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Autore: Kapitan Kefiah    04/06/2014    0 recensioni
Via Lattea, Anno 2174.
sono passati vent'anni dagli eventi di Pandora, e quasi duecento dai fatti del Distretto 9.
La Galassia Conosciuta è un cosmo complesso, in cui diverse specie tentano di preservarsi e di convivere più o meno pacificamente nonostante gli interessi contrastanti, è un' era di Crisi, di pericoli e di punti cruciali, ma anche di opportunità.
Pericoli e Opportunità si intrecciano su questa luna nel Sistena Alpha Centauri, che si trova in un punto di svolta come mai prima nella sua storia.
Una storia che si dipanerà attraverso gli occhi e le azioni di coloro che vivono in questa era.
Benvenuti nell'era WEIJI.
Genere: Generale, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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(POV: Leon)
Leon aprì la porta ed entrò in salotto, sul divano davanti alla tv stava una ragazza.
Era una ragazza umana dal fisico slanciato, dalla pelle color caffelatte e gli scarmigliati capelli castano scuro lunghi fino al collo, vestita di un paio di jeans elasticizzati neri e un top bianco, era a piedi nudi ma di fianco al divano c'erano un paio di scarponi neri con lacci bianchi e un paio di calzini grigi che spuntavano.
Al suo fianco sul divano stava accucciata una iena maculata, con la criniera nera e il manto chiazzato color fango.
Lei lo guardò mentre lui si avvicinava e sorrise.
“Goeie Aand Leon” disse lei “finalmente sei arrivato!”
“Ciao Leila” fece lui mentre entrava “che ci fai qui?”
“Niente di che” si stiracchiò “ho saputo dai tuoi che oggi andavi alla sede ICA per discutere dell’ assunzione” incrociò le gambe “così, visto che riguarda anche me, ho pensato di venire di persona”.
Leon si avvicinò e si sedette, lei si spostò di lato. La iena saltò giu dal divano e si accucciò sul tappeto.
Dannata bestiaccia, ti sei mangiata il mio ultimo mobile!
Stando appollaiata sul divano lei riusciva a guardarlo negli occhi senza alzare troppo la testa. Effettivamente era alta per un’umana.
Lui espirò e si scrollò la pioggia di dosso.
“Ma che sei scemo?” sbottò Leila mentre si riparava con una mano “mi stai innaffiando!”
“Oh” lui abbassò le orecchie “scusa” si passò una mano sui capelli “quel profumo che usi, credo lo usassero gli italiani nel 2070 per gasare gli zingari”
“E quindi? Mica lo devi usare tu!” si stiracchiò “e poi tu non sei umano, non puoi capire…”
Lei lo guardò. I suoi capelli incorniciavano il suo volto rotondo, aveva una bocca piccola ma labbra carnose da nera, i suoi denti erano puliti anche se un po’storti, gli zigomi erano alti e il naso dritto da bianca ma con narici più larghe, la sua fronte era spaziosa e le sopracciglia arcuate. I suoi occhi lo inquietavano, dal taglio affilato e di un grigio chiaro che stonava completamente con i suoi tratti, e l’innaturale sclera nera invece che bianca le dava uno sguardo folle.
“…In ogni caso” riprese lei “quali buone nuove mi porti dalla sede dell’ICA?”
“Che sono molto soddisfatti della mia scarsa esperienza lavorativa, e che forse mi includeranno l’odontoiatrica”
“Quindi ti prendono?”
“Forse, ma ci sono buone probabilità di sì”
Leon notò che Ficus si era alzato a sedere, lo stava annusando e grugniva felice.
“Ciononostante” riattaccò Leila “non mi sembri saltare di gioia”
La fissò storto “…no?”
“Decisamente no”
Leon distolse lo sguardo, e fissò il pavimento.
“Allora, che c’è che non va?”
Lui non rispose.
“Sei in ansia per questa partenza?” continuò lei “e chi non lo sarebbe?”
“Non sono in ansia” replicò lui.
“E allora cos’è? Avanti, è dai tempi del secondo anno di liceo che ci conosciamo e dal quarto che siamo amici, lo sai che se hai qualcosa che ti turba io sono disponibile!”
“Scusa Leila, ma questa non è un qualcosa che la tua disponibilità può risolvere”
Leila lo fissò storto, poi si alzò “…e che cazzo, odio quando fai così!” si diresse a passo spedito verso la cucina.
Leon la seguì con lo sguardo, fissandola con aria di sufficienza.
“…Aspetta Leila, va bene” disse lui atono “se tanto ci tieni te lo dico”
Leila aprì il frigo.
Incrociò le braccia “Leila non cominciare a fare così!” disse alzando la voce “in questa casa a fare sceneggiate di questo genere basto già io!”
Leila tirò fuori dal frigo una birra.
“Leila piantala” continuò lui “ho detto che te lo dico!”
“Non sento” replicò lei senza degnarlo di uno sguardo.
Leon distolse lo sguardo, poi si alzò di scatto.
“Ah no? Bene, e io te lo dico lo stesso” le urlò “subito dopo che sono andato via dalla sede ICA Samuel mi ha contattato, e aveva ottime notizie, per la precisione i miei zii sono stati mangiati da un thanator!” ricadde sul divano, lo sentì scricchiolare “Contenta? Riuscirai a dormire la notte adesso?”
Dopo qualche secondo si girò, Leila si era bloccata nell’atto di stappare la birra, le era cascata la mascella.
Si era preparata un panino integrale da cui sporgevano due fette di salame e un paio di cetriolini sottaceto a fette, Ficus ne approfittò per sporgersi sul tavolo e servirsi.
“…Wat?” disse, con gli occhi sbarrati “My God scusami!”
Leon distolse lo sguardo, abbassò le orecchie e guardò il pavimento.
“…No, scusami tu, stavi cercando di aiutarmi e ho reagito da stronzo”.
“Non è quello” rispose lei stappando la birra “è che pensavo ti stessi facendo venire uno di quei tuoi raptus come al liceo, non ti si poteva rivolgere la parola a riguardo di cose che ti disturbavano senza che tu ci soffiassi contro,” la vide tornare al divano, seguita da Ficus che si leccava i baffi “come potevo immaginare fosse una cosa cosi!” si sedette di fianco a lui.
“In verità” continuò lui “non sono morti, non ancora almeno, ma da quel che mi ha detto Samuel non hanno molte speranze”
“I medici dell’ ICA? Ma dispongono di tecnologie mediche d’avanguardia, persino per le razze più avanzate!”
“Ho visto di persona come un leone di 200 kili può ridurre qualcuno abbastanza male che nemmeno la tecnologia medica poleepkwa può fare qualcosa, figurati un thanator di 2000...”
“Mi dispiace” Leila gli toccò la spalla “…stai molto in pena?”
Lui distolse lo sguardo “…sì, abbastanza, è che poi tutto questo salta fuori così…”
“…Ti capisco”Leila bevve un sorso “…anche quando nella mia vecchia…famiglia…sai già quel che è successo…è stato un periodo difficile, anche se Samuel e zio Lemuel mi erano vicini, io volevo tenere il dolore solo per me…” gli porse la bottiglia “Vuoi un sorso?”
Leon prese la bottiglia, la guardò un attimo e poi scolò, il sapore amarognolo della birra gli invase la bocca, il suo organo di jacobson fu solleticato dalle bollicine, poi le ridiede la bottiglia.
“…Meglio se ne vado a prendere un’altra…” disse Leila mentre si alzava “…a proposito, grazie per essere passato a prendere Ficus dal veterinario”
“Non ricordarmelo, ho portato quella bestiaccia a fare il giro del quartiere alieno minimo due volte” la iena salì sul divano al suo fianco “e quando siamo tornati a casa ha divorato metà dei croccantini che tenevo, ha riposato dieci minuti e poi era di nuovo a raspare alla porta, e quando non l’ho portato ha cominciato a mangiarsi il letto!”.
“È una iena” replicò lei “ha bisogno di fare molta fatica, comunque” si sedette di nuovo e porse la birra già iniziata a Leon “quando partiamo per Pandora?”
“Tra una settimana” disse mentre si distendeva “ma non da qui”
“In che senso? Che non partiamo dall’Australia?”
“No” Leon finì la birra “nel senso che i voli prepagati ICA per Pandora partono dalla Stazione 02, è quella nell’orbita di Venere”.

Piccole Note Autoriali:
Alcune aggiunte al Parolaio Afrikaans, cortesia di Leila.
# Goeie Aand: buonasera;
# Wat?: cosa?
# My God: mio dio
   
 
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