Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: emily12_    07/06/2014    0 recensioni
E se Tobias e Tris si rincontrassero?
Finale alternativo della saga di Divergent.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 5

 

TRIS

 

Cammino con Tobias sotto mantello che strascica per terra: è un piano stupido, ma sembra stia funzionando.

Forse ce la possiamo fare: l'importante è che nessuno si domandi come mai il don sia tanto ingrassato.

Sento il cuore gonfiarsi di speranza: staremo di nuovo insieme, felici, ce ne andremo da qui.

Avrei voluto far uscire anche Travis, ma Tobias mi ha fatto notare che non avremmo saputo come fare; eppure mi sento tanto in colpa nei suoi confronti...

Ecco il portone per uscire: ce l'abbiamo quasi fatta.

Don Mario! Eccola qua! Come mai tutta questa fretta? Entri pure, dovrei parlarle in privato.” è la voce di Mark.

Panico.

L'uscita è troppo lontana per scappare: ci prenderebbero; siamo costretti a entrare nella stanza con lui.

Mark ci chiude la porta alle spalle.

Sento i muscoli di Tobias tendersi: siamo due topi in trappola.

 

TOBIAS

 

Mark sistema qualche carta sul tavolo dopodiché si gira e finalmente mi guarda.

Sto sudando freddo.

Mi osserva un attimo alzando un sopracciglio come a chiedersi cosa ci fosse in me di diverso dal solito.

Mi accorgo dopo pochi secondi che le cose non sarebbero andate per il verso giusto.

Mark si mette a ridere: “Assolutamente sfrontato e ben visibile. Forse proprio per questo il vostro giochetto sarebbe potuto riuscire.” non smette di ridere.

Mi brucia la mano dal desiderio di tirargli un pugno nei denti, ma dobbiamo temporeggiare: se avesse urlato o chiamato aiuto per noi è finita.

Allora...qual è il vostro nome?” Mark sorride: sa di aver la situazione in pugno.

Non ci muoviamo: forse invece che tramortirlo potremmo convincerlo ad aiutarci...

Tris salta fuori dal saio e si piazza decisa davanti a Mark.

Provo una fitta di dolore alla bocca dello stomaco: ho di nuovo quella soffocante sensazione che mi dice che tutto andrà male.

Mark, ti prego...devi aiutarci.” lo implora “Ti è mai capitato, Mark, di avere tutto il mondo contro di te? Affrontare guerre, piani, dover fare la cosa giusta per non perdere chi ami, perché basterebbe un solo tuo passo falso e puoi dirgli addio? Hai mai dovuto sacrificarti per qualcuno e lasciarti tutto alle spalle? Hai mai avuto paura dell'oblio?”

Mark la guarda sorpreso, oserei dire quasi scosso.

Tris trema mentre parla e vedo quanta fatica fa per trattenere le lacrime: vorrei solo correre da lei e abbracciarla, sparire per sempre.

Eppure rimango fermo a fissarla, mentre ogni parte del corpo mi fa male per la mia impotenza.

Mark...hai mai pensato che non avresti avuto abbastanza lacrime per piangere? Be, questa è stata la nostra vita nell'ultimo anno, Mark, e ora possiamo cambiarla...aiutaci ti prego...”

Lui la guarda negli occhi, ma sposta subito lo sguardo come se non potesse sopportare a lungo quello di Tris.

Allora guarda me.

Devo dire che guardare me non gli fa né caldo, né freddo, un po' come se fossi trasparente.

Guardandomi dice piano: “Mi ricordate qualcuno, ma sì, me li ricordate proprio quei due.” ghigna tra i suoi pensieri “credevano nella vita loro, credevano in loro stessi, nel loro amore. La vita ha pensato bene di insegnarli che non è così semplice.”

Tris lo guarda interrogativa, quasi speranzosa; mentre io vengo pervaso dal panico e vorrei solo uscire e affrontare un drappello di dieci guardie, piuttosto che ascoltare quest'uomo.

Non le sembra allora giusto cercare di aiutare noi? In memoria di quei due ragazzi...” tenta di dire Tris.

Lui la guarda con rabbia: “Eravamo io e Giulia quei due ragazzi...” ride “ho imparato una lezione importante, Tris. Pensavo che questa cosa l'avessi già imparata, mia cara. Il fatto è che la vita non è giusta. E se non lo è stata per noi, per quale motivo lo deve essere per voi?” ride, leggo nei suoi occhi che il suo unico desiderio è farci del male “la vita non è giusta, ma almeno questa ingiustizia potrebbe essere distribuita equamente per tutti, o no?”

Era la sua vendetta: noi saremmo stati il suo strumento di vendetta verso la vita.

La speranza se n'è andata dal volto di Tris che ora è terrea.

Non abbiamo un secondo da perdere.

Mi lancio contro Mark e cerco di tirargli una botta dietro la nuca abbastanza forte da tramortirlo.

Ma lui è bravo, molto bravo.

Sto per avere la meglio, ma sento un grido strozzato provenire da Tris.

E' entrata una guardia che ora la tiene ferma con un coltello alla gola.

Sono efficienti qui le guardie.

Mi blocco, siamo finiti. Non c'è più nulla da fare.

Mark sorride compiaciuto alzandosi da terra.

Allora io ho un'idea: mentre è distratto lo afferro da dietro, gli piazzo il suo stesso coltello contro la gola, e lo tramortisco brevemente con un pugno.

Guardo la guardia con aria di sfida: “Lo uccido se non la lasci subito.”

Quello non si scompone: “Io uccido lei, se tu non lasci subito lui.”

Ma se verranno a sapere che hai lasciato uccidere il tuo capo non so come te la passerai, amico.”

Ora sembra titubante.

Lasciala.” ripeto.

Lui molla la presa e Tris per un attimo barcolla tossendo.

Ci avviciniamo all'uscita tenendo in ostaggio Mark e all'ultimo secondo lo lasciamo dentro alla stanza chiudendola a chiave con ancora dentro la guardia.

Ma altre guardie vicino alla porta di ingresso ci hanno visto o sono accorse sentendo quegli strani rumori.

Corriamo verso il piano superiore, ovvero le uniche scale senza guardie pronte e ucciderci.

E poi ancora più in alto e più in alto ancora.

Siamo arrivati alla torretta, un'angusta stanzetta circolare con le pareti scrostate e delle ragnatele che pendono dal soffitto.

Sprango la porta per avere un attimo di tempo per pensare prima che ci trovino ed irrompano dentro.

 

TRIS

 

Tobias mi stringe a sé che quasi mi soffoca, ma ormai non distinguo più un dolore dall'altro.

Inspiro il suo odore e lo bacio, perché ho paura che sarà l'ultima volta che lo bacerò.

Fronte contro fronte, il mio respiro nel suo e i nostri nasi che si sfiorano.

Rimaniamo così per un po', mentre nessuno di noi riesce a farsi venire in mente una via d'uscita.

Il mio sguardo si sposta al finestrone spropositato della torretta: fuori la notte è scura e accogliente e soffia un vento caldo che porta con sé gli odori del bosco poco più in là.

Un fremito mi percorre tutto il corpo: una soluzione c'è, ma forse sarebbe stato meglio non vederla.

Tobias si avvicina alla finestra senza lasciarmi la mano, quindi sono costretta ad alzarmi anch'io e a seguirlo.

Tris...” sussurra con voce spezzata.

No, non ce la posso fare, non di nuovo.

Ce ne andremmo in un altro universo parallelo...qui saremmo costretti a rimanere in prigione per tutta la vita.”

Mi vacillano le ginocchia e mi torna in mente la frase di Mark: la vita non è giusta.

Ho paura, ho paura e non riesco a muovere un passo.

Lui mi abbraccia di nuovo, mi bacia e fa scorrere le sue mani lungo la mia schiena: “Ti amo.” dice.

Mi viene in mente che forse l'amore non esiste e che due persone che si amano non sono altro che due anime egoisticamente pazze l'una verso l'altra.

Ti amo anch'io.” gli sussurro comunque.

Sussultiamo sentendo che le guardie sono arrivate e che stanno cercando di forzare la serratura e buttare giù la porta.

Che stupida sono stata: non ho pensato che anche Tobias deve stare morendo di paura, inoltre lui ha paura dell'altezza.

Okay.” dico.

E stavolta sono decisa.

Lui annuisce e saliamo con i piedi sul davanzale della finestra.

Non lasciarmi.” sussurra Tobias con la voce che trema.

Mai.” rispondo stringendogli più forte la mano.

Per un attimo mi torna in mente Margaret e la fatica che ha fatto per aiutarci, Amelia che mi ha accolto così gentilmente in casa sua...quello che stiamo facendo è veramente cattivo verso di loro.

Ma è troppo tardi per tornare indietro, non abbiamo altra scelta.

Insieme.” sussurro.

Insieme.” ripete lui.

 

La notte è tanto serena e calma che forse saltando ne verremo risucchiati e non proveremo alcun dolore.

Mentre la porta fa un tonfo e le guardie entrano, i nostri piedi si staccano da terra.

Aria.

 

GOVERNATORE DELLA CITTA'

Lo scandalo increscioso provocato dai due giovani è stato sistemato in pochi giorni, spero non vi saranno conseguenze.

Io e Mark stiamo decidendo le ultime cose: come il giorno dei funerali dei due, gli orari, e quanto il comune sia disposto a spendere.

Vedi Mark, hai fatto un ottimo lavoro.” gli dico “in un modo o nell'altro ci siamo liberati di loro e tutto si è risolto per il meglio.”

Sì, signore.”

Guardo Mark corrugando: ha una voce stanca, delle occhiaie profonde e vedo che ogni tanto gli tremano le mani.

Sembra invecchiato di colpo.

Portami un bicchiere di whisky, Mark. Brinderemo insieme per questo buon esito!”

Mi guarda quasi spaventato, poi il suo sguardo diventa velato e dice piano: “Sono diventato astemio, mi dispiace, signore.”

Non fa niente Mark.” dico sempre più stupito.

Se ne va a passo strascicato.

E' triste, sì ora capisco che deve essere triste per qualcosa.

Ma è una tristezza così strana...

Ridacchio tra me e me: è una tristezza che proprio non riesco a capire.

 

 

Ciao a tutti!!

Vi volevo ringraziare per essere arrivati a leggere fin qui e dirvi che  ci tengo molto a sapere cosa ne pensate e se vi è piaciuta.

Baci,

Emily

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: emily12_