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Autore: BebaTaylor    03/06/2014    1 recensioni
«I Westlife... sono nel tuo salotto!» mormorò Veronica mentre Rebecca chiudeva la porta e accendeva la luce, «Kian, Mark, Brian, Nicky e Shane.» disse, «Nel tuo salotto.»
Rebecca annuì, «Sì, li ho visti.» rispose, «Non sono cieca.»
«Perché i Westlife sono seduti di là e parlano con tuo padre?» strillò Veronica.
«Shh, abbassa la voce!» disse Rebecca prendendole le mani. «Vedi... ecco... hai presente i miei cugini di Dublino?»
Veronica annuì, «Sì, i figli della sorella di tua mamma.» rispose, «Conoscono Brian o Nicky?»
«No.» esclamò Rebecca. «Nicky è mio cugino.» ammise sussurrando.
«Cosa?» strillò Veronica, «Tu e Nicky Byrne siete cugini?»
Rebecca le mise una mano sulla bocca. «Sì, siamo cugini.» disse, «Scusa se non te l'ho detto prima, ma avevo promesso di non dirlo a nessuno adesso che sta diventando famoso.»
Veronica annuì, «Sì, va bene, capisco.» mormorò.
Rebecca sorrise, «Ti sei calmata?» Veronica fece di sì con la testa, «Bene, torniamo di là.»
«Perché mi hai portato nel sottoscala?» chiese veronica guardandosi attorno.
Rebecca alzò le spalle, «È la prima porta che ho trovato.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.
Show me the road back to your heart


Capitolo Sei


Sabato 2 Giugno 2007, Milano

Rebecca fissò la sua insalata con un sospiro, non le piaceva così com'era —  solo insalata e basta —  ma Giorgio aveva ordinato anche per lei prima che potesse dire che voleva una pizza al salmone. Spostò lo sguardo sul petto di pollo al vapore e lo fissò come se fosse un sasso. Anche il pollo non le piaceva. Afferrò il bicchiere d'acqua e lo sorseggiò lentamente, pregando che le bollicine che tanto adorava apparissero come per magia, solleticandole la lingua. O che si trasformasse in birra. Ma Giorgio aveva scelto anche quella per lei, e non voleva che bevesse birra, di nessun tipo, nemmeno analcolica. Non che Rebecca avrebbe voluto berla, la birra analcolica, ma in quel momento le sarebbe andata bene anche quella.
Lei, Giorgio e gli amici di lui, Emanuele, la sua fidanzata Giovanna e Roberto, erano usciti a cena. Rebecca alzò lo sguardo e impugnò la forchetta, e si bloccò quando vide Veronica ad un tavolo poco lontano, in compagnia di due ragazzi e una ragazza, si chiese se uno di loro fosse il suo attuale ragazzo e se la ragazza avesse preso il suo posto in quei pochi mesi in cui erano state divise.
Tagliò un pezzo di pollo e lo mangiò controvoglia, non ascoltando quello che gli altri stavano dicendo. Veronica le mancava moltissimo, avrebbe voluto che le cose fossero andate in maniera diversa, le mancavano le loro chiacchierate, le risate, le battute, le storielle inventate su due piedi, gli sguardi con cui si capivano al volo... le mancavano pure i calci che Veronica le tirava quando dormivano insieme.
Le mancava e basta.
Come le mancavano Nicky e Georgina, zia Yvonne e Zio Nicholas, Gillian e Adam, Dublino e l'Irlanda.
Sospirò e fissò Giorgio. «Voglio andare a Dublino.» esclamò, stanca di tutta quella situazione. 
Il ragazzo alzò un sopracciglio, «Rebecca... ne abbiamo già parlato.» disse con lo stesso tono che avrebbe usato con una bambina di cinque anni, «Tu non ci vai.»
Rebecca aprì la bocca per protestare ma, invece, ingoiò due foglie d'insalata, masticandole come se fossero la cosa più disgustosa che avesse mai mangiato.
«Tu non ci vai. Io non voglio che tu vada là, né con me né senza.» continuò Giorgio prima di tornare a parlare di politica con Roberto.
Rebecca sospirò e si disse che non poteva andare avanti così, con Giorgio che decideva della sua vita, senza darle la minima possibilità di scelta. Non andare lì, non fare questo, mangia quello, e non bere birra... Giorgio era uno stronzo maschilista e lei era stanca. «Io ci vado.» disse, ma Giorgio la ignorò. Era sempre così, lui la ignorava, tranne quando le dava ordini o le sgridava per stupidi motivi, tipo quello di svegliarsi con i segno dei cuscini addosso, o dormire con solo una maglietta extra large e le mutande —  sia che fosse estate o inverno —  o per il suo piercing all'ombelico. Ecco, quella era la solo cosa su cui si era impuntata e che non aveva cambiato. «Io ci vado.» ripeté alzando la voce, «Che ti piaccia oppure no. I soldi li ho, e ne ho più di te se t'interessa saperlo, ho ventiquattro anni e una famiglia che mi manca.»
«Tu non hai famiglia.» le ricordò Giorgio, «Sei orfana.»
Rebecca strinse la forchetta con tanta forza che quella si piegò leggermente. «Cosa?» disse.
Giorgio alzò le spalle, «I tuoi genitori sono morti, per questo ti ho scelto.» disse, «Perché non hai parenti.»
Rebecca s'immobilizzò quasi come se si fosse congelata, dopo un attimo si rilassò appena e la forchetta le cadde dalla mano. «Che cosa hai detto?» domandò quasi urlando, lasciando passare dei secondi tra una parola e l'altra.
Giorgio sospirò, «Mi sono messo con te perché mi hai detto di essere orfana e di non avere parenti.» ripeté e sbuffò.
Rebecca spinse indietro la sedia e si alzò in piedi. «Brutto figlio di puttana!» gridò, incurante degli altri ospiti del ristorante, «Sei un lurido stronzo maschilista.» disse, afferrò il suo bicchiere ma all'ultimo ci ripensò, strinse il boccale di birra di Giorgio e glielo rovesciò in testa prima di sbattere con forza il bicchiere sul tavolo, «Ti piace tanto l'insalata?» continuò a voce alta prendendo una manciata di foglie verdi dalla ciotola in ceramica bianca, «Bhe... mangiatela!» strillò lanciandogli contro quello che aveva in mano.
«Rebecca!» gridò Giorgio, «Calmati, sei isterica.»
Rebecca respirò rumorosamente, «Io sono calma.» disse e prese la sua borsa, «Sei tu quello stronzo.» disse e si voltò.
«Dove pensi di andare?» le chiese lui raggiungendola.
«Via da te.» rispose lei, «In Irlanda.»
«Tu non vai.»
«Sì, invece.» ribatté lei e si allontanò, superando il bancone con la cassa.
«Non troverai nessuno migliore di me!»
Rebecca si fermò e rise, girandosi verso di lui. «Tu dici?» domandò e sorrise, «Si dia il caso che io abbia avuto due storie con due cantanti molto famosi.» disse, «Ed erano migliori di te.» pronunciò e si voltò, «Ah, e con te non ho mai raggiunto l'orgasmo, sei così noioso...» aggiunse e si voltò, uscendo dal ristorante a testa alta.
Appena fu nel parcheggio rilassò le spalle e si sedette sul bordo della fontana e fissò le foglie delle ninfe, illuminate dalle luci dei lampioni. Sorrise sentendosi meglio, avendo messo fine alla sua storia con Giorgio. Sopirò e aprì la cerniera della borsa, per assicurarsi di avere abbastanza soldi per il taxi. Aveva appena aperto il portafogli quando percepì una presenza davanti a sé, alzò lo sguardo e vide Giorgio, i capelli e la camicia bagnati di birra.
«Torna dentro.» le ordinò lui, «Adesso.»
«No.» disse lei e rimise a posto il portafogli.
«Rebecca.» esclamò Giorgio e allungò una mano per afferrala ma, prima che potesse anche solo sfiorarla, un ragazzo —  Rebecca pensò di trovarsi davanti un armadio —  si frappose fra di loro.
«Ti ha detto di no.» disse lo sconosciuto.
«Stai bene?» 
Rebecca si voltò e sorrise a Veronica, «Sì.» rispose e chiuse gli occhi quando l'amica l'abbracciò.
«Lei è la mia fidanzata, levati dalle palle!» esclamò Giorgio e l'altro rise.
«A me sembra che ti abbia lasciato.»
Giorgio deglutì e indietreggiò di un passo ma non perse spavalderia. «Ma te ne vai?» disse, «Non sono cazzi tuoi.»
«Veramente sì, lo sono.» replicò l'altro, «Se fai del male all'amica della mia ragazza sono cazzi miei.»
Giorgio sbuffò, «Senti, amico, io e la mia fidanzata ce la caviamo da soli. È stata solo... una piccola incomprensione, ecco.» disse.
«Piccola incomprensione?» strillò Rebecca, «Mi hai detto che ti sei messo con me solo perché sono orfana!»
Veronica si staccò da Rebecca e si alzò lentamente, si avvicinò a Giorgio e alzò il braccio destro come se volesse colpirlo ma all'ultimo alzò la gamba destra e lo colpì all'inguine, poi si voltò e, con uno sbuffo altezzoso, tornò accanto alla sua amica.
«Ben fatto, bambola.» esclamò il ragazzo di cui Rebecca ignorava il nome.
Veronica sorrise, «Grazie, Tommy.»
«Ma sei pazza?» ansimò Giorgio tenendosi la parte colpita con le mani, «Dio, che male.» pigolò.
«Io voglio solo andare da Nicky e Georgina e vedere i miei cuginetti.» disse Rebecca, «E tu non vuoi.»
«Gina ha partorito?» esclamò Veronica e Rebecca annuì.
«Mi hanno invitato al battesimo.» spiegò, «E per colpa sua,» indicò Giorgio, «ho litigato con tutte e due.» piagnucolò.
Veronica l'abbracciò e lanciò uno sguardo di puro odio a Giorgio. «Vieni, ti accompagniamo a casa.»
Rebecca annuì e si alzò in piedi. «Ci verresti, con me?» chiese a Veronica, «Al battesimo, intendo.»
Veronica fece un gran sorriso e annuì, «Certo, mi farebbe piacere.» rispose mentre camminavano nel parcheggio.
«Non credo che a Nicky o Georgina o Zia Yvonne dispiaccia che tu venga.» mormorò Rebecca, si voltò e vide Tommy che sibilava qualche insulto a Giorgio e non poté fare a meno di sorridere.
Tommy le raggiunse alla macchina pochi secondi dopo, «Tesoro,» disse Veronica aprendo la portiera, «Ti dispiace se stanotte dormo da Rebecca?»
Tommy scosse la testa, «No, bambola.» rispose lui. 
«E se andassi in Irlanda al battesimo dei bimbi di suo cugino?» chiese ancora Veronica mentre salivano in auto.
«Il tizio della boy band?» fece lui mentre faceva manovra e Veronica annuì, «No, nessun problema. Quand'è?»
«Il diciassette Luglio.» rispose Rebecca.
Tommy fece una smorfia, «Uffa, avrei voluto venire anche io.» borbottò, «Ho una voglia matta di bere una vera Guinnes!»
Veronica ridacchiò e gli sfiorò la mano, «Ci andremo insieme un'altra volta, cicci.»
Bambola? Cicci? Rebecca sorrise e quando Veronica si voltò verso di lei, un grande sorriso ad illuminarle il volto, fu sicura che sarebbe andato tutto bene.

***

Rebecca indossò una delle sue magliette extra large e si sedette sul letto, incrociò le gambe e fissò il cellulare, indecisa se chiamare Nicky oppure no, aveva paura di svegliare i bambini. Dopo essere usciti dal ristorante lei, Veronica e Tommaso erano andati in un pub Irlandese, avevano bevuto un paio di birre e poi lui aveva accompagnato Veronica e Rebecca a casa di quest'ultima.
«Vuoi chiamarlo?» le chiese Veronica sedendosi accanto a lei.
Rebecca sospirò, «Se sveglio i bimbi Nicky potrebbe uccidermi prima che metta piede a Dublino.» rispose.
Veronica rise, «Mandagli un messaggio e digli che lo chiami domani.» propose. 
Rebecca annuì e digitò velocemente l'sms: “Vengo e non da sola. Ti chiamo domani pomeriggio e ti spiego tutto. Ti voglio bene.”, con un sorriso sistemò il cellulare sul comodino e infilò le gambe sotto la leggera trapunta. «Sono tre anni e mezzo che non tornò la.» disse e sospirò. «Tre anni e mezzo che non lo vedo.»
Veronica si sistemò accanto a lei e posò la testa sulla spalla dell'amica, «Andrà tutto bene, tesoro.» sussurrò.
«Credo di non averlo dimenticato del tutto.» confessò Rebecca e Veronica le strinse la mano, «E se lui venisse con un'altra?» pigolò. Anche se non era più andata in tour con loro Nicky o Georgina la tenevano informata, aveva saputo da loro che Mark aveva iniziato a frequentare Kevin, e che Shane aveva chiesto il divorzio a Gillian il Novembre di due anni prima.
«Non porterà un'altra.» la confortò Veronica ma Rebecca fece una smorfia. «Nicky gli dirà che verrai e lui non lo farà, anche perché se la dovrebbe vedere con l'ira di tuo cugino, di Georgina e naturalmente anche della mia.» continuò.
Rebecca sorrise, «Non credo sai?» disse, «Shane è il migliore amico di Nicky e lui vuole che sia felice.» mormorò.
Veronica alzò gli occhi al cielo e sbuffò piano, pensando che Rebecca e Shane fossero stupidi e testardi allo stesso modo. Era dalla prima volta che li aveva visti ballare insieme che aveva pensato che fossero una coppia stupenda e avrebbe tanto voluto che la loro “storia” si concretizzasse e invece... invece uno si era sposato con la persona sbagliata e l'altra era fuggita dall'Irlanda come se scappasse da un guerra. «Tu sei sua cugina, sei praticamente sua sorella. Era pronto a prendere a pugni Brian quando vi ha scoperto che vi stavate baciando, avrebbe preso a sberle Shane il giorno del suo matrimonio... e prenderebbe a calci Giorgio, se solo sapesse... quindi credo che gli stia a cuore di più la tua felicità che quella di Shane.»
Rebecca si limitò ad annuire, ancora incerta sulle parole di Veronica; si sdraiò e sospirò. «Grazie.» disse, «Buona notte.» mormorò.
Veronica le scoccò un bacio sulla guancia, «Buona notte.» disse, spense la luce e abbracciò l'amica.

***

Rebecca aprì un occhio e lo richiuse, ma il telefono non smise di suonare e, con un grugnito, lo afferrò, «Pronto?» sbadigliò, «Chi è che rompe?»
«Tu non sai quanto io sia felice!»
«Nicky?» borbottò lei, «Perché mi chiami alle...» fissò la sveglia, «sei e mezza?»
Lui rise, «I bambini non sanno che sono le sei!» disse, «E ho appena letto il tuo messaggio e ho voluto chiamarti, visto che ormai sono sveglio.» spiegò e rise di nuovo quando Rebecca sbadigliò, «Verresti con Giorgio, allora?»
Rebecca si mise seduta su letto, la schiena appoggiata alla tastiera del letto, «No, con Veronica.» rispose, «Ti ricordi di lei?»
«Sì.» disse Nicky, «Nessun problema, sarà come ai vecchi tempi.» aggiunse, «E Giorgio?»
Rebecca sospirò, «È finita.» disse e sperò che Nicky non facesse altre domande.
«Mi dispiace.» fece lui.
«Nicky... non dire stronzate.» replicò Rebecca, «Non ti dispiace.»
«Ma no, Bex!» squittì lui, «Mi dispiace sul serio!»
«Non è vero!» 
Rebecca sorrise nel sentire la voce di Georgina.
«Sta sorridendo!» continuò la moglie di Nicky.
«Tesoro!» squittì Nicky, «Non è vero, Bex, mi dispiace sul serio.» disse.
Rebecca alzò gli occhi al cielo, «Va bene, facciamo finta che ti credo.» disse e si alzò, andò alla porta finestra e si appoggiò al balcone e guardò un uomo che portava a spasso un barboncino bianco.
«Ma io sono veramente dispiaciuto!» si difese lui.
Rebecca ridacchiò, «Nico, dimentichi che ti conosco da quasi venticinque anni.» disse, «E so quando menti, anche se non posso guardarti in faccia!»
Nicky borbottò qualcosa che Rebecca non capì. «Sì, va bene, hai ragione!» ammise, «Ma anche se non conosco quel tizio non sopportavo il fatto che ti tenesse lontano dalla tua famiglia.»
Rebecca si voltò e vide Veronica in piedi, che sbadigliava. «Chi è che rompe?» biascicò l'italiana.
«Nicky.» rispose Rebecca.
«Salutamelo. Torno a dormire.» disse Veronica e sbadigliando tornò a dormire.
«Ti saluta Veronica.» disse Rebecca e sbadigliò.
«Salutamela.» esclamò Nicky, «Stai diventando vecchia, Bex!» la prese in giro, «Non riesci più a fare le ore piccole!»
Rebecca alzò gli occhi al cielo, «Sì, sì, va bene.» borbottò, «Comunque tu rimani sempre più vecchio di me.» rise.
«Sì, sì, certo.» sbuffò Nicky, «Devo andare, ci sentiamo domani?» 
«Se mi chiami alle sei ti prendo a calci.»
«Dopo pranzo?»
«Va bene.» acconsentì Rebecca. I due si salutarono e Rebecca tornò in camera, si gettò sul letto e si rimise a dormire.

Domenica 28 Dicembre, Sligo.

Rebecca sospirò e fissò Shane, si voltò, trovandosi a pochi centimetri dal muro. Ormai era quasi fatta, ancora poche ore e Shane avrebbe pronunciato quel “Sì” che avrebbe cambiato la sua —  la loro —  vita per sempre; dopo un sospiro Rebecca si girò lentamente e vide Shane che la fissava senza sorridere. Sospirò nuovamente e si avvicinò a lui. «Stai benissimo.» gracchiò.
«Anche tu.»
Rebecca aprì la bocca sorpresa per quel semplice “Anche tu”; dove erano finiti i “Sei bellissima!”, i “Sei uno schianto!” che le diceva sempre? Già, erano finiti giù per lo scarico quando Shane l'aveva chiamata a Novembre. Rebecca si costrinse a sorridere, «Grazie.» disse.
Shane sospirò e la guardò, «Rebecca...» mormorò, «Io...» disse e fece un passo avanti per poi stringere Rebecca e nascondere il viso fra i suoi capelli. «Mi dispiace, piccola.» sussurrò.
Rebecca chiuse gli occhi e lo abbracciò, desiderando che fosse una situazione diversa.
«Dimmi qualcosa, piccola.» sussurrò lui, «Dimmela e quel sì diventerà un no.»
Rebecca sospirò e si strinse a lui, gli baciò la guancia e posò la fronte contro la sua. «Shane, io non posso.» disse, «Sei tu che devi decidere.» sussurrò.
Anche Shane sospirò e le prese il viso fra le mani, «Perché?» chiese dopo qualche secondo di silenzio.
«Perché io non sono quel tipo di ragazza, Shane.» rispose, «Io... non ci riesco, scusa.» disse e Shane respirò lentamente, prima di baciarle la fronte.
Shane respirò contro la sua pelle, «Non fare così, piccola.» disse e la guardò, le sue labbra si piegarono in un mezzo sorriso, «Non mi stai aiutando.» sospirò.
«Lo so, scusa.» pigolò lei e aprì gli occhi per guardarlo, «E non sai quanto mi dispiace.» sospirò, «Qualsiasi decisione ti aiuti a prendere...» si fermò e si morse le labbra, «Qualcuno soffrirà.»
Shane chiuse gli occhi e annuì. «Lo so.» soffiò vicino alle sue labbra e rimase fermo per un attimo, prima di baciarla premendo con forza le labbra sulle sue, e Rebecca rimase un attimo ferma, indecisa se ricambiare o allontanarsi, decise per la prima ipotesi e gli circondò il collo con le braccia, premendo il suo corpo contro quello di Shane, come se quello fosse il loro ultimo bacio —  e in effetti lo era —, respirò con affanno mentre si staccava lentamente da lui, lo guardò negli occhi e cercò di sorridere.
Shane le sfiorò le guance con le punte delle dita e Rebecca chiuse gli occhi a quel contatto e respirò con lentezza, e sorrise prima di scostarsi quando sentì la porta aprirsi.
«Sei qui.» disse Kian rivolgendosi a Rebecca, «Veronica ti sta cercando.»
Rebecca sorrise, «Grazie.» esclamò lei, sorrise ad entrambi ed uscì da quella stanza e andò alla ricerca della sua amica.

***

Rebecca, fuori dalla chiesa si ritrovò fra Veronica —  a sinistra —  e Brian —  a destra —, aveva intravisto Nicky e Georgina dietro di lei, a qualche metro di distanza; non aveva idea di dove fossero Kian o Mark, ma in quel momento non le importava molto, i suoi occhi erano fissi sulla grande porta della chiesa.
I due battenti si aprirono e Shane e Gillian uscirono, accompagnati dagli applausi degli ospiti; Rebecca si trovò a suo malgrado a battere le mani insieme agli altri. Guardò Veronica e la vide battere le mani con poca convinzione.
«Dovevi esserci tu, lì con lui.»
Rebecca si voltò verso Brian e lo guardò con gli occhi sgranati. «Cosa?»
Brian si girò verso di lei e sorrise, «Dovevi esserci tu, con Shane. Non... quella.» ripeté. «Lui è un gran coglione, io gliela avevo detto di lasciarla e di stare con te.» confessò.
Rebecca sentì la testa girarle e si aggrappò a lui. «Tu... cosa? Perché?» boccheggiò.
Brian sorrise, «Perché ti voglio bene.» rispose, «E volevo sdebitarmi, perché mi sono comportato da vero stronzo con te.»
Rebecca lo abbracciò, «Grazie.» gli sussurrò all'orecchio e lanciò una breve occhiata a Shane e Gillian. Lui la guardò e poi si girò verso la sua neo-sposa e la baciò. Rebecca sospirò e si disse quanto fosse buffa quella situazione: anni prima aveva ballato con Shane per far ingelosire Brian, ed ora stava quasi succedendo il contrario.
«Che succede?» chiese con un sussurro Veronica.
Rebecca si girò verso di lei, «Io e Bri abbiamo fatto pace.» rispose, «E neppure lui sopporta Gillian, a quanto pare.»
Veronica sorrise e l'abbracciò. «Nessuno sopporta quella strega!»
Rebecca ridacchiò, «Cosa farei, senza di te?» domandò abbracciandola.
«Ti divertiresti di meno!» rispose Veronica.

Kian, Mark, Brian e Kerry, Nicky e Georgina, Veronica e Rebecca erano seduti tutti insieme a un tavolo rotondo, per uno strano scherzosi era ritrovata fra Kerry e Veronica.
«Perché Gillian la strega guarda tutti con quella faccia da stronza, come se fosse diventata la regina del mondo?» bisbigliò Veronica in italiano a Rebecca.
Quest'ultima lanciò una breve occhiata alla sposa e sospirò, prima di bere un sorso di vino. «Sembra il gatto che ha mangiato il topolino.» disse, «Una stronza che si crede chissà chi, solo perché si è sposata con lui.»
Veronica annuì, «Già.» concordò, «Brutta befana.»
«Presumo che sia inutile chiedervi di cosa state parlando.» esclamò Kian.
«Esatto.» disse Veronica e gli sorrise, anche se non gli era sfuggito lo sguardo che aveva dato a Rebecca. Fissò il suo bicchiere ancora pieno e si disse che Kian era solo preoccupato per Gillian, visto che erano cugini, come si preoccupava Nicky per Rebecca. Solo che Nicky, per quanto si lamentasse o strillasse, non si era immischiato nella vita amorosa di Rebecca.
«Se parlate male di quella,» Kerry indicò con un breve cenno  della mano Gillian, «ditemelo, che mi unisco a voi.»
Rebecca la fissò sorpresa —  prima Brian, ora lei —  e annuì, mentre Veronica posò il suo bicchiere, ancora intatto, sul tavolo.
«Da quanto ne so, Gillian non vi  voleva qui.» continuò Kerry sottovoce.
«Perché?» chiese Rebecca.
Kerry alzò le spalle e sorrise con fare materno. «Perché è invidiosa, suppongo.» rispose, «O scema, scegliete voi.» disse e Rebecca ridacchiò, «A quanto mi ha detto Brian, non voleva neppure Georgina.»
«Cosa?» fece Veronica e mandò giù un sorso di vino. «E perché?»
«Perché... bho.» rispose Kerry, «Forse perché non la sopporta neppure lei.» disse e alzò le spalle.
Rebecca annuì e sorseggiò lentamente il vino. Prima Brian, poi Kerry e infine la conferma che neppure Georgina sopportava Gillian, anche se non bisognava essere dei geni per capirlo.

***

Rebecca aveva ballato con quasi tutti: con Nicky, con Mark —  che le aveva sorriso dolcemente, quasi come se sapesse tutto —, con Brian —  che le aveva rivelato che Kerry sapeva tutto ma che non era arrabbiata con nessuno dei due —  e ora, in quel momento, stava ballando abbracciata a Veronica.
«Posso rubartela?»
Veronica e Rebecca si girarono e trovarono Shane davanti a loro, la prima fissò Rebecca che annuì e Veronica salutò Shane e si allontanò.
Shane posò le mani sui fianchi di Rebecca e la fece avvicinare, anche se c'era ancora della distanza fra di loro. Rimasero in silenzio per qualche secondo, prima che Shane aprisse bocca per parlare. «Sei bellissima.» disse e Rebecca sorrise. 
«Anche tu.» mormorò lei e lo guardò negli occhi, per un attimo le sembrò che tutto fosse tornato come prima, come quando ballavano, abbracciati, e commentavano divertiti Nicky sull'orlo di una crisi isterica; ma era diverso e lo sapeva, come lo sapeva Shane. Rebecca desiderò solo stringersi a lui, posare la testa sulla sua spalla e respirare il suo profumo chiudendo gli occhi, ma sapeva che non poteva farlo, non senza scatenare una scenata di gelosia da parte di Gillian. 
«Tu e Brian avete fatto pace, a quanto ho visto.»
Rebecca alzò gli occhi su Shane e sorrise, «Sì.» rispose, «Si è scusato per essersi comportato come uno stronzo.»
Anche lui sorrise e chinò la testa verso di lei. «Ero così geloso quando vi ho visto ballare.» sussurrò e Rebecca si bloccò a quella confessione, «Avrei voluto venire da voi e dividervi, urlando che non ti deve toccare perché tu sei mia.» continuò, «Ma purtroppo non lo sei.»
Rebecca rimase in silenzio, «Non so cosa dire.» mormorò dopo un paio di secondi.
«Tu non sai mai cosa dire.» replicò lui e Rebecca abbassò il viso mordendosi il labbro inferiore. «Scusa.» disse Shane e le sfiorò la fronte con le labbra e lei chiuse gli occhi a quel contatto.
Ripresero a ballare, in silenzio, guardandosi negli occhi.
«Vuoi smettere di ballare con mio marito?»
Rebecca si girò e guardò Gillian nel suo abito bianco che la fissava, arrabbiata; per un secondo Rebecca pensò che sarebbe esplosa dalla rabbia, sorridendo a quel pensiero guardò Shane e poi Gillian, «Va bene.» disse e si allontanò. Quando fu a qualche metro da loro sospirò pesantemente. Trovò gli altri —  escluso Kian —  su due divanetti vicini, e si sedette fra Veronica e Mark, finendo quasi in grembo al ragazzo.
«Già finito di ballare?» le chiese Veronica.
Rebecca annuì, «Sì, Gillian rivoleva suo marito.» disse.
«Sono sposati da cinque ore e lei fa già la sposina isterica gelosa.» esclamò Mark e circondò la vita di Rebecca, facendola sedere sulle sue gambe.
«Ehi!» fece Nicky, «Giù le mani...»
«Dalla tua cuginetta.» concluse Mark per lui, «Sì, lo so.» disse e rise, «Però lo sai, che lei non è il mio tipo!» esclamò, «Senza offesa, Bex.»
«Non preoccuparti!» rise lei.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, «Però è davvero troppo gelosa.» disse Kerry, «Prima l'ho vista arrabbiata perché Shane stava ballando con una delle sue sorelle!»
«Ha fatto l'isterica con la sorella di Shane?» domandò Veronica quasi strillando e Kerry annuì, «Dio mio, se fa così con sua cognata non oso pensare cosa farà con le fans che voglio abbracciarlo per una foto.»
«Oh, Shane, non fare le foto con loro che sono tanto gelosa!» squittì Brian e scoppiò a ridere. 
«Speriamo che non sia così, altrimenti sono cazzi.» disse Veronica, «L'ultima cosa che vogliono le fans è avere la moglie del proprio idolo che le sta con il fiato sul collo come un avvoltoio.»
«No, bhe, spero che non arrivi a quei livelli!» disse Nicky.
«Oh, fra un po' strillava contro sua cognata.» replicò Kerry, «Se è così gelosa di sua cognata è malata!»
«Magari è l'emozione, si sono appena sposati.» disse Nicky. «Anche io ero un po' fuori.»
«Tu eri proprio fuori, Nicky!» cinguettò Rebecca, sentendosi più rilassata nel vedere che non era la sola a non sopportare Gillian. «Mi hai schiacciato tre volte il piede mentre ballavamo e mi hai chiesto perché mi lamentassi anche se ti avevo detto che mi stavi pestando i piedi!»
Nicky incrociò le braccia al petto, «Ero un po' preso da altre cose.» borbottò.
Rebecca rise e si bloccò, quando la porta si aprì ed entrarono Shane e Gillian, seguiti da Kian, che si sedettero sul divanetto dove c'erano Brian e Kerry.
Shane stava per sedersi accanto alla moglie del suo amico quando Gillian lo precedette; Kerry fece una smorfia, prima di sorridere a Rebecca e Veronica.
«Sei comoda?» domandò Shane a Rebecca.
«Molto.» disse lei e reclinò la testa per baciare la guancia di Mark.
Shane non replicò e Gillian gli strinse la mano con forza, riportando l'attenzione del ragazzo su di sé.
Veronica alzò gli occhi al cielo nel vedere come Gillian abbracciava Shane, non con amore o emozione per essere appena diventata sua moglie, ma con possesso. «Potrebbe mettergli al collo un cartello con scritto proprietà privata.» sussurrò a Rebecca che annuì.
«Gelosia, è come una malattia, che ti prende e ti porta via...» canticchiò Rebecca e Veronica.
«Cosa state dicendo?» esclamò Gillian.
«Stavamo cantando una canzone italiana.» rispose Veronica.
Gillian alzò un sopracciglio e sospirò, «Vorrei sentirla.» disse e sorrise. «E sapere la traduzione.»
Le altre due si guardarono per qualche secondo poi Veronica scrollò le spalle, «Come vuoi.» esclamò, «Pronta?» disse a Rebecca che annuì. «Ci son due coccodrilli, un orangotango,» iniziarono a cantare e mimare la canzoncina che Veronica aveva imparato all'asilo e aveva insegnato a Rebecca, «un piccolo serpente, l'aquila reale...» si fermarono e scoppiarono a ridere piegandosi l'una sull'altra.
«Mia cugina e la sua migliore amica sono completamente impazzite!» esclamò Nicky, «Dimmi, Shane, hai messo qualche droga, nel loro vino?»
«Al limite Gillian poteva metterci del lassativo per farci fuori.» borbottò Veronica fra una risata e l'altra.
«Che avete detto?» chiese Gillian, «Non vi sopporto, quando parlate in italiano!» squittì, stringendo più forte la mano di Shane.
«Ci farai l'abitudine.» disse Mark. «Io riesco a capirle un pochino...» aggiunse e Veronica e Rebecca smisero di ridere, «oh, capisco solo qualche parolaccia, ma è un inizio!» finì.
Rebecca scoppiò a ridere nuovamente e guardò Shane, che la fissava in silenzio, la mascella contratta; la ragazza smise di ridere e si passò lentamente le dita sotto gli occhi, per asciugare le lacrime.
«Non ho messo nulla.» disse lui. «Lo sai che hanno sempre fatto così.»  aggiunse rivolgendosi a Nicky e sorridendo.
Nicky respirò a fondo, «Bhe, sì, hai ragione.» disse, «Mi chiedo come facciano i loro amici in Italia.»
«Oh, ci sopportano, ci sopportano.» esclamò Veronica, «E poi noi conosciamo solo gente strana.» disse e fissò Kian.
«Già.» confermò lui. «Il tizio che scappa con il fiorista, quella che rimane incastrata... e chissà quante altre persone bizzarre conoscete.»
«Escluse voi?» disse Rebecca, «Poche altre.»
«E come stanno il fiorista e quel tizio?» chiese Mark.
Veronica e Rebecca si fissarono, «Ehm... bene, credo.» rispose la prima.
«Dovrebbero vivere insieme.» disse Rebecca, «Non vivono più vicino a noi quindi non siamo... aggiornate, ecco.» aggiunse e respirò a fondo.
«E il tizio con la moglie gelosa?» domandò Brian.
Rebecca lo guardò e pensò che sapesse tutto, che quelle erano solo storie inventate su due piedi da lei e Veronica. 
«Si sono separati.» disse Veronica, «Perché lei faceva la santarellina gelosa, quella che gli altri uomini non li guarda nemmeno per sbaglio...»
«Oh, sì.» fece Rebecca, «Lui non poteva guardare le altre donne, anche se avevano ottant'anni e potevano essere sua nonna.»
«Lui una volta è tornato a casa prima perché... perché non stava bene e l'ha beccata...» esclamò Veronica.
«Con tre ragazzi, a letto. Insieme.» concluse Rebecca.
«Rebecca!» esclamò Veronica e arrossì un poco, «Erano solo due. Il terzo non era presente nel... ehm, orgia.» 
«Con due ragazzi contemporaneamente?» strillò Kerry, «Che stronza.»
«Eh, già.» fece Veronica, «E pensare che sembrava così tanto innamorata, invece la sua gelosia era solo una facciata.» disse e sorrise, e fissò brevemente Gillian.
«Che storia.» si limitò a commentare Mark.

***

«La vuoi smettere?» 
Rebecca si voltò lentamente e fissò Gillian. «Scusa?»
Gillian la fissò e spinse in fuori le labbra. «Lo sai.»
«No, non lo so.» replicò Rebecca, «Spiegamelo.»
«Di fare la scema con Shane.» spiegò Gillian, «Adesso sono sua moglie.»
«Congratulazioni.» esclamò Rebecca, «E quindi? Vuoi vietarmi di guardarlo? Di parlarci? Devo fare la maleducata con lui perché tu sei gelosa?»
Gillian la fissò prima di sbuffare, «Tu non puoi fare così.» replicò, «Sei troppo... amica con lui. Avete anche ballato insieme!»
«E quindi? Ho ballato anche Brian e Kerry non mi è saltata addosso come una furia gelosa.» disse Rebecca, «Se sei isterica prenditi una camomilla.» aggiunse e si girò.
«Non voglio che tu parli con lui.» esclamò Gillian.
«Non ti pare di esagerare?»
Entrambe si voltarono verso Mark, «Non puoi impedire a Shane di parlare con Rebecca e non puoi fare lo stesso con lei.» continuò il ragazzo.
«Lui è mio marito e io non voglio...»
«Shane è tuo marito, non il tuo cagnolino a cui ordini di stare seduto.» disse Mark.
«Io faccio quello che voglio!» strillò Gillian e Rebecca si voltò e vide Shane, Kian, Nicky e Brian entrare, seguiti da Georgina, Kerry e Veronica.
«Cosa succede?» chiese Brian, «Vi abbiamo sentito gridare.»
Mark si voltò verso Gillian in attesa di una sua risposta.
«Allora?» chiese Nicky facendo un passo verso Rebecca.
Mark sospirò, «Gillian ha appena ordinato a Bex di non parlare con Shane.» disse.
«È mio marito!» strillò la sposa.
«Non puoi impedire di parlargli con Rebecca.» disse Georgina, «Gillian, datti una calmata, che non sei l'unica che si è sposata.»
Rebecca fissò in silenzio Shane, in attesa che lui dicesse qualcosa, abbassò per un attimo lo sguardo e quando lo rialzò si trovò davanti Gillian.
«Vuoi smettere di guardarlo?» gridò lei. 
«Non urlarle contro!» esclamò Veronica mettendosi fra le due, «Dio, Gillian, sei una piaga!»
«Non offenderla!» esclamò Kian, «Almeno lei non è una...» si fermò, come se si fosse dimenticato quello che voleva dire, «una puttana come Rebecca.» sputò.
«Kian, vacci piano con le parole, Bex è mia cugina.» esclamò Nicky.
«L'ho vista uscire dalla stanza di Shane, quando eravamo a Hong Kong.» disse Kian e tutti si voltarono verso Rebecca, solo Shane tenne lo sguardo basso.. «E prima... anche prima della cerimonia li ho visti insieme.»
«Mi ero persa!» squittì Rebecca, «Cercavo il bagno.» disse ed era vero, era finita in quella stanza mentre cercava il bagno.
«Cosa avete fatto?» gridò Gillian avvicinandosi a Rebecca ma Veronica spostò la sua amica e Mark prese il suo posto.
«Abbiamo solo parlato, amore.» sospirò Shane, «Lei era un po'... triste e abbiamo parlato, ecco, non abbiamo fatto nulla.»
Rebecca inspirò lentamente, non sapendo cosa dire o cosa fare.
«Tutto sto casino per due chiacchiere?» sbuffò Mark. 
«È arrivato il taglio della torta.» s'intromise un cameriere, ignaro —  forse —  di quello che era appena successo.
Gillian si strinse a Shane e i due uscirono dalla stanza.
«Vado al cesso.» esclamò Rebecca e uscì dalla parte opposta, Veronica fissò Georgina e Kerry poi andò dietro alla sua amica.

Domenica 4 Gennaio, 2004, Malahide, Dublino.

Georgina fissò Nicky, in attesa di una sua reazione. Gli aveva appena raccontato quasi tutta la storia, evitando la parte in cui Rebecca e Shane avevano fatto del sesso, rimanendo su un vago “Si sono baciati”.
«Lo vedevo che erano molto uniti.» sospirò lui, «Come ho fatto a non accorgermi di nulla?»
Georgina gli strinse la mano, intrecciando le dita con quelle di lui, «Per te lei è ancora la tua cuginetta con le trecce e la faccia sporca di cioccolato.»
Nicky sorrise, «Forse.» mormorò, «Però... non so cosa fare, per lei. Ho voglia di spaccare la faccia di Shane per quello che ha fatto e non ha fatto.» disse, «Se avesse avuto le palle per annullare tutto subito adesso Rebecca non piangerebbe.»
«Non avresti avuto problemi, quindi?» fece Georgina leggermente sorpresa, «Se Shane e Rebecca si fossero fidanzati, intendo.»
«No.» ammise lui, «Anzi, sarei stato felice.»
Georgina sorrise e lo abbracciò. «Sei strano, lo sai?» ridacchiò, «Eri pronto a prendere a pugni Brian!»
«Brian non andava bene per Rebecca, Shane sì.» disse Nicky. «Stanno... stavano bene, insieme.»

Nicky strinse Veronica in un abbraccio e le baciò una guancia, si spostò verso Rebecca e la tenne stretta a sé per un minuto, prima di baciarle il viso. «Fate buon viaggio.» esclamò facendo un passo indietro e sorridendo.
«Grazie.» disse Veronica e sistemò meglio la borsa sulla spalla.
«E chiamatemi quando atterrate.» continuò Nicky.
«Certo.» fece Rebecca, «Non preoccuparti.»
Nicky sorrise e scompigliò i capelli della cugina. «Ci vediamo presto, allora.» disse.
«Certo.» disse Rebecca ma sapeva che stava mentendo, a meno di una catastrofe non sarebbe mai tornata in Irlanda.

Salve! Nuovo capitolo, scritto in breve tempo. L'avrei pubblicato prima se avessi avuto la connessione o avessi trovato una connessione wi-fi libera, ma il mio vicino ha messo la password, sigh. Questo capitolo è più corto dei precedenti, gli altri torneranno di lunghezza “normale”, insomma, sono sempre più di 5000 parole o.O. 
Questa storia mi prende tantissimo, appena finisco un capitolo mi viene voglia di scrivere il successivo e non è mai successo con le mie altre storie. Il settimo capitolo è in scrittura, quindi sarà postato a breve.
Giorgio è uscito di scena, Veronica è rientrata con tanto di fidanzato, Bex ha fatto pace con Nicky e Georgina e andrà al battesimo.
Vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo! E se volete, curiosate nel mio profilo, magari trovate altre storie di vostro gradimento!

   
 
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