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Autore: RoxyDowney    07/06/2014    2 recensioni
Robert dopo il divorzio soffre d'insonnia e pur di non ricadere nelle vecchie abitudini è disposto ad accettare di provare qualsiasi cosa. Mia si troverà a dover gestire la parte più "complicata" di quell'uomo quasi perfetto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Robert si vestì e fece portare la colazione, fece un paio di telefonate e quando Mia lo raggiunse in salotto le sorrise e terminò la telefonata. Era pronta per uscire, indossava un paio di jeans attillati ed un maglione probabilmente acquistato con Sam.
-Buongiorno… va meglio?
Mia annuì e non aggiunse altro, quelle sue premure la facevano sentire a disagio. Fecero una colazione veloce e si prepararono per uscire. Fuori il cielo era ancora piuttosto scuro e mentre aspettava che lui prendesse i giubbotti si continuava a chiedere dove volesse portarla a quell’ora.
Uscirono dall’hotel, il freddo pungente li raggiunse come una lama sui loro visi. Mia pensava avrebbero preso un auto ed invece Robert tenendole la mano iniziò a camminare sul marciapiede che portava nella direzione opposta a quella che avevano preso lei e Sam. Poche auto percorrevano quella strada nonostante fosse una delle vie principali della città. Percorsero qualche isolato in silenzio. Robert non proferì parola per tutto quel tempo, lo trovò strano, non stava in silenzio nemmeno quando doveva, ed ora, che camminavano insieme non diceva nulla.
Sapeva che, molto probabilmente Mia si sarebbe arrabbiata con lui per non averle detto nulla, così evitò di parlarle temendo che potesse chiedergli dove stavano andando. Non le avrebbe potuto mentire. Il suo sorriso si sarebbe aperto e avrebbe dovuto raccontarle del posto in cui la stava portando. Evitò di proposito di incrociare il suo sguardo e proseguì cercando di raggiungere la caffetteria in fondo alla strada più in fretta possibile.
-Due caffè decaffeinati per cortesia.
Le sorrise mentre le porgeva il suo bicchiere.
-Dove stiamo andando? Non dovremmo rientrare in hotel? Tra poco Sam e gli altri verranno a cercarti.
-Dammi ancora due minuti ok?
Robert sorseggiò dal suo bicchiere mentre pagava i caffè ed appena fuori la riprese per mano. Camminarono ancora per un isolato poi Robert si fermò e finì il caffè buttando il bicchiere nel cestino vicino. Lo sguardo di Mia lo interrogava per capire perché rimanesse il fermo davanti a quel cestino invece di riprendere a camminare se proprio voleva camminare
-Qualcosa non va Robert? Che ci facciamo qui?
-Finisci il tuo caffè… poi, andiamo.
Quell’uomo era strano e lo sapeva, ma più lo frequentava e più si rendeva conto di quanto lo fosse. Bevve un grosso sorso di caffè e gettò nel cestino il suo bicchiere, guardando poi Robert.
-Ed ora?
Sorrise e si avvicinò a lei quel tanto perché potesse darle un bacio sulla guancia poi si allontanò e prese il telefono facendo partire una chiamata. Mia restò in attesa mentre Robert le mise un braccio attorno alla vita e la invitò ad attraversare la strada con lui.
-Siamo qui fuori.
Terminò la chiamata senza aggiungere altro. Non capì quella frase finché non vide un grosso portone aprirsi di fronte a loro e sull’entrata Jimmy li accolse. Il grosso portone scorrevole si richiuse alle loro spalle. Robert si tolse il giubbotto e Mia fece altrettanto. In quel locale c’era un caldo assurdo o erano loro che erano rimasti per troppo tempo al freddo gelido? Percorsero un corridoio e si trovarono di fronte ad una porta con una luce rossa lampeggiante. Robert si fermò e Jimmy scomparve all’interno di una delle porte che si affacciavano su quel corridoio e Mia sempre più stranita decise di approfittare di quell’attimo per chiedere
-Che posto è questo?
-Ti ho vista lavorare tante volte in queste settimane, ora vorrei che fossi tu a vedere me.
Mentre terminò la frase un suono a sirena si propagò in quell’ambiente e la luce si spense.
Robert aprì la porta e solo allora riuscì a rendersi conto di dove si trovassero.
Era tutto buio, decine di cavi passavano sopra le loro teste e dei riflettori puntavano in una zona in cui era ricostruito un ambiente. Robert si fermò di fronte a lei e dopo aver dato un occhiata in giro si voltò verso di lei.
-Purtroppo non posso restare qui con te, Sam mi sta chiamando… la vedi? È laggiù. Devo andare a cambiarmi. Puoi sedere lì, vicino a Jimmy. L’unica regola è… non si parla dopo la sirena, ma sono sicuro che il silenzio per te non sarà un problema!
Le fece l’occhiolino e si allontanò di corsa mentre lei si sedeva dove le aveva indicato. Lo vide fermarsi e salutare alcune persone per poi sparire dietro una porta seguito da Sam.
In quel posto c’erano quasi un centinaio di persone che lavoravano senza intralciarsi gli uni con gli altri, sentì una voce sopra le altre dare delle indicazioni e quando tutte le luci si spenserò lasciando illuminata solo quella zona vide delle persone prendere posto in quella scena. Robert indossava un abito elegante e lo vide ascoltare con attenzione le direttive che quell’uomo gli stava dando ed ogni tanto lo vedeva annuire
-Quello è il regista. Tra poco inizieranno le riprese.
Mia si voltò verso Jimmy ed annuì.
La sirena suono le luci della scena si abbassarono e l’unico rumore che sentì fu un Ciak dato di fronte a quella “stanza” vuota. Poco dopo lo vide entrare e buttare la giacca sul divano, allentarsi la cravatta e versarsi dell’alcool da bere in un bicchiere iniziando a guardare in direzione di un grandissimo telo verde come se scorgesse un qualche panorama attraverso quello. L’attenzione di Mia era catalizzata da lui finché non sentì la voce di una donna giungere dalle spalle di Robert.
-Non è un po’ presto per bere?
Robert si voltò, la guardò svuotando il suo bicchiere in un solo sorso appoggiando poi il bicchiere su un tavolo ed iniziò a recitare.
Perse la cognizione del tempo. Continuò a guardarli in religioso silenzio mentre si muovevano recitando le loro parti. Alcune volte il regista chiedeva loro di ripetere la scena perché voleva le luci in un altro modo, altre perché si mettevano a ridere e dovevano ripetere le loro battute. Di tanto in tanto facevano qualche piccola pausa in cui i truccatori e parrucchieri si precipitavano sul set e sistemavano il trucco degli attori. Non appena la sirena suonò Jimmy le fece cenno di seguirlo. Presero una porta laterale e percorsero un paio di corridoi
-E’ la prima volta che vedi un set?
-Assolutamente…
-Affascinante vero?
-Già…
-Smettete di adularmi o mi monterò la testa!
Si voltarono entrambi e videro Robert che era uscito dal set e stava percorrendo il corridoio nella loro stessa direzione sorridendo.
Entrarono in una stanza che Mia identificò come il camerino di Robert. Robert chiese a Jimmy di portare il pranzo e lui uscì annuendo, mentre lui recuperava dei vestiti da una borsa e si cambiava indossando jeans e una maglia a maniche lunghe di cotone. Bevve un sorso d’acqua e si mise a sedere sul divano dove lei si era accomodata.
-Ti è piaciuto davvero?
Mia sorrise,
-E’ stato… magico.
Robert abbassò lo sguardo imbarazzato e sorrise.
-Scusa se non ti ho detto nulla, temevo mi dicessi no.
Iniziava a conoscerla, era vero. Gli avrebbe sicuramente detto no temendo che qualcuno potesse chiedersi a che titolo lei fosse lì, ora invece, dubitava che qualcuno l’avesse persino notata.
-E così… ora… hai partecipato alle riprese e quindi, DEVI venire alla festa!
Mia rise.
Jimmy rientrò nella stanza spingendo un carrello su cui erano disposti tramezzini di ogni tipo, frutta, dolci e bibite. Mia apprezzò che non c’erano bibite a base di caffeina. Robert notò come lei stava ispezionando con lo sguardo ogni cosa su quel carrello.
-Non troverai niente di vietato… Mi sto attenendo alle regole, pensavo l’avessi notato e anche il liquore che ho bevuto prima sul set… era solo del fortissimo tè deteinato.
Mia si limitò a sorridere ma non le era sfuggito il suo tono di voce mentre le diceva “mi sto attendendo alle regole, pensavo l’avessi notato”
Pranzarono mentre Robert le raccontava di quel film, poi Jimmy tornò per avvisare Robert che le riprese sarebbero ricominciate e lui doveva raggiungere il set.
Si lavò i denti e poco dopo quella stanza fu invasa dal suo staff. Si cambiò d’abito, ritoccarono il trucco ed infine controllarono i capelli. Mia li seguì e rientrarono nello studio. Quello che fino a poco prima era un salotto ora era diventato la sala di un ristorante. Robert si mise a sedere vicino a lei, mentre il buio calava altri personaggi si posizionarono per iniziare a recitare. Lui, le spiegò avrebbe dovuto entrare in scena in un secondo tempo. Mentre la sirena iniziava il suono che ora riconosceva come l’inizio delle riprese, Robert prese da una tasca esterna di quella sedia una cartelletta nera sottile, quando la aprì Mia vide che all’interno c’era una piccola luce e alcuni fogli appesi ad un gancio. Robert non guardò nemmeno per un istante la scena, continuò a leggere quei fogli. Evidentemente, pensò Mia, che stesse ripassando il suo copione prima che toccasse a lui. Bevve da una bottiglietta dell’acqua e rimise tutto nella tasca. Le prese la mano e l’accarezzò tenendola tra le sue. Mia lo guardò a quel contatto, sapeva che non potevano parlare, ma Robert continuò a guardare solo la sua mano.
Un ragazzo con delle cuffie alle orecchie lo toccò sulla spalla. Robert annuì e la guardò prima di alzarsi. Le sorrise, forse avrebbe voluto dirle qualcosa ma si limitò a stringerle la mano prima di alzarsi e seguirlo.
Dopo diverse ore sentì il regista gridare
-Stop! Grazie a tutti! Siete stati fantastici! Ci vediamo domani sera per festeggiare! Non mancate!
A quella frase seguì uno schiamazzo generali in cui alcuni urlavano, altri battevano le mani e Jimmy al suo fianco fischiava forte. Robert abbracciò l’attore che divideva con lui la scena e poi si allontanò uscendo dallo studio. Mia guardò Jimmy pensando che come avevano fatto durante la pausa le avrebbe detto di seguirlo per andare nel camerino o raggiungere Robert, ma se ne stava lì a pochi passi da lei a chiacchierare, decise così di restare lì seduta attendendo che finisse quella conversazione per poi chiedergli se potevano uscire. Quella voce alle sue spalle l’avrebbe riconosciuta anche in mezzo qualsiasi vociare.
-Che ne dici se ce ne andiamo? Mi hanno detto che c’è una pizzeria Italiana qui ad Anchorage, io dico che dovremmo provarla!
Mia sorrise, si alzò e lo raggiunse.
   
 
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