Così la ragazza si siede e, sorridente, mi tende la mano: “ Piacere, mi chiamo Rachele “
Bene, posso dire addio al mio attimo di tranquillità, perciò decido di abbandonare a malincuore il mio angolo di paradiso formato dalle note e di ritornare nel mondo reale per intrattenere una frivola conversazione con questa ragazza, visto che lei ci tiene tanto.
“Piacere mio, io sono Claudio”
“Hey Claudio, visto che è la prima volta che prendo questo autobus, sai per caso se ferma davanti all’università?”
“Si, io scendo lì”
“Ah, bene, non sono così imbranata dopotutto. Quindi anche tu vai all’università? Sai non ti ho mai visto, che facoltà frequenti?”
“Biotecnologie sanitarie, sono al terzo anno”
“Wow, sembra bello. Io invece frequento il primo anno di ingegneria”
Finalmente la voce dell’autista ci avverte che la prossima è la nostra fermata, quindi mi congedo dicendo di essere in ritardo, che è anche la verità, e mi avvio verso l’uscita, mentre lei ritorna dal suo gruppo di amiche. Appena le porte si aprono salto letteralmente giù dall’autobus e inizio a correre non solo per non sorbirmi la ramanzina del professore, ma anche per sfuggire al gruppo di amiche di Rachele che avrebbero di sicuro dato man forte all’amica continuando l’interrogatorio iniziato da lei.
Purtroppo quando entro in classe il professo ha già iniziato la lezione e, con il suo solito fare ironico mi dice:
“ Ah signor  Mirti, ha finalmente deciso di onorarci con la sua presenza”
“Scusi professore, non si ripeterà”
“Lo spero bene”
E finalmente il professore torna a voltarsi verso la lavagna per continuare a spiegare. Odio la sua saccenza ma devo ammettere che è un ottimo professore; certo avrei potuto dire che è stata colpa dell’autobus, ma mi sembra inutile dare ulteriori scuse, quindi prendo il mio quaderno ed inizio a prendere appunti in silenzio.
Appena uscito dalla classe mi ritrovo Rachele difronte che mi invita a prendere un caffè. Accetto, anche se malvolentieri , e mi chiedo come abbia fatto a trovarmi; meglio lasciar perdere questi dubbi e pensare a come liberarmi di lei,  non mi piacciono le persone insistenti, e poi non mi sembra di aver mostrato alcun interesse nei sui confronti nemmeno sull’autobus, quindi perché continua a persistere?
Giunti in un bar vicino l’università lei inizia a parlarmi di lei: dei suoi amici, dei suoi studi, dei suoi hobby, ma a me non interessa, quindi ascolto passivamente fino a quando, stanco di starla a sentire, le dico di avere una lezione a breve e che quindi dovevo salutarla.
Sono ormai le 18, quindi decido di recarmi alla fermata per poter finalmente tornare a casa; appena salito e trovato un posto libero sento qualcuno chiamarmi dal fondo dell’autobus. Di nuovo lei, non ci posso credere, ma cos’è una stalker?  No, non lo è, visto che deve prendere quest’autobus per tornare a casa, però il fatto che lo abbiamo preso allo stesso orario mi sembra più che una normale coincidenza. A quanto pare il destino ha  deciso di tirami un brutto scherzo.