Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: RoxyDowney    04/06/2014    3 recensioni
Robert dopo il divorzio soffre d'insonnia e pur di non ricadere nelle vecchie abitudini è disposto ad accettare di provare qualsiasi cosa. Mia si troverà a dover gestire la parte più "complicata" di quell'uomo quasi perfetto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiuse la porta della sua stanza e mise la valigia sul letto. Non aveva idea di cosa portarsi e più recuperava i suoi vestiti dall’armadio e più stava pensando di non avere vestiti adatti per accompagnare un personaggio del calibro di Robert. Infine venne investita da un ultimo dubbio amletico. Non aveva idea di dove fossero diretti e lei aveva praticamente solo abbigliamento ideale per il clima di Los Angeles e se fossero stati diretti verso il nord del paese? Dove piove ventiquattro ore al giorno? Si mise a sedere e cercò il telefono. Si soffermò a guardarlo prima di premere il tasto chiama e far partire la telefonata. Lo buttò sul letto, recuperò la scatola delle scarpe in cui conservava i suoi risparmi ed infilò i contanti in una busta. Se fossero stati diretti a nord, avrebbe sicuramente trovato un negozio dove acquistare l’abbigliamento adatto al posto. Non doveva dare modo a Robert di pensare che lo cercasse con la scusa di chiedergli qualcosa. Il telefono trillò, Michael le aveva confermato di aver dato tutte le disposizioni all’hotel e che la copia delle stesse l’avrebbe trovata nell’allegato.
Il tempo passò in fretta e lei riuscì a chiudere tutto il necessario in una valigia sola. Poco dopo il telefono squillò insistentemente lo prese e rispose
-Sì?
-Salve sono Jimmy, tra una decina di minuti siamo da lei. Volevo avvisarla.
-Grazie. Scendo subito.
Prese la valigia e la mise vicino alla porta. Aprì piano la porta della stanza di Maria e vide che stava dormendo. La richiuse senza far rumore e le lasciò un messaggio in cucina.
“Starò via qualche giorno per lavoro, appena posso ti invio una email così ti racconto tutto. Ti voglio bene. Un bacio Mia.”
Chiuse la porta dietro di se e facendo un respiro profondo scese le scale ed aprì il portone d’ingresso che dava sulla strada. Vide un monovolume nero parcheggiare proprio davanti alla sua porta. Scese un uomo robusto sulla quarantina dai capelli rossicci schiacciati sotto ad un berretto. Non sapeva chi fosse, ma lo riconobbe subito. Era l’uomo nelle foto con Robert, quelle del privée. Le si avvicinò sorridendo
-Mia?
Mia annuì e ricambiò con un sorriso un po’ forzato.
-Bene, siamo leggermente in ritardo ma dovremmo farcela. Posso darti del tu? Io sono Jimmy. Molto piacere.
-Sì… Sì certo. Il piacere è mio.
-Allora alla valigia penso io, tu sali in auto. Mia lo ascoltò e fece come aveva detto. Salì e venne salutata da un coretto di persone. In quel monovolume erano seduti in 7, 8 con lei e ora che Jimmy stava salendo 9. Non aveva guardato bene tutti, ma Robert non era tra loro. Si limitò a sorridere e salutare.
-Mia se mi dai il tuo passaporto faccio il check-in anche per te.
-Certo.
Disse subito affrettandosi a passare il passaporto a Jimmy che con un tablet alla mano stava confermando tutti i biglietti.
Durante il breve tragitto scoprì che con lei avrebbero viaggiato: due assistenti, un parrucchiere, una truccatrice, una costumista che si occupava del guardaroba e tre guardie del corpo. Il mezzo si fermò e scesero tutti. Ognuno prese il suo bagaglio e lo ripose su un carrello per il trasporto di più bagagli. Infine le guardie del corpo aiutarono la costumista a scaricare quello che doveva essere il bagaglio di Robert. Mia iniziò seriamente a preoccuparsi, sembrava che quelle valigie non finissero mai. Poco dopo Jimmy invitò tutti ad entrare e seguirlo, solo le guardie del corpo di Robert rimasero fuori. Mia affiancò Jimmy visto che, era l’unico viso che era sicura di saper riconoscere in mezzo alla ressa dell’aeroporto.
-Loro non vengono?
-Sì ma aspettano che arrivi Robert per entrare… è un po’ stressante viaggiare con lui ma ti abituerai.
Si fermarono al banco, Jimmy fornì i passaporti di tutti alla hostess e per primo mostrò il passaporto di Robert chiedendo l’imbarco prioritario per il gruppo e l’assistenza della security dell’aeroporto. La ragazza fu molto gentile e ritirò i bagagli contrassegnandoli con un etichetta priority. Infine un agente della sicurezza si affiancò a loro e parlò con Jimmy. Spiegò che gli agenti della sicurezza personali di Robert a breve lo avrebbero scortato all’interno della struttura e lui convenne con Jimmy che era meglio se avessero deviato momentaneamente il flusso delle persone in transito per non creare confusione. Jimmy ritirò i biglietti di tutti e li tenne con i passaporti ed insieme all’agente raggiunse il varco che avevano riservato. Iniziarono a passare attraverso i metal detector quando il telefono di Jimmy suonò ma lui non rispose
-Robert è arrivato.
-Ragazzi, siamo pronti?
-Sì Mr. Downey, quando vuole possiamo entrare, è tutto abbastanza tranquillo.
-Bene, gli altri? Jimmy?
-Tutti dentro, stanno facendo ora i controlli.
-Ok, andiamo.
Varcò l’entrata e i primi fans cominciarono a radunarsi attorno alla security, Robert cercò come sempre di continuare a camminare mentre con un pennarello che qualcuno gli aveva passato dispensava autografi sorridendo “Ma dov’è? Se Jimmy si è scordato di passare a prenderla stavolta lo uccido!”. Si avvicinarono ancora al varco, salutò tutti e si infilò per primo. La vide. Con una felpa leggera se ne stava in disparte tenendo le mani nelle tasche quasi imbronciata. Robert sorrise nel vederla così, forse era un po’ frastornata da quel vociare che per lui era diventato solo un rumore di fondo nella sua vita.
La vide voltarsi verso di lui, distolse lo sguardo ed iniziò a parlare con l’agente ai controlli.
Poco dopo Mia si voltò nella direzione da cui sentiva provenire un vociare piuttosto stridulo e lentamente attraverso quella folla che si era radunata vide gli uomini della security avanzare e Robert tra loro che dispensava autografi e sorrisi. Passò attraverso il metal detector e gli uomini della sicurezza dopo di lui. Robert salutò tutti e parlò con l’addetto alla sicurezza che li avrebbe scortati al gate dove si sarebbero imbarcati subito, anche se il banco dell’uscita era ancora spento. Lui stesso controllò le carte di imbarco mentre un hostess risaliva la rampa che collegava l’aereo al braccio dell’aeroporto. Terminati i controlli l’addetto aprì la porta con la carta magnetica e l’hostess li accompagnò sull’aereo.
Robert non l’aveva guardata nemmeno per un attimo, per un attimo le parve strano questo comportamento da parte sua, ma poi, pensò che li era in pubblico e era abbastanza ovvio che si sarebbe comportato in maniera differente. Cercò di non pensarci e raggiunse l’interno dell’aereo. Quasi tutti presero posto a coppie, si conoscevano e Mia aveva già intuito che sarebbe andata così, infatti non se ne preoccupò. L’idea di volare accanto a qualcuno che parlasse, facendole continuamente delle domande non la entusiasmava. Se fosse capitata accanto ad un estraneo qualunque non avrebbe dovuto conversarci per forza. Prese un biglietto a caso tra quelli che Jimmy stava tenendo ancora in mano per distribuirli e si mise a sedere. Posto finestrino. Perfetto pensò, musica e panorama. Prima di infilarsi gli auricolari vide che Jimmy stava per prendere posto affianco a lei, la cosa non le dispiaceva, sembrava un tipo silenzioso e quindi il viaggio sarebbe stato tranquillo, inoltre poteva chiedere a lui dove erano diretti e quanti giorni di riprese erano previsti, se finite queste riprese sarebbero tornati a Los Angeles…
-Jim! Questo è il mio posto!
Lui non disse nulla, sorrise e si alzò spostandosi nel sedile dietro.
Robert si tolse la felpa e rimase a maniche corte, tenendo però la sciarpa attorno al collo, forse per via dell’aria condizionata.
-Pare sarà un volo tranquillo. Il pilota dice che non dovrebbero esserci turbolenze.
-Meglio così. Posso chiederti una cosa?
Robert appoggiò la testa sul sedile ruotandola nella sua direzione
-Puoi chiedermi ciò che vuoi, purché ciò che vuoi non sia scendere da questo aereo.
Mia cercò di non dare troppo peso a quelle parole ed ai suoi occhi che la stavano fissando seri.
-Dove siamo diretti?
-Bella domanda. Per circa una settimana saremo ad Anchorage, in Alaska. Abbiamo bisogno di neve per girare alcune scene, tanta neve.
-Oh merda!
Non appena Mia si rese conto che il suo commento le era uscito di bocca senza filtri si premurò di chiedere scusa a Robert che si mise a ridere sapendo bene il perché del suo commento. Divertito, provò a farla parlare
-Qualcosa non va?
Mia lo guardò seria
-Mi stai prendendo in giro? Certo che c’è qualcosa che non va! Andiamo in Alaska! Questa era una delle cose che oggi avresti dovuto dirmi. Il mio bagaglio è totalmente inadeguato!
-Pensi che avresti potuto trovare facilmente a Los Angeles l’abbigliamento adatto a Anchorage in un paio d’ore? Non devi preoccuparti di nulla, pensa a tutto Jimmy.
Mia poco convinta guardò tra i due sedili e vi trovò lo sguardo di Jimmy che sorrideva e le fece l’occhiolino. Involontariamente aveva ascoltato tutta la loro conversazione e ora per isolarsi stava accendendo la musica nei suoi auricolari.
Lei si rimise seduta correttamente e vide Robert che la guardava sorridendo.
-Perché non mi racconti qualcosa di te?
Mia appoggiò la testa sul sedile guardando Robert. Pensò che in quegli occhi avrebbe potuto perdersi
-Perché quello sarebbe fuori dalle mie competenze lavorative.
-Non sono d’accordo, è come se ti chiedessi di raccontarmi una… favola, una favola della buona notte!
-Vuoi dormire?
-No, ora non ho sonno.
-Appunto non sarebbe una favola della buona notte.
Mia si voltò verso il finestrino e guardò fuori. Stavano iniziando le manovre per il decollo e riflesso nel finestrino riusciva a vedere il viso di Robert. Lui continuava a guardarla, non riusciva proprio a credere che quel loro momento fosse sparito dalla sua memoria. Come era successo? Forse Maria le aveva dato un colpo in testa? Rise tra se e se. Doveva trovare il modo di farle ricordare quei momenti che nella sua mente, erano il ricordo più sublime che avesse da molto tempo.
Mia chiuse gli occhi per non vedere Robert che la fissava riflesso nel finestrino e si addormentò. Dormì per quasi tutto il volo. Robert le prese la mano e lei si svegliò. Avvertì la voce di Robert come fosse una voce lontana, la stava chiamando per avvisarla che erano prossimi all’arrivo. Si stropicciò il viso e sistemò i capelli.
Avrebbe voluto aspettare a chiamarla per tenerle ancora un po’ la mano tra le sue, ma l’annuncio all’interfono lo fece decidere che aveva indugiato già più del dovuto. Se si fosse svegliata e accorta che le stava tenendo la mano non gli avrebbe rivolto la parola per tutta la serata come minimo.
Mia osservò il panorama fuori dagli oblò, era tutto scuro ed il bianco della neve rifletteva la luce. Vedeva la neve scendere copiosa dal momento in cui l’aereo si abbassò di quota pronto ad atterrare. Vedendo quegli uomini che lavoravano sulle piste riusciva a percepire il gelo entrarle nelle ossa.
Attesero che l’hostess desse loro l’autorizzazione all’uscita ed a passi svelti si ritrovarono nella zona dell’aeroporto dove venivano scaricati i bagagli. Mia si soffermò davanti ad un rullo ancora fermo, mentre Robert si era fermato all’entrata per fare delle foto con alcuni dipendenti dell’aeroporto e alcuni fans. La raggiunse e mentre era voltata di spalle la prese per mano e la trascinò verso l’uscita.
-Ci pensano loro.
Facendo cenno al suo staff capitanato da Jimmy. Le guardie del corpo presero dai bagagli a mano dei giubbotti e li fecero indossare a Robert e Mia. Poco dopo, prima di uscire dall’hangar ne distribuirono uno ad ogni membro del gruppo e ne indossarono alcuni identici anche loro. Raggiunsero senza difficoltà la zona in cui attendevano i conducenti delle auto e presero contatto con quelli inviati dall’hotel.
Il viaggio tra l’aeroporto e l’hotel fu breve, tanto che Mia pensò che, se fuori non ci fosse stata la bufera di neve e una temperatura proibitiva probabilmente avrebbero potuto raggiungere l’hotel a piedi. L’auto parcheggiò in un garage sotterraneo e Robert si lasciò accogliere dallo staff dell’hotel che lo attendeva per accompagnarli nella suite. Salirono in ascensore e Mia notò che il pulsante premuto era l’ultimo in alto. Seguì silenziosa Robert ed il maggiordomo della suite lungo il corridoio ed a quel punto, vista l’accoglienza era curiosa di vedere come veniva fatto alloggiare un attore come Robert. Le porte della suite vennero aperte, Robert si tolse il giubbotto e seguì quell’uomo che gli dava indicazioni sui confort della camera e come poteva contattarlo in caso di necessità, mentre Mia era rimasta sbalordita. In quella suite c’era un salotto con il camino, un area bar con tanto di penisola e sgabelli, seguendoli scoprì una cabina per la sauna o bagno turco, non se ne intendeva. Adiacente al bagno c’era la vasca idromassaggio di dimensioni spropositate tanto che pensò che potessero entrarci tranquillamente Robert con buona parte dello staff. Infine la camera da letto. Il letto king size era davvero enorme e dall’aria confortevole. Una stanza era adibita a cabina armadio e una piccola saletta conteneva pochi suppellettili, un lettino da massaggi oltre a vari attrezzi fitness. Tutto l’arredamento era sui toni del grigio argentato e dell’azzurro. Un accostamento che Mia trovò rilassante. Mentre si guardava attorno iniziò ad ispezionare la camera. Le pareti di vetro davano bella mostra del panorama notturno sulla città ed ovviamente non potevano murarle per il loro soggiorno ma c’erano delle tende blu ai lati delle pareti di tela molto spessa. Controllò il bar. Era molto fornito con qualsiasi genere di bevanda.
-Mi scusi…
-Si Madame… posso esserle utile?
-Avete ricevuto le indicazioni sui contenuti della stanza per Mr. Downey?
-Sì Madame. Proprio poco fa. Abbiamo terminato da poco di montare i tendaggi e ora provvediamo con il resto.
-Bene. E per cortesia deve far togliere anche i telefoni dalla camera da letto e disabilitare le suonerie degli altri apparecchi. Il resto dovrebbe essere sulla lista.
-Certo Madame. Come desidera. Non appena termineremo le sistemazioni farò personalmente un controllo della lista. Vuole che si continui ora o domani mentre Mr. Downey sarà fuori?
Li avrebbe fatti lavorare subito per avere l’ambiente pronto ma si rendeva conto che Robert l’indomani mattina avrebbe dovuto lavorare ed era già molto tardi.
-Faccia togliere solo i telefoni e le suonerie. Caffeina e alcolici dal minibar. Il resto potrà essere sistemato domani.
-Avverto subito.
Sì allontanò dalla camera da letto portando con se i telefoni che erano posati sui comodini. Robert si era sdraiato sul letto e con le gambe accavallate la osservava compiaciuto
-Quando ti occuperai della cosa più importante?
-Cioè?
-Di me! Della cena, non vorrai farmi andare a letto digiuno!
Si rese conto della dimenticanza, ma non avrebbe ammesso una defezione del genere.
-Pensavo che prima volessi farti una doccia o un bagno e che saremmo scesi per la cena dopo. Inutile ordinarla ora.
-Touché! Vado a farmi una doccia, ma per la cronaca io mangio sempre in camera e non al ristorante dell’hotel.
Si alzò ed iniziò a spogliarsi la maglietta mentre camminava per raggiungere il bagno
-Se poi vuoi raggiungermi lascio la porta aperta.
Mia camminò dietro di lui finché non entrò in bagno poi deglutendo procedette verso il soggiorno dove il maggiordomo stava svuotando il minibar. Questo lavoro era davvero l’inferno. Sorrise all’uomo.
-Avete un menù per i pasti di Mr. Downey?
-Sì Madame, ci è stato fornito dalla produzione quando hanno prenotato l’hotel.
-Ho bisogno di vederlo, pensa di potermene procurare una copia?
-Assolutamente. Chiamo in cucina e glie lo faccio portare.
Sentì il suo telefono vibrare
-Ciao Michael
-Ehy allora dove sei?
-Nel bel mezzo del nulla con intorno montagne di neve.
-Un ambientino confortevole. E l’hotel?
-Quello è di un lusso sfrenato, ma ci sono ancora parecchie cose da sistemare. Avevi bisogno?
-No. Volevo solo sapere se andava tutto bene e se eravate arrivati.
-Sì. Tutto bene. Già che ti sento, ho bisogno di un favore. Il nostro menù, come vengono cucinati i pasti, dobbiamo fornire queste informazioni alla cucina dell’hotel. Non credo possano stravolgere la loro cucina per noi, ma se ci sono ingredienti proibiti è meglio che lo sappiano.
-Ok. Ci penso io.
-Grazie. Ci sentiamo presto.
Restò ad osservare il panorama dalle grandi vetrate anche se la sua testa e il suo corpo sentivano come una grande calamita che l’attirava verso il bagno. Verso quell’uomo che cantando sotto la doccia stava rapendo quel poco di buon senso che le era rimasto.
-Madame il menù.
Perfetto pensò. Ora aveva qualcosa su cui lavorare e distrarsi momentaneamente.
Poco dopo lo vide comparire con indosso un asciugamano dalla vita alle ginocchia e la guardava sorridente.
-Che c’è di tanto divertente?
-E’ incredibile sentirmelo dire ma, non ho niente da mettermi!
-Mr. Dan, mi scusi, i bagagli di Mr. Downey non sono arrivati?
-Sì Madame, Tutti i bagagli sono arrivati, ma li ho lasciati all’ingresso per non far disturbare Mr. Downey. Li faccio sistemare subito.
Robert sorrise ammiccando alle due giovani cameriere che non riuscivano a smettere di guardarlo e sorridere, mentre lo stomaco di Mia iniziò a contorcersi. Era furente. Raggiunse l’ingresso della stanza per ordinare la cena. Era gelosa di qualcuno che non era suo e che, teoricamente non voleva avere.
-Mia? Mia dove sei?
-Sono qui Robert, di cos’altro hai bisogno?
-Volevo solo… allontanarmi da quelle due, per prima cosa. Mi spaventano, hanno uno sguardo maniacale e poi volevo avvisarti che ti ho riempito la vasca.
-Farò una doccia più tardi, ora sto lavorando.
-Lavorare con me, per me, non significa che tu non debba godere dei confort di questa suite. Prometto che non sbircerò dal buco della serratura.
Robert sorrise e Mia non poté far altro che ridere della sua battuta. In fondo era stato gentile a prepararle un bagno caldo e ne aveva davvero bisogno.
-Detto io l’ordine della cena alla cucina, tu vai a rilassarti.
Lo vide prendere la lista e la cornetta del telefono dalle sue mani con quel suo sorriso beffardo
-Comunque per la cronaca, io non ho bisogno di spiare, mi ricordo esattamente tutto, quasi come …fosse ieri!
Mia arrossì come mai e raggiunse il bagno senza voltarsi verso di lui, ora aveva decisamente bisogno di una doccia fredda.



Note: Eccoci qui con questo nuovo capitolo! Non vi ruberò altro tempo, volevo solo avvisare chi sta leggendo di fare attenzione ai capitoli (qualcuno ha saltato il capitolo 5!  ;)
Buona lettura e grazie ancora per le recensioni che vorrete lasciarmi. Un grazie speciale va a VeroDowney, Vero219, mitte2000, Deby14 e Skae_Ef che hanno recensito questa storia e  
VeroDowney, Vero219 e Skae_Ef che mi stanno onorando con la loro costante presenza. Grazie mille! 

 
   
 
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