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Autore: Directioner_2001    07/06/2014    2 recensioni
*TRATTO DAL DICIASSETTESIMO CAPITOLO*:
"Cominciamo gli Hunger Games.
Gli Hunger Games è vendicare, non uccidersi.
Ed è questo che dobbiamo fare io e David.
Vendicare i nostri tre amici.
Cuori spezzati, lacrime che scendono.
Questi sono gli Hunger Games.
Amicizia e amore: cosa prendere e cosa lasciare.
Ho preso l'amore, mi hanno ripagato con l'amicizia.
Ora inizia la rivoluzione.
In questo istante."
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Bimba Mellark, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Io vi ucciderò, in un modo o nell'altro. '
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Capitolo Diciannove

-Scappa!- David mi spinge verso il bosco.
Sono tranquilla.
"CERTO CERTO" 
"Zitta coscienza!"
"Sta zitta tu!"

Uhm, ora parlo anche da sola. Bene.
Prendo la sua mano, mentre lui tiene l'ascia in mano, nel caso esca un favorito o qualche tributo a sorpresa.
-Devi scappare.- mi ordina serio.
-Io non me ne vado senza te, David!- urlo zittendolo.
-Cosa?Non mentirmi.
-Ti amo e non te ne sei accorto, vieni con me, sai che non ti lascerei mai!- continuo trattenendolo.
Nei miei occhi c'è la delusione della prima relazione.
Io lo amo per davvero.
E lui dice che non è vero.
IO LO AMO, SNOW.
IO LO AMO, IO LO AMO, IO LO AMO.
IO LO AMO CAZZO, LO CAPISCI!?!

-Scappa Primula.- mi ricorda.
-Non senza te, io non scappo più, non sono una bambina. 
Incocco la prima freccia fissandolo seria.
Non riesco a concentrarmi se vedo quei occhi davvero unici.
Spalanca la bocca stranito e sbalordito contemporaneamente, e l'unica cosa che faccio non è baciarlo. 
E' sorpassarlo e mirare già il punto in cui il ghiaccio ha avuto inizio.
Il mare diventa come un parco in cui si pattina in inverno. E' strano.
La temperatura è scesa, e sento già le gambe e le braccia molli per il troppo freddo.
-Prim!!- urla David, guardandosi attorno.-Se vengono, non voglio che ti facciano del male.
Poggio un piede sullo strato di ghiaccio, e vedo che è sottilissima tanto che al tocco con la pianta del piede destro si rompe e affonda nel mare freddo.
Sono pronta.
-Primula!- urla ancora una volta.
Quando mi lascio andare, mi pianta qualcosa dietro alla schiena.
Un ago. Mi giro verso di lui, mentre ripone il sonnifero nello zaino. DELUSIONE, DELUSIONE.
Cado a terra e mi addormento.
Qualcuno mi aiuti, vi prego.
"Papà, mamma, Rye...vi amo."
Il mio ultimo pensiero, prima di chiudere occhio.

***

Rotolo sull'erba fredda.
Non ci vuole molto che io rinasca nuova dal sonnifero piantatomi dietro alla schiena.
Mi siedo sull'erba, non ricordo bene cosa mi era successo prima di addormentarmi.
Stringo le spalle, mi abbraccio da sola e mi rimetto in piedi tremolante.
-Da...David..- balbetto chiamandolo.
Ho poca voce, e l'unica parola normale che mi esce è "David".
-David?- ormai la voce balbettante la lascia alla voce decisa.
Mi incammino fra i boschi, e seguo le sue orme rimaste impresse sulla terra umida.
-Cosa ci fai qui?- mi chiede fissandomi.
Faccio un sorriso, e mi avvicino lentamente a lui, notando che sta facendo roteare delle bacche fra l'indice e il pollice per essere sicuro che siano innocue granzie alla sua memoria fotografica.
-Mi sono svegliata, e ho voluto raggiungerti:cosa fai?- chiedo.
-Sto cercando delle bacche.- spiega. - ho tanta fame...- aggiunge.
-Anch'io, e fa un freddo cane...come ci nascondiamo? - dico tremando.
-Mh, questo non lo so.- risponde incerto.
-Come faremo?
-Prim, calmati. 
-Moriremo congelati.- prendo un fiocco di neve cadutomi dall'alto e lo impringiono nella mia mano.
-Nevica. - sorride.
-Già...Rye giocava sempre con me ad acchiapparne di più...ma si scioglievano.- rido nervosamente, al ricordo di quell'inverno.
Mi siedo accanto a David, e mi appoggio alla sua spalla.
Circonda le mie con un braccio e l'altro mi stringe come se mi abbracciasse.
-Mi dispiace.
-Papà mi abbracciava sempre così, sai? - ricordo, disegnando cerchi immaginari sul suo petto ricoperto dala tua, sul suo torace, sulle sue braccia...
-Tuo padre è un eroe.- aggiunge fissandomi dolcemente.
-Lo so.
-Tua madre è leggenda.
-Erano, David! Erano, ormai.
-Non voglio peggiorare, è meglio se sto zitto, vero?- ride.
Annuisco e rido anch'io con lui...mi sono mancati questi momenti.
Abbiamo pensato solo a salvarci....e non a noi.
-Andiamo, dobbiamo cacciare...e dobbiamo accendere un fuoco.- lo risveglio da quel riposo di poco fa e ci incamminiamo verso la natura fredda e gelata, troveremo qualcosa oltre a delle bacche?

***

-Brr, questo tempo è durissimo.- si lamenta David.
-No, tranquillo, sei sangue caldo o no?- sdrammatizzo ridendo.
-Non c'è niente da ridere, sta per venire una bufera! - ecco, ora sdrammatizza!
-Che fa, basta che siamo insieme...vero?- chiedo.
-Uhm, sì...credo. - dice incerto.
-Lo prenderò come un sì. 
-Tranquilla, tieni.- scava un po' nella tasca e cosa ne fa uscire? La mia spilla.
Spalanco gli occhi, e sbarro la bocca sorpresa.
-D...dove l'hai presa?!- gliela strappo dalle mani e la controllo.
-L'hai dimenticata in camera prima di entrare nell'arena.
-Grazie David, era l'unica cosa rimasta a me....da mamma.
-Lo so, ecco perchè te l'ho ridata ora.
-Perchè non me l'hai data prima?
-Bho, volevo tenerla per me quando non c'eri, nel caso ci saremmo...- balbetta. Che carino! - separati.
Come non posso innamorarmi di uno così?...penso.
Scuoto il capo sorridendo, e lo rialzo solo perchè cerca di darmi un semplice e inutile bacio.
Inutile non proprio, davvero. Un bacio può essere inutile?
Si avvicina di poco, e chiude gli occhi non appena la nostra distanza diminuisce passo dopo passo.
Un tuono ci fa sobbalzare come non mai, e una voce abbastanza forte raccoglie -di certo- l'attenzione dei 14 tributi rimasti, compresi me e David.
-Salve, uhm....sopravvissuti! Da domani un bacchetto in vostro onore, per aver passato un'intera settimana nell'Arena!Morite in fretta, domani sarà l'ultimo giorno.- è la voce di Seneca Crane, questa.
-Banchetto eh?- dico con voce disgustata.-Andiamo domani?
-NONONO!Io rimango qui.- dice in fretta David.
-Io andrò allora... anche se il tempo non è dei migliori, andrò lo stesso. - dico fissando la pioggia che scende a catinelle.
Già metto un piede fuori da quella grotta costruita da lui nel bel mezzo del bosco, mi afferra il braccio e mi fa cadere 'appositamente' su di lui.
-Resta con me, Rue.
Rue?Da quando non mi chiama così?
Lo fisso negli occhi: è spaventato.
Non vuole che vada via.
Vuole solo proteggermi, ma io non ho bisogno di protezione.
Ho bisogno di coraggio, forza, lealtà...amore da parte sua...ma di protezione ne ho già abbastanza per adesso.
Chiude le ginocchia così che io possa mettermi composta e seduta bene sulle sue gambe, e mi scosta una piccola ciocca caduta PER SBAGLIO.
-Non voglio perderti.- ammette appoggiando il capo sulla mia spalla.
-Cos'ho, per rimanere? - chiedo pensierosa, baciandogli i capelli mori e accarezzandogli la spalla.
-Me, tu hai me. - risponde convinto.
-Ho perso mia madre, mio padre, RYE, Matt, Sae...non ho più nessuno oltre te.- dico, è la pura verità.
E sono morti solo a causa mia.
-Non sono morti per colpa tua, capiscilo Rue.- ecco, mi ha letto nel pensiero! -Sono morti a causa di Snow e della sua sete di vendetta...ma tu non hai fatto praticamente nulla che andasse contro di loro. Ti accudirò io, nella tua casa o nella mia come preferisci te! Ti preparerò da mangiare, ti metterò a dormire, ti rimboccherò fra le lenzuola e se vuoi affetto ti darò sempre il bacio della buonanotte e potrò farti compagnia quando vuoi te, io sono qui per te...- spiega, stringendomi più a sè.
Non so cosa pensare, in questo momento.
Spacco il labbro come se fosse un gioco, poi in un pugno stringo un lembo della sua maglia, cavolo....ho tanta paura.
A cosa servirà il banchetto?A cosa porterà?Sono delle giacche per il freddo?
Qualche piccolo meccanismo che ci trasmetterà il caldo dentro il corpo?
Sarebbe stato per sempre un mistero, se non ci fossi andata.
-David io...
-Non abbandonarmi, Prim, io ho bisogno di te.
E poi il buio, quando ho sentito una punta trafiggermi ancora la schiena.
Cavolo. Ancora?! Mica prenderà l'abitudine?! No, questo no!

***

Un altro tuono.
Mi risveglio da un lungo sonno, e mi rendo conto che David mi ha ancora somministrato quel sonnifero che quella stessa mattina ha usato per portarmi in salvo.
Ne ho abbastanza.
Tocco il suo petto, su cui ho dormito per ben una o due ore.
Infatti prima era notte fonda mma adesso il sole spacca di brutto ciò che mi ero procurata per restare al caldo, e il temporale ha cessato da poco, poichè alcune gocce stanno ancora bagnando dolcemente quell'erba ancora fresca.
Mi metto alzata lentamente, così da non svegliarlo....lo conosco.
Appena fai il minimo rumore si sveglia.
Ma se scoccargli un bacio è un rumore, lui non si sveglia, anzi...si accuccia a sè come un bambino.
Infatti, mi avvicino solo per appoggiare le labbra sulla sua guancia bollente e dopo un po' si mette su un fianco portandosi al petto le ginocchia....come non detto.
Afferro l'arco e la faretra con quelle poche frecce rimaste, e nascondo nell'interno giacca qualche coltellino di riserva.
Esco dalla nostra grotta, e mi incammino velocemente verso la Cornucopia.

***

La raggiungo in fretta, non c'è voluto molto, a dire la verità.
Quel che fino a ieri era solo una lastra di ghiacci, ora era semplicemente un mare agitato con vari montarozzi che sbucano dal fondo del mare, così che invece di nuotare fino al corno d'orato, lo avremmo raggiunto velocemente saltando qua e la come conigli affamati in cerca di carote da divorare.
Inizio a saltare, e ad ogni salto mi tengo in equilibrio per non cadere e perdere tutto ciò che mi proteggerà da ogni attacco letale per me e per il mio corpo.
Al decimo salto, una lama mi sfiora la spalla per poco, ma riaprendo quel che sembrava una cicatrice della volta scorsa.
Mi volto, e dietro di me vedo già alcuni tributi rimasti che cercavano di prendermi.
Ne sono molti, cosa farò?
Mi tuffo in mare, e riprendo quella lancia che poco fa stava per colpirmi, e inizio a nuotare fino alla Cornucopia stanca.
-Schifosi.- sussurro ripensando a poco fa.
Noto che sono vicini, e questo è male. Davvero MALE.
Bagnata e raffreddata giro per tutta l'isoletta su cui la  Cornucopia è appoggiata, per non essere presa da quei 4-5 tributi che mi inseguono, e nel frattempo m procuro la sacca con su scritto "12".
Poco fa ce ne erano molti di tributi, e del cannone non me ne importava quando stavo soffrendo per non essere presa.
Mi arrampico velocemente sulla parete bollente della Cornucopia, e ripensandoci mi ricorda la calda guancia di David.....DAVID?!!
Non posso pensarci ora, mi stanno alle calcagna e non voglio che mi divorino con le loro armi, quindi mi do una mossa e raggiungo la cima.
Quel che ne erano 6 delle mie frecce ora ne sono 4.
Cavolo, cosa faccio?LA SACCA.
La apro con mani tremati, e trovo 10 frecce e soprattutto un po' di frutta, un bigliettino e un filo di colore rossastro.
"Fai di tutto per resistere piccola, mamma e papà ne sarebbero davvero fieri.
Collega il filo alla freccia, e intreccia il filo stesso al corno della Cornucopia poi tirala verso il cielo.
Ogni tanto la Cornucopia prende qualche scossa, quindi questo può essere un modo per avere elettricità. Fai quel che sai fare, bimba.
Con amore, Zio Haymitch."

Cosa serviva per rimanere calma?Un aiuto.
Quello più speciale.
Guardo la riva, dove minimo una quindicina di minuti fa ero paralizzata dalla visione della nuova postazione della Cornucopia, e vedo che David è poggiato su un ramo fissandomi.
-Non. FARTI. Vedere. - mimo con le labbra.
Lui alza il pollice, e mostra l'ascia.
Sorrido a malapena per la troppa rabbia e paura che si è impossessata di me, e uso le frecce per fermare coloro che già da mezz'ora si stanno lamentando della parete bollente. Poveri loro!
Roteo gli occhi per la troppa banalità, ma una non si fa trascinare dal loro comportamento.
Alcuni sono morti quando stavano per afferrare i coltelli e arrampicarsi usandoli...altri invece erano troppo indaffarati a uccidersi l'un l'altro.
Alla fine li ho uccisi quasi tutti io.
I rimanenti venivano spazzati con violenza dal mare troppo agitato...infatti qualche volta rischiavo di caderci perchè il mare sbatteva violentemente contro la Cornucopia.
Ora si sta voltando verso David.
No, questo no.
Ma non lo vedo più.
E' in acqua già da tanto, e cerca di raggiungermi senza sforzi..ma con scarsi risultati.
-David!!- urlo a squarciagola.
Alza il viso e poco dopo lo vedo spazzarlo via dal mare, e anch'io finisco per caderci, almeno non prima di aver seguito il consiglio di Zio Haymitch.
Collego in fretta il filo con la freccia, poi faccio per circondare il corno e sono pronta per scoccarla.
Puff.
E' la fine.

***

Il solo rumore che sento è il mio respiro affannoso.
Il cuore batte forte contro la mia cassa toracica, e credo che tra poco non vedrò più la luce del sole....ho perso David...la mia unica ragione di vita.
Riunisco ogni piccolo momento passato con lui dall'inizio dei Giochi, e ne sono migliaia.
Chiudo gli occhi, quando alla fine sento qualcosa prendermi per la schiena e alzarmi fino a che non sono in superficie.
Il piano di Zio Haymitch ha funzionato.
Con le poche forze che ho volgo il viso verso il basso, ovvero il mare tranquillo che si prosciuga in poco tempo.
Allungo la mano e sussurro un:"Dove sei?".
Poi crollo.
Lascio scivolare il viso sulla spalla sinistra, mentre i miei poco prima legati scivolano verso il basso.
E l'unica cosa a cui penso è a lui...e al suo dolce e unico sorriso che rallegra ogni mio ricordo. Ti amo, David.
[...]
-Piccola? 
ODDIO, DAVID!
-DAVID!- urlo rimettendomi in sesto.
E' zio, non David.
-Sono Haymitch.
-E David?
-David non è qui...
-E dov'è?Zio..dov'è?
Zio Haymitch mi indica una stanza, e io fatico solo ad alzarmi. Sono senza forze.
La apro...e ciò mi scombussola.
Letteralmente.
  
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