Capitolo finale - THE HARDEST
THING IN THIS WORLD IS TO LIVING IT
15 minuti prima
“Si, entrate pure.”
Prentiss e Morgan si sedettero su un divano, e Emily
chiese a Morgan “Tutto bene?”
“No. Primo. Questa casa è strana. Secondo, sono
molto
preoccupato per Reid. Se la può cavare, ma se la bomba fosse
esplosa? Terzo….”
Si alzò e disse al signor Dani “Scusi, vado un
attimo
al bagno.”
Prentiss scrollò le spalle e si sedette più
comoda:
“Lei, ha detto di aver visto un uomo, l’altra sera.
Si ricorda cosa ha detto?
“Io…no. Sono ancora un po’ scoinvolto
per quella
ragazza.
“Si, mi dispiace.”
“Le posso offrire qualcosa? Io mi faccio un caffè,
dormo poco.
“La capisco. Niente, grazie”
Alan andò in un’altra stanza, che doveva essere la
cucina. Emily lo vide un po’ agitato, poi si alzò
mentre guardava l’orologio,
andando in bagno bussando alla porta:
“Morgan? Sei li dentro da 5 minuti, stai bene?”
Aprì la porta, e disse
“Guarda, Emily, guarda le pareti.”
La donna spalancò la bocca, con gli occhi che
scorrevano velocemente sulle scritte tutte uguali che recitavano:
donna giusta, donna rossa,
donna giusta, donna rossa…..RIGHT WOMAN
“E’ lui l’S.I., non c’era
nessun’uomo, era lui.
Dobbiamo arrestarlo.
“Stiamo in questo bagno da 5 minuti, si sarà
insospettito, no? Sbrighiamoci.
Uscirono dalla stanza con le mani armate e quando lo
videro Morgan lo afferrò saldamente.
“Sei in arresto per 3 omicidi, hai il diritto di non
parlare, tutto quello che dira….”
Si sentì un botto, poi un piccolo terremoto. Morgan
era paralizzato, perché sapeva che era quella bomba.
Tirò fuori il telefonino
mentre ammanettava a una sedia Alan, e chiamo la polizia.
“Sono Derek Morgan,
agente dell’ FBI, stò all’indirizzo Road
Street, il colpevole degli omicidi del
parco è qui ammanettato, venite presto ad arrestarlo, io e
l’agente Prentiss
Emily dobbiamo andare da un'altra parte.” Neanche li fece
parlare che già saliva
in macchina accendendo il motore, l’unica cosa che pensava
era: “Reid?
La
prima cosa che vide fu una
stecca di legno, ma non era ancora abbastanza lucido da capire dove
stava. Poi
cominciò a vedere le cose più a fuoco, e
cominciò a orientarsi. Davanti a lui
era tutto distrutto, e c’era anche del sangue da un
po’ di parti, non capiva di
chi era, lui non sentiva proprio niente…poi
cominciò a sentire un po’ i sensi,
e un dolore lancinante cominciò ad allungarsi per tutto il
torace, guardò di
nuovo la stecca: era ancora un po’ addormentato e si
orientava poco, ma
stranamente la stecca di legno spariva sul suo torace.
Poi
cominciò a capire: una scheggia lunga
mezzo metro di legno gli aveva trapassato l’aorta e bloccava
l’emorragia, se
avessero tolto la scheggia sarebbe morto dissanguato, se non
l’avessero
tolto…sarebbe morto soffocato. Però se
l’ambulanza sarebbe arrivata
presto…aveva il 7% di vivere, questo non lo
rallegrò, tutt’altro.
Però
almeno aveva salvato tutte le persone
compreso il rapinatore, e se non avesse salvato se stesso, non ci
sarebbe stato
nessun parente a piangerlo. Aver salvato molte vite lo aiutò
a sopravvivere più
a lungo. Ma perché nessuno entrava? Forse credevano che non
c’era nessuno
dentro, ma a quel punto sarebbe morto in pochi minuti!
A quel punto la porta venne
buttata giù da un uomo, era alto e nero…Reid
aveva pochi riflessi, ma dopo un
po’ l’aveva riconosciuto: era Morgan.
L’aveva visto, perché c’era un
buco in una parete, e Morgan non lo poteva vedere. Cercò di
dire qualcosa che somigliava
a un aiuto:
“M-Morgan…” Non lo sentì, ma
visto che Morgan lo cercava lo trovò in pochi secondi, e la
scena che vide fu
terribile. Solo una piccola macchia di sangue intorno alla stecca di
legno che
trapassava una parte del cuore,Reid stava seduto per terra in un angolo
con le
mani che scendevano lungo i fianchi e i capelli davanti al viso. Corse
subito
ad aiutarlo e sentì il polso: c’era ancora, ma era
debole.
“La….bomba…” Morgan non
riusciva
a dire niente, ma poi si fece coraggio:
“Non è colpa tua se è esplosa,
hai salvato tutti gli ostaggi.”
Reid cercò di sollevare la testa
e sorrise, o almeno, ci provò.
“Grazie..”
“Non parlare, è faticoso.”
“La stecca….”
Morgan lo guardò per qualche
secondo, mentre toglieva dei pezzi di vetro che stavano sopra di Reid.
“Mi ha trapassato…l’ aorta.”
Morgan sgranò gli occhi.
“Gideon! Hotch! Ho trovato Reid!
Da fuori tutti e due sentirono la
voce familiare, e per poco Gideon non svenì di nuovo.
Entrarono dentro in pochi
secondi, e appena videro Morgan con Reid in quelle condizioni si
fermarono, poi
Hotch cercò di parlare:
“La…stecca, ha…”
Reid sorrise: per la prima volta
vedeva Hotch in quelle condizioni.
“Un pezzo sta a-anche nel muro”
Così dicendo cercò di spostare un lato del corpo,
facendo vedere che era
incastrato nel muro.
“Bisogna chiamare
l’ambulanza….”
Gideon annuì debolmente: non
aveva spiccicato parola da quando Morgan li aveva chiamati.
“Non possono spostarmi, non posso
muovermi…. Non fa niente.”
Morgan lo guardò, poi replicò:
“Come non fa niente? Noi ti salveremo,
l’ambulanza sta arrivando!”
“Ci metterebbero troppo a
portarmi in ospedale.”
un lungo silenzio, Morgan non
poteva credere a quello che provava: era arrabbiato con reid,
perché non
considerava abbastanza la sua vita. Uno come lui non sitrovava di certo
tutti
i giorni. Lui era speciale.
Dopo 5 minuti si sentì il primo
rumore venire dalla porta principale.
“Qualcuno ha chiamato
l’ambulanza?”
Nessuno disse niente, solo Hotch
si affacciò e indicò ai paramedici dove andare.
Loro videro Reid ed esclamarono:
“Accidenti…non si preoccupi,
potremmo provare a separare la stecca con la sega.”
“N-NO!”
Era Reid, aveva detto di non
farlo. Perché?
“Ormai sono passati t-tanti
minuti, le probabilità che io
sopravviva…sono….meno del 5%.”
Entrarono anche Prentiss e JJ, la
ragazza singhiozzò, mentre Emily rimase in piedi, ferma.
Gideon, come ripreso, chiese a
tutti:.
“Per favore, ci potete lasciare
soli per alcuni minuti?”
Nessuno rispose, si limitarono ad
uscire, e l’unico rumore veniva da fuori.
“Reid, perché non vuoi tentare?”
“Non è….anche se l’operazione
andrebbe bene, avrei una cicatrice che mi perseguiterebbe per tutta la
vita,
non riuscirei a….”
“Ma tu sei speciale. Hai superato
Raphael, supererai anche questa.”
Una piccola lacrima cominciò a
bagnare il viso del giovane.
“Non è la stessa cosa, io….”
Tutti e due avevano capito che
cosa voleva l’altro, ma nessuno dei due cedeva.
“Quello che ho-ho fatto nella mia
vita…”
Gideon chinò la testa.
“ Mi basta.”
Lo
abbracciò e gli baciò la fronte. Ma questa
era fredda e ferma.
Il suo ultimo
sorriso era rimasto impresso nel
viso, ormai immobile.
Qualcuno da fuori, una donna
aveva visto tutto. Se ne andò, con suo figlio, mano per mano.
“Ti ha salvato la vita, ed è
questo quello che succede ai poliziotti. Andiamo.”
Gideon lo stette a guardare per
un altro minuto, poi gli chiuse gli occhi.
Uscì
dall’edificio sudato, ma calmo.
“ E’ finita.”
JJ scoppiò
a piangere, e corse via, mentre
Morgan salì in macchina senza neanche salutare, e con una
sgommata sparì dalla
vista di tutti.
Hotch fu sicuro che
quella volta fu la prima
che vide Morgan piangere.
Prentiss era paralizzata. Camminò
piano voltando le spalle, ma non pianse, non ci riusciva.
“adesso?”
Gideon scuotè la testa e tornò
dentro l’edificio, anche se hotch gli aveva detto:
“Gideon, dove vai? Non c’è niente
là dentro, non ci andare.”
Hotch telefonò alla clinica della
madre di Reid, e li informò:
“Ho capito….ma, si sente ben…”
Aveva già attaccato.
2
mesi dopo
Non
stava pensando al caso,
Gideon. Era preoccupato per quello che era successo. Appena era
rientrato in
casa, aveva passato buona parte del tempo in silenzio, e qualche volta
scendeva
qualche lacrima. Ma non era la stessa reazione che aveva avuto con
Sara….vuol
dire che non teneva abbastanza a Reid? Ci pensò a lungo, e
gli altri lo
lasciarono stare perché sapevano a cosa stava pensando.
Reid, prima di morire, gli aveva
detto: “Tutto quello che ho fatto nella mia vita mi
basta.” Gideon
sorrise, un sorriso rilassato, vero, e
guardò la scrivania. The
hardest thing in this world is to living it. La cosa
più difficile in
questo mondo è viverci.” Reid era morto felice.
“Gideon, tu che ne pensi?”
“Forse l’ S.I. è una femmina, e
uccide per gelosia.”
“Però la percentuale degli S.I.
femmine di 16 anni è solo del 12%.”
Quella frase, chissà perché, non
piacque. Tutti restarono in silenzio.
Stavano tutti intorno ad un
tavolo, tutti meno che Prentiss. Non si era più fatta vedere
da 2 mesi.
JJ spostò una fotografia che
stava su un tavolo, e sistemò una scritta. in mezzo al
tavolo c’era una foto di
tutta la squadra, e sotto c’era scritto su una targa
“Our Hero Spencer.”