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Autore: hitsedwards    05/06/2014    0 recensioni
"Cosa farai? passerai tutta la vita a presso ad un demente simile? Non puoi rovinrti l'esistenza così devi avre il coraggio di andare avanti e di cambiare, non lasciare che le tue emozioni ti soffochino Jess."
"C'ho provato Mel, c'ho provato sul serio, io lo amo, lo amo veramente, per quanto io possa odiarlo, in fondo lo amo, l'ho sempre amato." ...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
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Ero furiosa,incazzata o qualunque sinonimo bella parola “arrabbiata”, mia sorella mia aveva distrutto l’ennesimo paio di cuffiette, praticamente le ho sempre con me, sono l’unica ragione per cui la mattina mi alzo e vado a scuola, sapendo che, come sempre, sarà una normalissima e noiosissima giornata del duemilaschifoqualcosa. Erano le 10 di sera, di certo non sarei potuta andare a comprarle subito, e domani avevo pure scuola. Mannaggia a lei. Avrei voluto ammazzarla.
Ormai era fatta, che altro avrei potuto fare? Vado a letto e domani mattina mi alzo mezz’ora prima, così faccio un salto dai cinesi e le compro. Tanto non vale la pena comprarne un paio “buono” se si rompono nel giro di una settimana grazie a mia sorella Charlie.
A proposito non mi sono neanche presentata, mi chiamo Jessica, ma ovviamente tutti mi chiamano Jes. Sono una ragazza di New Orleans, vivo con mia madre e mio padre, anche se in realtà non c’è mai perché deve lavorare, è un militare e sta sempre in missione, non quelle pericolose, ma pur sempre missioni.
Era l’ultimo giorno delle vacanze estive, per giunta.
Lunedì mattina: 6,30.
“Buongiorno New Orleans, pronti per un nuovo giorno? Da noi riaprono le scuole, ciò significa che sono finite le vacanze…” E si come se io non lo sapessi già da sola. Al solo pensiero mi viene la nausea.  L’unica cosa positiva è che avrei rivisto i miei amici, non sono un’asociale, solo che non sono una ragazza festaiola, tutta alla moda o popolare o addirittura fighissima, ho i miei amici, cerco di vestirmi il più bene possibile,faccio il mio dovere a scuola, anche se a volte non rispetto proprio tutte le regole.. Cioè se il prof ha una voce bassissima, sembra che canti una ninna nanna, è normale che io mi addormenti,andiamo, chi non lo farebbe?
Oggi andavo di fretta, non pensavo proprio a come mi sarei vestita, volevo solo le mie cuffiette. Vi sembrerà strano ma io ci tengo, non so come farei se non ci fosse la musica a salvarmi o tenermi compagnia. Mi misi una maglietta blu, dei jeans, una giacca bianca e le mia amate converse. Feci colazione in fretta e furia, presi una sola mela e corsi fuori, incamminandomi verso i cinesi accanto alla mia scuola “New Orleans High School”(Ero al 3° anno).  Già mi mancava l’estate, le vacanze e le nottate a scrivere su Twitter, ci passavo metà pomeriggio su quel social network, comunque ero arrivata, pure sudata per la corsa che avevo fatto, ne presi un paio al volo…  BOOM
Cazzo! Ho buttato giù mezzo negozio, santo cielo erano solo le 7,30 e già iniziavo a fare figure di merda, tra l’altro c’era anche un ragazzo carino che mi stava guardando e sorrideva per trattenere le risate, gentilissimo però, mi aiutò a sistemare tutto, lo ringraziai, ci scambiammo dei sorrisi e poi corsi alla cassa per pagare queste benedette cuffiette.
-“Hey sconosciuta, posso sapere il tuo nome”? .. “Aspetta”.. “Come non detto”..
Sentii a stento il ragazzo pronunciare qualche parola, mi dispiaceva, ma dovetti scappare via, anche se a dirla tutta era davvero un bel ragazzo, io dovevo prendere i banchi in fondo per me e Melissa, la mia migliore amica da una vita, quasi 15 anni.  Se arrivavo prima di tutti i miei compagni avevo la possibilità di conquistare i banchi in fondo alla classe, quest’anno sari riuscita a fare qualche pisolino con il mio professore di storia, finalmente. Mel mi stava aspettando già davanti il cancello con la faccia spiaccicata al vetro del portone principale come una polpetta. Mi feci strada tra la folla, arrivai da lei ci salutammo e la presi anche in giro per la stramba posizione.
“Jes, non è divertente, mi sto un tantino facendo male”
“Si scusa hai ragione” “Che mi racconti?”
“Sono qui da 10 minuti, ho sonno,sono diventata un tutt’uno con la porta e non è la posizione più comoda del mondo”. “Tu"?
“Bhè ho buttato giù il negozio dei cinesi, un ragazzo gentile mi ha dato una mano e io sono scappata via per raggiungere te”.
“Che razza di idiota sei tu”? “Era carino?” “Potevi parlarci”
“Ero imbarazzatissima, ho fatto una figuraccia…” “Spero di rivederlo, però”..
DRIIIIINNNNN
Aaah le mie povere orecchie! Che l’inferno abbia inizio tra.. 3..2..1..
Sembravamo tanti tori imbestialiti che correvano per i corridoi, tutti volevano i posti dietro. Mel ed io per la prima volta, in 16 anni ce l’abbiamo fatta, si proprio così io e Mel vicine, al banco dei nostri sogni.. forse la giornata non sarebbe stata poi così schifosa..
Oh no, non ci credo no, vi prego…
“Era il ragazzo dei cinesi Mel, era lui.”
“Oddio è bellissimo, Jes è destino, vi siete incontrati e poi ora siete nella classe uno accanto all’altra se questo non è destino, cos’è?”
“La realtà Mel, una coincidenza, è tutto tranne che destino.”
“Si si, tanto in fondo lo sai anche tu che ho ragione io”
Quando dicevo che avrei voluto rivederlo non intendevo che lo avrei voluto avere nella mia stessa scuola.
Fortunatamente non mi aveva riconosciuta, ma prima o poi ci saremmo dovuti parlare per forza, ci saremmo incrociati tra i corridoi, io non potevo di certo evitarlo per sempre, tanto ormai il danno era fatto.
Ero furiosa,incazzata o qualunque sinonimo bella parola “arrabbiata”, mia sorella mia aveva distrutto l’ennesimo paio di cuffiette, praticamente le ho sempre con me, sono l’unica ragione per cui la mattina mi alzo e vado a scuola, sapendo che, come sempre, sarà una normalissima e noiosissima giornata del duemilaschifoqualcosa. Erano le 10 di sera, di certo non sarei potuta andare a comprarle subito, e domani avevo pure scuola. Mannaggia a lei. Avrei voluto ammazzarla.
Ormai era fatta, che altro avrei potuto fare? Vado a letto e domani mattina mi alzo mezz’ora prima, così faccio un salto dai cinesi e le compro. Tanto non vale la pena comprarne un paio “buono” se si rompono nel giro di una settimana grazie a mia sorella Charlie.
A proposito non mi sono neanche presentata, mi chiamo Jessica, ma ovviamente tutti mi chiamano Jes. Sono una ragazza di New Orleans, vivo con mia madre e mio padre, anche se in realtà non c’è mai perché deve lavorare, è un militare e sta sempre in missione, non quelle pericolose, ma pur sempre missioni.
Era l’ultimo giorno delle vacanze estive, per giunta.
Lunedì mattina: 6,30.
“Buongiorno New Orleans, pronti per un nuovo giorno? Da noi riaprono le scuole, ciò significa che sono finite le vacanze…” E si come se io non lo sapessi già da sola. Al solo pensiero mi viene la nausea.  L’unica cosa positiva è che avrei rivisto i miei amici, non sono un’asociale, solo che non sono una ragazza festaiola, tutta alla moda o popolare o addirittura fighissima, ho i miei amici, cerco di vestirmi il più bene possibile,faccio il mio dovere a scuola, anche se a volte non rispetto proprio tutte le regole.. Cioè se il prof ha una voce bassissima, sembra che canti una ninna nanna, è normale che io mi addormenti,andiamo, chi non lo farebbe?
Oggi andavo di fretta, non pensavo proprio a come mi sarei vestita, volevo solo le mie cuffiette. Vi sembrerà strano ma io ci tengo, non so come farei se non ci fosse la musica a salvarmi o tenermi compagnia. Mi misi una maglietta blu, dei jeans, una giacca bianca e le mia amate converse. Feci colazione in fretta e furia, presi una sola mela e corsi fuori, incamminandomi verso i cinesi accanto alla mia scuola “New Orleans High School”(Ero al 3° anno).  Già mi mancava l’estate, le vacanze e le nottate a scrivere su Twitter, ci passavo metà pomeriggio su quel social network, comunque ero arrivata, pure sudata per la corsa che avevo fatto, ne presi un paio al volo…  BOOM
Cazzo! Ho buttato giù mezzo negozio, santo cielo erano solo le 7,30 e già iniziavo a fare figure di merda, tra l’altro c’era anche un ragazzo carino che mi stava guardando e sorrideva per trattenere le risate, gentilissimo però, mi aiutò a sistemare tutto, lo ringraziai, ci scambiammo dei sorrisi e poi corsi alla cassa per pagare queste benedette cuffiette.
-“Hey sconosciuta, posso sapere il tuo nome”? .. “Aspetta”.. “Come non detto”..
Sentii a stento il ragazzo pronunciare qualche parola, mi dispiaceva, ma dovetti scappare via, anche se a dirla tutta era davvero un bel ragazzo, io dovevo prendere i banchi in fondo per me e Melissa, la mia migliore amica da una vita, quasi 15 anni.  Se arrivavo prima di tutti i miei compagni avevo la possibilità di conquistare i banchi in fondo alla classe, quest’anno sari riuscita a fare qualche pisolino con il mio professore di storia, finalmente. Mel mi stava aspettando già davanti il cancello con la faccia spiaccicata al vetro del portone principale come una polpetta. Mi feci strada tra la folla, arrivai da lei ci salutammo e la presi anche in giro per la stramba posizione.
“Jes, non è divertente, mi sto un tantino facendo male”
“Si scusa hai ragione” “Che mi racconti?”
“Sono qui da 10 minuti, ho sonno,sono diventata un tutt’uno con la porta e non è la posizione più comoda del mondo”. “Tu"?
“Bhè ho buttato giù il negozio dei cinesi, un ragazzo gentile mi ha dato una mano e io sono scappata via per raggiungere te”.
“Che razza di idiota sei tu”? “Era carino?” “Potevi parlarci”
“Ero imbarazzatissima, ho fatto una figuraccia…” “Spero di rivederlo, però”..
DRIIIIINNNNN
Aaah le mie povere orecchie! Che l’inferno abbia inizio tra.. 3..2..1..
Sembravamo tanti tori imbestialiti che correvano per i corridoi, tutti volevano i posti dietro. Mel ed io per la prima volta, in 16 anni ce l’abbiamo fatta, si proprio così io e Mel vicine, al banco dei nostri sogni.. forse la giornata non sarebbe stata poi così schifosa..
Oh no, non ci credo no, vi prego…
“Era il ragazzo dei cinesi Mel, era lui.”
“Oddio è bellissimo, Jes è destino, vi siete incontrati e poi ora siete nella classe uno accanto all’altra se questo non è destino, cos’è?”
“La realtà Mel, una coincidenza, è tutto tranne che destino.”
“Si si, tanto in fondo lo sai anche tu che ho ragione io”
Quando dicevo che avrei voluto rivederlo non intendevo che lo avrei voluto avere nella mia stessa scuola.
Fortunatamente non mi aveva riconosciuta, ma prima o poi ci saremmo dovuti parlare per forza, ci saremmo incrociati tra i corridoi, io non potevo di certo evitarlo per sempre, tanto ormai il danno era fatto.
  
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