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Autore: YOUSHOULDLETMEBE    04/06/2014    1 recensioni
Le cinque protagoniste di Pretty little liars diventano le cinque protagoniste di Divergent.
***
Dal testo: «Io e te saremo sempre un porto sicuro in cui approdare, per quanto agitato possa essere il mare.»
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanna Marin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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POV HANNA
 
Esco dalla doccia e, su una sedia in un angolo, trovo un mucchio di vestiti con sopra un biglietto:
“Con questi farai colpo di sicuro, sarai l’iniziata più bella.
Non osare non metterli, sarai perfetta.
-Mon”
Sorrido ed ispeziono i vestiti che la mia amica mi ha lasciato: un pantalone nero di pelle attillato, un paio di tacchi neri lucidi e vertiginosi, un top nero stretto e scollato, un eyeliner e un rossetto rosso.
Indosso il tutto riluttante e poi mi trucco leggermente, lasciando i capelli ricci.
Mona mi raggiunge nel bagno praticamente vuoto mentre ritocco un’ultima volta il trucco.
Indossa un vestito nero corto a campana nero, accollato e stretto davanti ma che lascia gran parte della schiena scoperta, sorride nel vedere che ho indossato gli abiti che mi ha dato.
«Sei stupenda Han» sorrido «Anche tu Mon» chiude la porta alle sue spalle e si avvicina a me, guardandosi allo specchio e aggiustando i capelli voluminosi. «Adesso mi spieghi perché siamo vestite così?» Fa spallucce «Qui si vestono tutte così, sempre, ho convinto anche le altre trasfazione a farlo» Soffoco una risata, l’ha fatto perché sa che non avrei retto l’imbarazzo di essere l’unica vestita in questo modo «Grazie Mon» Sorride «Andiamo?» Si sporge verso la porta e la spalanca, io la seguo in corridoio e torniamo al dormitorio, dove sono rimaste solo un paio di iniziate, vestite in modo elegante e audace almeno quanto noi.
«Hanna, loro sono Spencer e Aria, vittime come te della mia trovata» sorrido e stringo la mano alle due ragazze, una di loro, Spencer, era l’erudita che durante la cerimonia della scelta stava seduta accanto a Mona.
«Non preoccupatevi, anche tutte le altre saranno vestite come noi, su, andiamo» Mona esce dal dormitorio con passo sicuro e noi la seguiamo, incerte.
«È sempre così?» Mi sussurra Aria, io sorrido e annuisco «Sempre, ma oggi un po’ di più» «Sarà l’euforia degli intrepidi» dice Spencer, aggiungendosi alla conversazione «Probabile, erano anni che voleva diventare intrepida» le ragazze annuiscono «Da quanto vi conoscete?» dice Aria.
Ci penso su solo un secondo «Avevamo tre anni o giù di lì, credo, eravamo vicine di casa e giocavamo insieme da piccole, crescendo abbiamo smesso di giocare ma siamo rimaste amiche» Le ragazze sorridono ma nel sorriso di Aria noto un accenno di tristezza «A me sarebbe piaciuto avere un’amica così. Mi piacerebbe ancora, a dire il vero» Abbasso lo sguardo imbarazzata da questa piccola ma importante confessione, restiamo in silenzio fino a quando non raggiungiamo la porta della mensa che, per fortuna, è piuttosto vicina.
Mona ci aspetta sull’uscio e quando la raggiungiamo la spalanca.
Avevo fatto tante fantasie su come la sala si sarebbe zittita e tutto si sarebbe fermato ma, a quanto pare, nessuno ci ha notate.
Mona cammina a passo spedito come se sapesse dove sta andando.
Raggiunge un tavolo in fondo alla sala e si siede, facendo cenno a me e alle altre di fare lo stesso.
Allo stesso tavolo sono seduti anche Caleb, che quando mi ha vista a sorriso vistosamente, Alison, e un’altra trasfazione vestita come noi, credo di averla vista tra gli abneganti, alla cerimonia della scelta, ma ora non ha più importanza, ora siamo tutti intrepidi.
Mi siedo per ultima quando l’unico posto rimasto è quello accanto a Caleb, sono convinta che Mona abbia istruito le ragazze perché me lo lasciassero.
Lui mi guarda un istante «Hanna Marin» fa per salutarmi sorridente «Caleb Rivers» ricambio con un sorriso.
Guardo al centro del tavolo dove qualcuno ha portato un bel po’ di cibo, prendo qualche salsiccia e la metto nel mio piatto.
«Tieni un po’ di spazio nello stomaco, per dolce c’è la torta degli intrepidi» Lo guardo con aria interrogativa «Oh, già. Tu non la conosci: è la ragione principale per cui gli intrepidi non cambiano fazione, ce l’abbiamo solo noi» sorrido divertita «La assaggerò senz’altro» mi sorride e poi qualcosa gli attraversa la mente, perché smette all’istante.
«Non ti ho ancora presentato Emily» indica la ragazza difronte a me. Lei mi sorride e mi tende la mano «Piacere, Emily» «Hanna» ricambio il sorriso e poi torno a concentrarmi sul mio piatto.
«Stai benissimo» mi sussurra Caleb mentre sono distratta. Mi sento avvampare e so di per certo che le mie guance stanno diventando rosse per l’imbarazzo.
«Grazie, anche tu» abbasso lo sguardo, non so nemmeno come sia vestito, adesso.
Chiacchiero con Emily e Spencer per tutto il resto del tempo scoprendo molte cose su di loro; per esempio adesso so che Emily era davvero un’abnegante, prima.
Sono tutte dolci e spiritose, e non riesco a credere di essere qui da così poco e di avere già delle nuove amiche.
All’improvviso, gli intrepidi si alzano in massa e corrono verso un bancone pieno di cibo. Caleb scambia un’occhiata con Alison prima che entrambi possano alzarsi per raggiungere gli altri.
«È arrivata la torta!» Grida lui verso di me mentre corre via.
Passa più di mezz’ora perché i due siano di ritorno con una dozzina di fette di torta degli intrepidi. Ce ne danno una a testa e lasciano le altre al centro del tavolo, poi tornano a sedersi.
«Buon appetito!» Dice Alison, e tutti ci fiondiamo sulle fette di torta, incuriositi dal dolce che ha scatenato una guerra al cibo.
Do il primo morso e mi sembra di aver appena assaggiato il paradiso. Tutti la pensano come me, chiaramente.
Finisco la mia fetta velocemente e ne prendo subito un’altra, prima che possano farlo gli altri. Caleb mi guarda compiaciuto.
«Se ho mai avuto qualche dubbio sull’essere un’intrepida, adesso sono svaniti tutti» sussurro al ragazzo che scoppia a ridere.
«Sai, dicono che il paradiso abbia questo sapore» fa lui «Non stento a crederci, Caleb» sorride e afferra un’altra fetta, l’ultima rimasta.
La mensa inizia a svuotarsi a poco a poco e così anche il mio gruppo lascia l’ampia stanza.
Saluto Alison con un cenno e, quando sto per fare lo stesso con Caleb, lui mi ferma, tenendomi stretta per un braccio «Ti va se andiamo a farci un giro?» Sento il cuore battermi forte dentro il petto dall’eccitazione, quasi lo vedo muoversi alla velocità della luce. «Sarebbe grandioso» Sorrido e lui ricambia.
Ci avviamo verso un corridoio ampio e luminoso lasciandoci la mensa alle spalle; mi volto solo un istante e vedo Mona sorridere compiaciuta.
«Allora, dove mi porti?» Lo guardo negli occhi scuri perdendomici dentro per qualche secondo «È una sorpresa» Continuiamo a camminare tra i corridoi che diventano sempre più bui e stretti fino a quando non raggiungiamo il pozzo.
Camminiamo ancora qualche istante e poi si ferma davanti ad un’ ascensore che non avevo mai notato, preme il pulsante e le porte di metallo scorrono davanti a noi. Lo seguo dentro e lui preme il tasto “1”.
Quando le porte si aprono di nuovo siamo all’interno di un palazzo moderno e illuminato.
«Seguimi» dice scortandomi verso una porta di vetro, io cammino alle sue spalle silenziosa.
Mi scorta fuori e il vento freddo mi punge la pelle nuda delle braccia. Un brivido mi attraversa quando mi posa il suo giubbotto sulle spalle per ripararmi dal freddo.
«Sembra un vecchio film» dico facendolo sorridere.
«Mi piacciono i vecchi film» dice facendo sorridere me.
Camminiamo vicini per le strade scarsamente illuminate e quasi desertiche.
«Okay, siamo quasi arrivati» camminiamo ancora per qualche minuto, investiti dal silenzio assoluto.
«Ecco qui» mi guardo intorno pensierosa «Che cos’è?» Lui sorride «Credo fosse un parco giochi, una volta, ci vengo spesso quando sono solo» strane strutture di metallo arrugginito ci circondano imponenti.
«Wow, è… Mi piace» dico quasi in un sussurro, per non rompere il silenzio accomodante.
«Ne sono felice. Su, sediamoci.» Mi trascina verso una struttura dall’aspetto pericolante e si siede sull’erba che la circonda indicandomi di fare lo stesso, e così mi siedo.
«Sono davvero felice che tu sia diventata un’intrepida, Hanna Marin» mi afferra la mano e mi fa trasalire. Quel misero contatto mi da la sensazione più bella che io abbia mai provato.
«Anch’io ne sono felice…» Guardo in alto, verso il celo, dove le stelle sono coperte dalle nuvole.
«Posso rivelarti un segreto?» sussurro. Annuisce «Vado matto per i segreti» dice sorridendo. «Tu sei una delle ragioni che mi ha spinto a cambiare fazione» il suo sguardo si illumina «Lo speravo» risponde lui. «Un segreto ce l’ho anch’io…» Mi mordo un labbro «Ovvero?» Assume un’espressione pensierosa «Mmm… Non so se posso fidarmi…» Gli do un colpetto sul braccio «Oh andiamo Rivers!» Ridacchia «Okay okay, te lo dico, ma non picchiarmi» Scoppiamo a ridere entrambi «Non faccio promesse» Alzo le mani coltivando le risate «Beh, allora… Se non avessi saputo che saresti diventata un’intrepida, sarei anche passato ai candidi, pur di vederti tutti i giorni della mia vita.» Lo guardo negli occhi sorridente.
Forse Mona ha ragione, forse non siamo amici, ma qualcosa di più. Forse questo ragazzo è speciale. Forse è quello di cui ho bisogno. Forse…
Caleb si stende sull’erba con lo sguardo rivolto verso il celo «Ti va di guardare le stelle?» chiede. Sorrido sdraiandomi accanto a lui «Se ce ne fossero magari…» Rispondo. Ride silenziosamente «Beh, forse hai ragione…» si gira verso di me «Allora facciamo un gioco, ti va?» Annuisco «Di che gioco si tratta?» «Beh, non è esattamente un gioco… Io ti faccio una domanda e tu devi rispondere sinceramente, poi tu fai lo stesso» Anch’io mi giro verso di lui «Ci sto. Inizia tu.» «Mmm… Cosa ti ha fatto cambiare idea? Durante la cerimonia della scelta, ti eri fermata alla coppa dei candidi, perché non hai fatto scivolare il sangue sul vetro?» Tiro un respiro profondo «In realtà non lo so, ero davvero sicura di voler restare tra i candidi, per mia madre, per il risultato del test, ma… Ma il mio impulso mi diceva che non ero fatta per i candidi, che non importava quale fosse il risultato del mio test, nel mio corpo scorre il sangue coraggioso degli intrepidi… Poi, è successo tutto così in fretta, i miei piedi hanno camminato verso il carbone, e il mio sangue ci è caduto sopra, senza che potessi decidere io, il mio corpo ha deciso cosa fosse meglio per me, e io lo ringrazio davvero tanto per questa scelta, perché adesso so che aveva ragione, che sono un’intrepida e lo sarò per sempre»
Mi sorride «Okay, adesso tocca a me» dico io «Parlami di Alison» sul suo viso appare un ghigno «Beh, ci conosciamo praticamente da sempre, io so tutto di lei e lei sa tutto di me, siamo come fratelli, le voglio un bene dell’anima e non so come farei senza di lei» Come fratelli, beh, almeno non ci proverà con lui. «Perché me l’hai chiesto?» «È la tua domanda definitiva Caleb Rivers?» annuisce «È la mia domanda definitiva, Hanna Marin» «Okay, beh… Forse ero un po’ gelosa…» Guardo in basso piena di imbarazzo. Lui mi prende il mento tra le mani e mi alza il viso, costringendomi a guardarlo negli occhi. «Non devi essere gelosa, io ho occhi solo per te» Mi sento avvampare; il bisogno di baciarlo cresce veloce dentro di me ma cerco di reprimerlo per qualche ragione. Lui mi si avvicina un po’ ed io torno a guardare in alto, verso le nuvole che nascondono le stelle.
«Credi che queste cose crollerebbero se mi ci arrampicassi?» Indico le strutture metalliche che ci circondano «Credo che ci sia un solo modo per scoprirlo…» Si alza velocissimo e mi tende la mano per aiutarmi a fare lo stesso.
Raggiungiamo la struttura più vicina «Okay, vado prima io» dico iniziando a poggiare i piedi tra gli ammassi di aste metalliche che si intrecciano formando un enorme cubo.
Cerco di non guardare di sotto mentre mi arrampico per circa quattro metri, in fretta. Deglutisco a fatica. Perché l’ho fatto? Perché ho voluto salire qui sopra? Inizio a tremare e finalmente raggiungo la cima, una superfice di metallo liscio e freddo sotto di me.
Mi ci butto sopra di peso «Ci reggerà entrambi!» Grido verso il basso mentre chiudo gli occhi. Nel giro di un minuto Caleb è accanto a me, ma i miei occhi sono ancora chiusi.
«Hey, ti decidi a guardarmi o no?» Apro gli occhi incerta e lo guardo «Scusami io… L’altezza mi da qualche problema…» Mi stringe le mani «Sei stata coraggiosissima, sono fiero di te» sorrido rassicurata mentre lui si avvia verso un lato della struttura.
«Vieni a vedere, riesco a scorgere la palude da qui, non credevo ci sarei riuscito a questa altezza» Mi faccio coraggio e, con passo incerto e tremante, lo raggiungo sul bordo del cubo. «Hey, è tutto apposto. Non permetterò che ti succeda qualcosa» «Grazie Caleb» sussurro. «Sai? Il mio nome suona meglio quando lo dici tu» risponde lui facendomi sorridere «Forse è meglio tornare a casa, domani inizia l’allenamento» annuisco demoralizzata, vorrei soltanto restare lì, accanto a lui, per sempre.
«Scendo prima io» dice «Così se avrai bisogno di una mano io potrò aiutarti» annuisco e lo vedo scendere giù, sul prato.
Subito dopo faccio lo stesso, senza mai guardare in basso arrivo senza bisogno che lui mi aiuti.
Mi stringe la mano ed iniziamo a camminare verso casa «Sei stata grandiosa, come hai potuto anche solo pensare di non essere un’intrepida?» Sorrido divertita «Credo che dovremmo rifarlo…» suggerisco «Uscire insieme? Sarebbe un onore.»
**
Caleb mi lascia al corridoio che porta al dormitorio ed io cammino silenziosa, per non svegliare gli altri iniziati.
La porta scricchiola mentre la apro ma non sveglio nessuno.
Mi tolgo le scarpe con il tacco e mi dirigo verso il mio letto, solo quando mi ci avvicino molto scopro che non stanno tutti dormendo: Mona, Emily, Aria e Spencer stanno chiacchierando sulle nostre brande, quando mi siedo sul materasso accanto a Spencer si ammutoliscono «Allora, com’è andato l’appuntamento con Caleb?» fa Emily. Io la guardo sorpresa, non che lei riesca a vedermi, nel buio.
«Non era un appuntamento» rispondo «Certo, certo… e com’è andata?» Prosegue Mona. Nel sentire la sua voce mi ammorbidisco solo un po’, dopotutto, cosa importa che lo sappiano anche le altre ragazze? Forse siamo amiche, adesso. Forse hanno legato tra loro mentre non c’ero.
«È andato bene, presumo… siamo andati in un vecchio parco giochi…» «Oh, è così romantico» dice Aria. Noi altre soffochiamo delle risatine «Mica tanto!» Aggiunge Spencer, facendoci ridere ancora.
«Vi siete baciati?» Mi chiede Emily. Scuoto la testa ricordandomi solo dopo che loro non riescono a vedermi «No… Ma è stato molto dolce» «Cosa ha fatto?» Chiede Mona con la stessa eccitazione di chi vuole sapere come finisce un libro pieno di suspense «Mi ha detto che… Che ha occhi solo per me, che per vedermi ogni giorno sarebbe perfino passato ai candidi..» Qualcuno sospira felicemente
«Hai fatto colpo Han!» sorrido nel buio alle parole di Mona.
«E tu che cosa gli hai detto?» Continua Spencer «Beh, gli ho detto che è anche per lui che sono diventata un’intrepida…» Mona mi dà un colpetto sul braccio ma non riesco a capire dove sia rispetto a me, quindi non posso ridarglielo anch’io «Credevo che fossi diventata una coraggiosa per me!» La sua voce è ironica e così tutte scoppiamo a ridere di nuovo.
«Oh andiamo Mona! Ma l’hai visto! Era ovvio che c’entrasse lui!» Fa Spencer alimentando le nostre risate.
«Okay, okay, ma quindi adesso state insieme o cosa?» Mi chiede Aria.
«No, non stiamo insieme, ma mi ha detto che gli farebbe piacere uscire insieme di nuovo» Qualcuno applaude silenziosamente «Ragazze, siete abbastanza ridicole, sul serio!» Dico io scherzosa, facendole ridere ancora.
«Voi cosa avete fatto senza di me?» chiedo una volta che le risate si sono calmate. «Abbiamo fatto un giro e poi siamo venute qui, un paio d’ore fa» risponde Emily «Wow, quanto tempo sono stata via?» Chiedo colpita dalla velocità in cui il tempo scorreva mentre ero con Caleb «Un bel po’ Han, e noi che continuavamo a fantasticare su voi due!» Risponde Mona «Dovreste farvi una vita ragazze» Aggiungo provocando l’ennesima risata.
«Credo che sarebbe meglio andare a letto ora, domani abbiamo allenamento» Suggerisce Spencer «Già, hai ragione Spence» dice Mona «Buonanotte ragazze» dice Aria dirigendosi verso il suo letto, posizionato accanto al mio. «Notte» rispondiamo noi quasi in coro, andando a letto.
   
 
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