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Autore: Sad Angel    06/08/2008    1 recensioni
Per questa fanfiction ho pensato: e se...Bill fosse figlio unico? Se non avesse nessun gemello al suo fianco? Forse le cose sarebbero un pò diverse...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Einziger

Hallooooo!!! Ok, sono in ritardo…Scheiße!!! Va bene!!! Danke!!! A tutti^^!!!

Per Laulove90: Wow!!! Me contenta!!! Però un po’ mi dispiace di averti fatto piangere…Oh, Gott! Sentimenti contrastanti!!! Comunque mettere in crisi Bill, non mi piace però…cioè…alla fine purtroppo è successo e anche se è una storia inventata, non riuscivo a far finta di nulla… Spero che il resto non ti deluderà! Farò del mio meglio! Baci^^!

Per Nicegirl: Halloooooo!!!! Che bello!!! Sono stata utile allora! Tornando al mio piccolo problema..se non capite, chiedete, ok?!? Danke!!! Per il resto sono contenta che tu ti sia sbloccata!!! Sehr Gut^^!!! Me, santa subito!!!! Ahahah!!! Scherzo! Kuss!!!!

Per Betta94-th: Hallooo!!! No, la “nonna” non è la vera “nonna”!!! Ahaha! Diciamo che Tom l’ha “rimorchiata” per aiutare Bill!!! Grande donna cmq, no?!? Quanto ho riso!!! Ahaha!!! Ciao e a presto!!!!

 

Einzigerfünfzehn

 

Kaulitz!”

Io e Tom spostammo immediatamente lo sguardo su una ragazza di circa 25 anni, una cartellina in mano. “Kaulitz!” chiamò ancora.

Tom, passandomi la chitarra, si alzò. “Qui..” disse.

La ragazza si avvicinò, porgendogli un pezzo di carta azzurra. “Numero 7” disse, sorridendogli e allontanandosi, per chiamare qualcun altro.

Tom, si risedette, giocherellando con il numero. “Sei nervoso?” domandò, lo sguardo fisso di fronte a sé.

Deglutii, annuendo.

Si voltò per guardarmi il viso, sorrise “Andrà tutto bene…” disse porgendomi il numero “…Li vuoi accarezzare quei leoncini o no?” chiese poi all’improvviso.

Sorrisi “Ja!”

“Allora…impegnamoci!” Si alzò, mi sorrise, poi mi prese la chitarra dalle mani ed attese che mi alzassi. Facendo strada, la chitarra nella mano sinistra, camminava, testa alta, spavaldo, in mezzo agli altri ragazzi. Io, al suo fianco, ridevo, vedendolo così.

 

Appuntai il pezzo di carta alla cintura dei jeans, sollevando un po’ la felpa di Tom, di modo che fosse visibile. Lui, dietro di me, guardava serio le persone sotto al piccolo palco.

“Dici che la maggior parte sono genitori?” domandai io, cercando di non pensare che a breve avrei cantato, per la prima volta, davanti a persone che non conoscevo.

Lui annuì. “Tranquillo…andrai benissimo…”, mi diede una pacca sulla spalla, incoraggiante.

Ja

 

“Bene, signori! Ora…il numero 7!” la voce della ragazza di prima risuonò dal palco.

Deglutii. Tom mi diede un’altra pacca, per incoraggiarmi a camminare. Annuii, salendo i pochi gradini. Sentivo il rassicurante rumore dei suoi passi dietro di me. Non sei solo, Bill…, mi dissi.

Mi avvicinai alla ragazza, sorrisi. Tom si fermò un paio di passi indietro.

Lei mi mise una mano sulla schiena, invitandomi ad avvicinarmi al microfono. Gettò un’occhiata alla cartellina, sorrise.

“Bene, signori…” iniziò con voce allegra “Bill e Tom Kaulitz!” disse soltanto, prima di farsi da parte, lasciandomi il microfono.

Osservai le persone sotto al palco, parlavano tra loro. Individuai la “nonna”. Lei mi sorrise poi mi voltai un secondo verso Tom, il viso serio. Lui annuì, avvicinandosi un po’. Presi un bel respiro poi, senza pensare, mossi la mano. Eins, zwei, drei!

Tom iniziò a suonare, con maestria. Chiusi gli occhi, espirai, l’adrenalina a mille. Riaprii gli occhi, un brivido mi attraversò la schiena, sorrisi, avvicinando il microfono alle labbra.

Un secondo. Le persone tacquero.

 

 Allontanai il microfono dalle labbra, godendomi le ultime note di Tom, sorridendo. Mi sentivo un po’ stanco, forse perché, preso dall’euforia, avevo percorso il palco in lungo in largo, mentre cantavo.

La mano del mio amico, sotto ai miei occhi, dopo un’ultima nota, si fermò.

Un secondo dopo, gli applausi. Guardai Tom, sorrideva anche lui. “Danke!” urlò, la sua voce coperta dagli applausi.

“Bravo, Billie! Bravo, Tomi!”

La voce della nonna, tra la folla, mi riscosse dalla specie di coma in cui ero caduto.

Viel Dank!!!” esclamai, riavvicinando il microfono alle labbra.

Un secondo dopo, la ragazza di prima mi si riavvicinò, le porsi il microfono. Lei mi sorrise.

Senza microfono, ringraziai ancora. Tom si avviò per scendere dal palco, lo seguii.

 

“Oh, Gott!” urlai, dopo essermi un po’ allontanato dal palco, per non disturbare.

Tom, al mio fianco, la chitarra appoggiata a terra, rise.

Espirai, cercando di calmarmi.

“Sei stato grande…” disse, la voce seria, i suoi occhi castani fissi nei miei. “Domani devi assolutamente parlare con gli altri…” continuò “…non accetto scuse!”

Gli sorrisi. “Grazie”

Tom rise “Beh, ovviamente, se non ci fossi stato anche io, dubito che avrebbero applaudito così…” scherzò lui, spezzando l’atmosfera seria.

“Ovviamente!” concordai io, dandogliela vinta, scoppiando a ridere.

 

Tornammo in mezzo agli altri ragazzi, aspettando che tutti finissero di esibirsi per scoprire se avessimo vinto. Tom si sedette di nuovo per terra, io, al suo fianco.

 

“Tutti sul palco!”

La voce della ragazza, all’incirca una mezz’ora dopo.

Ci alzammo, con calma, lasciando che i ragazzi davanti a noi sgomitassero, pur di salire per primi. Sul palco, ci ritagliammo un piccolo spazio sulla sinistra, Tom leggermente davanti a me. La “nonna”, non appena ci ebbe individuato, ci salutò con la mano. Noi, rispondemmo con un breve cenno, sorridendole.

La ragazza si posizionò al centro del palco, una busta in mano. “Bene…il vincitore è il numero…”

 

La nonna insistette per accompagnarci fino in stazione. Io e Tom camminavamo allegri, scherzando. Dopo aver fatto i biglietti, lei ci seguì fino al treno.

Salii di corsa, Tom dietro di me. Gettai lo zaino su un sedile vuoto e spalancai il finestrino. La nonna mi sorrise.

“Grazie ancora per tutto ciò che hai fatto, nonna!” le dissi, pieno di entusiasmo.

“E’ stato un piacere, caro!” rispose subito lei.

Tom si sporse dal finestrino, accanto a me.

“Nonna…Tieni un paio di foto…per ricordo…” disse, allungandosi per porgerle le due istantanee.

La nonna, le prese, gettandogli un’occhiata veloce.

“Nella prima, Bill stringe il leoncino come se fosse un giocattolo!” spiegò lui “Nella seconda invece, ha un’espressione un po’ terrorizzata!” concluse, prendendomi un po’ in giro.

Ehy!” risposi subito io, fingendo di arrabbiarmi. “Non è colpa mia se si è messo ad annusarmi come se volesse mangiarmi!”

“Ma no, avra’ solo percepito una certa affinità…tu non credi, Simba?!?” scherzò ancora lui.

Io sbuffai, spostando lo sguardo, fingendo di essermela presa “Dumme bruder…” dissi soltanto.

Tom rise ancora.

Il capotreno fischiò. Immediatamente entrambi tornammo a guardare la nonna. “Fate i bravi e non litigate!” disse lei, calandosi di nuovo nel ruolo della nonna.

Ja, Großmutter!!!” rispondemmo subito noi all’unisono.

“Grazie ancora!!!” conclusi io, il treno che iniziava a muoversi, uscendo dalla stazione. La nonna, immobile sul binario, le foto in mano, mi sorrise.

 

 

Continua…

  
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