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Autore: tins_    05/06/2014    2 recensioni
"Who we are and who we need to be to survive are two different things"
Come immagino la storia dopo la puntata 1x11
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clarke
Niente più scherzi, questa è una vera battaglia e noi siamo pronti a rivendicare ciò che ci spetta. Abbiamo chiesto ad ogni gruppo di tenere segreta la loro missione, così saranno concentrati solo sul loro lavoro e non ci perderemo in un bicchiere d’acqua.
Io, Bellamy, Raven, Octavia, Jasper e Monty ci siamo messi ognuno a capo di una squadra diversa per tenere la situazione generale sotto controllo.
All’inizio non eravamo molto propensi a dividerci, ma è meglio avere qualcuno di fidato, su cui poter contare, per ogni parte del piano.
-Se qualcosa va storto- avevo detto ai miei compagni –continuate ad andare avanti col piano-.
Nessuno aveva proferito parola. Solo Bellamy era rimasto stupito dalle mie riflessioni.
Ed è al nostro saluto che sto pensando mentre mi dirigo nella postazione, stringendo forte la radio.
 
Appoggiato al tavolo, Bellamy Blake, rimuginava su quello che era successo negli ultimi giorni.
La malattia, il rapimento: qualcosa era cambiato in lui, anzi qualcosa era cambiato nel suo rapporto con i 100 (commento fuori luogo: forse ora sono più sugli ottanta) , con Clarke.
Ora si fidavano l’uno dell’altra e questo rendeva più forte e consolidato il gruppo.
-Siamo una famiglia- si ritrovò a sussurrare.
La sua co-cordinatrice entrò nella navicella, ormai adibita a dormitorio.
-La nostra principessa è pronta per sporcarsi le mani?- sorrise.
-L’ultimo che torna al campo paga da bere- rispose lei.
Ebbero l’impulso di abbracciarsi, stringersi forte, come era successo la notte prima e come nella tenda, quando Bellamy le aveva promesso di proteggerla.
Poi era stata lei ad assolverlo da quel compito, perché era meglio per la comunità, perché le distrazioni non sono ammesse quando si è in guerra.
Nessuno dei due però fece il primo passo.
Qualcosa si stava evolvendo dentro di loro e questo li spaventava, non gli sembrava ancora la cosa giusta da fare.
Clarke gli tese la mano e sorridendo gli augurò buona fortuna.
Bellamy ricambiò la stretta. Entrambi credevano di dissimulare bene le loro vere emozioni, ma gli occhi lasciavano trasparire la dura verità: avevano paura.
Non volevano ammettere che quella sarebbe potuta essere la loro ultima conversazione.
Lasciandole la mano le mise sul palmo una collana, la sua collana.
Era in legno, scura, e rappresentava una spada. Prima che svanisse definitivamente dal suo campo visivo, il ragazzo si lasciò sfuggire due ultime parole.
-Brave princess-.
 
Bellamy
Mi avvio velocemente verso il mio gruppo e vedo in lontananza Octavia incamminarsi verso il suo.
Ammetto che questo posto l’ha cambiata, quell’uomo l’ha cambiata.
È cresciuta e non ho potuto fare niente per dissuaderla dal far parte del piano.
Ora non posso più proteggerla, anche se la tentazione permane.
Ripasso a mente le varie parti del piano:
Monty e Raven metteranno fuori gioco la visibilità nel campo e appena fuori così potremo metterci ognuno nella propria posizione senza essere visti.
Jasper e la sua squadra di cecchini si fermeranno al ponte crollato, nascosti sugli alberi sfruttando gli stessi mezzi dei grounders che si aspettano invece un attacco da terra.
Octavia coprirà la zona appena oltre l’accampamento, alcuni si nasconderanno nella macchina in cui si erano rifugiati Clarke, Finn e Wells per proteggersi dalla nebbia e creeranno dei fori nella portiera per poter sparare, mentre gli altri faranno da diversivo ponendosi appena più indietro il nascondiglio.
Io e Clarke saremo dai due lati opposti del campo. Lei sarà davanti al portone principale: due principesse a fronteggiarsi.
Sento la mano vibrare e capisco che è la radio.
-Bellamy- è lei.
Le faccio sapere che sto ascoltando.
-Vedi di non morire- mi dice intimorita.
-Cercherò di non deluderti- sorrido.
E dentro di me spero di rivederla presto.
 
Octavia
È vero quello che si leggeva nei libri di storia: come inizia una guerra non puoi spiegarlo, puoi solo provarlo. Ed è così che mi sento in questo momento, perché non capisco da dove siano iniziati ad arrivare i primi colpi, i primi spari.
So solo che ora ci ritroviamo in mezzo al trambusto, al caos più totale.
Cerco di mantenere la calma e di capire cosa non sta funzionando. I ragazzi che dovrebbero sparare non lo stanno facendo e noi ci siamo ritrovati a dover fronteggiare un’orda di grounders senza poter contare su nessuno.
All’improvviso però lo sento. Il suono della speranza. I proiettili iniziano ad abbattere i nostri nemici uno ad uno e inizio a sentire più leggero il peso della battaglia.
Un dolore sordo alla nuca.
La testa è leggera e le immagini iniziano a diventare sfuocate.
 
Mi risveglio in una parte del bosco che non conosco.
Sento in lontananza i rumori della guerra, ma da qua non vedo nulla.
La testa pulsa e non capisco cosa sta succedendo. Ero stata presa da un grounder?
Guardo attorno per capire.
Due occhi chiari, gelidi come il mare d’inverno, mi stanno fissando. La bocca disegna un ghigno perfetto, spaventoso.
-Murphy- urlo il suo nome, confusa.
Il ragazzo mi si avvicina con disprezzo e si inginocchia. Mi prende il viso tra le mani e inizia a studiarmi. Cerco attaccata  ai pantaloni la radio ma, senza troppa sorpresa, mi accorgo di non averla più.
Il ragazzo la tira fuori e me la fa aderire completamente e con forza alla guancia.
-Volevi avvertire il tuo fratellino?- chiede malizioso. –Sarà completamente distrutto vedendo il tuo cadavere martoriato- ride.
Perché non potevamo essere 100 graziosi scout a scendere sulla Terra?
-Non sopravvivresti ad uno scontro con Bellamy. Se uccidi me sei un uomo morto- glielo sussurro, quasi sputandolo fuori dai denti stretti.
-Si, è probabile. Ma almeno lui rimarrebbe con il senso di colpa. Non riuscirebbe a sopportarlo… non aver saputo proteggere la propria sorellina- tra le mani impugna un coltello.
Me lo punta sulla tempia.
Compie una leggera pressione e traccia una linea fino ad arrivare alla clavicola.
Non urlo perché potrebbero trovarci i grounders e per me la sorte sarebbe la stessa, in più il patto era di non tornare indietro per fare gli eroi. Nessuno sarebbe venuto in mio soccorso.
Sento il sangue, caldo e denso, scendere lento sul mio corpo.
Torna nel punto in cui ha iniziato. –Dimmi, chi mi impedirà ora di andare più a fondo?-.
Il dolore è lancinante, non riesco a trattenermi e sprigiono tutta la voce che ho in corpo.
Prima di chiudere gli occhi sento le grida di terrore di Murphy e so per certo che chi mi ha sollevata da terra è una persona conosciuta.
 
Clarke
A quanto pare avevamo vinto la battaglia, ma la guerra non era ancora finita.
I soldati nemici si sono mossi in ritirata grazie alle bombe progettate da Raven e sto per tornare nel campo quando sento chiamare.
Mi giro e riconosco la figura massiccia di Lincoln.
-Clarke- questo invece è Bellamy che sta correndo dalla mia parte.
Cerco di urlargli di fermarsi, di aspettarmi nella navicella ma ormai è troppo tardi.
Si ferma di fianco a me, mi guarda e io cerco di fargli capire che non ne so niente, ma ormai non gli importa più.
Il selvaggio si avvicina lentamente e tra le braccia trasporta il corpo inerme di Octavia.
Cerco di vedere quali sono le ferite ma suo fratello mi spinge da parte e fa cenno a Lincoln di appoggiarla per terra. Lui non esegue l’ordine e Bellamy inizia ad infuriarsi.
Poi tutto accade di fretta: prima il suono e poi la vista.
La freccia scoccata arriva a segno e si immerge nel petto del ragazzo.
Chiamo a gran voce qualcuno che venga a darmi una mano. Lincoln si affretta nel portare nel rifugio la ragazza che ha salvato e io, prima di raggiungere i feriti fisso gli alberi per qualche secondo.
Una chioma folta e bruna. Un viso familiare. Ora niente.
 
-Passatemi del disinfettante! Lincoln aiutami, pensa ad Octavia, il suo è solo un taglio da non far infettare- lavoro di fretta, mi lavo le mani.
Guardo Bellamy preoccupata.
-NON osare morire, me l’hai promesso!- gli urlo.
Lui, ancora mezzo cosciente, mi prende una mano e tutto ciò che si limita a dire è –Mi fido di te, Clarke Griffin-.
 
Angolino dell'autrice:
non mi è piaciuta molto la 1x12, spero
davvero nel finale di stagione.
Più che altro finalmente vediamo quanto
siano diversi Finn e Clarke, perché non
potrebbero stare insieme e perché lei
deve andare avanti.
Beh avanti con le recensioni DeCentini :)
apprezzo molto quello che mi dite!
  
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