BENJIAMIN SMOACK
Felicity era di fronte a quella struttura da più di una bella mezzora. In alto poteva vedere inciso il suo cognome, grande e di un colore scuro, un blu quasi nero. Strinse lo zaino che teneva sulla spalla destra. Oliver aveva insistito per andare con lei, ma Felicity gli avevo spiegato che doveva farlo da sola. Strinse i pugni con forza, era un po' spaventata. Non lo vedeva da sette anni e non sapeva nemmeno cosa dire quando lo avrebbe visto. Entrò dalla porta principale che si aprii al suo arrivo. La gente camminava da un posto all'altro, quando entrò la guardarono confusi, non era un posto dove delle diciassettenni entravano. Era una grossa compagnia appartenente alla famiglia Smoack.
- posso esserle d'aiuto?
Una voce gentile fece capolinea nelle orecchie di Felicity che si voltò alla sua sinistra intimorita.
Una donna da lunghi capelli castani e occhi del medesimo colore la osservavano in attesa di una risposta. Felicity sentiva il cuore batterle forte, era una sensazione strana, come se tutto il suo corpo le dicesse di andare via da li, ma lei voleva vederlo.
Fel: sono Felicity Smoack
La donna fece una faccia sorpresa.
- Sei una parente del signor Benjiamin?
Felicity annuii, non sapeva se dirgli di essere la figlia o meno, ma nel dubbio non disse nulla.
La donna ci pensò un attimo poi le fece un sorriso enorme.
- tra un paio di minuti avrà finito dalla sua riunione se vuole la posso accompagnare da lui?
Felicity annuii nuovamente, non riusciva a dire nulla di sensato.
Entrò nell'ascensore insieme alla donna.
Flashback
Due occhietti vispi guardavano fuori dalla finestra, poteva vedere il suo giardino curato in tutto il suo splendore. Felicity si era appena svegliata, il sole le dava fastidio agli occhi così si era alzata per chiudere le tende. Guardò giù e vide suo padre passare nella piccola stradina di pietre fino ad arrivare al cancello, la cose che la incuriosiva fu il fatto che l'uomo portasse con se due valige enormi. Gli occhi della bambina rimasero fissi su suo padre, poi la figura di sua madre in mezzo al giardino fece spostare il suo sguardo, la donna era furiosa, in un modo che lei non aveva mai visto. Poi tornò a guardare suo padre, l'uomo aveva alzato lo sguardo verso di lei, i loro occhi chiari si incontrarono, suo padre ritrasse subito lo sguardo, troppo timoroso del suo. Felicity strinse le manine nella grande maglia del pigiama verde.
Fine flashback
Quello era l'ultimo ricordo che aveva di suo padre, un uomo troppo vigliacco per guardarla negli occhi. Troppo presa dai suoi pensieri che non si era accorta di essere arrivata. La donna la guidò verso un ufficio da dove stavano uscendo degli uomini.
- aspetta gli dico che vuoi vederlo
Felicity mise un mano istintivamente sul braccio della donna.
Felicity: non le dica il mio nome
La donna la guardava ancora più confusa e annuii.
Vide la mora sparire all'interno della porta e uscire due minuti dopo.
- forse non è un buon momento…però puoi passare domani…
Una rabbia si insidiò in lei, doveva aspettarselo, d'altronde era da lui rimandare sempre.
Felicity: non posso
Felicity fece un passo verso la porta, la donna la trattenne per un braccio.
- Signorina non può entrare
Felicity: sono sua figlia posso eccome
A quel punto la donna lasciò la presa basita, non era forse a conoscenza del fatto.
Felicity aprii la porta con forza, forse perché sapeva che se avesse girato i tacchi non sarebbe più tornata li, da lui. L'uomo era girato di spalle, ma lo riconosceva, i capelli biondi un po' ricci che lo caratterizzavano, le spalle larghe da uomo, il profumo che ricordava, era lui ne era sicura.
Ben si voltò sentendo la porta richiudersi.
Ben: Amanda ti ho detto cento volte che…
Lasciò la frase in aria appena al posto di due occhi scuri si ritrovò quelli celesti, quelli identici ai suoi. Non disse nulla, troppo preso dallo shock.
Felicity: ti ricordi di me…papà?
Oliver si sedette sul tavolo della mensa, non riusciva ad essere tranquillo, accanto a lui si sedette Max.
Max: non è con te?
Oliver sostò lo sguardo dal cibo al ragazzo.
Oliver: non dire nulla a sua madre
Max: Fel che marina la scuola, dovrei scrivermelo sul calendario, tranquillo è un segreto
Thea: sono stanca…la mamma non fa altro che mandarmi messaggi carini
Thea prese posto di fronte ai ragazzi.
Laurel: scusate
Oliver alzò la testa di scatto.
Laurel: volevo scusarmi con tutti, ho fatto una cosa egoista e mi dispiace tanto
Sara era accanto a lei e sorrideva fiera.
Oliver fece un sorriso più rilassato.
Oliver: volete unirvi a noi?
Sara annuii, c'era qualcosa di diversi in Oliver e lo aveva notato per prima, ma non poteva che esserne felice, poco dopo anche Tommy e Roy si unirono a loro.
Felicity sfidava l'uomo con lo sguardo. Ben si buttò seduto sulla poltrona girevole che aveva dietro la scrivania, sospiro pensante, aveva bisogno d'aria.
Ben: Felicity
Felicity: almeno ti ricordi il mio nome
Ben: Fel io..
Felicity: non sono qui perché voglio tornare nella tua vita..voglio solo sapere..
Ben: perché sono andato via?
Concluse la frase per lei, Fel annui, ormai la rabbia ribolliva dentro.
Ben: perché quell'uomo non avrebbe mai potuto mandare avanti una famiglia
Fel: e allora perché non sei tornato quando eri pronto?
Ben: pensi che sia stato facile? starti lontano? sono tuo padre maledizione
Ben scattò in piedi sbattendo le mani sulla scrivania di vetro e facendo sobbalzare la figlia.
Ben: ci sono voluti tre anni per uscire dall'alcol e altri due per sistemarmi e trovarmi nella posizione che sono ora e non avevo il coraggio di tornare a casa, il coraggio di vedere tua madre con un altro uomo che invece è riuscito a vederla felice e il tuo che mi sapevo mi odiava più di lei
Felicity rimase immobile, il suo volto imperscrutabile.
Ben: non volevo lasciarti, ma non potevo essere un buon padre
Felicity: per anni ho sempre pensato che non ero abbastanza, non abbastanza bella, non abbastanza brava, buona…che non fossi abbastanza per te
A quelle parole Ben scattò in piedi, quasi d'istinto.
Ben: non pensarlo nemmeno per un secondo, io non…Felicity ti voglio bene e
Lacrime salate scivolarono lungo il viso candido e delicato della ragazza, Ben passò oltre la scrivania e arrivò di fronte a lei, non esitò un attimo: l'abbracciò. Felicity sussultò, ricordava perfettamente com'era quel calore.
La campanella dell'ultima ora finalmente suonò, Thea raccolse le sue cose e si diresse verso la porta.
Roy: Thea
La ragazza si voltò verso di lui restando ferma aspettando che lui parlasse.
Roy: sai…ti va…insomma ti va di uscire questa sera?
Thea arrossi leggermente e sorrise.
Thea: certo
Roy fece un sorriso smagliante.
Roy: allora passo a prenderti alle sette
Roy uscii dalla stanza lasciando una Thea imbarazzate e felice.
Felicity entrò in macchina, Oliver alla guida la guardava come a incitarla a parlare.
Felicity: è andata meglio del previsto
Felicity fece un enorme sorriso, Oliver sorrise di rimando, amava quando la sua ragazza era felice e avrebbe fatto di tutto per proteggere quel sorriso.
Felicity: sai Oliver…tutto questo lo devo a te
Oliver la fissò non capendo.
Oliver: io non ho fatto niente
Felicity: se non fossi stato al mio fianco non avrei mai avuto il coraggio di entrare in quella porta e parlare con lui
Oliver le accarezzò una guancia.
Oliver: andiamo a casa
Felicity annuii finalmente pienamente felice.
Angolo autrice: ed eccoci quasi al capolinea. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e seguito la mia storia. Il prossimo sarà l'ulitmo capitolo, non sono mai brava nei finali, anzi credo che questa sia la prima storia che concludo definitivamente. Avrei voluto avere più ispirazine, ma spero vi piaccia lo stesso. Al prossimo ed ultimo capitolo!! baciii