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Autore: Tico_Sarah    06/06/2014    1 recensioni
Fino a tre anni prima, la gente magica non aveva avuto problemi a girare per la città. Quasi tutti avevano un lavoro, una famiglia. Tanti maghi avevano addirittura sposato creature non magiche, e non c’erano mai stati problemi di sorta. Almeno finchè non erano impovvisamente avvenuti alcuni delitti che avevano scosso tutto il mondo. Fortunatamente, la gente comune non sapeva dell’esistenza delle altre creature, e si era potuti correre ai ripari prima che la scoperta potesse turbare gli animi e dare vita una caccia ai mostri. Frequenti assassinii, rapimenti e furti erano stati perpetrati con una precisione incredibile e un’abiltà fuori dal comune, troppo fuori dal comune, tanto che il presidente dell’ordine delle creature magiche aveva dato lo stop a qualsiasi relazione tra magici e uomini comuni. (Critiche ben accette; note e commenti sono alla fine dei capitoli)
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5

 

La mattina dopo quel susseguirsi frenetico di eventi che si era concluso con l’incontro di Vent e Syon con Roh, il capo dell’Antimateria, la stanza di Rita era di nuovo affollata di maghi. Mentre preparava lo zaino li vedeva confabulare vicino alla finestra; Syon era sereno come sempre, Deida aveva la solita espressione lugubre e Vent un sorriso dolce sulle labbra. Pensò che dopo i tre attacchi consecutivi sferrati dal misterioso Yuudai, nessuno dei tre si sarebbe più allontanato da quella casa, e se la cosa da una parte le faceva piacere, dall’altra la infastidviva per il fatto che i tre erano diventati la sua ombra. Uno per volta, la seguivano ovunque, anche in bagno, dandosi il cambio di tanto in tanto.

-Trovare la casa di Yuudai?- stava dicendo Deida, in tono macabro.-Volete morire così giovani?-

Syon si lasciò sfuggire un sorriso divertito:-Beh, vorremmo infiltrarci per indagare su di lui.-

-Questi giorni è apparso molte volte- intervenne Vent.-Io e Syon pensiamo che si nasconda da qualche parte qui intorno...-

Deida grugnì:-Sì, magari dorme sulle panchine del parco...-

Vent si stizzì:-Non credo proprio.-

Syon le lanciò un’occhiataccia, poi spiegò:-Vespasiano ci ha detto che ci sono stati dei rapimenti ultimamente, e le date coincidono con l’improvvisa ricomparsa di Yuudai.-

-Credete sia opera sua?- domandò Deida, annuendo.-Sì, è molto probabile.-

Vent s’innervosì e gli angoli della sua bocca si piegarono in su, in un sorrisetto sghembo.-Ma perché siete tutti convinti che lui sia così subdolo?-

-Perché lui è subdolo.- Mugugnò Deida.-Non puoi non averlo notato. Incanta le persone, lo stava facendo anche con Rita.-

Le due donne si scambiarono uno sguardo di fuoco.

Syon si mise in mezzo e disse:-Calma, ragazze, calma...-

-Qual è il piano?- domandò Deida, senza perdere tempo.-Dobbiamo scoprire dov’è il covo, se mai ne avesse uno.-

Vent fece un sorriso di sfida:-Yuudai e io abitavamo in questa città tre anni fa!-

-Proprio qui?- domandò Syon, curioso.-Vuoi dire che non si è mai mosso per tre anni?-

-Magari la sua casa è invisibile...- fece Vent, alzando le spalle.

Deida per un attimo avvertì una strana sensazione. Yuudai le aveva detto che si erano già incontrati in passato. Lei sapeva che fino a tre anni fa abitava in quella città, esattamente come Vent e Yuudai... Ma se lei non ricordava erano i suoi genitori... Come poteva ritrovare il volto di quell’uomo nei suoi ricordi?

Aveva troppa paura...

Perché non riusciva a ricordare nulla dei suoi genitori? Cos’era successo nell’incidente? Dov’era andato suo padre? Era vivo? Era morto? E sua madre?

Quei pensieri si accumularono nella sua testa fino a riempirla tanto che Deida temette di sentirla scoppiare. Allora guardò i due colleghi e disse:-No, io non vengo. Rita avrà bisogno di qualcuno che la protegga, non si sa mai.-

-Sei troppo debole.- Sentenziò Vent, tagliente.

Deida chiuse gli occhi e rispose:-Questo lo dici tu.-

Rita avvertì che l’aria si era fatta piuttosto pesante ed esclamò:-Andiamo a scuola, Deida?-

Vent guardò la ragazzina come se non capisse il motivo di quella domanda. Fino al giorno prima si odiavano, perché adesso Rita esigeva la compagnia della musona cronica? Si voltò e vide Deida che si muoveva verso Rita con passi lenti e misurati. Quando le passò accanto l’afferrò per un braccio e piantò gli occhi in quelli dell’altra, come se avesse voluto dirle qualcosa.

Deida si liberò con uno strattone e salutò Syon, poi se ne andò dietro a Rita dopo essersi resa invisibile.

Vent strinse i pugni dalla rabbia.

Syon se ne accorse e cercò di smorzare la tensione con un allegro:-Cominciamo le ricerche!-

“Però...”, pensò l’uomo, torturando la stoffa della tunica con le dita, “qui tira aria di tempesta...”

Vent riprese il controllo e scagliò un pugno in aria con brio.-Andiamo da Vespasiano! Lui sa tutto della città!-

-Sarà difficile farlo parlare...- sospirò Syon.

 

***

 

-No, no e poi no.- Sibilò il bibliotecario.-Syon, te l’ho già detto quanto stai bene vestito da persona normale? Senza quella ridicola tunica bianca sembri perfino uno affidabile...-

Vespasiano volò tra gli scaffali, allungando le mani per prendere o mettere a posto i suoi libri con amore, mentre con gli occhi guardava i due giovani che gli correvano dietro schivando le palline di carta che gli venivano lanciate di tanto in tanto dal bibliotecario.

Syon si fermò e si sistemò il giacchino di jeans con orgoglio:-Me li ha prestati Curter... Mi stanno un po’ grandi, ma posso accontentarmi...-

Vent gli pistò il piede.-Concentrati!- sbottò.

-Sì, hai ragione!- si scusò Syon.

Vespasiano era già scomparso tra gli scaffali più lontani, ma Syon gli corse dietro e gli si avvicinò con occhi imploranti:-Tu sai qualcosa, vero? Tu sai sempre tutto, sei uno studioso...-

-Senti amico- disse il vampiro, puntando un libro sul petto del mago:-Il fatto che tra noi ci sia un patto che mi proibisce di saltarti addosso non significa che non lo farei...-

L’altro non si fece intimidire e si fece serio quando disse:-Uccideresti me pur di non parlarmi di Yuudai? Ne hai così tanta paura?-

Vespasiano sbuffò:-Quello è un ragazzino.-

-Lo conosci, dunque.-

Il vampiro si guardò intorno, sconsolato:-Se n’è stato rintanato per ben tre anni senza farsi mai vedere... Adesso mi hanno detto che se ne va in giro a combinare guai con quell’aria da gran fighetto... L’ho visto qua davanti l’altra volta- piagnucolò.-Guardava attraverso quel vetro- , indicò una grande vetrata che gettava luce su una buona parte della sala,- immobile come una statua. Mi sono nascosto. Mi fa paura. Questi miei occhi hanno visto il peggio del peggio, e ti assicuro che niente... Niente, è peggio di quell’uomo.-

Syon si assicurò che Vent fosse a svariati metri di distanza, poi afferrò il vampiro per la collottola e lo inchiodò alla libreria più vicina.

Vespasiano emise un grido strozzato.

-Ebbene...- sibilò Syon.-Questo non è un avvertimento: è una minaccia. Non so se ti convenga avere più paura di un uomo che adesso è lontano o di me, che sono qui e sto per farti a brandelli.-

-Il codice etico...- esordì Vespasiano.

-Io ho abbandonato l’etica appena ho messo piede nell’Antimateria.- Ringhiò Syon.-Se tu non mi dici immediatamente cosa sai su Yuudai, e su dove passa i suoi giorni... Io ti ammazzo.-

Vespasiano fece una faccia talmente contorta che le rughe sul suo volto si moltiplicarono, diventando solchi nella pelle scura.-Pensavo che almeno tu fossi una persona con cui stare tranquilli...-

Syon aumentò la presa sulla sua collottola.

-E va bene, va bene!- gridò Vespasiano.

-Bravo!- esclamò Syon, lasciandolo.-Mi sei sempre più simpatico!-

L’altro mise il broncio e si grattò la testa, sospirando:-Mi hai praticamente costretto... Ma va bene... Cominciamo.-

 

***

 

La mappa della città fu distesa sul tavolo dalle mani sicure di Vespasiano, poi il vampiro si posizionò gli occhialetti rotondi sul viso e assunse un’aria professionale mentre puntava il dito sulla carta.-Questa è la biblioteca.-

Vent aveva un pennarello in mano e lo usò per tracciare un cerchio attorno al punto indicato da Vespasiano.

-E qui...- proseguì il vampiro,- c’è un vecchio cantiere caduto in disuso anni fa. Lì c’è il palazzo che Frost ha fatto costruire per Yuudai.-

-Allora è vero, Yuudai è un membro della Tramontana...- mormorò Vent.

-Puoi giurarci, bambina.- Disse Vespasiano, strappandole il pennarello di mano e cerchiando il punto dove si trovava il cantiere.-Ma non l’hai visto? Fa venire i brividi.-

-Tu sei un caso patologico- commentò Syon, sarcastico.

Vespasiano gli lanciò un’occhiata in tralice e sbottò:-Invece tu sei davvero un tipo strano.-

Syon non riuscì a trattenere una risata, ma prima gli lanciò un’occhiataccia.-Diciamo che ho molte risorse.-

-Di che state parlando?- chiese Vent, spostando lo sguardo da Syon a Vespasiano e viceversa.

Il vampiro si sistemò gli occhiali sul naso e sbottò:-Ho fatto una semplice osservazione.-

Syon scosse la testa e tornò a guardare la cartina:-Va bene, adesso sappiamo dov’è il palazzo di Yuudai, però scommetto che è invisibile.-

-Ovviamente sì.- Disse Vespasiano.

Vent guardò Syon, confusa:-E allora come facciamo? Ci servirà una guida...-

-Ah, non guardate me!- esclamò Vespasiano.-Io non ho nulla in mano che mi permetta di vederlo. So dove si trova perché me l’ha detto un informatore.-

-Quindi esiste qualcuno che conosci in grado di vedere il palazzo...- dedusse Syon.

-Sì, ma è scomparso pochi giorni fa.- Disse Vespasiano, scoraggiato.-Mi spiace ragazzi, ma non c’è verso di entrare in quel castello...-

Syon sospirò:-Maledizione, non possiamo metterci a tastare l’aria finchè non troviamo la porta principale... Si accorgerà di noi ancora prima di riuscire a dire “a”...-

Già... Yuudai doveva avere mille occhi attorno al suo palazzo, non fosse per il fatto che la polizia magica da la caccia a tutti i membri delle organizzazioni ribelli. Doveva essersi messo in condizione di poter visualizzare chiunque si fosse avvicinato nel raggio di cinquanta metri. Inoltre, lui stesso era un uomo dai poteri sconosciuti, e ancora non conoscevano quale fosse il repertorio delle sue magie.

Vespasiano scosse la testa:-Abbandonate quest’idea delle indagini.-

-Faccio io da esca- disse Vent, con decisione.

Syon la guardò sgranando gli occhi:-Che follia è questa?!- esclamò, battendo le mani sul tavolo e facendo trasalire Vespasiano, che tirò fuori un fazzoletto e si asciugò la fronte. Era davvero troppo per uno che desiderava solo vivere con i suoi libri, la vita avventurosa non lo aveva mai allettato, preferiva leggere la storia, più che farne parte.

-Se io mi faccio catturare, potrei scoprire dov’è il palazzo, e magari...-

-Non se ne parla nemmeno!- gridò Syon, assumendo di nuovo un’aria austera e severa.

Vent abbassò lo sguardo e mormorò:-Io...-

-Tu sei ossessionata da lui, Vent!- esclamò Syon, stringendo un pugno con rabbia.-Tu lo stai proteggendo da settimane! Perché, Vent, perché lo fai? Questa tua ostinazione nei suoi confronti ci porterà solo guai!-

Gli occhi della giovane si fecero lucidi.-Perdonami...-

Vespasiano fece qualche passo indietro e tentò di andarsene, ma Syon lo afferrò di nuovo per il bavero della camicia e lo guardò negli occhi:-Da questo momento in poi, voglio che usi tutti i tuoi trucchi da vampiro per scoprire qualsiasi passaggio possa condurre nel palazzo di Yuudai.-

-Ma...-

-Sei un vampiro- ribadì Syon, mentre i suoi occhi chiari si facevano di ghiaccio e la sua presa sempre più stretta, tanto che Vespasiano ricominciò a sudare freddo.-Hai tremila e passa anni di età ed esperienza sulle spalle. Voglio... Esigo... Che ci aiuti.-

Vent fece il giro del tavolo e posò una mano sul braccio di Syon. Sentiva i muscoli contratti nello sforzo di trattenere l’uomo, e per un attimo si chiese se quello fosse davvero il suo amico mago.

-Syon!-

Il mago abbassò lo sguardo su Vent e le sorrise.-Stai tranquilla.-

-Non vuoi farmi del male, vero?- ansimò Vespasiano, sull’orlo dello svenimento.

-Solo se non mi costringerai a farlo.- Ringhiò Syon.

-E va bene, ti aiuterò!- esclamò Vespasiano, quasi piangendo.-Mi sono cacciato in un bel guaio! Altrochè!-

Syon lo lasciò e tornò a sorridere come sempre:-Perfetto.-

-Mi rimbocco subito le maniche e inizio il mio lavoro...-

Vent distolse lo sguardo da Syon e lo fissò su uno dei quadri alle pareti. Avrebbe voluto essere più decisa, più forte. Si sentiva una persona meschina per il fatto di desiderare così ardentemente che Yuudai la catturasse, che la portasse nel suo castello e la costringesse a rimanerci. In tal modo si sarebbe risparmiata la fatica di dover dare una delusione ai suoi amici e avrebbe ottenuto ciò che sognava: stare insieme a lui, per sempre.

Vent non si accorse dello sguardo penetrante di Syon, né del fatto che lui si era voltato e se ne stava andando senza dirle niente.

 

***

 

Deida si era messa seduta sui gradini della scuola e guardava il pavimento con occhi vitrei. Quella piazza che si trovava davanti alla scuola era il primo luogo in cui aveva incontrato Yuudai, il primo luogo in cui si era resa conto di essere inferiore non solo a Vent, ma anche ad un’altra persona.

Yuudai, triste e furioso con il mondo... Avvolto dall’oscurità dentro e fuori.

Lei... Era sempre triste. Sempre. Tormentata per il fatto di non riuscire a piacere agli altri, per il fatto di non essere capace di diventare la migliore, per il fatto di avere paura a ricordare, Deida era si sentiva sempre più sola, sempre meno umana.

-Hai paura, vero?-

Deida sollevò lo sguardo e impallidì. No... Sembrava che pensare a lui lo evocasse...

Yuudai le posò una mano sulla testa e ruppe l’incantesimo d’invisibilità, poi la guardò con i suoi occhi freddi e, per la prima volta, malinconici, e s’inginocchiò per arrivare all’altezza della ragazza.

-Cosa vuoi da me...?- mormorò Deida, scuotendo il capo.-Perché non mi lasci in pace...? Perché ogni volta che ti penso tu arrivi a tormentarmi?-

-Perché voglio che ti ricordi di me...- bisbigliò l’uomo, avvicinando il viso a quello di Deida.

Lei allungò una mano per respingerlo, ma quando essa toccò il petto dell’uomo vi passò attraverso come se stesse colpendo l’aria. Confusa, strinse il pugno e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, sembrava tutto normale: Yuudai era scomparso e l’incantesimo di invisibilità era ancora attivo sulla sua pelle, infatti il suo corpo non proiettava alcuna ombra.

Si guardò i palmi delle mani e poi vi nascose il volto. Lui l’avrebbe tormentata finchè non avesse recuperato ogni minima particella di memoria persa, e questo era una fatto inneggabile. Però, lei aveva troppa paura. Non si sentiva pronta per scoprire quella parte della sua vita. Non sapeva cosa sarebbe cambiato, ricordando, se sarebbe stata la stessa, se avesse potuto continuare vivere come prima.

E se ricordando avesse perso la voglia di fare magia? Quale sarebbe stato il suo scopo di vita? lei aveva un maledetto bisogno di uno scopo, altrimenti sarebbe impazzita. Si sentiva troppo persa, troppo disorientata in quel mondo così grande. Aveva bisogno di avere qualcosa in cui credere, anche una bugia.

Prima poteva stare alla luce del sole senza incantesimi di invisibilità a proteggerla, invece ora era costretta a vivere come una reietta, tormentata daYuudai.

Qual era stata la sua colpa?

Un brivido le percorse la schiena.

Forse la sua colpa era nascosta tra i ricordi sepolti nella sua mente.

Nascose il viso nelle ginocchia e iniziò a respirare affannosamente, terrorizzata da quel pensiero.

-Non voglio ricordare... Non voglio ricordare...- sussurrò.

Una voce suadente si infilò prepotentemente nel suo orecchio, seguita da una risatina.-Tu devi ricordare...-

-STAI ZITTO!- gridò Deida, sferrando un pugno ad uno Yuudai inesistente.

La ragazza scosse la testa e si alzò come se i gradini scottassero, poi guardò l’entrata della scuola con aria stordita ed entrò, rassegnata.

Ogni volta era sempre peggio.

 

 

  
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