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Autore: RoxyDowney    04/06/2014    3 recensioni
Robert dopo il divorzio soffre d'insonnia e pur di non ricadere nelle vecchie abitudini è disposto ad accettare di provare qualsiasi cosa. Mia si troverà a dover gestire la parte più "complicata" di quell'uomo quasi perfetto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sentì bussare piano alla porta del bagno, il suo cuore accelerò.
-Sì?
-Sono io… Robert.
-Lo so chi sei. C’è qualche problema? Hai bisogno di qualcosa?
-Ehm... no, ma volevo avvisarti che è arrivata la cena.
-Arrivo subito, scusa.
Doveva aver perso la cognizione del tempo perché non le sembrava che fosse passato tanto tempo da che era entrata in bagno. Prese un telo si avvolse e controllò il telefono. Era più di un’ora che era in bagno. Si asciugò e vestì in fretta. In soggiorno trovò Robert vicino al camino vestito più o meno come lei. Pantaloni della tuta e maglietta e piedi scalzi. Sulla tavola apparecchiata il maggiordomo aveva già disposto le portate ed ora si stava congedando per tornare alla sua postazione del piano. Prima di cenare Mia prese una busta di plastica dalla sua borsa e la porse a Robert, lui rimase un po’ perplesso
-I telefoni.
-Ma non siamo…
-In clinica? Io sono qui e questo significa che le regole sono sempre le stesse.
Robert alzò le mani in segno di resa e le consegnò il telefono e l’orologio che aveva posato sul comodino. Mia la chiuse e la posò nel guardaroba. Mentre Robert sedeva a tavola lei chiuse tutte le tende dispiacendosi un po’ di non poter ammirare quel panorama meraviglioso mentre cenavano, ma le regole dovevano essere rispettate.
-Smetterai anche di parlarmi dunque…
-Esatto.
Cenarono in silenzio e Mia fu sollevata. Quel silenzio per lei era salvezza. Se Robert avesse iniziato a parlare sapeva che tutti i suoi buoni propositi sarebbero andati in fumo. Finita la cena a turno andarono in bagno a lavarsi i denti, dopo di che Mia si mise a sedere sulla poltrona affianco alla finestra, mentre Robert era già sdraiato nel letto. Si voltò verso di lei e la guardò stranito
-Non penserai sul serio che ti lascerò passare la notte su quella poltrona.
Mia non rispose.
-Ok non rispondere, ma vieni a letto. Ti prometto che non succederà nulla. Non sono proprio il tipo che si approfitterebbe di una situazione del genere. Puoi dormire qui, tranquillamente. E poi senza di te qui vicino lo sai che non dormo.
Mia ci pensò un attimo poi decise che l’avrebbe fatto. Era stanca e voleva almeno sdraiarsi sul letto anche se non avesse dormito. Poi ripensò ad ogni volta che si era distesa affianco a Robert per riuscire a farlo addormentare, se anche questa sera avesse funzionato avrebbe potuto dormire anche lei. Valeva la pena provarci.
-Buona notte Mia.
Robert si voltò verso di lei ma mantenne la parola data e restò ad una ventina di centimetri di distanza. Dopo circa un’ora lo vide chiudere gli occhi e scivolare nel mondo dei sogni. Mia sorrise guardando la sua espressione beata e quel piccolo sorriso che le sue labbra disegnavano. Infine chiuse gli occhi respirando il suo profumo e si addormentò. Senza rendersene conto nel sonno Mia si avvicinò a Robert accucciandosi vicino a lui. Robert nel sonno la strinse piano a se e si svegliò quando lei si mosse lo abbracciò. Non appena sentì la mano di Mia percorrere il suo fianco per abbracciarlo si sentì ardere. Ricordava perfettamente le parole che aveva usato per rassicurarla. Ora non sarebbe più riuscito a dormire, cercò di spostarsi per mettere distanza tra loro anche se, quel risveglio era esattamente come avrebbe voluto svegliarsi tutte le notti. Mia ad ogni suo spostamento reagiva trattenendolo con il braccio con cui lo abbracciava. La desiderava e sentire il corpo di Mia aderire al suo non lo aiutava per niente. Provò sottovoce a svegliarla dopo aver cercato invano di schiarirsi la voce.
-Mia stai dormendo?
-Uhm Uhm…
-Mia svegliati.
-Di che hai bisogno?
-Non riesco a dormire con te così.
Aprì poco gli occhi e si rese conto che lo stava abbracciando e si era avvicinata annullando la distanza tra loro. Osservò il letto e si rese conto che stavano entrambi sdraiati in un lato del letto. Ora che era sveglia riusciva a percepire il desiderio di Robert che premeva attraverso i vestiti e Robert vedendo i suoi occhi guardarlo aveva la certezza che ora sapesse quanto la stesse volendo.
-Scusa, mentre dormivo
-Non voglio che ti allontani da me
Mia deglutì ed avvertì un brivido percorrerla lungo la schiena sentendo la mano di Robert cingerle il fianco per tenerla esattamente nella posizione in cui era prima.
-Robert hai promesso
-Sono pessimo con te nel mantenere le promesse
Sussurrarono le labbra di Robert mentre sfiorarono quelle di Mia. Le sollevò le braccia e le intrecciò dietro la nuca sua nuca, mentre continuava a baciarla in un bacio lento ed emozionato.
Ben presto le loro mani appiccarono un incendio che nessuno sarebbe stato in grado di domare, tanto meno Mia. Si stavano desiderando entrambi, troppo per fermarsi. Le mani di Robert scivolarono sotto la sua maglietta accarezzando i suoi seni per poi ridiscendere lungo i fianchi ed obbligare i pantaloni a scendere lungo le gambe accompagnati dalle sue mani e le sue labbra. Mia sentiva l’esigenza di essere amata in quell’istante. Robert era impegnato ad assaggiare ogni centimetro della sua pelle e nonostante l’urgenza di volerla possedere che il suo corpo mostrava, lui continuava a baciarla ed accarezzarla lentamente indugiando dove il respiro di Mia si faceva più corto.
Non aveva idea di cosa sarebbe successo il mattino seguente, se lei avesse rimesso quella distanza tra loro, ma ora, la voleva amare. Amare con meno fretta della sera prima. Amarla, e farle percepire quando la desiderasse e quando fosse importante per lui.
-Robert…
Fu lui questa volta ad imporre il silenzio mettendole delicatamente le sue dita sulle labbra e Mia accettò quella richiesta e ad occhi chiusi si lasciò pervadere da quel piacere che le sue attenzioni le stavano donando. Solo allora lo sentì unirsi a lei amplificando quello che già considerava l’eden dei piaceri. Lo strinse a se e si amarono finché Robert non la raggiunse laddove lei lo stava aspettando. In quel paradiso dove erano una sola cosa trovarono la pace ed il sonno ancora uniti e stretti l’uno all’altra.
Robert si svegliò. Il letto totalmente disfatto lo fece sorridere poi sollevò la testa per trovare Mia ed abbracciarla, baciarla e augurarle una buona giornata. Dovette mettersi a sedere per guardarsi intorno non era nella stanza.
-Mia?
Si stropicciò il viso con le mani per ritrovare lucidità. Era crollato nel sonno più profondo, ma quando? Non l’aveva nemmeno sentita sciogliere quell’abbraccio e alzarsi. Mia entrò nella stanza. Era vestita e portava su un vassoio la colazione che posò in fondo al letto. Robert si alzò e Mia evitò di guardare il suo corpo tenendo gli occhi incollati al suo viso. Lui prese i pantaloni della tuta e se li infilò per evitare che si sentisse così a disagio. Le sorrise
-Buongiorno… Tutto bene?
-Robert non deve succedere mai più.
Era seria, risoluta e dal suo sguardo avrebbe detto che si sentiva anche in colpa. Ma perché? Per cosa? Loro insieme erano una favola che diveniva realtà, perché Mia si comportava così? Cosa non sapeva?
-Possiamo parlarne?
-Non c’è molto da dire. Non deve succedere di nuovo, punto.
-Ma perché? Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?
Mia non rispose a parole a quella domanda ma alzò un sopracciglio e Robert capì
-Ok, a parte fare l’amore con te, cosa ho sbagliato?
-Nulla. Ma quel genere di prestazioni non rientrano nel mio lavoro.
Robert rimase senza parole.
-Pensi davvero che io creda di poterti avere…? No, aspetta… quando ti ho dato l’impressione di averti “comprata”? Ti sei avvicinata a me e Io non… cioè tu non… Insomma pensavo che lo volessimo entrambi.
Mia si alzò ed aprì le tende, guardò il panorama e senza voltarsi verso Robert rispose alla sua domanda
-Non mi hai dato l’impressione di avermi comprata, perdonami quella frase era davvero infelice, ma la tua vita, il tuo modo di vivere sono troppo differenti dai miei. Diamo pesi diversi alle cose e ti sto chiedendo di aiutarmi a fare in modo che ciò che è stato la scorsa notte, seppur bellissimo, non ricapiti.
-Non posso dire di capire il perché di tutto questo ma non riceverai alcuna pressione da parte mia. So stare al mio posto. Devo aver frainteso la tua vicinanza stanotte. Perdonami. Vado a farmi una doccia.
Si alzò dal letto e andò in bagno. Mia tornò in soggiorno e prese un caffè. Bussarono alla porta ed andò ad aprire.
-Ciao, Robert è sveglio?
-Sta facendo la doccia. Entra pure.
-Bene, la cabina armadio dov’è?
-Vieni, è di qua.
-Tu sei Mia, giusto?
-Sì esatto e tu? …Perdonami ma ieri quando ci siamo presentati… troppi nomi… e
-Non preoccuparti, è normale. Io mi chiamo Samantha ma tutti mi chiamano Sam! Bella questa suite, è più carina di quella che gli hanno dato nell’ultimo hotel. Mia, tu di che ti occupi esattamente? Jimmy non me l’ha voluto dire, ma mi ha dato più l’impressione che non lo sapesse nemmeno lui piuttosto che non volesse dirlo, o…
Mia rimase in silenzio mentre attraversavano la camera da letto per entrare nella cabina armadio. Sam stava guardando quel letto, ovviamente stava capendo cosa era successo quella notte, visto l’intimo di Robert ancora a terra da un lato del letto e la maglia dall’altro lato.
-O scusami è meglio che mi rimetta a farmi gli affari miei. Spero solo di non averti messa in imbarazzo. Non volevo e non preoccuparti, la mia bocca è cucita. Ora mi chiudo nella cabina armadio e preparo i suoi abiti, non ti arrecherò altro disturbo.
M-Davvero non preoccuparti, non devi scusarti.
R-Scusarsi per cosa? Sam non le avrai fatto il terzo grado vero?
S-Io? Ma no, figurati! Lo sai, io non lo farei mai!
Sia Robert che Sam scoppiarono a ridere, lei gli lanciò dei boxer e si voltò per scegliere la maglia mentre Robert lasciava cadere l’asciugamano che lo copriva ed iniziava a vestirsi guardando Mia con un velo di tristezza negli occhi.
M-Scusatemi.
Lei si voltò ed uscì dalla cabina armadio mentre tornava in camera li sentì continuare a scherzare e ridere. Il suo imbarazzo crebbe ma cercò di non pensarci mettendosi seduta in soggiorno a leggere il giornale e bere il suo caffè mentre le governanti del piano sistemavano la camera da letto. Vide Jimmy che entrava nella suite salutandola prima di raggiungere Robert nella cabina armadio seguito dal parrucchiere e una truccatrice.
Dopo circa un’ora si era abituata a quell’andirivieni, ed aveva smesso di guardarli entrare ed uscire tanto che poco dopo sentì quella voce calda e setosa poco distante dal suo orecchio dietro di lei
-Non vorrai passare la giornata chiusa in questa stanza. Secondo me dovresti venire con me sul set, ci si diverte sempre.
Mia si voltò e lo vide vestito e pettinato come non lo aveva mai visto. Sembrava appena uscito da una copertina di quelle riviste che aveva appena finito di sfogliare.
-Non so se sia il caso Robert. Le chiacchiere sono una cattiva pubblicità.
Robert si sollevò e la raggiunse sul divano
-Se ti riferisci a Sam
-No in generale, ma anche a lei, certo.
-Il mio staff è la mia famiglia. Sono anni che lavorano con me e nessuno direbbe o farebbe nulla che possa nuocermi.
-Ok ma loro non sanno a che titolo io sia qui, ed in ogni caso è poco professionale che sappiano che io, noi…insomma…
-Che abbiamo fatto l’amore?
Mia si guardò attorno preoccupata che qualcuno potesse sentirlo ma si tranquillizzò vedendo che nella stanza non c’era nessuno
-Esatto.
S-Robert io ho finito. Se non ti serve altro me ne vado.
R-Ok… Buona giornata. Anzi, Sam… aspetta un secondo.
R-Mia ti andrebbe di fare una passeggiata per la città con Sam? Lei, per oggi ha finito di lavorare, e va in giro per la città per lo più a fare shopping. Ti sentiresti più a tuo agio a passare la giornata con lei piuttosto che sul set?
Mia guardò Sam che attendeva sulla porta che Robert le dicesse cosa gli serviva
M-E se non le andasse di avermi tra i piedi? Ci hai pensato?!?
R-Forse hai ragione.
R-Sam, Che ne dici se Mia viene con te a fare shopping oggi?
Sam si avvicinò a passi svelti sorridendo e Robert la guardò con il suo sorriso appena accennato ed alzò le spalle
R-Sembra che non le dia fastidio e poi ti servivano vestiti adeguati no?
Mia sorrise poco convinta e si alzò dal divano quando si alzò anche Robert
R-Ok allora ci vediamo stasera, ti chiamo dopo ok? …divertitevi!
M-Ok. Sì, sì certo, ci sentiamo… dopo. Buona giornata.
S-Robert puoi anche baciarla non mi scandalizzo! Che razza di saluto è questo? Ma non ti ho insegnato proprio niente?!?
Robert rise e scosse la testa, poi si avvicinò a Mia e baciò leggero le sue labbra
S-Ooh! Così va meglio! Ok. Ok. Ora basta. Ho detto basta! Vattene. Devi lavorare e noi dobbiamo andare a fare Shopping.
Robert si scostò da Mia e la guardò mentre stava schiudendo i suoi occhi, era preoccupato di vederla tesa o arrabbiata ma con immenso stupore la vide sorridere ed arrossire leggermente, abbassando poi lo sguardo per mascherare l’imbarazzo.
R-Fate le brave mentre papà è via!
S-Come sempre… come sempre!
Rispose allo scherzo Sam ridendo.
-Mia, tu sei pronta per uscire?
-Pronta. Andiamo!
 


 
   
 
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