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Autore: kamy    02/06/2014    1 recensioni
Howard è tornato dal passato solo per far perdere Steve in una rete di bugie e di ricordi. Riuscirà Ironman a farlo uscire da questo labirinto?
[Stony. Post-Capitan America The winter soldier].
"Partecipante a "Superhusbands: Music Challenge" indetto dalla pagina Our Curious, Furious, Fantasist Code:. ". https://www.facebook.com/OurFuriousCuriousFantasistCode?fref=photo
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
"Partecipante a "Superhusbands: Music Challenge" indetto dalla pagina Our Curious, Furious, Fantasist Code:. ".
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PACCHETTO A:
Airplanes - The Ready Sector



Cap.5 False stelle cadenti

Steven si appoggiò alla parete di metallo, la spintonò un paio di volte con le mani. Chinò il capo e le tirò un pugno facendola tremare, graffiandosi le nocche.
“Mi arrendo, ho fame!” gridò. Tony poggiò la mano sulla parete, sogghignò e vi avvicinò il capo.
“Credevo preferissi qualsiasi cosa piuttosto che continuare a frequentare me” disse sarcastico. Steven abbassò il capo e si leccò le labbra.
“Ho bisogno di leggere un libro di storia, di bere. Inoltre gradirei vedere il mondo da una finestra per sincerarmi dei cambiamenti oggettivi, tanto se tento di scappare le tue armature mi cattureranno”. Valutò a voce alta. Si guardò intorno, vedeva delle ombre nere tutt'intorno nel buio.
< Se le armature non avessero svuotato tutto avrei trovato sicuramente qualche arma > rifletté. Tony sbuffò roteando gli occhi.
“Non puoi solo evitare di farlo? Sono macchine da guerra, non da recupero. Se ti dimostri una minaccia e io sono girato dall'altro lato, potrebbero ucciderti” disse. Fece scattare la porta, l'uscio metallico si aprì e lui alzò il capo.
“Inoltre non mi credi. Cosa ti cambia leggere o no un libro di storia?”. Steve si massaggiò il collo.
“Mi merito di sapere a cosa sono sopravvissuto” spiegò. Si mordicchiò il labbro e avanzò a passo di marcia verso l'uscita. Tony teneva un reattore legato al petto con una fascia e questo illuminava attraverso la sua canottiera di riflessi blu-azzurri tutt'intorno.
“Di vita non si può parlare e poi ... solo suo figlio poteva fare un reattore ARC” bisbigliò Rogers. Tony toccò il reattore, accennò un sorriso e lo strinse nel pugno; sentendo il calore sotto le dita callose.
“Sono l'unico sul pianeta, da sempre e per sempre ad essere riuscito a farne uno perfetto, per tua norma e regola” si vantò. Strinse le labbra, incrociò le braccia e camminò per il corridoio.
“Tranne che domani io non voglia farne uno migliore ancora, ovviamente” aggiunse. Steven lo seguì, tenendo il capo chino.
“Non credo esistano libri per tutte le cose che mi sono perso, ma almeno i fatti storici”. Aggiunse.
< Suonerebbe patetico dire apertamento che non ho mai avuto uno svago, nemmeno giocavo da bambino. Strano se mi mettessi a parlare di andare a ballare. E ridicolo se mi lamentassi di non aver mai avuto un appuntamento ... se non era per Peggy nemmeno avevo mai baciato una ragazza! > rifletté.
“Molto patetico” bisbigliò con voce inudibile. Alla luce del reattore guardò un divano illuminato di blu e ci si sedette. Sgranò gli occhi guardando le luci della città e dei grattacieli oltre una parete finestra. In sottofondo si sentiva il rumore d'acqua di una fontana. Tony rise, scosse il capo e poggiò sul divano una confezione di pizza lunga quanto braccio del Capitano e larga due volte il sedile del divano. La aprì, all'interno vi erano una serie di pezzi di pizza tutte diverse.
“Benvenuto nel nuovo millennio. Non so cucinare, quindi ti ho ordinato una pizza al ristorante italiano a tre isolati da qui. Nel dubbio, le ho prese tutte”. Alzò il capo, espirò e scrollò le spalle.
“Molto di quello che ti sei perso, lo hai già scoperto. Solo che non lo ricordi più” disse, con tono leggermente roco. Steve si sdraiò su un fianco sul divano e socchiuse gli occhi.
“Io so cucinare, ma non lo farò nella casa di un possibile nemico” brontolò. Sollevò lo sguardo e le iridi azzurre gli brillarono.
“Una stella cadente” bisbigliò con voce inudibile. Sporse in avanti il capo e sospirò.
“Vedo che gli aerei sono spericolati e luminosi in questo nuovo tempo” si lamentò a voce alta. Tony allargò le gambe, spinse la pizza verso Steve e alzò le spalle.
“So che hai un lato ragazzina, Rogers, giusto ieri hai provato a tirarmi uno schiaffo come una vera casalinga disperata” lo prese in giro. Afferrò la scatola, la sollevò e la mise sulle ginocchia di Steve.
“Non sono un nemico, ma questo non vuol dire che t'imboccherò, Cap”. Lo guardò, scosse il capo e sospirò.
“So che non mi credi, ma dovrei essere più pazzo di quanto sia fisicamente possibile per inventarmi un intero secolo di storia solo per farti del male, no?”. Rogers si rimise seduto, prese la scatola e si sdraiò a faccia in su. La mise aperta sul proprio petto e ne prese una fetta.
“A maggior ragione ho bisogno di documentarmi” ribatté secco. Tony scrollò le spalle, si alzò e afferrò una fetta di pizza. Iniziò a mangiarla camminando per la stanza, raggiunse una parete e premette un pulsante facendo uscire degli scaffali di vetro. Prese una decina di libri, ingoiò la crosta della pizza e sogghignò, i lati del pizzetto erano sporchi di sugo.
“Ecco a te. E l'ho mangiata per dimostrarti che non è avvelenata, contento?” chiese. Poggiò i libri sul bracciolo del divano affianco a Steve, si sedette di nuovo e sbagliò passandosi una mano tra i capelli. Steven finì di mangiarsi una fetta di pizza, allungò una mano e aprì un libro. Iniziò a leggere la prima pagina. Tony lo fissò leggere, si passò le dita sugli occhi e sbadigliò. Strinse il reattore, accentuò la presa fino ad ustionarsi il palmo con l'energia e sibilò di dolore sgranando gli occhi. Si alzò, raggiunse un mobiletto dove stava poggiata la caffettiera e vi verso dentro del brandy. Oscillò l'oggetto miscelando, si versò il caffè e bevve d'un sorso. Tornò a guardare Steve, accennò un sorriso.
“Ammettilo, dovrei aver passato la vita a progettare di ingannarti, per fare tutto quello” disse. Steve girò la trentesima pagina e assottigliò gli occhi.
“Hai un'idea di dove posso appoggiare la testa?” domandò. Si portò alle labbra l'ultima fetta di pizza. Tony guardò la scatola vuota, osservò le pagine sfogliate del libro e ridacchiò.
“Ti proporrei di usare la mia spalla, ma penseresti che voglio stuprarti o ucciderti” disse sarcastico. Raggiunse il divano, si sedette accanto a Steve e gli passò dei cuscini. “Ecco. Ne ho decine, puoi prendere quello che ti pare”.
“Già che ci sei vuoi propormi anche le tue gambe?” domandò ironico Rogers.
< Non esiste genio dei desideri o sogno che mi permetterà di tornare al mio tempo > pensò. Sentì le tempie pulsare e le iridi gli divennero bianche.

Staaaark!” si sentì gridare. “Rilassati Capiscle, tu vedrai quei film con me che tu lo voglia o no” sentì rispondere Tony. Si sentì arrossire quando l'altro gli puntò l'indice al petto e il battito cardiaco gli rimbombò accelerato nelle orecchie.

< Bene, ho anche una cotta per lui > rifletté Steve.
Tony gli strinse una spalla, assottigliò le labbra e socchiuse gli occhi piegando il capo in avanti.
“Forse dovresti farlo davvero, perché sei più bianco di un pupazzo di neve”.
Steve mugolò e si raddrizzò, facendo cadere a terra lo scatolo tenendo il libro con entrambe le mani.
“La mia testa ha deciso di esplodere” si lamentò. Tony guardò a destra e sinistra, si alzò e raggiunse il piano. Aprì uno stipetto, tirò fuori un'insalatiera colma di ghiaccio e afferrò un canovaccio. Mise i cubetti fumanti nel canovaccio, la mano bruciata gli diede delle fitte e lui strinse le labbra avvolgendo l'oggetto attorno al ghiaccio. Tornò da Steve, glielo porse e scrollò le spalle sogghignando.
“Di solito funziona” disse. Steven guardò il soffitto ed espirò.
“Dici che chiedere un desiderio a un aereo e come chiederlo a una stella cadente?” domandò. Le labbra gli divenne rosse e il viso ancora più pallido. Tony si sedette, gli afferrò il braccio e lo trascinò verso il basso facendogli poggiare il capo sulle sue gambe. Gli mise il ghiaccio sulla fronte, deglutì e scrollò le spalle.
“In quanto ad utilità, è la stessa cosa” disse. Roteò gli occhi, guardò il volto pallido di Steve ed espirò.
“Però forse posso esaudire io i tuoi desideri, se non consistono nel consegnarti ai pazzi”. Steven rialzò il libro e tornò a leggere.
“Te lo farò sapere quando mi ritornerà la memoria” gli rispose.

 
  
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