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Autore: Knuckster    04/06/2014    7 recensioni
Evento Argus. Il fenomeno che ha sradicato dal suolo di Mobius un'intera civilizzazione, che ha intrappolato il Clan di Nocturnus nei meandri di Twilight Cage, che ha sconvolto il mondo come lo si conosceva in maniera del tutto imprevista. Ma è davvero solo questo? Sonic the Hedgehog e i suoi compagni, per la prima volta, si ritrovano ad affrontare forze universali ed eterne molto più grandi di loro. Un gruppo di membri eletti di un pericoloso Cenacolo sta preparando il terreno per l'arrivo della misteriosa entità Argus... ed una cosa è sicura: dopo il suo avvento, nulla sarà più come prima.
Sonic e il suo gruppo hanno davvero quello che ci vuole per fermare questa nuova immortale minaccia?
01/03/2019 - STORIA COMPLETATA. A partire da adesso, ci sarà una revisione completa, capitolo per capitolo, con correzioni al contenuto e al layout, riassunte volta per volta in note a piè pagina. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito questa storia gigantesca per tutti questi cinque anni!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
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4) Legacy of Argus    

Logo Legacy of Argus

Chiamata alle armi (Quarta parte)



    Sbatté le palpebre un paio di volte, nel tentativo di mettere a fuoco il mondo intorno a lui. Era tutto così confuso e sfocato, come se stesse guardando attraverso uno specchio d’acqua che deformava tutte le immagini. Riconosceva a fatica il mobilio del suo salotto, rincuorandosi del fatto che si trovava a casa sua. Dopodiché si domandò perché questo avrebbe dovuto rincuorarlo e, immediatamente dopo, capì di non ricordarsi dove si trovava e cosa fosse successo. Si sentiva la testa pesante e probabilmente era per quello che la vista gli si era così appannata. Provò a muoversi, ma si rese conto di avere le braccia rigidamente legate e bloccate sul corpo. Una spessa fune di corda si avvolgeva attorno al suo torace molteplici volte, tenendolo lì, fermo e seduto per terra con la schiena appoggiata al muro. Aveva subito riconosciuto quella fune: si trattava di una di quelle con un innesto interno di acciaio che utilizzava per sollevare con una carrucola materiali pesanti nella sua officina. Provò a muovere le code, ma si accorse che anche quelle erano bloccate sulla schiena dalla corda.

    Quando rientrò del tutto in possesso dei suoi sensi, cominciò a dimenarsi nel tentativo di liberarsi, ma sapeva che la fune era fin troppo robusta per poter essere spezzata. Non poteva credere di essere prigioniero in casa sua e di non ricordare neanche come potesse essere successo. Si guardò intorno, leggermente spaventato, cercando di trovare qualcosa, qualunque cosa, che potesse aiutarlo a liberarsi. Fu allora che la sua attenzione si concentrò su qualcuno che era seduto sulla poltrona all’altro lato della stanza. Ebbe un leggero sobbalzo quando realizzò lo strano aspetto della persona che lo stava fissando: la folta coda pelosa e le orecchie puntute lasciavano facilmente intuire che si trattava di un cane o di un lupo, ma era comunque difficile esserne certi considerando che lo sconosciuto indossava un’armatura scura bordata di rosso, lucida e precisa in ogni rifinitura. La maschera di ferro dell’elmo calato sulla testa, lasciava intravedere solo i suoi occhi che si guardavano intorno con curiosità.

    - Sei… sei stato tu a farmi questo? - domandò Tails, conoscendo già la risposta.

    - Non era difficile indovinarlo, vero? - ribatté l’individuo, senza battere ciglio - Lascia che mi presenti: il mio nome è Drake e sono molto lieto di fare la tua conoscenza -

    - Hai uno strano modo di esprimerlo! - replicò la volpe, con una nota di paura nella voce - Come hai fatto ad entrare in casa mia? E perché mi hai legato in questo modo? -

    Drake si alzò dalla poltrona e cominciò a gironzolare per la stanza, avvicinandosi alla libreria e dando una pigra occhiata ai libri che vedeva sullo scaffale.

    - Ti ho stordito mentre stavi rientrando, ti ho portato qui dentro e ti ho immobilizzato con la corda che ho trovato nel tuo laboratorio qui dietro… o qualunque cosa sia -

    - E’ un’officina! - precisò Tails, prima di sentirsi leggermente stupido per aver fatto quella precisazione in un momento come quello.

    Considerando che lo sconosciuto stava rispondendo tranquillamente ad ogni domanda, il volpino decise di continuare a chiedere in tono quanto più calmo possibile.

    - Perché mi hai fatto questo? Non ti conosco neanche! -

    - Invece io so molte cose di te. Di te e del tuo celeberrimo migliore amico. Non si può dire che siate allergici alle luci della ribalta con tutte le imprese che avete conseguito insieme nel corso degli anni. Ricordo che tu hai addirittura salvato Station Square da un attacco missilistico anni fa, tutto da solo1 -

1 Fa riferimento agli eventi narrati in Sonic Adventure (1998) nello scenario di Tails.

    Tails non sapeva cosa rispondere, quindi rimase in silenzio e con l’aria preoccupata. Drake non ricambiò il suo sguardo e cominciò a far cadere per terra tutti i libri della libreria, uno per uno.

    - Ciò che rende speciale il tuo amico Sonic è impossibile da ignorare. Le sue abilità saltano immediatamente all’occhio, ma mi sono sempre chiesto quale fosse la vera natura delle tue. Una volpe che può volare non è una cosa che si incontra tutti i giorni. Ho approfittato del momento in cui eri privo di sensi per studiarti più a fondo -

    Drake afferrò i lati dello scaffale in legno e buttò giù la libreria, che si schiantò con un gran fracasso. Tails sobbalzò spaventato, totalmente ignaro delle intenzioni del suo assalitore, ma quello continuò a parlare tranquillamente e si diresse verso gli scaffali dal lato opposto.

    - Sei dotato di particolarità davvero sorprendenti, su questo non c’è dubbio. Tuttavia, ciò che ti permette di volare è semplicemente una bizzarria strutturale. Le tue code possono vorticare a velocità impressionanti per la loro particolare conformazione ossea. E’ una questione puramente meccanica e nient’altro. Quindi ho pensato di mettere alla prova il tuo intelletto, cercando di scoprire se il tuo essere speciale derivi da quello -

    - Che cosa vuoi da me? - domandò Tails, quasi esasperato dalla paura - Perché mi stai facendo questo? -

    Dopo che Drake ebbe buttato giù la seconda libreria, guardò Tails dritto negli occhi e, stranamente, nelle sue pupille non c’era traccia di rabbia o di odio, ma piuttosto di un confortante calore sincero.

    - Non è niente di personale, credimi! Voglio solo offrirti un’importante opportunità ma, prima, devo essere sicuro che tu ne sia davvero degno -

    Drake chiuse il palmo della mano e, quando lo riaprì, una fiamma prese vita. Tails rimase prima stupito da quella dimostrazione di potere ma, subito dopo, lo stupore fu sostituito dal terrore per quello che, aveva capito, Drake aveva intenzione di fare.

    - La tua prova è la sopravvivenza. Usa la testa e trova un modo per liberarti e trarti in salvo. Se ce la farai, il nostro Cenacolo accoglierà a braccia aperte te e la tua presunta intelligenza straordinaria -

    Detto questo, Drake scagliò la fiamma sui libri gettati sul pavimento e questi presero immediatamente fuoco. Fece lo stesso sulle librerie di legno e sul divano, tanto che non ci volle molto perché il calore di un incendio invadesse il piccolo salotto insieme al crepitare delle fiamme e all’odore pesante del fumo.

    Senza aggiungere altro, Drake uscì dalla stanza, chiudendosi a chiave la porta alle spalle. Tails si guardava con orrore intorno, mentre le fiamme divoravano rapidamente tutto ciò che incontravano sul loro percorso. Si mise faticosamente in piedi e tentò con tutte le forze di allentare quantomeno la stretta delle corde. Con le code bloccate in quella morsa era difficile persino mantenere l’equilibrio, anche spostandosi di pochi passi. Il fuoco davanti a lui stava creando una barriera pericolosa che lo separava dall’unica uscita. Legato com’era, non era neanche in grado di darsi uno slancio sufficiente per cercare di saltare oltre le fiamme e senza poter utilizzare neanche le sue code in qualche modo si sentiva inerme e impotente come mai lo era stato. Continuava a guardarsi intorno in cerca di qualcosa che potesse aiutarlo, ma tutti gli strumenti utili si trovavano nella sua officina e l’unico modo per arrivarci era oltrepassare la porta protetta da un muro di fuoco sempre più alto. Anche le due finestre della stanza si trovavano dal lato opposto ed erano virtualmente irraggiungibili. Più il cervello di Tails si sforzava di trovare una soluzione, più questa sembrava lontana e la sua paura aumentava, di pari passo all’avanzare del fuoco.

    Di colpo, l’aria cominciò a farsi sempre più pesante. Il fumo invadeva ogni angolo del salotto e Tails non riusciva a fare a meno di respirarlo e di tossire. Sapeva che sarebbe rimasto asfissiato di quel passo, ma sapeva anche che tutte le vie di fuga gli erano precluse. In un ultimo disperato tentativo, fece ricorso a tutte le sue forze e spinse con le code verso l’esterno per allargare le funi. Era tutto inutile. Sapeva che il filamento d’acciaio all’interno le rendeva troppo resistenti e questa consapevolezza aveva il potere di prosciugare tutta la determinazione che gli era rimasta. Indebolito dai colpi di tosse, intossicato dal fumo e con le lacrime agli occhi per il bruciore e la disperazione, sentì le forze abbandonarlo. Si accasciò sul pavimento e chiuse gli occhi in attesa dell’inevitabile.


    Il ritmico e incessante bip delle apparecchiature che aveva intorno sarebbe riuscito, in breve tempo, a far diventare pazzo Sonic. Si trovava lì, in quella fredda e spoglia stanza di ospedale, seduto accanto al letto dove giaceva privo di conoscenza il suo migliore amico. Era straziante vedere quel volpino, che di solito sprizzava vitalità e ottimismo da tutti i pori, rigido nella sua immobilità, collegato ad una serie di macchinari che monitoravano le sue funzioni vitali e con una mascherina sul viso che gli forniva ossigeno. Sonic lo guardava con espressione spenta e vuota, rammaricandosi forse per la prima volta nella sua vita di non essere stato abbastanza veloce.

    Una piccola parte di sé, però, si disse che era stata una fortuna che avesse deciso di andarlo trovare quella mattina. Lo scontro avuto con Drake alla spiaggia e le sue ambigue parole sul “mettere alla prova qualcuno che conosci bene” erano riuscite a mettergli addosso abbastanza preoccupazione da dirigersi a casa di Tails. Quella piccola volpe con due code era la prima persona a cui Sonic si rivolgeva ogni volta che aveva un pensiero in testa che non riusciva ad abbandonare, o era preoccupato per qualcosa.

    Era appena arrivato in prossimità della casa che tante volte aveva visitato ad Emerald Town, quando aveva notato che la porta di ingresso era aperta. Aveva attraversato la soglia e, subito, un forte odore di fumo gli era bruciato nelle narici. Non ci era voluto molto per capire cosa stava succedendo, una volta vista la porta del salotto chiusa a chiave e delle spire di fumo nero che filtravano dall’interno. La vista che lo aspettava una volta entrato ebbe il portentoso effetto di paralizzarlo. La stanza era stata quasi del tutto divorata dalle fiamme e, in un angolo al lato opposto, c’era Tails, legato e accasciato privo di conoscenza sul pavimento. Senza pensarci neanche un istante di più, Sonic si era fiondato verso di lui, oltrepassando il muro di fiamme con un salto, lo aveva preso in braccio ed era uscito di corsa, allontanandosi in fretta dall’incendio.

    - Tails! Tails, svegliati! - lo aveva richiamato il riccio, dopo averlo slegato e poggiato sul prato - Avanti, non fare lo scemo! Rispondi, sei sano e salvo adesso! -

    Ma il volpino non aveva mosso un singolo muscolo. Il suo corpo era afflosciato sull’erba, così rigido che Sonic aveva davvero cominciato a temere il peggio. Ignorando la casa in fiamme, pensando che ci avrebbero pensato i vicini a chiamare i vigili del fuoco, Sonic si era caricato in braccio Tails e, più veloce di quanto avesse mai fatto, aveva corso fino all’ospedale più vicino. Aveva spiegato ai medici di aver trovato il suo amico in balia di un incendio e questi si erano affrettati a ricoverarlo d’urgenza e a mettergli la maschera d’ossigeno nel tentativo di rianimarlo.

    E così, quasi un’ora dopo l’accaduto, Sonic si trovava al capezzale di Tails, in attesa che si risvegliasse. Stando a quello che dicevano i medici, era fuori pericolo. Era rimasto solo intossicato dalla grande quantità di fumo che era stato costretto ad inalare, ma si sarebbe svegliato da solo non appena i polmoni avrebbero ripreso a funzionare normalmente.

    - Mi dispiace, Tails - mormorò Sonic, stringendogli la mano fredda - Sarei dovuto arrivare prima. Ma ti prometto che chi ti ha fatto questo non la passerà liscia! -

    Il riccio blu digrignò i denti, in preda alla rabbia per l’ingiustizia che il suo più grande amico aveva subito e che gli era quasi costata la vita.

    - Come sta? - domandò una voce alle sue spalle.

    Sonic si voltò e, se la preoccupazione per Tails non fosse stata così grande, sarebbe rimasto stupito nel vedere Shadow e Rouge sulla soglia della stanza.

    - Non è in pericolo di vita - replicò Sonic, laconicamente - Ma non si può dire lo stesso di quelli che gli hanno fatto una cosa del genere! -

    Rouge si fece avanti per guardare meglio il volpino e la sua solita aria di indifferenza non poté che cedere alla dolcezza di fronte a quello spiacevole spettacolo.

    - Stavamo andando a casa sua per chiedergli di te. Quando siamo arrivati abbiamo visto i vigili del fuoco all’opera e i vicini ci hanno detto che ti avevano visto portarlo via. Ovviamente abbiamo subito pensato che lo avessi portato all’ospedale -

    Sonic non rispose. Non sapeva che cosa dire in quel momento.

    - Hai idea di come sia successo? - incalzò Rouge, tentando di suonare più dolce.

    - L’ho trovato svenuto nel suo salotto - spiegò il riccio - Qualcuno l’ha legato e ha appiccato un incendio in modo che lui ci fosse proprio in mezzo -

    - Se volevano fargli del male, perché non utilizzare un sistema più… diretto? -

    - Perché quello che volevano era solo metterlo alla prova! -

    Anche Shadow si fece avanti, ma, a differenza di Rouge, non si lasciò intenerire dalle condizioni di Tails.

    - Cosa te lo fa credere? - domandò lui, secco e diretto.

    - Questa mattina sono stato assalito da un pazzo in armatura che sosteneva di volermi mettere alla prova. Sapeva di me e di Tails, e aveva detto che avrebbe fatto lo stesso con una persona che conoscevo bene. Ha detto di far parte del… -

    - Cenacolo di Argus? - completò Shadow.

    Il volto di Sonic si incupì ancora di più.

    - E’ come l’ha chiamato lui - confermò Sonic, serio - Cosa ne sai tu? -

    - E’ per questo che ti stavamo cercando - rivelò Rouge - Siamo stati attaccati anche noi da qualcuno che ha fatto questo nome… e ha fatto anche il tuo, anche se non direttamente -

    - Mi sembra chiaro che abbiamo a che fare con qualcuno che ce l’ha con noi e con le persone a noi vicine - commentò Shadow - E se sono arrivati a fare una cosa del genere, significa che sono pronti a tutto -

    Sonic guardò ancora una volta il suo amico steso a letto. Immobile. Spento.

    - Possono provare a farmi di tutto, ma non dovevano azzardarsi a toccare Tails! -

    - Noi non abbiamo avuto modo di raccogliere altre informazioni - ammise Rouge.

    - Se sai qualcosa che può aiutarci a trovare questi vermi, parla! - intimò Shadow.

    Sonic ricambiò il suo sosia con un’occhiata fredda e determinata.

    - Il tipo che ho combattuto stamattina ha detto che potevo trovarli a Central City, in Mission Street. E, dopo questo affronto, sarò ben lieto di accettare l’invito e farla pagare cara a chiunque sia responsabile! -

    Shadow fece un piccolo sorriso.

    - Per una volta parliamo la stessa lingua -


   
 
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