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Autore: JanineRyan    02/06/2014    1 recensioni
La storia è ambientata alcuni mesi dopo la grande vittoria di Harry & co., ma con alcuni cambiamenti... Voldemort non è morto, anzi si è riorganizzato per un nuovo e grandioso attacco! Altri personaggi, importanti nella mia storia, non sono morti: Piton, Silente, Bellatrix e...
Storia completamente concentrata sul mio personaggio preferito: Lucius Malfoy!!! Il quale dovrà confrontarsi con una ragazza di origini babbane che metterà in crisi le sue convinzioni di purosangue!
***
Ho modificato l'intro per la piega differente presa dalla storia!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IN GUERRA E IN AMORE NIENTE REGOLE'
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Ciao a tutti, so che sono sparita per un pò... ma ho moltissime cose da fare... spero che questo capitolo vi piaccia... è una sorta di parentesi per permettermi di andare avanti con la storia e far evolvere la situazione...
Quindi buona lettura e, se volete, commentate...
***



La fuga di Silente ed Harry non preoccupava Tom; dopo la conquista di Hogwarts, aveva avuto anche uno scontro al Ministero della Magia, riuscendo a conquistarlo senza troppa fatica. I suoi Mangiamorte si erano infiltrati in diversi uffici, senza destare sospetto. Si stava muovendo velocemente. Si sentiva sicuro, certo della vittoria imminente che avrebbe raggiunto. Mai, prima d’ora, aveva raggiunto obiettivi tanto grandi: non solo aveva conquistato Hogwarts, spingendo Silente e Potter alla fuga, ma aveva conquistato anche il ministero, uccidendo l’attuale ministro e insediandosi al suo posto. Chiunque si era opposto al suo dominio era stato giustiziato o rinchiuso ad Azkaban, ormai sotto il controllo dei fedeli Dissennatori.
Con la fuga di Silente, Hogwarts era balia dei Mangiamorte. Solo la casata dei Serpeverde si poteva considerare al sicuro. I vecchi insegnanti erano stati allontanati dalla scuola e, al loro posto, le cattedre vennero assegnate ai Mangiamorte. La loro malvagità era indescrivibile; per piccolezze gli studenti venivano rinchiusi nelle segrete del castello e la maledizione Cruciatus era la punizione adottata preferita dai nuovi insegnanti.
Il giorno dopo la conquista di Hogwarts, gli studenti che non prestarono fedeltà a Tom (Voldemort, come era chiamato dai ragazzi) vennero incatenati e condotti nella foresta proibita. Ad accompagnarli ci aveva pensato Bellatrix, seguita da Rod e altri sette Mangiamorte. Quegli studenti non fecero ritorno.
Ron era più grave di quanto pensassero. Venne curato alla meglio da Madama Chips ma poi venne cacciato da scuola. Era un figlio di purosangue e, nonostante la sua famiglia era una traditrice, non venne ucciso. Ancora convalescente venne bandito dalla scuola. Tom ci teneva a preservare il sangue puro, cosa molto importante e rara.
Le cattedre rimaste vacanti vennero assegnate immediatamente. Il ruolo di preside fu affidato a Rabastan Lestrange, mentre a suo fratello Rodolphus divenne affidato l’incarico di insegnare di Trasfigurazione. Bellatrix era stata nominata responsabile della disciplina, ruolo molto calzante dato che adorava torturare gli studenti che facevano anche solo la benché minima cosa che non gradisse. Altri ruoli furono attribuiti a Dolohov (Rune Antiche), Barty Crouch jr prese la cattedra di Divinazione ed infine Rosier occupò quella di Astronomia. Alcune materie vennero soppresse, come Babbanologia ed Erbologia.

Era passata una settimana dalla conquista dei Mangiamorte di Hogwarts e Chloe si stava dirigendo, come ogni martedì, verso la classe di Arti Oscure. Era sola, Hermione era stata messa in punizione due giorni fa e da allora non era più stata vista. La bionda era molto preoccupata, ma aveva deciso di chiedere a Lucius notizie sulla compagna Grifondoro.
Entrando in classe, Chloe prese posto in ultima fila. Si guardò attorno; metà dei posti erano liberi. Ogni rumore era acuito e rimbombava nell’aula. Quando il professore entrò e chiuse la porta alle sue spalle, prese posto con aria grave e, guardando i pochi presenti, sospirò:
«Bene… credo sia inutile aspettare l’arrivo di altri studenti. Aprite i libri. Iniziamo un nuovo argomento oggi.»
Chloe non ascoltò una parola della lezione. Guardava con occhi tristi i banchi vuoti; rispetto al giorno prima mancavano altri due studenti, una Corvonero e un Grifondoro. Sospirò e aprendo una pergamena sul tavolo, iniziò a disegnare occhi bagnati da lacrime che la osservavano con aria accusatrice. Non poteva non pensare che tutta questa sofferenza fosse, anche solo in piccola parte, dipesa da lei.
Il suono della campanella risuonò tetro nei corridoi: la lezione era terminata. Chloe si attardò sistemando molto lentamente i libri e le pergamene nella borsa. Quando anche l’ultimo gruppetto di Corvonero uscì dall’aula, la bionda con passo tremante si fece avanti.
Guardò Lucius negli occhi, anche quelli del mago esprimevano tristezza.
«Dobbiamo parlare.»
«Lo sospettavo…» rispose Lucius, chiudendo il libro della lezione e, puntandola bacchetta verso la porta, questa venne chiusa. «Ma non qui e, soprattutto, non adesso. Bellatrix ha indetto un incontro…». Guardò l’orologio. «…e sono già in ritardo. Parliamo dopo da me?»
«Non preoccuparti.» rispose Chloe, abbozzando un mezzo sorriso.
«Stasera abbiamo anche la nostra prima lezione privata… Tom vuole sviluppare il tuo potere il prima possibile. Potremmo vederci prima e scambiare due parole.»
«Va bene. Alle nove qui?»
«Sì. Forse è meglio non incontrarci nel mio alloggio…» rispose Lucius, posando le mani sulla cattedra e sfiorando con le dita quelle della giovane.
I loro sguardi s’incrociarono: entrambi sapevano cosa i loro cuori desideravano… ma entrambi sapevano anche quale fosse la cosa giusta.
«Allora a stasera.» concluse lei, togliendo la mano dalla cattedra e, con passo deciso, uscì dall’aula.
Mentre percorreva il corridoio, diretta nella Sala Comune per posare la borsa prima della cena, Chloe s’imbatté nel preside. Quasi si scontrarono, mentre voltava l’angolo.
«Chloe… qual buon vento?» chiese Rabastan divertito, alzando un sopracciglio e squadrando la ragazza. «Dovrei fare qualcosa per queste divise… sono inguardabili.»
«Stavo andando nella mia Sala Comune.» rispose lei. «Con permesso…» aggiunse, cercando di superarlo.
Ma il mago la anticipò bloccandole il passaggio, posando un braccio contro il muro.
«Non farai tardi alla riunione di Bella?»
«Sono il preside, possono aspettermi.» rispose con fermezza, allungando l’altro braccio e sfiorando la guancia della ragazza.
Con uno scatto, Chloe indietreggiò: «Lasciami stare. La notte di capodanno Lucius è stato chiaro…»
«Credevo fosse finita con lui…»
Chloe strizzò di poco gli occhi, inacidita.
«Non credo che questi siano cazzi tuoi.» rispose scandendo bene le parole.
Rabastan rise, divertito dalla crudeltà che Chloe gli riservò: «Sei proprio una gattina indisciplinata! Sai, mi potrei divertire ad addomesticarti…»
Arrabbiata, con tutta la forza che disponeva, la ragazza spinse via il mago e corse lungo il corridoio, diretta alla sua Casa. Solo quando il ritratto della signora Grassa si chiuse alle sue spalle, si sentì al sicuro. Non le piaceva quell’uomo… aveva un atteggiamento untuoso che lo rendeva decisamente irritante…
«Finalmente sei arrivata!»
Ginny corse incontro all’amica, abbracciandola forte.
«Cosa succede?» chiese preoccupata Chloe. I suoi pensieri vagarono, soffermandosi su Hermione, Harry, Ron…
«Hermione… è tornata, mezz’ora fa…»
La rossa afferrò Chloe per il polso e la trascinò su per le scale. Si fermarono davanti alla porta chiusa, Ginny guardò gli occhi color ghiaccio della bionda.
«Sta bene… ha riportato solo ferite superficiali, ma è terrorizzata… quella psicopatica l’ha torturata per ore con dei Cruciatus…»
Chloe si sentì gelare il sangue nelle vene: Ginny bussò prima di entrare. Hermione era stesa sul letto, il volto sporco e lo sguardo perso nel vuoto. Chloe si precipitò verso l’amica e, accomodandosi sul letto accanto alla riccia, le carezzò il volto, cercando di essere il più delicata possibile. La guardò: aveva un occhio era livido e il labbro superiore rotto, sanguinava ancora sporcandole la bocca di rosso… sui polsi aveva i segni delle legature.
«Tesoro… stai bene?»
«Sì…» rispose la Grifondoro, con voce tremante.
«Posso fare qualcosa?»
«V-vorrei riposare. Da sola.» rispose Hermione, girandosi e dando le spalle alle due. «Grazie.» concluse con tono freddo.
Chiusa la porta alle loro spalle, le due ragazze scesero nella Sala Comune. Si accomodarono sul tappeto davanti al caminetto acceso e rimasero a fissare le fiamme senza parlare.
«Dopo cena dovrò andare… alle nove ho un incontro con il professor Malfoy. Vuole parlarmi…» sussurrò Chloe, alzandosi e prendendo la borsa con dentro ancora i libri della giornata. «Penso che dovresti dormire nella mia camera. Hermione ha bisogno di un’amica al suo fianco…»
«E tu? Dove dormirai?»
«Non so… forse starò qui. Il divanetto ha un’aria decisamente comoda…» rispose Chloe, accennando al divano rosso dietro di loro.
«Spero che dimentichi presto le torture che le ha inflitto… non meritava tutto questo.»
Chloe annuì e si avvicinò all’uscita della Sala Comune, stava per oltrepassare il passaggio ma, fermandosi, si voltò verso la rossa, ancora seduta davanti al caminetto.
«Cosa ha fatto? Per meritarsi la punizione?»
«Non ha voluto dire dove si trova Harry.» rispose Ginny.
«E lo sa? Dove si nasconde…»
«Non posso parlarne.» tagliò corto la rossa, alzandosi e camminando verso l’uscita della Casa. «Andiamo… la cena è già iniziata. Voglio prendere qualcosa da portare a Hermione.»
«Ad essere onesta mi è passata la fame.» rispose. «Faccio un salto in biblioteca… devo prendere dei libri per una ricerca di Pozioni…»

Mentre Chloe camminava per il corridoio, diretta nella biblioteca di Hogwarts, pensava ad Hermione: era terrorizzata all’idea che le torture di Bellatrix l’avrebbero segnata per sempre. I suoi passi rimbombavano nelle sale mentre camminava, i danni della battaglia della settimana prima non erano stati ancora sistemati. Alcuni muri erano ancora rovinati e parecchi dipinti erano rimasti danneggiati.
«Salve…» Chloe salutò la bibliotecaria entrando con passo spedito.
«Buona sera cara… la biblioteca chiude tra venti minuti… se incontri anche l’altro ragazzo, per favore diglielo... è qui da ore…»
«Altro ragazzo?» ripeté la giovane Grifondoro, fermandosi e guardando la strega negli occhi. «Quale altro ragazzo?»
«Il biondino dei Serpeverde… come si chiama, per Merlino… vi conoscete, siete venuti spessi in biblioteca insieme e suo padre è professore qui…»
«Draco? Draco Malfoy è qui?»
«Sì.» rispose la signora, picchiando una mano sulla fronte. «Proprio lui… il giovane Malfoy. A volte mi chiedo dove abbia la testa…»
Senza ascoltare oltre, Chloe entrò correndo nella biblioteca: doveva trovarlo. Questa era una buona occasione per parlare da soli, lontani da occhi indiscreti. Vagò tra gli scaffali, fino a raggiunse la sezione proibita. Bastò una veloce occhiata: Draco era lì. Stava sfogliando un volume molto grosso. Le dava le spalle. Silenziosa, si avvicinò a lui; voleva coglierlo all’improvviso per poterci parlare e impedirgli qualunque via di fuga.
«Draco…» lo chiamò quando ormai era dietro di lui.
Il biondo si girò, in mano teneva un volume dall’aria antica. Le pagine ingiallite erano scritte fitte con una calligrafia elaborata. Vedendo Chloe, Draco chiuse il libro.
«Devo andare.»
«No. Ora tu sta qui. Devi ascoltarmi!» insisté Chloe.
«Ascoltarti? E di cosa vorresti parlarmi esattamente?»
«Sai di cosa…» rispose Chloe, allungando una mano e sfiorando la spalla dell’amico. «Non mi hai lasciato scelta… volevo spiegarti… non è come pensi… non è affatto come pensi.»
«E allora spiegami!» la interruppe Draco. «Anche se non so cosa ci sia da spiegare… ti sei scopata mio padre e questo è tutto quello che devo sapere.»
«Non è andata proprio così… per favore… fammi parlare…»
«Cioè non ti sei scopata mio padre?»
«Draco per favore… fammi parlare…» supplicò Chloe, gli occhi le pizzicavano per le lacrime.
«Credo sia inutile sprecare altre parole. Sai che vi dico? Godetevela! Non sono cose che mi riguardano. Le tue spiegazioni le trovo alquanto patetiche.» concluse, superando la ragazza spingendola da parte in malo modo.
«Locomotor Mortis!» disse Chloe, puntando la bacchetta contro Draco.
Un cerchio magico si legò saldo attorno alle caviglie del ragazzo, facendolo cadere per terra. Draco attutì la caduta, fermandosi con le braccia. Picchiò comunque con forza le ginocchia contro il pavimento.
«Che diavolo fai?» domandò irritato il giovane, voltandosi.
«Ti prego… fammi parlare!»
Draco infilò le mani nella divisa, per cercare la bacchetta. Ma Chloe fu più veloce di lui.
«Accio bacchetta!» disse seria, afferrando al volo la bacchetta dell’amico.
«Chloe… non voglio parlarti! Ok? Non ne vedo il motivo!» disse Draco in risposta all’atteggiamento della bionda. «Non ci sono ragioni per giustificare quello che hai fatto. Sei la persona più importante per me… ma con il tuo comportamento mi hai fatto aprire gli occhi… ora dammi la bacchetta e lasciami andare. Mi hai deluso.»
Chloe si avvicinò a Draco e, sedendosi accanto, gli sorrise.
«Noi siamo amici e tengo molto alla nostra amicizia.» esordì, ignorando il disinteresse del Serpeverde. «Con tuo padre non è stato semplice, per entrambi. Quante volte si sente dire che non si comanda al cuore? beh, abbiamo cercato di resistere… ignorando i sentimenti che stavano nascendo…»
«Sentimenti?» sbraitò il ragazzo. «Adesso mi vorresti far credere che quello che provi per mio padre è amore?»
«Draco te l’ho detto: non è semplice.»
«Quando è iniziata?» domandò Draco fulminando la ragazza con lo sguardo.
«Durante le feste di Natale. Ma ora è finita.» aggiunse subito.
«Finita? Come finita? Non capisco…»
«Sì.» rispose lei pronta. «Non posso perderti come amico… e lui non può perderti come figlio.»
«Non m’interessa nulla! Se davvero ero tuo amico, avresti dovuto dirmelo. Avresti dovuto dirmi che ti stavi innamorando di lui. Eri mia amica, Chloe. Dovevi dirmelo. Ti ho anche baciata...»  concluse Draco, gli occhi gonfi dalle lacrime.
«Per giorni ho lottato contro me stessa… volevo dirti tutto… avrei voluto confidarti le mie preoccupazioni… avevo bisogno di consigli…» convenne Chloe. «Non posso farne a meno. Lucius mi ha fatta sentire viva, felice. Ma non voglio perderti o farti soffrire… non ho pensato con la testa e la mia relazione ti ha fatto soffrire. Hai già sofferto molto… sei cresciuto in una famiglia che ti ha sempre ignorato, che ti ha maltrattato… non volevo darti altre sofferenze. Abbiamo deciso di chiudere la nostra relazione per questo. Per non farti soffrire… ora lui è solo il mio professore. Io tengo alla tua amicizia. Ci tengo molto e ci terrò per sempre.»
Draco aveva il capo chino. Fissava il pavimento, aveva ascoltato le parole dell’amica e le aveva comprese. Aveva capito cosa aveva spinto Chloe a rinunciare a suo padre, ma non capiva ancora cosa l’aveva spinta verso di lui. Aveva sempre visto suo padre come un uomo severo e privo di sentimenti… non poteva credere che fosse in grado di provare sentimenti per un’altra persona che non fosse lui. Si era sempre disinteressato di tutti gli altri. Gli importava solo del suo tornaconto personale. Guardò Chloe: magari c’era una ragione che lo aveva spinto tra le braccia della ragazza… magari c’era dietro qualcosa…
Gli occhi di Chloe lo guardavano speranzosi.
«Anche tu meriti la felicità.» rispose Draco, prendendo una mano della ragazza tra le sue. «Se davvero ti rende felice non voglio rovinarti tutto. Meriti di stare con lui… ricordo il meraviglioso sorriso che avevi durante le feste di Natale… quando sorridi sei stupenda.»
«Quando ho saputo che tu sapevi, e che per questo eri scappato da casa per tornare qui, ho rotto con Lucius e sono tornata a casa.»
«Perché non sei venuta qui?»
«Avevo bisogno di stare sola. E poi non ero pronta a rivederti… non sapevo come affrontarti e, soprattutto, cosa dirti…»
«Mi bastava la verità.» convenne Draco. «Non dico che ti avrei perdonata subito, ma almeno avresti avuto una spalla su cui piangere…»
«Mi sono consolata comunque…» rispose Chloe con un’alzata di spalle, pensando ai giorni di semi incoscienza vissuti dopo il ritorno a casa sua.
Draco inarcò le sopracciglia.
«Mi sono buttata nell’alcool… le mie amiche sono state Tequila e Gin.» aggiunse Chloe.
«Scommetto che non ti hanno aiutata molto…» scherzò Draco.
Chloe sorrise: «Finite Incantem.». Puntò la bacchetta contro l’amico, liberandolo dalle corde.
Lo aiutò ad alzarsi e, una volta in piedi, uno di fronte all’altro, si abbracciarono. Chloe si sentì sollevata: ora non solo Draco sapeva tutto, ma avrebbe accettato la storia con Lucius. Non vedeva l’ora di dirglielo!
Mentre guardava l’amica correre via, lungo il corridoio, fuori dalla biblioteca. Draco seppe di aver fatto la cosa giusta: vedere quella luce nei suoi occhi lo appagava. La gioia dipinta sul volto di Chloe gli fece comprendere le sue priorità. Non sapeva come sarebbe andata a finire, ma voleva dare alla loro relazione una possibilità. E poi, in Chloe, aveva trovato una vera amica e non aveva intenzione di perderla.

  
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