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Autore: miatersicore23    05/06/2014    2 recensioni
Quando un temporale mette panico in famiglia.
Dal testo:
Sento il suo respiro calmarsi, solo dopo un bel po’ di tempo dalla fine del nostro amplesso. Quando le nostre fronti premono l’un l’altra e sentiamo, ad occhi chiusi, i nostri respiri intrecciarsi.
Non la vedo, ma la immagino con le sue labbra un po’ schiuse e gonfie che qualche volta se le morde perché è un suo vizio.
“Ti amo.” Mi sussurra poi con quella voce sensuale che mi fa letteralmente impazzire.
“E io amo te.” Le rispondo. Le parole più vere che io abbia mai detto in tutta la mia vita. È la mia vita è stata molto lunga.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A possible family'
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“Una delle poche volte, fu quando non riuscivano a dormire tutti e tre a causa di un temporale e Jenna voleva stare al centro e Stefan per forza tra le braccia della mamma. Ric fu costretto a dormire vicino a me, ma non appena si addormentò, si strinse a me e alla mia maglietta.”
They are my humanity
 
Tell me a tale

La pioggia continua imperterrita a battere forte sul vetro della finestra della nostra camera. E in sua compagnia qualche tuono batte il tempo. Mi sono sempre piaciuti i temporali. Hanno un non so che di tranquillizzante, rispetto a quasi il  resto del mondo.

Nonostante tutto, a Elena non piacciono.

Eccolo qui, uno dei predatori più feroci della Terra che si accuccia tra le mie braccia, perché non sopporta quel suono infernale che la fa sussultare come se fosse un cucciolo di cane.

“Sei peggio dei tuoi figli!”

Mormoro nel suo orecchio quando la vedo muoversi agitata e tremante.

“Smettila, non sei divertente Damon”

“Io sono sempre divertente.”

“Vallo a raccontare a tutte le persone che ti conoscono.”

Le sfioro i capelli con le labbra. Lei si stringe un po’ di più a me e io la stringo ancora di più. Mi piace sentire il suo profumo dolce che mi arriva dritto nel naso. Respirarlo direttamente.

“Non capisco che cosa c’è di così spaventoso, infondo è solo un po’ d’acqua.”

Ricevo un pugno sul braccio. Davvero … non capisco perché è agitata.

“Forse dovresti distrarti.”

Lei non capisce subito quello che dico, perché alza lo sguardo sui miei occhi e mi guarda titubante. Non fa in tempo e io la sto già baciando. Ardentemente. Per un attimo ho sentito un “oh, distrarsi in questo modo!”, ma non ci ho badato molto.

Mi porto su di lei e afferro le sue gambe, facendola avvicinare di più a me. I nostri bacini si scontrano e già la mia eccitazione si vede – si sente – bene.

“Credo che quello che si sta distraendo di più qui sia tu.”

Mi dice, ammiccando, e premendo una mano sulla mia erezione. Ha ragione. Quando sono con lei mi distraggo completamente. A volte non sento più niente, compresi i miei figli che una volta ci sorpresero in atteggiamenti molto intimi. Per fortuna senza accorgersi di niente.

“Mmh” mugolo sulla sua bocca mentre le sfioro e le tolgo via lentamente i pantaloncini e le mutandine.

Lei mi spoglia completamente, togliendomi pantaloni, boxer e maglietta – da quando sono nati Jenna, Stefan e Alaric non dormo più tanto senza quest’ultima.- E io allontano la sua.

Entro dentro di lei con un colpo secco e deciso.

“Vedremo chi trai due, dopo, non si ricorderà più nemmeno il suo nome.”

Sorride sulle mie labbra e la bacio mentre cerchiamo di contenere i nostri sospiri e i nostri gemiti. Mentre lei si aggrappa con le sue mani alle mie spalle. Mentre io affondo in lei. So che i pensieri di entrambi adesso non sono più proiettati oltre il nostro letto. La tempesta non ci interessa più.

Perché pensare a un paio di gocce d’acqua mentre sotto di me ho la donna più bella di tutto l’universo, sarebbe da idioti. Da veri idioti!


 
Sento il suo respiro calmarsi, solo dopo un bel po’ di  tempo dalla fine del nostro amplesso. Quando le nostre fronti premono l’un l’altra e sentiamo, ad occhi chiusi, i nostri respiri intrecciarsi.

Non la vedo, ma la immagino con le sue labbra un po’ schiuse e gonfie che qualche volta se le morde perché è un suo vizio.

“Ti amo.” Mi sussurra poi con quella voce sensuale che mi fa letteralmente impazzire.

“E io amo te.” Le rispondo. Le parole più vere che io abbia mai detto in tutta la mia vita. È la mia vita è stata molto lunga.

Ma il momento dura poco.

Sentiamo piangere Jenna e lei si riveste velocemente e va a controllare cosa succede. Quando ritorna, anche io mi sono rivestito ed è seguita da nostra figlia che stringe con un braccio il suo orsacchiotto al petto e con l’altra mano, quella di Elena.

“Jenna ha paura del temporale.” Mi informa la mia ragazza. “Mi ha chiesto se poteva dormire con noi almeno per questa notte.”

La piccola mi guarda con un sorrisetto innocente e spera che io possa accettare la sua richiesta. Maledetta bambina di cinque anni e mezzo che mi ha stregato il cuore!

“Certo principessa.” Non appena pronuncio quella parole si fionda sul letto. “Vuoi dormire al centro?” le chiedo.

Lei annuisce e in quello stesso momento, arriva un altro lampo seguito da un tuono. Il rumore la fa spaventare e si fa proteggere tra le braccia della madre. Non sa che Elena stessa è letteralmente terrorizzata e lei avrebbe fatto di tutto per fiondarsi sotto le coperte.

“Stefan sei un fifone.”

Sento la voce di Alaric che rimprovera il fratello.

Poco dopo li vedo entrare nei loro pigiami. Stefan mi guarda impaurito, mentre Ric è più assonnato che altro.

“Che succede?”

Chiedo loro mentre Elena e Jenna si sollevano dal materasso per guardare meglio i due ancora sulla soglia della porta.

“Io … io …”

Ma Stefan non fa tempo a parlare che il fratello lo interrompe per completare la frase al posto suo.

“Ha paura del temporale.” Cantilena “Possiamo dormire con voi?”

Sorrido. Anche Stefan ha preso da lei.

Meno male che c’è Alaric che è simile a me.

“Forza salite sul letto.”

Non appena parlo i due corrono verso il materasso così come ha fatto la sorella.

“Io voglio stare affianco alla mamma!”

“Va bene, ma io sto al centro.”

“No, al centro ci sto io.”

Dopo un buon lasso di tempo alla fine Stefan è finito tra le braccia di Elena, accanto a lei, al centro c’è Jenna e Alaric sta al mio fianco. Quest’ultimo è stato un po’ restio nel mettersi con me, ma orgogliosamente non ha protestato.

Purtroppo, dopo aver creduto di poter finalmente dormire, i tre da essere impauriti, hanno deciso di fare una festa sul nostro letto. Ridono, parlano, scherzano. E domani devono andare all’asilo …

“Buoni.”

Li rimprovera Elena.

“Ma non abbiamo sonno!”

Esclamano in coro. La loro affermazione viene seguita da un “raccontateci la fiaba della buona notte” di Jenna.

“No, non se ne parla. A nanna.”

“Ti prego, ti prego, ti prego.”

Mi scongiura, incrociando le mani e guardandomi con quei occhi. Oh quei occhi. Possono chiedermi quello che voglio, sicuramente la farò. Accidenti a me e ai miei figli.

“Bene. C’era una volta …” Elena mi guarda stupita. “non tanto tempo fa, una principessa bellissima, ma allo stesso tempo molto triste perché la sua mamma e il suo papà erano morti.”

“E perché?”

Odio questa domanda. Se i bambini a cinque anni entrano nell’età dei perché, immaginatevi con tre gemelli che vi chiedono come mai il mondo va in questo modo o nell’altro.

“Perché … ecco … avevano fatto un incidente. Con la carrozza.” Rispondo all’ultimo secondo “Ad ogni modo, la principessa era tanto triste, ma per fortuna arrivò un bel principe che galoppava un unicorno e con a seguito tanti scoiattoli di nome Joe ...”

“Tutti si chiamavano Joe?” mi chiede Jenna.

“Tutti quanti. Allora questo principe azzurro arrivò e la principessa si innamorò di lui. Insieme al principe c’era anche il fratello maggiore. Lui non era cattivo, ma gli piaceva sembrar tale. La principessa lo odiava. Poi arrivarono i guai. La perfida gemella della principessa ritornò al suo castello e portò tanti guai ai nostri tre protagonisti. Per fortuna riuscirono a sconfiggere tutti i mostri in cui si imbatterono, ma con il passare del tempo. La principessa si innamorò del fratello del principe e vissero per sempre felici e contenti.”

“No!” esclama Jenna “La principessa doveva sposarsi con il principe e avere tanti figli, non con il fratello” si lamenta.

“La storia è mia, le decisioni le prendo io.”

“Invece è meglio così. Almeno un personaggio deve soffrire.” Le dice Alaric, facendole la linguaccia.

“Mamma, Ric mi ha fatto la linguaccia.”

“Ora basta. Tutti a dormire.” Li rimprovera Elena con il suo tono autoritario.

Stefan è il primo che le dà ascolto, accoccolandosi tra le sue braccia e Jenna lo segue a ruota, girandosi verso di lui goffamente e colpendo Alaric. Quest’ultimo si lamenta di un calcio accidentale dato da parte della sorella e si volta imbronciato verso di me.

“Buonanotte, Ric.” Buonanotte anche a te, amico. Dico mentalmente in un debole attimo.

“Mmh … ‘notte.”

Si addormentano tutti e tre subito, dimenticandosi completamente del temporale.

Osservo Elena che accarezza il braccio di Stefan, mentre Jenna stringe il suo orsacchiotto – quello che le ho comprato una mattina di un paio di mesi fa. Ho ancora impresso nella mia mente il ricordo di quella strana giornata. Be’ forse strana solo per me. Per il resto del mondo questo è tutto maledettamente normale. – e mentre Alaric si lascia finalmente andare.

Ha fatto la parte dell’orgoglioso che non ha paura dei tuoni per tutto il tempo, ma adesso che le sue difese si sono abbassate, le sue mani si aggrappano, inconsapevolmente, al bavero della mia maglietta e non appena il tuono squarcia il silenzio il suo corpo vibra e trema più degli altri.

Sì, Ric è proprio uguale a me.

“Sei pessimo a raccontare le fiabe.” Sussurra Elena dall’altra parte del letto, cercando di non far svegliare i bambini.

“Lo so. Sei tu quella in grado di inventare e raccontare storie, non io.”

“Però hai raccontato la nostra storia.”

“È l’unica che conosco.”

La guardo negli occhi, attraverso il buio, attraverso i nostri figli. La amo. Anche quando non è vicina a me. anche quando è così lontana.

“Ti manca a volte Stefan? A me da morire.”

“Credo che mi mancherà per il resto della mia esistenza.”

Già mi manca. Manca quella parte di me che ho perso per sempre. Quella parte di me che se ne andata all’improvviso e che non sapevo come riempire. Mio fratello mi manca terribilmente.

Per fortuna il suo posto è stato sostituito da tre pesti.


Ok, non so sperchè ma mi sono ho aggiunto questa storia alla serie. Mi sono lasciata ispirare da quello che ho scritto io stessa xD

They are my humanity

è l'altra storia che appartiene a questa serie, chiamata: A possible family...

A presto, Mia.

p.s. se vi interessa queste sono le mie due long. Una appena completata (
Amori Tormentati) e l'altra ancora in corso (Inspiegabilmente sei tu)

 
 
   
 
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