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Autore: Lena Mason    04/06/2014    2 recensioni
La Guerra ha visto la Shinsengumi sfaldarsi ed i suoi componenti morire sotto i colpi di fucile e cannone. Hijikata Toshizō ha combattuto con onore anche contro Kazama Chikage che riconoscendone il valore gli ha dato un nuovo nome da oni: Hakuouki. I due combattenti giacciono sotto i ciliegi in fiore mentre una donna piange la scomparsa dell’uomo che amava. È davvero questa la fine che due combattenti si meritano?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chikage Kazama, Chizuru Yukimura, Hajime Saitou, Nuovo personaggio, Toshizou Hijikata
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Decimo.

 

Miyako si accorse di essere spiata solo quando riuscì a darsi una calmata. Si guardò intorno cercando di scrutare nelle ombre del bosco e istintivamente prese un kunai da sotto il kimono poggiato su una roccia poco distante.

Questo movimento la obbligò ad uscire dall’acqua fino alle vita e Chikage poté vedere la schiena bianca della ragazza dove un tatuaggio nero spiccava sulla scapola sinistra. Gli occhi brace dell’oni scivolarono involontariamente verso il basso, fino a sfiorare la parte bassa della schiena che scompariva nell’acqua.

La ragazza, senza che l’oni se ne accorgesse, lanciò il kunai e lo mancò di pochi centimetri.

«Esci fuori» gli disse e quando vide che lo spione era Chikage, Miyako assunse un’aria stupita e spaventata immergendosi di nuovo nell’acqua fino al collo.

«Ora mi spii anche qui? Hai sviluppato un intento lascivo?».

«Non dire assurdità. Ti ho seguita per capire come mai ciò che la tua amica ha subito ti abbia sconvolta così tanto. Siete strane donne e i vostri comportamenti mi portano ad una curiosità che non ho mai avuto verso gli esseri umani».

«Non l’hai mai avuta perché eri troppo impegnato ad odiarci o ucciderci» rispose lei, facendogli segno di voltarsi.

L’oni accettò la richiesta e la sentì uscire dall’acqua, asciugarsi velocemente e altrettanto rapidamente vestirsi.

«Ora puoi voltarti» gli disse.

Chikage ritornò quindi a guardarla attendendo, anzi pretendendo, delle spiegazioni circa il suo comportamento.

Miyako sbuffò e si sedette sulle rocce che circondavano la conca d’acqua: Chikage non ne seguì l’esempio, rimanendo invece in piedi.

«Quando mio padre si tolse la vita portando con sé anche quella di mia madre io ero stata venduta a un ricco mercante. Quest’uomo era un essere disgustoso che provava piacere da delle bambine. Io avevo sei anni quando mi prese con sé e rimasi con lui fino ai nove, quando venni salvata da Asako-sama e consorte. Furono tre anni di inferno. All’inizio non mi toccava perché ero troppo piccola, ma quando compì otto anni, cambiò tutto. Iniziò a fare a me quello che faceva anche le altre. E non c’è bisogno che ti spieghi altro».

«E dopo questo ancora mi biasimi per il mio odio verso la tua razza?».

«Non ti ho mai biasimato per il tuo odio, ma solo perché è cieco. Non siamo tutti degli avidi o degli esseri abominevoli come quell’uomo. Asako-sama e una brava persona e così anche suo marito. Siamo assassine, è vero, ma coloro che uccidiamo meritano la morte. Sono assassini di bambini, stupratori e ladri».

«Non siete nessuno per decidere chi debba vivere o morire».

«Nemmeno voi oni avete questo potere. Noi lo facciamo per pulire almeno un po’ la nostra razza dalla feccia che tanto disgusta anche te».

«Sei una strana donna».

«Lo prenderò come un complimento».

«Non intendevo fartene» rispose prontamente l’oni, sentendola poi ridere di gusto: mentre la guardava si rese conto che mai prima di allora il sorriso di Miyako aveva raggiunto gli occhi che ora erano luminosi come lucciole nella notte.

 

La mattina successiva Chikage fu svegliato da dei borbottii: la voce era sicuramente quella di Miyako la quale, probabilmente, era in ritardo per i suoi allenamenti.

L’oni si alzò, con l’intento di farle chiudere la bocca, ma quando aprì lo shoji della camera qualcuno gli finì addosso: l’impatto lo fece spostare di qualche passo, mentre chi gli era finito contro andò a sbattere contro il pavimento.

Abbassando lo sguardo vide Miyako che, rialzatasi, si stava massaggiando la parte lesa – il posteriore per inciso – e lo fissava maligna.

«Si può sapere cosa ti prende? Saltare fuori in quel modo dal nulla!»

«Sei tu quella che sta facendo un casino d’inferno a quest’ora del mattino. Sei per caso in ritardo per gli allenamenti?» le ricordò, sentendola emettere uno strano verso e partire di corsa verso l’esterno.

Non gli diede nemmeno la soddisfazione di avere una risposta acida.

Decise di seguirla, poiché ormai era sveglio, e la vide inchinarsi profondamente verso il sensei.

«Ieri sera abbiamo avuto qualche problema con la missione. Hanae è stata aggredita» spiegò la ragazza, ancora con la testa bassa: se così non fosse stato avrebbe visto lo sguardo sconcertato di Hajime che non era sfuggito a Chikage, il quale sorrise compiaciuto.

Aveva il sospetto che Miyako provasse un certo interesse verso Hajime, ma quello sguardo negli occhi del ragazzo lasciava intendere che il suo fosse rivolto verso un’altra persona e quindi, anche quella volta, la corvina sarebbe stata rifiutata con suo sommo godimento.

«Sta bene?» le chiese Hajime non riuscendo a trattenersi.

Miyako alzò allora lo sguardo, vedendo che il suo sensei cercava di mantenere la sua algida compostezza, ma non vi riusciva molto bene: infatti la ragazza intuì, come l’oni alle sue spalle, che con tutta probabilità Hajime stava sviluppando una sorta di interesse verso la sua amica Hanae.

Non poté che compatire se stessa: ancora una volta un ragazzo verso il quale provava un minimo di interesse rivolgeva il proprio verso qualcun altro.

Non che Hanae non meritasse le sue attenzioni, ma per una volta voleva essere lei quella che piaceva a qualcuno.

Le uniche a cui sembrava piacere erano Chizuru, Asako, Hanae, Osen e Kimigiku.

«Sta meglio di ieri. Quando si sveglierà potrai chiedere direttamente a lei. Ora possiamo iniziare?» chiese la ragazza con voce leggermente atona.

Hajime si limitò ad annuire e iniziarono.

 

Chikage rimase a guardarli fino a quando Hanae non spuntò dalla porta principale:  i due contendenti si fermarono e mentre Hajime si inchinava di fronte alla ragazza in segno di saluto, Miyako le sia avvicinò chiedendo come stava.

Hanae rispose che andava molto meglio anche se quella notte aveva avuto degli incubi.

«Ora va da Saitou-san. Voleva sincerarsi delle tue condizioni. Io non ho raccontato nulla. Decidi tu cosa fare» le disse Miyako, vedendo che Hanae rispondeva con dei balbettii intellegibili e arrossiva, facendo intuire all’amica che se Hajime avesse avuto davvero interesse nei confronti di Hanae, questa avrebbe sicuramente ricambiato.

Un amore a prima vista, insomma.

Chikage seguì i movimenti di Miyako, fino a quando questa non sparì nella camera che condivideva con le altre e, cambiatasi, disse che andava a farsi un giro in paese.

«Non fai colazione, Miyako-chan?» le chiese Asako, spuntando dalla cucina.

«No, non ho fame» rispose secca la ragazza, prendendo poi la porta di uscita e la strada verso il paese.

Chikage, incuriosito dai suoi comportamenti, si alzò con la sua solita grazia e, senza chiedere il consenso alla diretta interessata o avvisare nessuno, prese a seguirla.

«La devi smettere di starmi addosso. Gli altri potrebbero iniziare a pensare che tu abbia una sorte di interesse verso di me» gli disse, senza smettere di camminare né voltarsi.

«Volevo solo vedere se ti mettevi a frignare come ieri sera nella conca» le rimbeccò lui, facendola fermare e voltare questa volta.

La vide avvicinarsi e fermarsi a pochi centimetri da lui: lo fissava direttamente negli occhi senza timore o imbarazzo alcuno.

«Quello che mi ha fatto frignare ieri sera alla conca è qualcosa di doloroso che non voglio ricordare, ma che non posso dimenticare. E poi perché dovrei piangere ora?».

«Perché è abbastanza ovvio che tu provassi interesse verso Hajime Saitou, ma che questi preferisce la tua amica».

Miyako rimase in silenzio per qualche istante e poi disse:

«Non è colpa mia se ho questo carattere. Ci sono nata e anche se cerco di mitigarlo continua a prendere il sopravvento. Forse avevi ragione tu e l’unica vita che mi si confà è proprio quella solitaria della kunoichi. Nessun uomo con un minimo di senno prenderebbe al suo fianco una ribelle dalla lingua lunga, no?» gli chiese, retoricamente, voltandosi per riprendere la via verso il paese, quando una voce bloccò entrambi.

«A me, sinceramente, una così non dispiacerebbe».

Chikage conosceva quella voce e si chiedeva, innervosito, cosa ci facesse lui in quel posto.

*

Asako si accorse solo un paio d’ore dopo che anche Chikage era sparito.

Sapeva che quell’oni, anche se lo negava, aveva suscitato un vero interesse verso Miyako, ma sembrava che l’unica a rendersene conto fosse proprio lei.

La seguiva ovunque, anche solo con lo sguardo, e aveva perso da un po’ di tempo quella traccia di disgusto che aveva all’inizio: ora la guardava con curiosità e registrava qualsiasi movimento che la ragazza facesse.

La osservava anche durante gli allenamenti con Hajime e lo aveva sentito più volte sbuffare e quando si azzardava a guardare cosa stava succedendo, trovava inevitabilmente Miyako e Hajime vicini.

Forse il grande orgoglio e il profondo odio verso gli esseri umani non rendeva Chikage capace di capire che un vero, profondo interesse stava nascendo verso Miyako, ma per lei era palese.

Nemmeno la ragazza pareva essersene accorta e continuava a battibeccare con lui e trattarlo male.

Sapeva che tra i due non sarebbe accaduto niente, soprattutto perché erano entrambi ciechi e non capivano che uno poteva essere la cura del dolore dell’altra.

 

Quando li vide rientrare dal paese, notò che con loro vi erano altri tre uomini: o almeno le sembravano tali fino a quando non li vide da vicino.

Uno era alto, con una lunga coda bassa di capelli rossi e fieri occhi azzurri.

Il secondo aveva capelli di uno strano colore tra l’indaco e il blu, lunghi e ondulati, legati in un’alta coda di cavallo e occhi ametista pieni di sarcasmo.

Il terzo invece fu quello che fece venire i brividi ad Asako: era alto, con capelli molto chiari, quasi bianchi, lunghi fino al collo e occhi rossi.

Rossi come quelli di Chikage a lui vicino.

Non aveva dubbi Asako: Chikage e quell’oni dai capelli color della neve erano parenti e quest’ultimo palesava un certo interesse per la povera Miyako che si era ritrovata in mezzo a quattro oni e il braccio di quello più spaventoso era parcheggiato con sufficienza sulle sue spalle.

La donna rimase ferma immobile, attendendo che Chikage dicesse qualcosa, ma fu l’oni dai capelli bianchi a parlare.

«Yare, Yare. Chikage-kun sei proprio maleducato. Dovresti presentarci a questa donna che, se non erro, è una delle tue salvatrici».

«Non avevo bisogno di essere salvato».

Miyako sbuffò facendo abbassare lo sguardo sia a Chikage sia all’altro oni.

«Mi pare che la bellezza dagli occhi blu non sia d’accordo con ciò che dici» disse questi, sorridendo sornione.

«Non sarebbe una novità» dissero sia Chikage sia Miyako, lanciandosi poi sguardi di odio.

Asako fece un passo verso il gruppo, rimanendo guardinga: non poteva rischiare di farli arrabbiare, poiché avevano Miyako con loro.

«Spero perdonerete la mia sfacciataggine: il mio nome è Asakao Watanabe e la ragazza con voi è Miyako Fujita» si presentò la donna, sentendo poi dei passi alle sue spalle: Hajime ed Hanae apparvero sulla soglia, seguiti da una spaventata Chizuru.

Alla vista degli oni, Hajime estrasse la katana, ma Asako gli fece un gesto e quando il ragazzo vide Miyako in mezzo a quei mostri, la ripose.

Miyako guardava i due con gli occhi spalancati poiché aveva capito che avevano passato tutta la mattina insieme. Volse poi la sua attenzione all’oni che ancora la teneva per le spalle e lo vide sorridere a Chizuru.

«Oh guarda cosa abbiamo qui. Una oni femmina! E io che pensavo che Senhime fosse l’ultima di lignaggio sufficientemente nobile. Ora capisco perché sei qui, Chikage-kun. Hai delle mire su di lei. Solo che non comprendo ancora perché non te la sia presa».

«Sto aspettando».

«Cosa?».

«Che la ragione per cui lei rimane qui non si riprenda».

«Oh! Un triangolo d’amore, quindi?» chiese l’oni albino, divertito.

«No» s’intromise Miyako «Nessun triangolo. Chizuru-chan ama l’uomo di cui ha parlato Chikage-san e lui ricambia. È Chikage-san che si è messo in mezzo» spiegò la ragazza, facendo ridere l’oni dai capelli bianchi.

«Esprimi senza problemi le tue opinioni, Miyako-chan» disse « È una cosa che trovo molto interessante in una donna» aggiunse, abbassandosi verso di lei e guardandola direttamente negli occhi senza che lei abbassasse lo sguardo.

L’oni rivolse di nuovo l’attenzione agli altri esseri umani e decise, dopo che Asako gli aveva detto i nomi di Hanae e Hajime, di presentarsi a sua volta.

«Mi presento, sono Yuichi Kazama , fratello maggiore di Chikage. Mentre loro sono Shiranui Kyō e Amagiri  Kyuuju i compagni di viaggio di mio fratello» disse il ragazzo sentendo su di sé lo sguardo di Miyako.

L’oni riabbassò il suo verso la ragazza e sorrise.

«Non ti aspettavi che fossi suo fratello? Siamo molto diversi lo ammetto: io sono allegro, simpatico, molto bello e non ho sempre quello sguardo pieno di disgusto. E inoltre non disprezzo gli esseri umani, anzi. Trovo che siano in certo qual modo coraggiosi nel vivere nonostante le loro debolezze» disse l’oni, vedendo che Miyako lo guardava stranita.

Sentì le spalle della ragazza tendersi sotto la sua presa e vide Chikage girarsi verso di loro, con quello che sembrava timore negli occhi.

Yuichi si accorse all’ultimo momento del kunai che gli sfiorò la guancia, senza però ferirlo e si allontanò di scatto dalla ragazza, guardandola serio.

«Oh, cosa abbiamo qui? Una piccola combattente?» chiese, sorridendo sardonico «Allora le mie supposizioni erano giuste. Non sei una ragazza comune Miyako-chan e questo mi intriga ancora di più» disse lanciando uno sguardo leggermente eccitato alla ragazza.

Peccato che la sua visuale su di lei fu interrotta dalla figura di suo fratello minore, il quale si era messo davanti a lei: sentiva la ragazza protestare alle sue spalle, ma quando Chikage si volse verso di lei, tacque.

« Non avvicinarti a lui. È molto pericoloso. Molto più di me» la mise in guardia, facendo ridere il fratello.

«Ma non ho intenzione di farle del male. Lei mi interessa, parecchio. E non vedo l’ora di approfondire la nostra conoscenza» disse Yuichi «A meno che tu non abbia nulla incontrario, Otōto».

«È un problema tuo se ti interessi a certi soggetti. Tornatevene alla locanda dove alloggiate».

«Non dovresti dare ordini al tuo nii-san» lo riprese Yuichi, mentre gli umani e gli altri oni presenti guardavano i due discutere.

«La tua presenza qui non è gradita» aggiunse Chikage, voltando le spalle al fratello che aggrottò le sopracciglia.

Asako decise di intervenire per sedare gli animi: non voleva che due oni di quel calibro si sfidassero davanti casa sua.

«Vi prego. Non combattete qui. Non voglio né feriti né danni. Yuichi Kazama-dono lei e i suoi compagni siete benvenuti nella mia umile casa, ma non posso permettervi di soggiornare per la notte. Non ho spazio a sufficienza per tutti».

«Oh, quale gentilezza! Rimarremo per cena e poi, con Chikage-kun, andremo in una locanda in paese» disse Yuichi.

«Non vedo perché dovrei venire con te».

«Perché non ti lascerò pernottare nella stessa casa di Miyako-chan» disse serafico Yuichi facendo, suo malgrado, arrossire la ragazza che si prese un bello sguardo disgustato da Chikage.

«Non essere troppo orgogliosa di ciò che dice. Mio fratello s’interessa a mille umane in un giorno e lo perde in meno di un’ora» le disse facendole abbassare la testa. Yuichi però intervenne, raggiungendo rapido i due.

«Questa volta, Otōto, ti sbagli. Non ho mai incontrato una kunoichi» disse, facendo scendere il silenzio nel cortile davanti casa Watanabe.

 

 

Nda: mi scuso per il ritardo verso coloro che seguono la mia storia, ma il pc mi ha lasciata *ha rotto lei lo schermo, ma fa la gnorri*! Spero che il capitolo vi piaccia!

Alla prossima.

Lena

   
 
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