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Autore: ChristieCharles    02/06/2014    0 recensioni
[Questa storia racconta di avvenimenti realmente accaduti]
Io e te. Sole e Pioggia. Niente di più semplice, niente di più complesso.
Così ho conosciuto Alex e così mi ha cambiato la vita.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Per un mese non mi azzardai ad uscire di casa.

Guardavo il muretto sul retro da dietro le tende della mia stanza e tu ogni giorno eri lì ad aspettarmi.

Arrivavi alle cinque in punto, anche se pioveva, grandinava o nevicava, tu eri lì e rimanevi fino alle sette e mezza. Non ho mai capito, neanche in seguito, perché tu fossi così ostinato a volermi rivedere.

Mi decisi a scendere un pomeriggio per aspettarti.

Come sempre alle cinque sei arrivato. Appena mi hai visto hai sfoderato un grande sorriso e mi hai salutato.

-Finalmente ti trovo!- hai esclamato

-Scusa, ma ho avuto da fare e non avevo tempo per stare qui fuori a far nulla...- ho mentito lo so, ma non sapevo cosa dirti, come giustificarmi.

-Non importa. Come stai?- hai detto forse sperando di evitare l'argomento

-Sto bene, grazie. Tu mi sembri un po' pallido piuttosto- ho detto un po' preoccupata dal tuo colorito

-No, è normale. Sono sempre così...- non ero convinta della tua risposta, infatti scoprii in seguito che con tutta la pioggia, la neve e il freddo che avevi preso ti eri ammalato. Nonostante avessi la febbre eri uscito lo stesso per venire sotto casa mia e anche se non volevi farmelo notare stavi per crollare. Non volevo insistere e feci finta di niente.

-Ok, se lo dici tu... Ti volevo chiedere se uno di questi giorni ti andrebbe di incontrarci, magari non qui.- proposi: speravo di poterti parlare in un posto che non fosse casa mia, non mi piaceva l'idea che qualcuno che mi conosceva ti potesse vedere. Non mi vergognavo, semplicemente non volevo.

-Sì, d'accordo! Va bene sabato ai giardini pubblici? Se vuoi potremmo anche mangiare un gelato o...-

-Va benissimo!- ti interruppi. Non volevo essere brusca, ma avevo sentito una macchina parcheggiare nel vialetto.

Non so come, ma hai capito subito che qualcosa non andava e con un sorriso rassicurante e un "ci vediamo sabato allora!" ti sei congedato.

Corsi in casa più veloce che potei, appena in tempo per vedere mia madre entrare dalla porta.

Non ti aveva visto e questo mi sollevò enormemente: se fosse successo avresti passato grossi guai ed era l'ultima cosa che volevo.

  
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