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Autore: CainxAbel    05/06/2014    2 recensioni
Non è una scuola, ma un manicomio. Non è una scuola, ma l'inferno. Per me la Shinsengumi High school sembrava questo, fin quando mi chiesi se dei bellissimi occhi potessero farmi cambiare idea. No, questa non è la cronaca di un'asociale, ma non ho chiesto io di studiare qui, nel top del top dell'istruzione, come dicono.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hajime Saitou, Heisuke Todou, Nuovo personaggio, Souji Okita, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il professore non disse  nulla. Sasori gli portò il giornale, mentre noi entrammo nell’aula dedicata al club. Era davvero grande, considerato che eravamo soltanto 7 persone ed era troppo il materiale in proporzione alle nostre esigenze.
“Io continuerò a ripeterlo “ affermò Deidara “ L’arte è esplosione”.
Sasori sbuffò.
“ Invece è qualcosa di eterno, altrimenti sarebbe inutile”.
“Così mi offendi!” sbottò lui.
Hanabi sorrise e mi sussurrò all’orecchio:  “ Ormai è all’ordine del giorno che quei due litighino sull’arte”.
Mi trovai ad annuire e non seppi dire se mi sentissi a disagio o meno. Il professore rimase a leggere il giornale e Sasori diventò la sua ombra.  Mi domandai cosa dovessimo fare, da dove dovessimo cominciare.
“Come al solito” ridacchiò Deidara “Si inizia”.
Tutti lo guardammo, forse solo io con un’espressione interrogativa ( anche Edward e l’altra ragazza).
“Dunque ci sono tutti” commentò seccamente Sasori “ La nuova arrivata Misaki Tachibana. Poi c’è anche Rukia Kuchiki. Mi pare che ti piaccia disegnare conigli o sbaglio?”
”Proprio così” borbottò la diretta interessata.
“ Poi c’è anche Edward Elric” proseguì il rosso “ Sbaglio o la tua materia preferita è chimica? Ti piace davvero il disegno?”
”Veramente è affascinante osservare come cambia la materia “ affermò lui .
“Quindi osi dire “ Sasori impallidì visibilmente “ Che l ‘arte non sia eterna?”
“Dopotutto si sa che nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. L’opera, così per come la si conosce, è destinata a cambiare”.
Sasori gli scoccò un’occhiataccia, però non riuscì a replicare. In realtà ero sicura che non ne avesse proprio voglia.
“Voglio vederti disegnare, Elric” disse poco dopo.
Il tono della voce mi fece accapponare la pelle. Il professore non disse nulla. Si limitò a muovere la testa avanti e indietro, quasi come se stesse annuendo. Immaginai che volesse metterlo alla prova. A quel punto  il diretto interessato impallidì.
Anche Rukia fece altrettanto: il suo viso sembrava una mozzarella, mentre le labbra erano strette in una smorfia.
“ Per ora niente tele o pennelli” disse Sasori con un tono neutro “ Deidara, piantala di buttarmi addosso  tutto quel gesso! Che cosa diavolo stai facendo?”
Il diretto interessato sghignazzò e nemmeno io potei fare a meno di ridere, mentre scarabocchiava a folle velocità qualcosa sulla lavagna. Sasori tossì rumorosamente. I capelli rossi erano in parte bianchi.
“ Come invecchiare in pochi secondi” commentò Deidara, scompigliandogli i capelli” Poi ritorni  giovane e poi….”
Cancellò il disegno dell’esplosione ( prevedibile da parte sua).
“Di nuovo vecchio”.
“Deidara, giuro che ti faccio ingoiare tutto quel gesso, e anche con gli interessi”.
“Provaci”.
Il biondo fece  una linguaccia e il rosso cercò di mantenere la calma. Ci provò con tutte le forze, ma una smorfia irritata affiorò comunque sul suo viso.
Il professore non disse e non fece nulla: si mosse appena per sistemarsi meglio sulla sedia, ma sembrava irritato quanto Sasori. Tamburellava nervosamente le dita sulla cattedra e i suoi occhi vagavano per l’aula, ma sembravano stranamente spaesati.
“ Qui non ci si smentisce mai, non è così?”
Hanabi si alzò per raggiungere Deidara e Sasori. Inutile dire che anche la sua divisa come quella dei due ragazzi si sporcò un po’ di gesso e che scoppiai a ridere. Nel frattempo Rukia impugnò la matita come se fosse un’arma e in men che non si dica riempì il foglio di disegni di conigli stilizzati che sembravano saltellare allegramente su quel campo bianco.
“Ho una raccomandazione da farvi” disse Sasori, facendosi serio “ Non sporcate troppo”.
“ E non fate esplodere nulla” aggiunse Deidara con un tono da professore severo, poco dopo smentito dalla sua risata.
“Questo è rivolto soprattutto a te” replicò il rosso “ Non dimenticherò mai quella lezione di chimica dell’anno scorso”.
“Dai, è stata molto esplosiva e ti ho permesso di rimandare l’interrogazione. Dovresti ringraziarmi, sai?”
”Sai…. Mi ricorda qualcuno, sai?”
“ Giuro che ti chiamerò Diddy se continuerai con queste battute squallide”.
” E io Sassy”.
Scoppiai a ridere: non ce la facevo davvero più.
“ Come i sassi che vi dovrei lanciare quando le mie orecchie sentono certo squallore”
Hanabi ridacchiò di gusto “ Su, Misaki. Non stare lì impalata come una mummia. Non abbiamo nemmeno visto la tua arte”.
Rimasi come impietrita e le mie mani si fecero di piombo. Arrossii.
“ La m-mia arte?” balbettai “ Non credo che sia cambiata molto dalla scuola elementare”.
Con un gesto fin troppo eloquente, Hanabi mi fece capire che non avrebbe voluto sentire scuse. Persino i conigli stilizzati di Rukia erano a un livello superiore rispetto alla mia produzione artistica.
Con un cenno Hanabi mi invitò ad alzarmi. Che stupida che ero! Le gambe tremavano incessantemente e mi sembravano pesanti come piombo. Mi avvicinai alla lavagna e cancellai un piccolo pezzo dell’esplosione di Deidara. I miei omini stilizzati, era evidentissimo, stavano suonando degli strumenti, anche se a stento si riusciva a identificare quali. Le chitarre e il basso sembravano sacchi di patate, la batteria una serie di casette e il microfono un gigantesco lecca lecca. Gli occhi di tutti erano puntati su di me. Non volevo volgere lo sguardo nella loro direzione.
“ Cosa sarebbe per te l’arte?” mi domandò Hanabi.
“  Questa è una specie di interrogazione?”chiesi spiazzata.
“Certo che no, ma i membri del club devono pur presentarsi in qualche modo”.
Mi fece l’occhiolino e sospirai.
“D’accordo”concessi “Potrà sembrare ridicolo, ma per me l’arte è compagnia. Parlo per me che di solito scrivo canzoni e non c’entra ma…insomma è un modo per non sentirsi soli”.
” Che tenera la mia compagna di stanza!” esclamò Hanabi quasi stupita dalle mie parole  “Questa ragazza nasconde un cuore dolce come caramello”.
Mi stritolò in un abbraccio che mi tolse il fiato. Le farfugliai di lasciarmi prima che mi strozzasse , ma poi rimasi in silenzio e per qualche secondo glielo lasciai fare. Gli altri applaudirono.
“ Non è che avete dimenticato qualcuno?”
Una voce si levò tra quegli applausi. Solo in quel momento mi ricordai che il club aveva un altro membro. Hanabi borbottò qualcosa e Deidara disse : “L’avevamo anche nominato, eppure ci siamo scordati di lui”.
“Vi ricordate almeno che mi chiamo Sai. Prima il team 7, poi voi. Dovrebbero chiamarmi uomo invisibile”.
Sorrise in un modo ( forse ero solo io a pensarlo?) inquietante e Hanabi mi lanciò un’occhiata eloquente.
“ Lui è fatto così, ma non arriverà ai livelli di Death the kid” mi spiegò a bassa voce “Era fissato con la simmetria.  Avrebbe scatenato la terza guerra mondiale per ogni imperfezione nei disegni  e visto che ce ne sono da vendere, ha dato di matto. Per questo l’anno scorso lasciò il club dopo due giorni. Dopo quattro lasciò la scuola… c’era troppa asimmetria”.
“ Una cosa è sicura” commentai in un sussurro “ Senza offesa, Hanabi, ma questo club è pieno di tipi strani”.
Anziché offendersi, lei si trovò a confermare quanto avevo affermato. Presto avrei compreso che gli studenti del club erano persino normali in confronto al professore. Sasori parlava come se fosse proprio lui un insegnante. Si trovava a suo agio a spiegare le proporzioni del corpo umano e capii che per fare omini abbastanza proporzionati avrei dovuto contare le teste. Pregai mentalmente di fare progressi tali che un giorno avrei potuto mostrare qualcosa che, pur impallidendo rispetto ai ritratti di Hanabi, sfiorasse la decenza.
“ Sarà interessante quanto vuoi, Sassy, ma se esplodesse? Sai come disegnare i brandelli?”
”Diddy, come al solito fai schifo”.
Risi di gusto, ma non fui l’unica. Persino Edward, che sembrava tanto serio, scoppiò in una fragorosa risata.
“Comunque” Deidara sorrise  “ Per prima cosa si cancella questo corpo”.
Prese il cancellino  e si affrettò ad eliminare ogni traccia dello schema tracciato da Sasori e glielo lanciò addosso. La divisa del ragazzo fu imbiancata, abbastanza perché lui rimanesse spiazzato. Dallo sguardo che aveva avrebbe voluto prenderlo a schiaffi.
”Questa me la paghi, anzi dovrai lavarmi tu la divisa”.
“Mi vedresti a fare la lavandaia?” ridacchiò Deidara, facendogli la linguaccia “ Te lo scordi”.
“Diddy…..”
Sasori sembrava notevolmente irritato. Si allontanò  minacciosamente dalla lavagna  e  prese qualcosa dall’astuccio, poi sembrò cambiare idea e afferrò l’intero astuccio. Prese la mira e non riuscì a beccare Deidara, come avrebbe voluto. Beccò in pieno la testa del professore. Due secondi dopo quella stessa testa cadde con violenza al suolo. Lanciai un urlo terrificante, degno di un film horror. Non volevo guardare e continuai a gridare per qualche secondo.
“Tanaka-sensei! Che gli avete fatto?”
Ero terrorizzata, mi mancava l’aria e guardai spaventata Deidara e Sasori.
“Dobbiamo chiamare qualcuno, dobbiamo….”
“Tachibana, taci o siamo spacciati”.
Non mi sarei zittita comunque a quell’ordine perentorio di Sasori se Hanabi non fosse corsa da me e mi avesse tappato la bocca, impedendomi di urlare ancora come una pazza.
“ Perché non chiamiamo aiuto? Perché non c’è sangue? Perché non siete minimamente turbati per le vostre azioni?”.
Avrei voluto dirlo, ma non ce la feci. Sasori sospirò.
“Tachibana, non hai capito che Tanaka-sensei non è umano?”
Deidara rise sguaiatamente. Ero talmente indispettita che avrei preso a schiaffi sia lui che Sasori.
“Lui è  solo una marionetta” precisò il rosso “ la mia marionetta. Ecco perché si dice che senza la mia arte non saremmo qui. Persino Edward e Rukia lo sanno, in realtà è una cosa risaputa tra alcuni studenti della Shinsengumi High school”.
Rimasi letteralmente a bocca asciutta: avevo davvero fatto la parte dell’allocco in quella faccenda.
“Lo sappiamo anche noi” precisarono Edward e Rukia.
“In realtà l’avevo capito dall’inizio. Tanaka-sensei non ha affatto l’aspetto di una forma di vita pensante” affermò Edward, facendomi sentire ancora più sciocca.
In ogni caso il danno era stato fatto. Udimmo un rumore di passi.
“ Dannazione, sistemate quella testa”disse Hanabi, cercando di non alzare troppo la voce.
Mancò poco che Deidara scoppiasse a ridere e io ero sempre più indispettita dalla situazione. Sasori, completamente imperturbabile, raccolse la testa del professore e la riattaccò al collo. Tanaka-sensei gliene sembrò grato perché girò la testa di legno e sembrò annuire in segno di approvazione. Ci riuscì appena in tempo. Il professore Hijikata aprì di scatto la porta. Tutti ci alzammo in piedi, terrorizzati dai suoi occhi viola che studiavano la situazione.
“Cosa è successo qui?”
Tutti mi scoccarono un’occhiata che parlò più di mille parole.
“ È che…”
Stavo per dire una sciocchezza di proporzioni bibliche. Sasori mi interruppe.
“ Hijikata-sensei, deve sapere che Deidara è molto infantile a volte, anzi molto spesso, e perde anche pazienza se non gli riesce qualche disegno. Senza farsi notare, l’ha punzecchiata con una matita. A volte sa essere davvero furtivo, difficile crederlo e lei, che è una ragazza molto paurosa, e si terrorizza a morte per gli insetti, avrà pensato a chissà cosa…”
Il professore Hijikata non sembrava convintissimo delle parole di Sasori, ma senza dubbio lui sarebbe stato più credibile di Deidara. Continuò a studiarci per qualche secondo e mi parve che il suo sguardo si soffermasse su Tanaka-sensei.
Non guardare quella testa di legno.
Pregai mentalmente che se ne andasse il prima possibile. Tutti trattenemmo il fiato. Da quei secondi critici sarebbe dipeso il futuro del club di arte.
“Cercate di prendere i club più seriamente” fu l’unico commento del professore Hijikata.
Scoccò un’occhiataccia a Deidara e chiuse la porta. Tutti attesero con il fiato sospeso che si allontanasse. Trascorsero altri secondi, poi ci fu un grande sospiro di sollievo collettivo.
“Sassy, sai che me la pagherai? Hai parlato di me e Tachibana , ma soprattutto di me e  questo non posso perdonartelo. Ti vernicerò a dovere, sappilo. Dimenticavo di dire un’altra cosa: se in questo club c’è una testa di legno….”
Lasciò in sospeso il discorso, guardò il diretto interessato con un sorriso beffardo e ridacchiò.
“Sei proprio tu”.
 
Note dell'autrice: mentre scrivevo questo capitolo, non finivo più ridere. Amo questo club di arte e anche Deidara e Sasori. Vi è piaciuta l'idea della testa di legno. Recensite in tanti, please. 
   
 
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