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Autore: Smora    02/06/2014    3 recensioni
Scorci di vita. Attimi di esistenza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Era sempre un soldato. Un mercenario o al limite un gladiatore che invece di combattere all'interno di un'arena aveva come luogo adibito al combattimento l'intero universo. Non combatteva per se stesso, e nemmeno per la libertà, lo faceva perchè farlo era l'unico modo di sopravvivere e l'unica maniera che avesse per raggiungere il suo scopo. L'orgoglio gli impediva di abbandonare la battaglia, anche quando la situazione diventava disperata, anche quando si trovava da solo, circondato dai nemici, e prossimo alla morte. Ma la fortuna era dalla sua parte e un bagliore lontano iniziò a diffondersi lungo l'orizzonte, la luna stava sorgendo e lui era salvo.

 

L'enorme scimmione aveva eliminato tutti i famosi arceri di Legaine e terminato il suo sterminio si era ridimensionato, perdendo il pelo e le zanne per rinascere nuovamente uomo.

Vegeta era esausto. La battaglia lo aveva stroncato e c'era ancora la città principale da conquistare. Perdeva sangue dal braccio e i muscoli gli facevano talmente male da non riuscire più a muoverli. Doveva trovare un riparo per far trascorrere la giornata, e tentare un nuovo attacco alla sera, quando la luna si approssimava a sorgere.

Si era trascinato tra la fitta vegetazione, aveva raggiunto un corso d'acqua, e li aveva bevuto avidamente; poi troppo stanco per proseguire si era adagiato sul prato arancione e li si era addormentato.

 

Sentì una nenia sussurrata piano e una mano che gli accarezzava la fronte, mentre due occhi azzurri lo stavano scrutando. Vide un sorriso felice dipingersi sulle labbra della giovane quando si accorse che si stava riprendendo.

-Ben svegliato. Sono stata molto in pensiero per te.

Vegeta la guardava stranito. Se non fosse stato più che certo di finire negli inferi avrebbe pensato di essere morto e di trovarsi in paradiso in compagnia di un angelo. Era bella infatti, talmente bella da non sembrare nemmeno una creatura terrena. Si sentiva in pace e al sicuro come non lo era mai stato in tutta la sua vita.

Poi tutto divenne tenebra e un ceffone violento lo riportò alla realtà.

 

Era legato.

Le mani e i piedi talmente stretti da permettere a male pena la circolazione del sangue mentre sentiva il freddo granitico di una roccia lungo la schiena.

Doveva trovava all'aperto, data la brezza che gli accarezzava il viso, ma l'odore che raggiunse le sue narici non era quello del vento sottile che profuma le foreste, ma un olezzo più acre e molto più noto. Percepiva odore di morte.

La testa gli pulsava e con un enorme sforzo costrinse le palpebre a sollevarsi, mentre gli occhi mettevano a fuoco. Davanti a lui si trovavano centinaia e centinaia di cadaveri, alcuni parzialmente ustionati, altri riversi in una pozza scura formata dal loro stesso sangue rappreso; di qualcuno probabilmente non rimaneva altro che un pugno di cenere.

-Quale onore. Il principe delle scimmie ci degna finalmente della sua presenza.

L'alieno verde lo guardava con strafottenza mentre si provava dei gioielli probabilmente trafugati dal tesoro di corte.

-Freezer era stanco di aspettare e ha deciso di mandare la mia squadra a...soccorrerti!

Guldo ora rideva riversandogli addosso il terribile puzzo del suo alito. Rideva di lui e della sua stirpe di guerrieri.

Un essere inferiore. Poco più che un verme strisciante si permetteva di prendere in giro Lui, il grande Vegeta.

Rabbia, frustrazione e orgoglio gli infuocarono l'animo risvegliando all'istante ogni fibra del suo corpo martoriato. Le parole si affollavano sulle labbra, ma nessun suono uscì da esse.

Una smorfia di dolore gli deformò il viso quando con tutta la forza che ancora possedeva spezzò le catene che lo imprigionavano, riducendo poi in briciole con la sola forza combattiva il masso che le sorreggeva.

L'alieno colto di sorpresa non riuscì a fermare il tempo venendo colpito con inaudita violenza.

Vegeta si scagliò su di lui ma il braccio, proteso in avanti, venne fermato da quella che sembrava una forza invisibile. L'alieno aveva ripreso possesso delle sue facoltà e le avrebbe sfruttate effettivamente fino al suo ultimo respiro

Cadde a terra prossimo all'incoscienza, colmo di ira ma sperando con l'ultimo barlume di lucidità di riprendere almeno il sogno che aveva interrotto.

  
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