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Autore: Ribryus    08/06/2014    1 recensioni
Cosa accade in una scuola vecchia abbandonata da anni? Molti credono che tutto ciò che accade sia legato a fenomeni paranormali. E se invece non fosse così? Se ci fosse solamente qualcuno che si vuole divertire?
10 ragazzi entreranno in una di queste scuole per un concorso scolastico. Chi incontreranno? Sarà davvero come se l'aspettavano?
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Lo scricchiolio delle scale si fece sempre più assordante ad ogni gradino di Sara e Marco. "Ti dico che tra poco crolla. Era più sicuro rimanere giù." disse Sara. "Se i piccioncini sono saliti, questa scala reggerà anche noi, no?" ribatté Marco. Arrivarono al secondo piano che non era diverso dal primo, anzi era uguale. I due presero la destra del corridoio, del lungo corridoio. Non vi erano vere e proprie classi, ma stanze dedicate a tutto ciò che ha a che fare con la scienza, all'arte o alla musica. C'era persino una biblioteca. Entrarono nella prima stanza che trovarono. Nella stanza c'erano 3 file da 5 posti e ad ogni posto c'era un cavalletto con sopra un blocco per dipingere, dietro c'era una sedia. Alcuni di essi erano distrutti, altri a terra, sporchi, ma solo due erano ancora intatti. Così Marco osservò uno e Sara l'altro. "Oh bè! Questa si che è opera d'arte: una U dipinta di rosso non si vede tutti i giorni. Meglio se riprendo così che gli altri godano di questa meraviglia!" disse ironicamente Marco  e riprendendo la lettera. "Guarda qui invece." disse Sara al ragazzo che immediatamente si avvicinò. Erano davanti ad un disturbante dipinto: lo sfondo era tutto nero da cui comparivano due grandi macchi a forma d'occhio; al centro, scarabocchiato, si potevano intravedere 3 figure, 3 persone, un uomo, una giovane ragazza e un bambino tenersi per mano. La ragazza a sinistra, il bambino al centro e l'uomo a destra. La ragazza e l'uomo nascondevano una mano dietro la schiena come se stessero nascondendo qualcosa, davanti al bambino c'era invece una mazza da baseball un po' ripiegata, ma la cosa più inquietante è che in primo piano c'era una distesa di macchie di sangue di un rosso intenso, quasi come vero sangue. Sara provò a toccare il dipinto che sembrava asciutto. "Marco...questo non mi piace..."
"Hm? Perché?"
La ragazza indicò con gli occhi di guardare sulla sua mano che si era sporcata di rosso appena la spostò sulla distesa di rosso: la pittura era ancora fresca.
Qualcuno aveva appena finito di aggiungere quel particolare al dipinto.
 
Anna e Andrea erano sullo stesso piano, ma vagavano senza decidersi dove andare: Anna camminava lentamente come un morto vivente. Stava per sbattere contro una trave, ma il suo ragazzo la fermò in tempo. "Si può sapere cos'hai? E' da quando abbiamo parlato di venire qua che sei pallida e persa nei tuoi pensieri. Vuoi andare a casa?" le disse il ragazzo mettendole dolcemente le mani sulle spalla. "No...Io-" Anna decise di dire finalmente la verità quando venne interrotta da un assordante rumore di vetro frantumato della finestra accanto. La coppia si affacciò ad essa e cercarono di capire chi avesse lanciato il mattone che ha frantumato il vetro. Non c'era nessuno. Andrea prese il mattone e, legato con uno spago, vi era un foglietto. Lo aprì e dentro vi trovò dei numeri: 77501. Cosa potevano significare? O a cosa potevano servire? Mentre Andrea contemplava quei numeri, Anna si riaffacciò alla finestra per ricontrollare: la stessa ombra all'inizio era lì, dietro un pino, e li fissava.
 
Il telefono dei 10 ragazzi squillò: era Andrea che li aveva messi sulla stessa linea. "Ragazzi, senza accorgercene sono passate 2 ore e mezza. Credo che possiamo fare il primo incontro all'entrata e mostrare o raccontare quello che abbiamo trovato."
La chiamata terminò.
Arrivarono all'entrata e c'erano quasi tutti a parte a Alessia e Paolo. "Bè...Sono 5 minuti che aspettiamo, potremmo cominciare a parlare delle nostre scoperte nell'aspettarli." propose Mike. "Hm, si. Io e Deborah abbiamo registrato e fotografato questo numero su una lavagna." disse Daniel mostrando il video. "Stessa cosa abbiamo fatto io e Marco con questi due dipinti. Uno dei lavori era ancora fresco." disse Sara. "Io ed Anna abbiamo trovato questo foglietto con dei numeri scritti sopra. Sono stati attaccati ad un mattone lanciatoci dalla finestra, ma fuori non c'era anima viva." disse Andrea. "Forse so a cosa possano servire! Io e Mike stavamo esplorando il primo piano quando abbiamo trovato una porta chiusa. Nel tentativo di trovare qualcosa per aprirla abbiamo trovato in una classe una valigetta che per aprirla serviva una combinazione." disse Miriam. Ed ecco che poco dopo arrivarono anche Paolo e Alessia che portavano sotto spalla qualcosa...no! Qualcuno. "Ragazzi! Abbiamo trovato questa ragazza in un ripostiglio! E' viva, non sapevamo che fare e quin-"
"Valeria!" venne interrotto Paolo dal grido di Anna. "EH?! La conosci?" domandò sbalordita Alessia. "E' mia sorella! Che le è successo?!" disse Anna in preda alle lacrime e alla gioia, ma marchiata di preoccupazione appoggiando il corpo di sua sorella al pavimento. "Ba. E' svenuta appena ci ha visti." rispose Alessia. "Portiamola in ospedale. Sembra esausta ed è ferita." disse Andrea avviandosi verso l'uscita. "Aspetta! Ci sono ancora un sacco di cose sa portare a termine qua dentro!" ribadì Deborah. "E' più importante la sua vita o lo stupido concorso scolastico?" ribatté Mike. "Però è strano. Insomma: il dipinto ancora fresco, il mattone lanciato alla finestra su cui era attaccata una combinazione, le strane lettere...E' strano!" disse incredulo Daniel. "E se la ragazza starà sempre peggio che faremo?" ribatté Sara. "Io non posso lasciare mia sorella in questo stato!" disse preoccupata e disperata Anna.
"Smettetela voi. Tanto non potremmo comunque uscire." disse nervosamente Andrea. "Eh? Cosa?" dissero insieme gli altri. "La porta è stata chiusa a chiave e guardate il cancello, nessuno di noi si è accorto che è stato richiuso, per giunta con un lucchetto. Si intravedono benissimo le catene." disse Andrea, ormai anche lui cominciò a sudare freddo. Il panico si creò attorno i ragazzi. La disperazione  li stava divorando. Provarono a chiamare a casa o ai loro genitori, ma proprio in quel momento non c'era linea. Qualcuno li stava ostacolando.
"Non siamo soli." disse cercando di mantenere la calma Miriam.
 
  
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