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Autore: 4ever_young    09/06/2014    2 recensioni
Cosa succede se tutto d'un tratto perdi i tuoi genitori e la migliore amica di tua madre ti prende sotto la sua ala protettrice? E cosa succede se questa ha un figlio poco più grande di te col quale sei cresciuta ma, per via del suo cambiamento di carattere hai deciso di allontanare? E se nelle nuova scuola tutto fosse diverso? perché in fondo da New York a Los Angeles ci sono parecchi chilometri di distanza. Riuscirà Samantha a iniziare di nuovo dopo la scomparsa dei suoi genitori?
P.S è la prima storia che pubblico perciò accetto qualsiasi tipo di consiglio per migliorare la mia scrittura.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Quando mi sveglio sono ancora accoccolata al petto di Ethan che dorme beato, cerco di uscire dalla sua stretta ma appena ci provo lui mi stringe ancora di più.
«Non sono un peluche da stritolare!» borbotto mentre cerco di svegliarlo, ma visto che con le buone non si sveglia li mollo un ceffone.
«Ehi!!!» dice lui leggermente scosso.
«Te la sei cercata, non ti svegliavi.» rispondo giustificandomi.
«Beh ci sono diversi modi di svegliare una persona Puffetta, anche quando non si sveglia e il tuo non è stato di certo il più dolce.» dice lui.
«beh, le mie intenzioni non erano di certo quelle di essere dolce con te, e adesso sparisci dalla mia camera!» dissi spingendolo giù dal letto.
«Beh dopo ieri sera Puffetta avresti potuto svegliarmi almeno con un bacetto!» dice lui mentre si alza da terra massaggiandosi il fondo schiena.
«ieri sera non è successo niente di che, e il bacio te lo puoi sognare, e ora vattene che mi devo preparare per andare a scuola o faremo tardi. »
«Eh va bene Puffetta però voglio quel bacio!» dice facendomi l'occhiolino, mi viene il voltastomaco, così mi avvicino al bordo del letto dove lui è in piedi e gli dico: «Ascoltami bene Ethan, io non sono una delle tue troiette che ti porti a letto di solito perciò lasciami in pace, io lascio in pace te tu lasci in pace me e vivremo per sempre felici e contenti!» detto ciò scendo dal letto, prendo l'occorrente e vado in bagno.
Mi faccio una doccia veloce perché siamo già in ritardo e mi vesto, un paio di jeans chiari stretti e una maglietta gialla con una spalla che scende, mi lavo i denti, un po' di matita, un po' di mascara e sono pronta. Esco dal bagno e trovo Ethan ad aspettarmi già pronto.
«merda Puffetta non ti ricordavo così lenta.»
lo ignoro e vado in camera a prendere le due borse, uno con i libri e l'altra con l'occorrente per il provino della squadra di calcio.
«Perché hai due borse?» mi chiede Ethan.
«perché in una ci sono le cose per il provino.»
«Ah già, vuoi entrare nella squadra della scuola» dice per poi ridere.
«andiamo cavernicolo che siamo in ritardo.»
salutiamo Molly,Albert e il piccolo Jason e  dopo esser passati a prendere Al e John ci avviamo a scuola.
La giornata passa tranquilla e alle 15 inizia il provino per la squadra.
Un po'  di palleggi, un po' di passaggi, un po' di tiri e il provino finisce.
Allison mi comunica che mi hanno preso e che domani mi darà tutto l'occorrente per giocare e che sarei dovuta andare a mangiare al loro tavolo e che avrei dovuto sempre indossare l'uniforme della squadra, uniforme poi è una parola grossa, infatti è un vestito che arriva a metà coscia e ha i colori della squadra, blu il vestito e giallo il numero che c'è nella zona della pancia e tra le pieghe della gonna. 
La mattina dopo, appena arrivata a scuola Allison non mi da nemmeno il tempo di varcare il cancello che mi accoglie con un gran sorriso e un borsone in mano.
«Ciao nuova compagna di squadra» dice sorridendo e io non posso fare altro che ridere e ricambiare il saluto.
«tieni questo è il borsone della squadra,dentro c'è già tutto: divisa, scarpe, calzoncini, ah e.....» dice rovistando nella borsa «il vestito che adesso indosserai» dice tirandolo fuori.
Ci avviamo ai bagni e mi cambio, il mio numero è il 17.
«era lo stesso numero che avevo a New York» dico sorridendo.
«Oh che bello, che coincidenza»
uscite dal bagno ci dividiamo per andare a lezione e ci diamo appuntamento all'ora di pranzo.
È imbarazzante girare per i corridoi conciata così, tutti mi guardano e i ragazzi lo fanno troppo insistentemente e mi da fastidio, non mi è mai piaciuto stare al centro dell'attenzione.
La prima ora è quella di matematica perciò mi avvio verso l'aula e quando arrivo mi siedo nel posto della scorsa volta sotto lo sguardo attento dei ragazzi che erano già arrivati.
«Wow, l'uniforme della squadra femminile di calcio ti dona, davvero!» dice Alan che mi ha appena raggiunto al banco.
«ti prego non ti ci mettere anche tu, è imbarazzante» dico io.
«mmh, ho come l'impressione che tu non metta la gonna molto spesso. Ti ci abituerai vedrai.» dice facendomi l'occhiolino, un po' mi tranquillizzo ma dura poco perché dalla porta entra Ethan che si ferma proprio davanti al mio banco.
«Sai Puffetta forse mi sbagliavo sei fatta proprio per la squadra di calcio, o meglio per l'uniforme!» dice ammiccando.
«Oh sparisci cavernicolo!»
Ethan se ne va ridendo e quando si è seduto Alan inizia a parlare «Puffetta eh?» dice sorridendo.
«ti prego evita di chiamarmi così, lo odio, esattamente come odio Ethan!» dico infastidita.
«lui invece sembra molto attratto da te» constata lui.
«no, fidati, è odio reciproco.»
io e Alan continuiamo a chiacchierare fino alla fine della lezione.
Mentre mi sto avviando verso la mensa sento qualcuno chiamarmi.
«Puffetta, aspettami.» vedo tutte le ragazze presenti nel corridoio guardarlo come se fosse un dio e la sua figura si avvicina sempre di più a me.
«ma mi vuoi lasciare in pace!!!» brontolo io.
Lui ride e poi dice «non posso, oltre ad abitare sotto lo stesso tetto d'ora in poi faremo praticamente tutto insieme» afferma con ancora quel sorrisetto irritante sulle labbra.
Che labbra sprecate! Ma cosa sto dicendo! Ahhhh questo ragazzo mi farà dar di matto.
«eh?» dico non capendo ciò che vuole dire.
«io sono il capitano della squadra di calcio maschile e tu adesso fai parte di quella femminile e visto che nella scuola non ci sono abbastanza campi per tutte le squadre ci alleniamo tutti insieme e mangiamo tutti nello stesso tavolo e facciamo le gite tutti insieme, perciò facci l'abitudine Puffetta.» e dicendo così entra nella mensa.
Ahhhhh quanto lo odio, non avrei dovuto sopportarlo solo a casa, ma anche a scuola, ma che cosa ho fatto di male?



NdA:
Allora intanto vorrei scusarmi per il ritardo ma l'ultima settimana di scuola sono stata davvero impegnata nelle ultime verifiche e interrogazioni(si, lo so è assurdo!! D:) comunqie alla fine ce l'ho fatta ed eccomi qui, con il nuovo capitolo, spero che vi piaccia e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!
Ah qui sotto vi posto la foto dell'uniforme della squadra femminile di calcio, ah prendetolo come modello perché come noterete il numero e i colori sono diversi, al prossimo capitolo, un bacio :*

uniforme:

 
  
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