me.

-Shin? Dove cavolo sei finito?- la voce di Youra ci fece dividere immediatamente, un istante dopo varcò la soia della stanza in cui mi trovavo –ah… non sapevo ci fossi anche tu…- Bang era rosso fino alla punta delle orecchie ed evitava il contatto visivo con la coreografa mentre io mi voltai e feci finta di finire di sciacquarmi il viso, ormai dello stesso colore di quello del leader –arriviamo- dissi velocemente mentre affondavo la faccia bagnata in un asciugamano preso a caso –va bene allora torno dagli altri- annunciò per poi uscire dalla camera  -ci è mancato poco- dissi asciugando le ultime gocce d’acqua  –si hai ragione- asserì per poi avvolgermi in un abbraccio –no dico davvero- mi feci seria –non voglio che tu passi i guai, non ho la minima intenzione di…- si allontanò –non hai intenzione di?- chiese –voglio che tu la smetta di voler rischiare sempre così tanto!- sbottai –rischiare? RISCHIARE SHIN? Credevo che a questo punto non t’interessasse più degli altri, eppure nell’ultimo periodo sei freddo e quasi mi eviti, cosa ti ho fatto? Preferisci una donna o ti piace un altro?!- pronunciò quelle parole con rabbia, ma potei avvertire la disperazione dettata dal terrore di una nostra separazione.

-Non è questo- arrancai nella risposta –è solo che… non l’ho mai fatto e tu di certo sei più esperto di me, hyung- non seppi come ma quella era la risposta, la più stupida, ma era quella che avevo dato, l’unica che pesai potesse giustificare il mio comportamento a quel punto mi prese il volto fra le mani percorrendo con un dito il contorno delle mie labbra –sta tranquillo, posso aspettare che tu ti senta pronto- poi scese con la mano fino a raggiungere il cavallo dei pantaloni che indossavo, ma lo bloccai –calmati…- sussurrò gentilmente , liberandosi dalla presa e facendomi notare che voleva solo cingermi i fianchi con le mani e tirarmi a lui, posai il capo sulla sua spalla –ho paura Yongguk hyung… ho paura che non sarà come te lo aspetti- sorrise, o per lo meno lo immaginai, dato che da quella posizione non potevo averne la certezza –comunque tu sia, sarà di certo fantastico- mi diede un ultimo bacio sulla fronte e poi raggiungemmo gli altri per la cena.

Le sue parole non avevano fatto altro che rendermi più nervosa di quanto già non lo fossi e disgustata da quella pietosa situazione, non sopportavo più le innumerevoli bugie che si stavano sempre più ammassando, un giorno mi avrebbero scoperto, di certo prima che io decidessi di dire loro la verità, ed in attesa di questo la mia anima si stava corrodendo, nemmeno confidarmi con la mia compagna Youra avrebbe calmato i miei timori, in questo momento… –Shin qualche cosa non va?- domandò Youngjae, posandomi una mano sulla spalla come a volermi rassicurare –no tranquillo- indicò il piatto –non hai mangiato nulla- sorrisi leggermente e incominciai a mangiare qualche cosa , senza dimostrare però molto entusiasmo, anche se le leccornie che ci vennero offerte quella sera furono parecchie.

Dopo la cena Youra e Jongup ci avevano chiesto di seguirli in discoteca, però essendo tutti distrutti avevamo rifiutato, solo io e Bang ci eravamo fermati nella veranda dell’albergo, le pareti erano in vetro, l’atmosfera tranquilla e rilassante era piacevole, le luci soffuse nascevano da piccole candele profumate all’essenza di vaniglia, ma ciò che lasciava davvero senza parole era la vista sul cielo notturno della quale stavo usufruendo in quel momento.

Inevitabilmente senza neppure rendermene conto avevo già intrecciato le dita della mia mano con quelle del leader, per quanto m’impegnassi in quel momento, per quanto desiderassi dimenticare la miriade di problemi che avevo, la costante sensazione di odio nei confronti delle attenzioni che Zelo ultimamente riservava a Youra, pareva, anche in quel paradiso, non voler scomparire, così aumentai la presa e come ormai ero divenuta solita fare nascosi quei tristi ed inspiegabili pensieri dietro ad un bacio fugace.

Non servirono parole, rimanemmo lì, immobili ed in silenzio osservammo il cielo per qualche minuto poi salimmo le scale che portavano al corridoio in cui vi erano situate le nostre camere.

-Buona notte Shin- disse col suo solito sorriso gengivale, che mi sciolse il cuore, poi mi baciò piano sulle labbra e di seguito sulla fronte come era divenuto solito fare prima di augurarmi un buon riposo, infine entrò nella sua camera e scomparve dalla mia visuale.

Feci anche io lo stesso ma nell’aprire la porta qualcuno mi precedette e mi scontrai con Min Jee –S Shin!?!?- mi osservò sorpresa e completamente rossa –Min Jee che succede?- le chiesi immaginando già il motivo del suo imbarazzo, ma senza darmi una risposta corse in camera.

Una volta entrata nella stanza notai Himchan seduto sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre lentamente si accarezzava le soffici labbra.

Gli passai la mano d’avanti agli occhi per tentare di farlo riprendere, ma data l’assenza di una risposta mi diressi in bagno ed indossai il caldo pigiama che tanto adoravo per poi andarmi a gettare stremata sul morbido giaciglio dell’hotel, stendendomi a pancia in su ed incrociando le braccia sotto la testa –insomma Himchan huyng che vi è preso ad entrambi? Mettiti a dormire, domani ci alzeremo presto- non proferì parola ma velocemente si cambiò, stendendosi al mio fianco, purtroppo il letto era un matrimoniale, ringraziai il cielo che al posto del visual non ci fosse Yongguk e poi mi abbandonai ad un sonno costretto dalla stanchezza fisica-

Cos’è questa sensazione? Soffoco è come se qualcosa mi stesse avvolgendo, spezzandomi il fiato.

Lentamente aprii gli occhi e mi toccai la zona del collo, tentando di comprendere cosa m’impedisse di respirare, appena la mia vista tornò nitida e il mio senso del tatto si fece più acuto compresi che le braccia di un adorabile Himchan erano avvolte attorno alla mia gola in malo modo, come d’altronde le sue gambe stringevano in una morsa, quasi letale aggiungerei, le mie.

-What a f…- mi tappai la bocca, fortunatamente sapevo ragionare anche appena sveglia, e preferii non urlare per non rendere quella situazione ancor più imbarazzante di quanto già non fosse, tentai di scostarmi da lui ma dopo qualche attimo vi rinunciai e rimasi ferma ad osservarlo, mi soffermai su quegli occhi chiusi, sul piccolo naso, e sul dolce viso felino soffermandomi sulle labbra che andarono a piegarsi in un sorriso –Min…- disse con voce sognante soffocandomi ancora di più , poi iniziò a sfregare il suo viso contro la mia spalla –chu…- a qual punto balzai giù dal letto in preda allo sgomento di un tentato bacio da parte del multi strumentista.

Una volta in piedi presi il mio cellulare e gli scattai una foto e feci un breve video mentre molestava il mio cuscino, così da poterlo ricattare in un prossimo futuro,  a quel punto divertita dallo strano comportamento del ragazzo andai in bagno, infondo erano le sei del mattino quindi avrei potuto con calma farmi una doccia e prepararmi per poi andare a rifocillarmi per bene, non sapevo il motivo ma sentivo che quella sarebbe stata un giornata particolare ed ero decisa a trascorrerla al meglio.

Dalla finestra nel bagno entrarono i primi raggi solari, che andarono via via e ridipingere il cielo di un tenue azzurro.

Mi lavai in fretta e furia, così da dover rimanere il meno possibile a contatto con la vista di quel corpo femminile che oramai era divenuto la causa scatenante di tutti i miei problemi.

Uscii dal box doccia e indossai l’accappatoio, mi lavai i denti e mi acconciai i capelli ed infine mi accorsi con poco sgomenti di aver dimenticato ,nella camera in cui Himchan dormiva, gli abiti di ricambio , aprii la porta che dava nell’altra stanza e di soppiatto raggiunsi l’armadio, diedi le spalle ad Himchan per qualunque evenienza ed arraffai le cose di cui necessitavo.

Una volta presi mi avviai nuovamente verso il bagno –aspetta- la voce calda del ragazzo invase i miei timpani facendomi rabbrividire, voltai il viso per tre quarti –d d dimmi- biasciai completamente terrorizzata dal fatto che potesse notare qualche cosa –secondo te le piaccio per davvero?- chiese titubante con una nota di tristezza nella voce, compresi subito a chi si riferiva –certo hyung- il ragazzo sospirò –questo complica le cose…- d’un tratto la felicità che avevo provato nell’immaginarli come coppia fissa scomparse lasciando posto alla rabbia che lentamente stava crescendo –che cosa vuoi dire con questo?- tentai di mantenere un tono abbastanza amichevole  -non fraintende, lei mi piace ma…- si bloccò –ma?- lo incalzai –il nuovo album che pubblicheremo comporterà un tour mondiale, non durerà molto ma ho paura di… di ferirla, cosa dovrei fare Shin?- chiese esasperato , ascoltandolo compresi cosa lo affliggesse e non era di certo il non volersi impegnare al contrario lo desiderava ma aveva paura di ferire una ragazza dolce come Min Jee –cosa dovresti fare? Combattere ecco cosa, se lei ti piace allora combatti per ciò che vuoi, sarà una frase fatta ma è questo ciò che dovresti fare- dissi d’un fiato – hai ragione!- esultò alzandosi dal letto e venendomi in contro per abbracciarmi, ma con velocità m’infilai in bagno e una volta chiusa la porta dissi –scusa ma sento un po’ di freddo vado a cambiarmi-.

Appena uscita dalla camera udii una voce sin troppo familiare –Oh Sae…- mi fiondai su Youra –cavolo fa attenzione- le sussurrai in un orecchio –ah si scusa- sorrise innocente –com’è andata con Jong up ieri sera?- le chiesi curiosa, a quella domanda le si illuminarono gli occhi e mentre ci dirigevamo nel luogo in cui avremmo consumato la nostra colazionè mi racconto la sua serata –solo che ho un dubbio- aggiunse infine –non so chi scegliere… insomma Jongup è davvero carino ma anche Zelo…- a quel nome il mondo introno a me parve scomparire ma prima che potessi reagire fummo raggiunte dal resto del gruppo, a fine del pasto ci dirigemmo alla pista.

La mattinata passo tranquilla fino a che non si fece il tramonto  e notai Youra parlare in disparte col maknae, così incuriosita mi avvicinai per sentirli meglio –uscire?- disse sorpreso Zelo –si potremmo vedere che cosa c’è in paese- aggiunse la mia coreografa, facendomi andare su tutte le furie e prima che lo spilungone le rispondesse lanciai una palla di neve in faccia a Junhong –hey!- ignorò completamente la sua interlocutrice per correre verso di me –ma come osi!?!?-  si lamentò –ti va una sfida?- indicai col mento gli snowboard e nemmeno un attimo dopo ci ritrovammo a scendere la vallata, ma la poca luce che c’era si fece sempre più flebile e fu così che senza accorgercene uscimmo fori pista e fu sempre per la poca luce che presi in pieno una roccia nascosta dalla neve.

Il salto che feci fu enorme, ed in un istante vidi la mia vita passarmi d’avanti e sentii il cuore salirmi in gola, poi il freddo, il mio corpo che velocemente rotolava sulla neve ed infine un colpo alla spalla destra e all’altezza della nuca, velocemente il mondo perse i suoi colori e tutto si fece buio, tutto scomparve, persino il dolore ma non il terrore che si propagò nella mia mente, la paura dell’essere morta.

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Hi girls! What’s up!! (mi sento poliglotta oggi)  allora inizio con lo scusarmi per l’enorme ritardo in realtà ho finito una settimana fa il capitolo ma per via di problemi tecnici non sono riuscita a postarlo immediatamente ed ecco il perché del ritardo, farò del mio meglio perché non ricapiti^^

Detto ciò… si lo so non dovete odiarmi perché ho praticamente torturato per la milionesima volta la nostra Saejin , aspettate di leggere il seguito vi sorprenderò , e un ultima cosa ammettetelo che avete pensato tutte che avrebbe baciato Himchan quando si è soffermata a guardare le sue labbra!!! DOVETE AMMETTERLO >.<

 

  
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