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Autore: finnicksahero    08/06/2014    5 recensioni
Mi sono sempre chiesta come si sono conosciuti Finnick e Annie, e durante l'ora di Chimica è nata questa storia. Dal testo:
-Piacere Finnick- dico porgendogli una mano, lei si volta verso di me ancora con il broncio sulle labbra e tende una mano -Annie Cresta-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo quarantanove.


 

Mi svegliai con una persona che mi stava attaccata come una cozza, aprii gli occhi e mi trovai Annie con i suoi riccioloni stretta a me, la guardai, il viso segnato dalle torture, vidi il sollievo sulle sue labbra e tutto quello che era. Notai che era maturata, era una donna adesso, con tutto al suo posto, era spaccata lo vedevo dal solco fra le sue sopracciglia scure un po' spesse, ma stava bene, sentivo che stava bene, era come se un'aura galleggiasse intorno a lei.

Guardai l'unica cosa che avevamo nell'appartamento. Un orologio. Erano quasi le dieci, avevamo perso la colazione, scivolai fuori dal letto e presi la biancheria intima, mi voltai e quasi scoppiai a ridere, la mia fidanzata spaparanzata a pancia sotto sul letto, il viso schiacciato e contratto in un'espressione buffissima, le labbra semiaperte, arricciate in un sorriso, scossi la testa -Mia moglie- sussurrai ai miei pantaloni, sorrisi raggiante. Mia moglie! Potevo dirlo, era mia moglie, o lo sarebbe diventata presto, andai in bagno e feci i miei doveri e quando tornai vidi Annie girata su un fianco, i capelli che le coprivano il volto.

Era così bella, in quella semplicità, nella quotidianità delle azioni di tutti i giorni, era bella sempre, in qualsiasi circostanza. Sospirai e scossi la testa, non volevo spaventarla, ma volevo andare a trovare Johanna, chiederle una cosa. Una cosa che sentivo sua. -Amore- sussurrai ad Annie, scuotendola, lei mugolò e si girò sull'altro lato, iniziai a baciargli il collo, lasciando una scia di baci fin sulla bocca, lei si svegliò sorridendo e stiracchiandosi, mi guardò negli occhi e persi un battito, gli anni passavano, ma l'effetto che mi faceva rimaneva lo stesso -Fidanzato- disse, gustandosi quella parola che era proibita per noi due, -'dì- apostrofai, lei mi sorrise tirandomi giù e baciandomi castamente sulle labbra, un semplice contatto fra due labbra.

-Abbiamo perso al colazione- sussurrai, lei tirò la testa all'indietro -No- mormorò e poi mi fissò facendo il labbruccio -Vado a vedere se mi passano qualcosa, gli dico che mi prendo cura di una sopravvissuta- lei si illuminò e rise -Ti amo- mi disse, alzai gli occhi al cielo -Lo dici a chiunque rubi il cibo per te, ti conosco Cresta- scherzai, lei sorrise e si mise dritta tenendosi il lenzuolo sul petto nudo -Vado a trovare Johanna- le dissi, lei annui e abbassò lo sguardo -Era così devastata la dentro, sono contenta che tu vada a trovarla, fammi sapere come sta- disse Annie, la baciai frettolosamente, lei si alzò con quello straccio sul corpo -Vestiti, non voglio che qualcuno si innamori di te- gli gridai, dal bagno mi arrivarono solo delle risate.

Arrivai all'ospedale, tutto era più calmo del giorno prima, alcuni dottori stavano ridendo e bevendo dell'acqua, entrai e andai da un infermiera, i capelli biondi chiusi in una treccia, gli occhi spenti che guardava a destra e a sinistra. La madre di Katniss, le sorrisi e lei ricambiò -Sono in tempo per fare una visita?- gli chiesi, lei ci pensò su e annui -Però corri- mi sussurrò, sorrisi con riconoscenza e corsi. Non gli avevo chiesto dove si trovava? Che idiota! Feci avanti e indietro per i corridoi prima di sentire la sua risata spaccata e la sua voce roca -Idiota, è la quinta volta che mi passi davanti- urlò, entrai e la trovai completamente rasata, vestita di bianco e troppo dimagrita, dalla camicia dell'ospedale uscivano i suoi seni, glieli indicai e lei li sistemò -Non vogliono stare ferme- disse, sorrisi, mi sedetti sulla sedia accanto al suo letto, lei tirò su la sua mano scheletrica -Mi stanno rimettendo in forza, prima ingrasso prima starò meglio- disse, e sorrise.

Era un sorriso vero, voleva veramente stare bene, ora che era libera -Joh' pensavo di averti perso- gli raccontai, lei sorrise tristemente -Io ne ero certa, da quando mi hanno buttato in quella cella, pensavo che sarei morta li, stavo malissimo- mi confidò, le presi la mano stringendola -La tua donna mi ha aiutato- disse in un sussurro -Cosa?- chiesi, lei mi guardò negli occhi, com'erano caldi i suoi occhi! -Annie, mi ha salvato la vita, facendomi da mamma, raccontandomi delle favole e cantando, che voce ha!- mi disse, sorrisi -Lo so- risposi -Mi voleva far sentire a casa. Le voglio bene, ora sto meglio, forse tornerò in forma, starò finalmente, come non sto da tempo- disse, le sorrisi con calore -Lo so che puoi farcela, la mia guerriera preferita- sorrise e arrossii -Johanna Mason, sei per caso arrossita?- chiesi, lei ridacchiò -Che effetto mi fai Odair- disse.

Mi schiarii la voce -Ieri notte ho parlato con Annie- le confidai, li trovai la Mason che conoscevo, giocosa e maliziosa -Prima o dopo aver fatto l'amore?- chiese, gli lanciai un'occhiataccia -Dopo- mormorai, lei ridacchiò -Ma voi due potete non copulare ogni volta che vi vedete? E' un miracolo che Annie non sia mai rimasta incinta- disse esasperata, la fissai -Avevo i preservatici- risposi, lei mi fissò senza vedermi -Ma da dove li fai uscire?- chiese, alzai le sopracciglia -Basta parlare di questo, ti devo chiedere una cosa- rise e tornò seria -Le ho chiesto di sposarmi- rivelai, lei si coprii la bocca con le mani e lanciò degli urletti striduli, -Congratulazioni- disse felice, -Vuoi farmi da testimone?- gli chiesi, lei scosse la testa.

-Come no?- chiesi, lei arrossi -Sul hovercraft mentre ero mezza morta di sonno, ricordo Annie che mi fa la stessa domanda, io gli ho detto di si, sono una sua damigella Finnick- arrossi, l'abbracciai e le baciai le guance rosse -Sarai la più bella- dissi -Dopo Annie- aggiunsi, lei rise e alzò gli occhi al cielo -Ragazzo innamorato- sussurrò, la tenni stretta -Guerriera distrutta.

Ero in camera, Annie stava pulendo il pavimento grigio, aveva i capelli rinchiusi in una cipolla scomposta sulla testa, la fissai dalla porta, era impossibile che gli abiti grigi del 13 le stessero così bene, alzò gli occhi e mi sorrise, mi fissò piena di aspettativa, gli lanciai del pane vecchio e secco, lei lo morse e sorrise -Saranno giorni che non mangio- mormorò, -Lo so- risposi, mi avvinai a lei -Dimmi un po'- le dissi -andiamo in sala mensa a presentarti ufficialmente come la mia fidanzata?- chiesi, lei dal basso mi sorrise -Non vedevo l'ora- disse, la presi per mano ma lei si divincolò -Heyy- protestò, la fissai confuso -Non mi hai ancora baciata- mormorò, mi chinai e la bacia a lungo, quando ci staccammo eravamo senza fiato -Ti amo, ti amerò sempre, e quando morirò, ti amerò ancora- dissi, lei mi guardò negli occhi -Io prometto di amarti in eterno- sorrisi.

Le promesse, un vecchio giochetto che ci aveva riportato l'uno fra le braccia dell'altra, sempre. -Lo prometto anche io- dissi, lei rise -Allora è ufficiale- disse mi scacciò e corse fino in bagno mi sedetti sul letto e aspettai, chiusi gli occhi un attimo e quando li riaprii la vidi di fronte a me, si era data una rinfrescata e si era legati i capelli in una larga treccia laterale -Pronta Mrs Odair?- le domandi porgendoli il braccio, lei l'afferrò -Come non mai, Mr Odair- rispose, la baciai e uscimmo dal nostro appartamento.

Non ci saremmo dovuti nascondere, potevo baciarla difronte a tutti, senza avere il terrore di essere uccisi.

Eravamo liberi di essere innamorati.

Guardavo tutti quelli che passavano con un sorriso. Volevo far vedere a tutti la futura signora Odair/Cresta.

Entrammo in sala mensa, e sorridemmo. Eravamo liberi e innamorati.

Potevamo combattere il mondo, finché fossimo stati insieme e le nostri mani fossero allacciate.

  
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