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Autore: pucciosaherm    04/06/2014    1 recensioni
Una fan dei Rammstein come tante, speciale come poche, che si ritrova in un vortice di avventure dopo un loro concerto.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Toc toc.
Toc toc toc.


“Signorina, si svegli! E’ desiderata nella hall!”
“Maledizione, sono le nove!”
Federica imprecò alzandosi dal letto, si infilò le ciabatte ed andò a farsi una doccia. Indossò nel modo più rapido possibile gli indumenti che Doom le aveva fatto trovare la sera prima, e si truccò leggermente.
Uscì dalla suite e si diresse in modo spedito verso la hall, dove i sei musicisti erano seduti a chiacchierare, già sfamati dalla colazione appena terminata. Tutti si voltarono verso di lei e le sorrisero, e lei fece altrettanto.
“Guten tag, fraulein” fece Richard con un gran sorriso.
“Guten tag, Richard. Dormito bene?”
“Non ho mai dormito meglio!”
La ragazza si sedette su una poltrona, chiedendosi per quale motivo l’avessero mandata a chiamare.
“Ti abbiamo svegliata così presto” fece Oliver, ironico “perché volevamo chiederti una cosa.”
“Esatto” continuò Till.
“Non ci capita spesso di entrare in contatto così stretto con dei fan, quindi volevamo farti sentire ancora più fortunata di quanto tu non fossi già” esclamò Flake “Insomma, hai l’occasione di parlare con un figo del genere...” E si indicò con l’indice.
Federica storse il naso, e gli altri iniziarono a ridere.
“Tagliando corto, ti andrebbe di venire a Udine con noi domani? Abbiamo un altro concerto.” Concluse Paul, sorridendo.
A Federica mancò un battito. Che gran figata, invitata dai Rammstein ad un loro concerto!
“Assolutamente sì!”
Tutti sorrisero compiaciuti tranne Doom, che tentava di non guardarla.
“Ora Federica ha un appuntamento con la mamma, non è vero?” Continuò Paul, fissandola dritto negli occhi.
“Con mia mamma?”
“Certo, permettimi di accompagnarti all’uscita.”
I due si avviarono verso il gran portone dorato.
“Perché hai detto quella palla, Paul?”
“Non dire a nessuno di stasera. Lydia ti aspetta fuori… e se qualcuno dovesse chiedertelo, tu non ci sarai alla festa. Capirai più tardi, adesso vai!”
“Devo fidarmi?”
“Oh avanti, sono Paul Landers! Un’altra ragazza al tuo posto avrebbe acconsentito e basta! Ha ragione Doom, sei diversa…”
Federica arrossì ed uscì all’esterno, e trovò lì davanti una ragazza bionda e alta, leggermente grassottella: aveva un viso simpatico e paffuto.
“Ciao, sono Lydia. Paul mi ha detto tutto ieri sera!” Fece lei, in un italiano perfetto.
“Piacere, Federica. Pensavo fossi tedesca!”
“Lo sono per metà, mia madre è di Sorrento e papà di Berlino… Ho sempre parlato due lingue a casa”
“Fantastico!”
“Dove hai intenzione di andare a cercare un vestito per stasera?”
Chiese Lydia, sorridendo cordialmente.
“Non ne ho idea, non sono di Roma… Andiamo allo sbaraglio?”
“Che sbaraglio sia!”


Intanto, nella hall d’albergo, Schneider si era reso conto benissimo dello scambio di sguardi e battute tra il collega Paul e Federica: dire che guardava l’uomo in cagnesco era poco!
“Tutto bene, tutto bene.” Fece Paul tornando dai colleghi, sfoggiando uno dei suoi simpatici sorrisi.
“Quindi oggi giornata libera, poi si ritorna al lavoro!” Esclamò Till, in uno dei suoi scatti di entusiasmo.
“Io avevo intenzione di andare a cercare delle maschere per stasera in realtà”
“Ah, Oliver! Meno male che me l’hai ricordato… Stasera c’è la gran festa!”
I sei si guardarono compiaciuti, e Doom già immaginava quell’angelo di donna vestita in abito da sera. Si diresse poi in camera, a darsi una sciacquata prima di andare in giro per Roma. Arrivò nel corridoio di appartenenza, ed appoggiò la mano sul pomello argenteo: c’era un bigliettino attaccato con un filo di raso azzurro.
“Che sarà mai?” Mormorò ironicamente, pensando ad un’ennesima lettera d’amore da parte di una fan che aveva scoperto il loro albergo.

Cosa ti è successo ieri sera? Perché hai reagito così male? Vorrei parlarne, non riesco a dormirci su.
Sul retro troverai il mio numero, casomai non ne potessimo parlare face-to-face.
Federica


“Mein gott.” Mormorò, quasi senza fiato. Aveva il suo numero di cellulare!
Prese velocemente il suo Iphone e lo salvò, dopodiché le scrisse un messaggio.
‘Halo, sono Doom. Stasera sarai alla festa in maschera?’

****
La giornata giunse velocemente al termine, e per la prima volta in tutto il dì Federica prese dalla borsa il cellulare, dopo aver comprato maschera ed abito con Lydia. Si erano divertite un mondo!
 
“Due chiamate perse ed un nuovo messaggio. Ah, sono ricercata!”
Fece, ridendo.
“Hanno saputo che sei in contatto coi Rammstein, sicuro!”
“Oh cavolo. Mi sono totalmente dimenticata della mia amica Laura, mi aveva chiesto di vederci oggi!”
Esclamò Federica, leggendo il mittente della chiamata.
“Oh, oh. Chiamala e spiegale tutto, dai…”
“Pronto, Laura? Oh ti prego scusami, è successo un casino enorme… Sì, poi ti spiego, è che ho incontrato il batterista dei Rammstein per strada e… Non urlare! Sì proprio lui, sì, il figo… Ecco poi ho perso le chiavi di casa, tu non rispondevi, mi ha chiesto di andare in albergo con lui… NO NON MI HA PORTATA A LETTO! Smettila di fare la fangirl!  Ascolta Laura, devo scappare, ti racconto più tardi… Bacio, ciao”
Federica sospirò: almeno Laura l’aveva presa bene. Era felicissima per lei e non aveva badato a quella piccola mancanza.
“Resta da leggere il messaggio, sperando che non sia qualche altra cosa problematica” Fece dunque, aprendo la cartella degli SMS.
“Oh cavolo.”
“Un altro guaio? Hai dimenticato qualche altra amica?”
“Doom mi ha scritto!”
“Oh oh, qui facciamo conquiste. Che ti ha detto?”
“Mi ha chiesto della festa di stasera, ma Paul mi ha detto di tacere…”
“Fidati di Paul, avrà sicuramente qualcosa in serbo per stasera.”
Federica quindi rispose.
‘No, mi dispiace. Comunque sono contenta che tu mi abbia contattata...pensavo che qualcuno avesse rimosso il biglietto.’
Il messaggio di risposta da parte di Doom arrivò dopo pochi attimi.
‘No? E perché?’
‘Ho un impegno urgente con mia zia.’
‘Peccato. A domani allora’
‘A domani!’


“Voleva chiederti di andarci con lui?” Chiese Lydia, ridacchiando sonoramente.
“Non ne ho idea, ha tagliato la conversazione”
“Ci sarà rimasto male… Dai, andiamo in albergo. Stasera ti trucco io!”
“Non mi concerai mica come i Rammstein ai concerti?”
“Pft, per chi mi hai presa! Ti renderò irriconoscibile, si divertiranno un mondo a capire chi tu sia.”
Scoppiarono entrambe a ridere, e salirono nella Smart.


****

“Doom, perché così giù di morale?”
“Non ne parliamo, Oliver. Non verrà alla festa di stasera.”
“Gran bel guaio, eh? Non sopporta proprio le feste, a quanto pare... Dai non pensarci e divertiti lo stesso”
“Penso proprio che lo farò… Ora andiamo a vestirci”

Tutti e sei i musicisti si vestirono allo stesso modo: smoking nero con maschera coordinata. Ognuno aveva uno swarovsky diverso sull’angolo destro della maschera; Doom azzurro, Paul blu, Till rosso, Oliver bianco, Flake verde e Richard giallo. Un piccolo tocco di diversità non andava affatto male!
La grande festa stava per iniziare: una gran folla stava aspettando di iniziare a ballare – quella festa doveva essere davvero rinomata.
Era una lunga sfilata di vestiti lunghi e scuri,  borsette piene di pailettes e scarpe altissime. Tutte le invitate sapevano della presenza dei Rammstein a quella festa, ragion per cui nessuna evitava di pavoneggiarsi o sculettare in loro presenza.
I sei musicisti, dal canto loro, risultavano essere piuttosto annoiati dalla solita farsa: fare le gallinelle per essere portate a letto. Che noia!
La grande festa iniziò, e le due sale erano piene zeppe di persone: cocktail di qua, drink di là, musica a più non posso. C’era davvero da divertirsi, e tutti e sei lo capirono benissimo.
Persino Schneider riuscì a distrarsi, parlando con una ragazza dai capelli rossi mentre si faceva abbracciare da una biondina molto più bassa di lui. Flake e Paul erano impegnati a ballare in modo assolutamente scoordinato, mentre Till e Richard chiacchieravano con quattro donne sulla quarantina; Oliver, in disparte, si gustava un cocktail muovendosi a ritmo di musica.
Dall’altra parte della sala, lontana da occhi indiscreti, faceva il suo ingresso timido e nascosto Federica. Il vestito acquistato quel pomeriggio le stava d’incanto, le percorreva le curve in maniera assolutamente sublime. Era un abito lungo e bianco di Armani, senza spalline, che lasciava la schiena scoperta fino a poco più in alto del bacino. La maschera bianca era in stile veneziano, e le copriva gran parte del taglio occhi. Era finemente decorata con swarovsky bianchi e azzurri, che rendevano ancora più magnetici i suoi occhi truccati di nero. L’acconciatura era sublime, e formata da qualche ricciolo in stile vittoriano.
Molte persone iniziarono a fissarla, era senza dubbio la Cenerentola della serata. Anche i musicisti, a turno, si accorsero di lei: Richard, Oliver, Flake e Till non la riconobbero, anche perché sapevano che non sarebbe venuta alla festa; velocemente si passarono la voce tra di loro, mentre Paul sorrideva divertito alla scenetta organizzata appositamente. Più che altro, voleva che Doom avesse una sorpresa: un secondo finto rifiuto ad una festa era ciò che ci voleva.
“Hai visto quella ragazza?”
“Wunderbar!”
“Ma chi è?”
“Non ne ho idea”
“Schneider, vieni a vedere”
“Oh, Gott”
Federica ballava graziosamente, con tutti gli occhi puntati addosso. In particolare due gemme di ghiaccio, gli occhi di Doom, la stavano guardando intensamente, ma lei non se n’era accorta.
Senza badare a nulla, decise di andare via da quella sala e spostarsi nell’altra, alla ricerca del batterista: non riusciva a riconoscerlo tra tutte quelle maschere simili! Si asciugò il collo dalle goccioline di sudore con un fazzoletto in stoffa ricamato e andò via velocemente, quasi correndo; sfortunatamente, le cadde in terra per sbaglio non appena si mosse.
Schneider sorrise accattivante, prima di raccoglierlo e annusarlo. Era rimasto impregnato del suo profumo.

Du riechst so gut

Iniziò a cercarla senza sosta in entrambe le sale, senza conoscere il suo itinerario preciso, tenendo stretto a sé quel fazzoletto: i ragazzi scossero la testa, credendo che stesse dando di matto.
Solo Paul capì, e sorrise: sapeva che il collega avrebbe riconosciuto la ragazza per via del suo sguardo, e che per lui sarebbe stata una gran sorpresa vederla lì; era quello il motivo di tutta la segretezza. Aveva visto il collega e amico molto preso da quella donna, e per questo motivo aveva deciso di prenderlo alla sprovvista.
"Dovrei dirigere un film” Mormorò ridendo, per poi tornare a divertirsi con le fan che lo attorniavano.
Christoph ad un certo punto la vide con la coda dell’occhio: si dirigeva nel parco. Non aveva più via di scampo!

Ich geh dir hinterher, du riechst so gut

La seguì rapidamente, cercandola ancora e ancora e ancora in quel parco che la sera prima pareva così piccolo, dall’alto. Dove si era cacciata? Era sparita nel giro di un attimo!
Poi la vide, di nuovo. Era tremendamente vicina, e con pochi rapidissimi passi la raggiunse.
Lei era bloccata al muro, e le mani di Schneider erano puntellate ai lati della sua testa, fissate al muro. Era in trappola.
Entrambi avevano il fiatone, ed uno sentiva il respiro dell’altro sul viso, tant’erano vicini.

Ich finde dich!

“Hai perso il fazzoletto.”
Mormorò, fissandole le labbra.
“Danke, Herr Schneider”
Rispose lei in un sussurro, ad un palmo dalla sua bocca; poi lo spinse via, e sorridendo riprese il fazzoletto; lo guardò intensamente, poi fuggì nuovamente all’interno.
“Quella ragazza mi farà impazzire” Fece lui, passandosi una mano tra i capelli.
   
 
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