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Autore: finnicksahero    03/06/2014    4 recensioni
Mi sono sempre chiesta come si sono conosciuti Finnick e Annie, e durante l'ora di Chimica è nata questa storia. Dal testo:
-Piacere Finnick- dico porgendogli una mano, lei si volta verso di me ancora con il broncio sulle labbra e tende una mano -Annie Cresta-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo quarantotto.


 

-Stiamo andando a prendere Annie- mi aveva detto un'infermiera, da due giorni guardavo la porta con tanta aspettativa da sembrare un bambino, guardavo quei vetri con sopra disegnate quelle linee bianche e pensavo a lei.

Al suo sorriso contorto, i suoi occhi verdi, come la giungla che avevo vissuto, il suo corpo piccolo che conteneva un gran carattere, pensai a lei, a tutto quello che era, sopratutto al suo sapore. Sapeva di casa. Perché lei era la mia casa. Pensai anche a Johanna, volevo rivederla, saperla al sicuro, quella ragazza dal cuore d'oro! Ne aveva viste di atrocità e aveva fatto cose di cui non andava fiera e se ne vergognava, la capisco, pure io, ma per nostra fortuna avevamo trovato le braccia dell'altro aperto, nei momenti di buio. Questo ci aveva mandato avanti per anni.

Guardai la mia camera di ospedale. C'era un solo letto, tutto grigio, le pareti, il pavimento, i camici dei medici e quelli dei pazienti, ma sopratutto le persone, in quel posto c'erano persone grigio. Senza personalità, senza storia, nate per vivere, senza grandi azioni, nati semplicemente per esistere, non avevano avuto attenzioni da nessuno. Né belle né brutte.

Chissà che bello, vivere sereni e liberi. Avrei pagato con tutto quello che possedevo pur di avere la libertà di quelle persone. Una normalissima vita, con Annie e i nostri figli, senza incubi, momento di confusione, niente di niente, solo la felicità delle persone che si amano e vengono amate.

Entrò Prim di corsa, era una ragazzina appena formata, il corpo leggermente accentuato, con quelle curve che neanche si notano, ma che ci sono, aveva i capelli chiusi in due trecce non troppo rigide, erano di un biondo puro, come Peeta, gli occhi erano azzurri con delle scaglie di ambra al loro interno, il volto che sprizzava vitalità che solo una quattordicenne può avere era tutto rosso, da sembrare un pomodoro.

-Heyy- la salutai, lei batte le mani entusiasta e mi prese per mano, trascinandomi fuori dalla mia stanza, passai davanti a diverse porte, notai persone su persone, che venivano aiutate da tante persone, fermai Prim e la guardai accigliato, lei ridacchio -Annie! Johanna! Sono tornati, Finnick, sono qui- strillò e parti al galoppo, lasciando che la mia mano scivolasse via dalla sua.

Erano tornati, perché mi sentivo così.... confuso? I medici mi dicevano di ripetere dei gesti, chiudere gli occhi e respirare contando fino a dieci, ripetendo il proprio nome fino allo schifo, mi appoggiai alla parete e lo feci.

-Mi chiamo Finnick Odair- dissi, 'Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci' respirare ed espirare -Mi chiamo Finnick Odair- e così all'infinito finché le idee non si fossero chiarite, e la mente aperta, mi ci vollero un paio di minuti per calmarmi, mi voltai e vidi Katniss, la treccia scura tutta arruffata, mi prese per mano e corremmo. Corremmo verso le persone a noi più care, Haymitch era dietro di noi. Era preoccupato per Effie, glielo si leggeva in faccia. Aveva il suo nome tatuato negli occhi grigi, devastati come una tormenta di neve.

Lo vidi mentre abbracciava una donna e la baciava sulle labbra con eccessiva passione, mi voltai e guardai avanti, anche se sentii i singhiozzi di Effie, mentre raccontava quello che aveva visto. Quella donna così coraggiosa, l'adoravo, era veramente fantastica.

Arrivammo al centro, dove dottori e infermieri erano ovunque, correvano urlando ordini a destra e a manca, vidi Prim mentre copriva Johanna con una coperta e le accarezzava la testa, la guardai terrorizzato e lei alzò i due pollici e fece finta di dormire, quindi la mia amica era salva, stava bene, era viva e si stava riposando, oppure era lo stress accumulato, forse entrambe le cose.

Quando ci fermammo, Katniss era come me paralizzata, cercava Peeta, vedevamo solo una marea di persone, nessuna di familiare, poi è come se il mio corpo avesse reagito alla sola sua presenza, sentii alleggerirmi, rilassarmi e spuntarmi il sorriso, ancora prima di sentire il mio nome urlato mi girai verso di lei, -Finnick- strillò. Aveva addosso un solo lenzuolo, che la copriva abbastanza, aveva le guance rigate di lacrime, gli occhi inondati da piccoli pezzi di oceano, rendendo i suoi occhi due alghe che brillavano sul fondo di una secca, scoppiai a piangere pure io e corsi in avanti, ci abbracciammo e cademmo a terra, strisciando fino ad un muro, dove ci baciammo davanti a tutti, quando mi staccai la guardai e non capii più nulla -Ti amo- le dissi, lei sorrise e mi strinse ridendo, l'abbracciai sorridendo e tenendo gli occhi chiusi.


 

-Finnick?- chiese Annie, ci avevano dato un appartamento, la Coin era in vena di gentilezze, noi due avevamo già collaudato il letto, eravamo entrambi nudi, la stringevo con fare protettivo -Dimmi- abbassai lo sguardo e la vidi sorridere -Perché ogni volta che ci vediamo finiamo sempre per fare l'amore?- chiese, risi e le baciai i riccioli -Non vogliamo ricordare le cose cattive, vogliamo crearne delle belle- mormorai sui suoi capelli, lei fece una risata. Una risata vera, come quelle che non le sentivo fare da tempo, -Mentre ero la, nella cella, pensavo a noi, e che potremmo, come dire- iniziò, la zittii baciandola sulla bocca -Annie Cresta, noi possiamo fare tutto ora, siamo insieme e siamo liberi- le dissi fra un bacio e l'altro, lei mi montò in grembo ancora nuda.

Guardai i suoi occhi verdi, il suo sorriso, le labbra rosse bacca tutte quelle lentiggini. Guardai lei.

Notai il cambiamento, la sua espressione, tutte quelle emozioni. Era guarita. Ero guarito, stavamo entrambi bene. Liberi dalla pazzia e dalle cattiverie. Annie era stata la mia luce, in tutto questo buio. Ci salvavamo a vicenda, sempre.

Guardai il verde dei suoi occhi, vidi la luce al loro interno. Seppi cosa fare, la baciai e quando mi staccai le sorrisi -Posso farti una domanda?- le chiesi, lei annui, mentre mi guardava negli occhi la vidi sorridere, le labbra increspate, se le stava mordendo, come sempre -Annie Cresta, ci conosciamo da anni, e stiamo insieme da altrettanti anni, ora siamo liberi e senza regole. Possiamo urlare a tutti il nostro amore- le dissi, lei rise e gli vennero le lacrime -Perciò- continuai -vuoi tu, concedermi l'onore di diventare mia moglie?- le chiesi, lei si tappò la bocca con le mani e poi mi baciò.

-Si- urlò e rise -Si si si si si, siiii sii- ridacchiò sul mio collo, si staccò e gli sorrisi -Scopata post proposta di matrimonio?- le chiesi, lei decise di mettermi una mano sulla faccia e rise -Proposta allettante- disse, tolsi le sua manine dalla mia faccia e feci finta di mangiargliele, le ridacchiò, mi baciò nuovamente, ogni minimo contatto mi mandava al Nirvana -Direi proprio che possiamo farla- sentenziò, la strinsi a me e la baciai -Sono sempre pronto- dissi facendogli l'occhiolino -Sempre il solito- mormorò prima di baciarmi con impeto.

  
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