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Autore: wolfsbane97    10/06/2014    3 recensioni
[SPOILER 3B]
Juls Argent. o Juls Hale. Come preferite.
Vive a Beacon Hills, a casa di suo zio Chris, da quando sua madre è stata barbaramente uccisa da un animale.
Ha già stretto con tutti, o quasi tutti. Strano, eppure non è così socievole.
Questa è la sua storia, la storia di come la vita di questa ragazza goffa, timida e solitaria sta per cambiare per sempre. E di come un imminente guerra potrebbe segnare per sempre la vita del branco McCall.
But dude, It's Beacon Hills.
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Ok, gente. Questa è la mia prima long (all'inizio era una shot, ma grazie al parere di alcune adorabili persone ho deciso di trasformarla in una long), quindi siate clementi.
Anzi no. Sbattetemi in faccia se vi fa schifo qualcosa, cosa pensate dei personaggi e come vorreste che continuasse. Nonstante scrivo principalmente per diletto personale, sapere la vostra opinione mi piacerebbe tantissimo. Quindi, se vi va, recensite.
Un grosso bacio, la vostra S.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cerco di realizzare dove sono: sono stesa, l’aria è fredda sulla pelle bagnata di sudore, e nella bocca impastata sento ancora il sapore ferreo del sangue. Apro con fatica gli occhi, appesantiti come da blocchi di cemento. Metto a fuoco ciò che vedo dalla mia posizione: il tetto giallino, il lampadario azzurro..lo conosco.. ma certo: è quello che ho comprato da ebay la settimana scorsa. È la mia stanza. Apro completamente gli occhi, e cercando di muovere la testa per vedere intorno a me, un lampo di dolore attraersa velocemente il collo fino ad arrivare ai lati della fronte. Come con una scossa elettrica, lancio un lamento veloce e intenso, suscitando la reazione di chi è intorno a me. Ritorno a non capire più nulla, vedo sfocato e mi gira la testa. Qualcuno corre a mettermi una mano dietro il collo e una sulla fronte.
Apro lentamente gli occhi e tento di mettere a fuoco: è Stiles. Riesco a concentrarmi solo su una piccola porzione di spazio, mentre tutto intorno è sfocato. Il mio sguardo si sposta confusamente, passando dalle sopracciglia corrucciate , al naso, alla bocca, che così insicura, mi fa un piccolo sorriso.
“Stiles..” riesco a mala pena a pronunciare. Mi manca il fiato e la lingua è troppo debole per formare delle parole.
“Ssh ssh, non fare sforzi di nessun tipo” gli occhi ruotano nella direzione opposta a Stiles, che è piegato su di me, accarezzandomi la fronte. Chris è sotto la porta, con le braccia incrociate, che mi fissa. Sulla poltrona c’è Lydia, e ai suoi piedi Kira, entrambe addormentate. Scott è ai piedi del letto ed ha un’espressione preoccupata, come se mi stesse studiando. Voglio muovermi, voglio alzarmi.
Qualcosa però me lo impedisce, sono come bloccata. Abbasso lo sguardo: ai polsi e alle caviglie ho dei lacci, legati molto stretti. Ci sono macchie di sangue ovunque, i vestiti sono a tratti strappati, sporchi di terra e fango. Le mani sono insanguinate in corrispondenza delle unghie. Cosa è successo? Perché sono legata? Entro in uno stato di panico, gli occhi diventano improvvisamente super vigili, iniziano a guardare senza controllo ovunque intorno a loro, il cuore inizia ad accelerare molto velocemente, il respiro si fa corto, alzo il busto cercando di liberarmi da questi maledetti lacci, che sono più stretti di quanto pensassi. Guardo Chris e poi Stiles, con disperata. Liberatemi, maledizione!
Chris si precipita al letto, spingendomi le spalle verso il basso per farmi stendere, mentre Stiles mi prende le mani con la sua solita dolcezza, cercando di mantenermi calma.
“Mi dite cosa sta succedendo??” riesco a dire, anche con un tono di voce abbastanza alto. Da dove ho preso questa forza?
“Chris ti ha sparato un potente sedativo, questa notte, nel bosco” dice Scott. Si è messo le mani in tasca, e mi guarda serio e cupo. Sembra quasi arrabbiato. “Ti abbiamo portato qui, ancora addormentata e ti abbiamo bloccata”. Nonostante la forza di Chris nel tenermi ferma, tento in ogni modo di alzarmi. Lydia e Kira mi avranno sentita urlare, sono sveglie e sono ai lati del letto, ad aiutare a tenermi ferma.
“Durante la notte ti svegliavi di colpo, in preda alla rabbia, tipica della prima trasformazione, e hai tentato in ogni modo di liberarti, ma ogni volta ti abbiamo iniettato il sedativo. Hai tentato di mordere chiunque. Eri.. come impazzita. Non mai visto una furia così”. Ha lo sguardo fisso sui lacci ai miei polsi, non riesce nemmeno a guardarmi. Devo aver fatto qualcosa di grave. Ho fatto del male a qualcuno?
Devo calmarmi. Prendo un respiro profondo, chiudo gli occhi e cerco di regolare i battiti cardiaci. Inspiro dal naso e espiro dalla bocca. Ci sono. Apro gli occhi.
“Quanto tempo ancora devo stare così?” chiedo a Chris.
“Ancora una mezz'ora. Devo essere sicuro che i tuoi valori siano completamente nella norma”. Lo sguardo di prima, quello freddo e distaccato, diventa più dolce quando mi parla. Faccio un lieve sorriso e annuisco.
“Ehm.. pensate di.. di poterci lasciare sole?” Lydia dice guardando Chris, il quale risponde con un piccolo cenno, per poi guardare Stiles e Scott e uscire. Non appena la porta si chiude, Lydia mi toglie di fretta quei lacci e mi aiuta ad alzarmi. Si siede accanto a me, ci guardiamo per un istante e ci abbracciamo. Sono terrorizzata. “Devo smetterla di svegliarmi circondata da persone” dico cercando di rompere il ghiaccio, e lei accenna una risata.
“Cosa diamine ho fatto stanotte?” chiedo, ancora attaccata a lei, mentre i miei occhi diventano lucidi.
Si stacca e mi prende le mani, tutte di sangue. Non le importa nulla di sporcare la gonna a fiori che tanto le piace. Mi vuole bene, e Dio solo sa quando io ne voglio a lei.
Ha lo sguardo triste, di chi sta per comunicare a qualcuno che ha una qualche malattia.
“Questa notte.. dopo aver visto Stiles subito dopo esserti trasformata sei scappate nel cuore del bosco. Non appena Kira e Scott si sono ripresi ti hanno cercata. Ti hanno trovata pronta ad attaccare un ragazzo che si era allontanato dal suo gruppo di campeggio. Gli stavi saltando addosso, e Scott ti ha buttata a terra. Lo hai spinto via, e sei scappata verso la città. Ti hanno persa per circa un’ora, e ti hanno trovata nel cimitero. Hai distrutto la lapide di .. –fa una pausa, guardando verso il basso, incredula anche lei delle parole che sta pronunciando – di Allison. Ti stavi per avventare su quella di tua madre. Chris ti aveva seguito con la macchina, ed è lì che ti ha sparato. Sei caduta proprio sulla sua tomba. Ti ha raccolta e  ti ha portata qui. E la Loba.. non è apparsa per niente. Eravamo così sicuri..”
Continua a esprimere il suo stupore per non aver visto l’essere a cui stiamo dando la caccia, ma ho lo sguardo perso nel vuoto mentre parla, cercando di raccogliere qualche ricordo, completamente distrutta e persa a sentire le sue parole.
“Ho.. distrutto la tomba di Allison” dico interrompendola, mentre una lacrima scorre sulla guancia. Mi porto una mano sulla bocca, per soffocare il pianto. Inizio a tremare. No, non All. Mi alzo di scatto e vado a farmi una doccia. Entro, metto l’acqua molto fredda, data la mia temperatura interiore abbastanza alta. Mi appoggio a una parete della doccia. Sono un mostro, un fottuto mostro. Ho distrutto la lapide di Allison. La mia All. Come posso perdonare me stessa per un atto del genere? Come farò a farmi vedere in faccia da Scott dopo aver distrutto l’unica cosa materia che gli rimaneva della ragazza che ha amato di più in tutta la sua vita. Mia madre.. stavo per distruggere anche la sua. La tomba di Sloan.
Urlo. Sfogo tutta la mia rabbia, sperando di essere coperta dal rumore dell’acqua che colpisce il pavimento freddo della doccia. Tiro un pugno alla parete di marmo dietro di me, dove si forma un’incavatura in corrispondenza della mia mano, dalla quale partono delle piccole crepe. Le nocche sono insanguinate, ma guariscono velocemente, e il sangue viene pulito dall'acqua corrente. Non posso nemmeno farmi del male. Basta, devo stare calma, per il bene di tutti. Basta rabbia, nervosismo, ora devo solo concentrarmi sul bene degli altri.
Esco, raccolgo dei vestiti a caso, asciugo i capelli molto velocemente e torno in camera. Lydia è ancora seduta sul mio letto, con le lacrime agli occhi.
La sollevo e la abbraccio. Devo averla spaventata a morte, e per giunta ho anche distrutto la lapide della sua migliore amica.
“Mi dispiace.. Dio, Lydia, scusami..” sono davvero un mostro. Lei mi stringe ancora più forte, mentre singhiozza silenziosamente. Mi stacco, stringendole le braccia. “Ascoltami, devo andare al cimitero. Devo sistemare le cose. Vuoi venire con me?” non so se avrebbe voluto. Tornare da Allison le metteva tanta tristezza, e non volevo vederla stare male. Ma lei annui, mentre con le dita si asciugava le lacrime.
“Ok, allora. Prendo il telefono e andiamo”
“Oh, già, il tuo telefono.. deve esserti caduto nel bosco, ma quando ti abbiamo trovata non lo avevi più con te”. Perfetto, ho anche perso il telefono.
“Non fa nulla allora”. Ci avviciniamo alla porta, ma prima di aprirla mi fermo.
“C’è, ehm, c’è una cosa che vorrei fare” dico senza voltarmi. Lydia mi guarda con aria interrogativa. Mi avvicino alla finestra, esco sul tetto sottostante e salto, atterrando senza nemmeno un graffio, e con una grazia che non ho mai avuto. Davvero, mai. Mi alzo, e guardo verso la mia stanza, dove Lydia si è affacciata.
“Come hai fatto?” è incredibilmente stupita.
“Beh, credo siano i vantaggi di essere un mostro. Allora, vieni?”
Lydia mi guarda sorridendo e abbassa lo sguardo, con gli occhi leggermente lucidi. “Penso che prenderò le scale” mi dice prima di allontanarsi dalla finestra.
La aspetto vicino alla mia macchina. Non voglio parlare con nessuno se non con lei. Non appena sento la porta aprirsi entro. Da dietro a Lydia escono tutti gli altri, sorpresi del fatto che stia già uscendo dopo tutto ciò che è accaduto. Probabilmente hanno ragione. Lydia entra in macchina, mentre gli altri si avvicinano. Mi volto giusto in tempo per incrociare lo sguardo di Stiles, sconvolto, poi parto, a velocità molto elevata. Ho dei riflessi elevatissimi, un altro dettaglio che non mi è mai appartenuto. Sì, prima di trasformarmi ero fisicamente imbarazzante: qualcosa di buono lo ha fatto alla fine, questa trasformazione. Il cimitero è abbastanza lontano da casa mia, quindi Lydia coglie l’occasione per parlarmi.
“Sai ehm.. al cimitero..”
“Dove mi avete trovata?”
“Sì, ehm, lì.. non ti ha trovata Chris”.
Chi avrebbe potuto essere?
“È stata.. è stata Malia. Ti ha inseguita dal momento in cui hai scaraventato via Scott, fino al cimitero. Chris l’ha vista correre e l’ha inseguita, ero in macchina con lui. Ti ha spinta a terra, ti ha bloccata in tempo prima che tu distruggessi la lapide di tua madre, ed è lì che Chris ti ha sparata. Ti ha salvata lei dal fare il danno dal quale non ti saresti mai perdonata”.
Malia. Perché aiutarmi? Non abbiamo mai avuto questo gran rapporto. Non riesco a crederci. Anzi, non riesco nemmeno a immaginarlo. Beh, ci penserò dopo.
Siamo arrivate al cimitero, parcheggio e scendiamo velocemente. Corriamo alla tomba di Allison, che è ancora in pezzi. Lydia rimane dietro di me, mentre io mi avvicino lentamente, fissando i pezzi di pietra sparsi a terra insieme ai vasi rotti e ai fiori coperti di polvere.
Se ci penso, ancora non riesco a credere che l’abbiano.. che non ci sia più. No, non riesco a dire quella frase.
La mia All, l’unica cosa positiva in tutta la mia vita. La mia confidente, la mia consigliera. Era sorprendente come con una telefonata riuscisse a risollevarti l’umore. E ancora più sorprendente era che mentre parlava al telefono era sempre alle prese con una quale missione contro il soprannaturale, e soprattutto come riuscisse a far sembrare che tutto nella sua vita fosse calmo e normale. Era forte, bella, coraggiosa e buona. In un certo senso sono contenta che sia.. che se ne sia andata in questo modo: combattendo per il bene dei suoi amici, della sua famiglia, di tutto coloro che le stavano intorno. È morta facendo quello che le riesce meglio: prendersi cura di chi ama.
E poi arrivo io, in preda a una qualche follia animale, e distruggo la sua lapide. Quale strano essere maligno dentro di me mi aveva portata qui? E quale pessimo intento aveva di farmi distruggere una delle poche cose che mi sia rimasta della mia migliore amica? Sì, la mia migliore amica.
-Oh, andiamo, non la solita storia della ragazzina asociale che si trasferisce e trova gli amici di una vita- lo so, vi sento, sapete? A San Francisco non ho mai avuto fortuna nelle amicizie, sin da quando ero piccola: le altre bambine mi usavano da schiavetta, e, più grandi, venivo spesso e volentieri lasciata sola e cercata all'occasione. Il fatto è che io avevo amici, è solo che io non ero mai per loro ciò che loro erano per me.
E quindi passavo ore e ore al telefono con lei, parlando di qualsiasi cosa ci passasse per la testa. Potevo urlare, piangere, ridere, potevo fare tutto con lei. Certo, via telefono, ma questo non cambiava il rapporto stupendo che avevamo. Sono un anno più piccola di lei, eppure il mio sogno è sempre stato quello di diventare come All. Bella, intelligente, coraggiosa.
Guardateci ora. Lei, due metri sotto terra, coperta da terra e pietra infranta, e io in ginocchio sulla tomba, in lacrime, chiedendomi il perché di tutto questo. Non posso pensare che non sentirò più la sua voce, non rideremo più, non la potrò più abbracciare forte a Natale, o il giorno del mio compleanno. Lei non c’è più, non tornerà più.
Mi piego sulle ginocchia, affondando il viso nelle mani. Inizio a singhiozzare, mentre nella mente mi passano tutti i nostri momenti insieme, le passeggiate quando lei ancora viveva a San Francisco,  le feste passate insieme, tutto. Le lacrime sono tante, troppe. Riempiono le mani come fa un fiume in piena, non riesco a controllarle.
Lydia corre verso di me, si inginocchia anche lei e mi abbraccia da dietro, appoggiando la sua testa sulla mia spalla. Come fa a non piangere? A non essere distrutta? Forse avrà pianto tutte le lacrime che aveva, forse avrà passato tutte queste notti a piangere. Forse ha sofferto più di quanto il suo corpo permettesse. Il mio di corpo, invece, è più masochista: non sembra avere un limite alla sofferenza. Ricordo ancora quando la mattina alle 4 zio Chris chiamò la mamma. Sentii il telefono squillare, e mia madre correre per rispondere. Mi alzai dal letto, ancora mezza addormentata, e raggiunsi mia madre. Quando entrai nella sua stanza era in piedi, con una mano a mantenersi la fronte, mentre con l’altra teneva il telefono. Tremava, le mancava il respiro, e aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Corsi subito da lei, le misi un braccio intorno alla schiena e lei si aggrappò a me, mentre le sue gambe cedevano. Da telefono sentivo zio Chris che gridava il suo nome, preoccupato dal fatto che lei non riuscisse più a parlare. “Arriviamo” disse prima di chiudere la chiamata. “Cosa è successo? Mamma?” non parlava, era traumatizzata. “Mamma??” ero preoccupatissima. Si voltò a guardarmi, non trovava le parole. “Tesoro..” mi strinse a se, appoggiando la mia testa sul suo petto. “Mamma, dimmi cosa è successo” mi prese il viso tra le mani, aveva le guance bagnate dalle lacrime.
“Tesoro, Allison è morta” disse con la voce rotta. Ricordo di aver spalancato gli occhi, come trafitta da una lama. “No, no no!” ripetevo. “È uno scherzo? Mamma non mi piacciono gli scherzi. Mamma.. mamma!” mi strinse di nuovo a lei. Soffocavo. Non avevo nemmeno la forza di piangere, ma le lacrime arrivarono senza fatica. Urlai. Urlai tanto quella notte. In quel momento, una parte di me se n’era andata, e non sarebbe mai tornata indietro.
Prendemmo il necessario e scappammo a Beacon Hills. Quando arrivammo, Allison era ancora in ospedale per gli ultimi controlli, mentre i ragazzi erano impegnati alla centrale di polizia. Zio Chris era in ospedale, in attesa di vedere la sua bambina. La mamma gli corse incontro, lo abbraccio, ed entrambi scoppiarono in lacrime. Si stringevano forte, sembrava quasi si facessero male. Quando Chris mi vide in fondo al corridoio, stanca e con gli occhi rossi, completamente sconvolta, mi corse incontro e mi abbracciò. Sapeva e sa quanto Allison fosse importante per me. La notte passò in attesa che autopsie e controlli vari finissero. La polizia lo classificò come omicidio compiuto da soggetto non identificato. Chi avrebbe potuto spiegare che dei maledetti spiriti giapponesi la avevano trafitta?
Il giorno dopo ci fu il funerale. La avevano vestita come piaceva a lei: una gonna, degli stivaletti e un maglioncino. Sembrava addormentata, bella come al solito. Tutto intorno, i suoi amici, che però non volevo guardare. Ero così concentrata su ciò che era successo che nulla intorno a me valeva di più. Ricordo solo di aver visto Scott, passare davanti alla bara, e poi scoppiare in lacrime. Il ragazzo di cui tanto mi parlava, eccolo, distrutto in migliaia di pezzi.
Mi rialzo, aiutata da Lydia, mi asciugo le lacrime, raccolgo i fiori che ripulisco per quanto posso e li posiziono sulla terra, lontani dai pezzi di pietra rotta. Erano delle margherite, i suoi fiori preferiti. Ci allontaniamo, entrambe, dirette verso la tomba di mia madre, che le avevo chiesto di vedere. Ci vado spesso, e, cosa abbastanza inquietante, parlo con lei. Sì, parlo con Sloan: mi confido, mi sfogo, le racconto la mia giornata. Chissà quante persone mi hanno preso per pazza, ma non mi importava. Certo, in altre occasioni sì, non mi fa onore, ma mi importa di ciò che la gente pensa di me, essendo abituata ad essere giudicata in tutti i modi sin dalla mia infanzia. Ma con lei no, non mi importava. La sua tomba non dista molto, dato  che gli Argent sono tutti vicini.
Arriviamo, e rimango colpita. Qualcuno aveva disegnato un simbolo sulla lapide di mia madre. Un simbolo strano, a tre code. Più o  meno così:
Era stato disegnato con del rosso. Mi avvicino, e il mio naso riconosce l’odore: sangue. È  il primo odore che il mio naso da licantropo ha avuto modo di conoscere per bene. Qualcuno aveva marchiato la tomba di mia madre con del sangue. Cosa vorrebbe significare? E soprattutto, chi è stato?
Lydia e io scrutiamo bene quel simbolo, quando siamo interrotte da due uomini in divisa da poliziotto. “Scusate, ragazze, ma dovete allontanarvi da qui, sono in corso delle indagini”
“Che indagini?” chiede Lydia.
“Non posso parlarvene mi dispiace. Ora per cortesia, spostatevi da questa tomba”
“Agente” interrompo io “in qualche modo, in queste ‘indagini’ è coinvolta la tomba di mia madre, ho il diritto di sapere. Quindi, non ce ne andremo finché non ci avrà detto cosa sta succedendo”. L’uomo ci guarda con espressione infastidita, ma alla fine cede.
“È stato trovato un cadavere nel bosco, poche ore fa. Il cadavere di un campeggiatore, che si era allontanato dai suoi amici. Gli hanno staccato la testa, e a quanto pare, quello che state osservando su questa tomba è il suo sangue” io e Lydia ci guardiamo sconvolte. Era il ragazzino che ho tentato di uccidere questa notte. “Ora dovete proprio andarvene” ci dice l’agente spingendoci dalle spalle. Entriamo in macchina, e prima di partire facciamo mente locale.
“Qualcuno ha ucciso il ragazzo che stavo per uccidere io stanotte. Quel ragazzo è morto.”
“E considerando che questa persona ha utilizzato il suo sangue per ‘marchiare’ la tomba di tua madre, penso che chi è stato, lo abbia fatto come.. come una consegna. Lo ha fatto per te, ha fatto ciò che volevi fare tu e poi ti ha dato la conferma del suo atto con quel simbolo..”
“O con la sua firma..” la interrompo. “Dobbiamo andare da Derek.” Accelero e parto, ci vuole solo qualche minuto per arrivare al suo loft. Scendiamo dalla macchina e di corsa saliamo le scale che portano all'enorme porta del suo locale semi abbandonato. Entriamo, e come al solito insieme a lui c’è Peter, sempre presente per punzecchiarlo, giudicarlo e fare commenti sarcastici su qualsiasi cosa gli accada intorno. Davanti a me, Lydia entra per prima. “Cosa significa questo simbolo?”
“Buongiorno a te, principessa” dice Peter dalla sua poltrona posta in un angolo scuro del loft, giusto per essere inquietante quanto basta.
“Non abbiamo tempo per gli scherzi? Cosa significa?” dice Lydia agitando in mano un foglietto su cui aveva disegnato il simbolo sulla tomba di mia madre. Derek si sposta dal tavolo, su cui era appoggiata la mappa del bosco, la stessa usata da Scott la sera prima. Prende il foglietto in mano e percorre il disegno con il dito, tentando di capire cosa potesse significare. “È un’altra forma di triscele. C’è quella degli alfa, c’è la mia, e c’è anche questa”
“Un branco, quindi” dice una voce femminile proveniente da dietro di noi. Malia era sbucata da non so dove, e aveva sentito la nostra conversazione. Mi sorride, e io le rispondo allo stesso modo. “Oh, bene, altri amichetti con cui giocare. Fantastico” dice Peter chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sullo schienale della poltrona.
“Un altro branco?” dice Lydia voltandosi verso Derek. Ci raggiunge anche Malia, che si mette accanto a me.
“Forse. So cos'è, ma non so se appartenga a un branco né che branco sia” Derek alza lo sguardo dal foglietto, e guarda dritto a me. “Dove lo avete trovato?”
“Al cimitero. Andiamo, posso portare te e Malia” dico voltandomi verso Malia. Non avevamo mai parlato davvero in questi mesi.
“Beh, grazie dell’invito, ma preferisco stare qui a godermi il silenzio” la sua voce inizia a dare davvero fastidio.
“Nessuno ti ha invitato, Peter” dice Lydia. L’odio che lei prova nei suoi confronti è enorme. ‘Sono la scintilla che ha acceso il tuo fuoco, tesoro’. Sì, ma a quale prezzo? Ogni tanto provo a pensare come deve sentirsi, una banshee. Voglio dire, sentire le voci di migliaia di morti, ritrovarsi in luoghi sconosciuti senza sapere come ci si è arrivati, per altro trovando puntualmente cadaveri. Deve essere estremamente inquietante, specialmente per una ragazza solare come Lydia.
Usciamo e ritorniamo al cimitero, dove la tomba di mia madre era stata circondata da un nastro giallo. Derek, dopo essersi assicurato che nessuno ci stesse guardando, passa sotto il nastro e si avvicina al simbolo, annusandolo e toccandolo, mentre Lydia gli spiega a quando risale e le teorie che avevamo formulato in macchina. Mi volto, e noto che Malia è sparita. Devo trovarla.
Deve essere da sua madre e sua sorella.. o quelle che credeva essere sua madre e sua sorella. Il suo cognome, prima di scoprire di essere una Hale, era Tate, quindi mi aggiro alla ricerca della zona dei Tate. Non sembra, ma questo cimitero è incredibilmente grande. È proprio vero che Beacon Hills cela un lato tetro, pieno di morte: ci sono tantissime tombe, la maggior parte di persone che non superano i trenta.
Eccola: anche lei, come me poco tempo fa, inginocchiata sulla tomba di sua sorella, sulla cui lapide è appoggiato il suo bambolotto preferito, uno di quelli senza capelli, occhi che sembrano di vetro eccetera.
Accarezza i fiori, e sorride ogni volta che posa gli occhi sulla foto. Per sbaglio calpesto una foglia secca, che, facendo rumore, fa voltare Malia.
“Oh, ehm, scusa, non volevo disturbarti, stavo solo..” dico indicando dietro di me, facendo qualche passo all'indietro. Lei mi fa un accenno di sorriso, e ritorna a concentrarsi su sua sorella.
Devo dirglielo. Coraggio, Juls, non ti mangerà o altro. Chiudo gli occhi, prendo un respiro e mi avvicino di un paio di passi.
“In realtà..” si gira verso di me “volevo chiederti una cosa”
“Cosa?” non sembra affatto innervosita dalla mia interruzione, per fortuna.
Inspiro dal naso. Perché sono così nervosa?
“Perché  mi hai salvata? Intendo, sai, ieri notte.” ok, sono visibilmente a disagio.
Sorride, abbassando lo sguardo, per poi ritornare su di me.
“Sai, ho passato sette anni sotto forma di coyote, e in questi sette anni non ho fatto altro che pensare a me, o a mia sorella. Ho pensato che aiutare qualcuno mi avrebbe fatta sentire meglio, per una volta.” Si alza in piedi, sbattendosi i pantaloni con le mani per togliere la terra. “E in effetti, mi ha fatta sentire bene.”
“Sì, ma perché io? Scott era stato appena sbattuto non so dove, e Kira si doveva ancora riprendere del tutto. Stiles non so nemmeno dove sia stato. C’erano tante altre persone da aiutare, ma tu hai voluto impedire che distruggessi anche la tomba di mia madre. Perché tutto questo?” non capisco.
“Come penso tu già sappia, ho ucciso io la mia famiglia, e so fin troppo bene che tipo di rimorso si possa provare dopo un atto del genere. È una sensazione orribile, un dolore permanente, viscerale, che ti logora tutto il tempo. Non volevo che tu commettessi lo stesso errore, anche se in misura minore.”
Mentre parla mi sorride. Devo ammettere che è una ragazza migliore di quello che mi aspettassi, e di sicuro non pensavo a lei come una ragazza così torturata dai sensi di colpa.
“Sai, Juls, vedo molto di me in te, cioè, alcuni aspetti di me che però sono anche in te..” si ferma, si è imbrogliata con le parole. Ridiamo entrambe. Ci guardiamo.
“Sai, Malia, devo dire che ti ho immaginata in modi peggiori. Cioè, non che ti abbia mai immaginata in maniera così brutta da.. oddio, ok, fammi riprendere” scoppiamo entrambe a ridere. Siamo entrambe imbranate nel parlare: almeno qualcosa in comune. Beh, apparte il fatto di non avere una famiglia, certo.
“Forse dovremmo andare, Lydia e Derek ci staranno aspettando” dice lei. Annuisco e ci incamminiamo insieme verso la tomba di mia madre. Non era esattamente un bel posto per fare amicizia, il cimitero, ma di certo mi aveva permesso di scoprire un lato di Malia che andava oltre il ‘è andata a letto con il mio quasiragazzo’.
Riaccompagniamo Derek e Malia al loft, porto Lydia a casa e finalmente posso tornare nel mio let.. forse è meglio il divano. Arrivo a casa, esco le chiavi dalla tasca del giubbotto di jeans e apro la porta. Ad aspettarmi, in salotto, Chris e Stiles, che si alzano subito non appena sentono la porta chiudersi.
“Come stai? Tutto bene? Ti gira ancora la testa?” Stiles è preoccupatissimo, e mi mantiene da dietro la schiena, come se avesse ancora paura che io cada. Chris rimane a qualche metro di distanza, lasciando che Stiles si occupi di me.
“Hey, sto bene, rilassati. Da quanto tempo non dormi?”
“Uh, ehm.. questa.. stanotte non ho dormito, ho fatto il turno con Lydia e Kira. Ma non fa nulla, io..”
“Devi immediatamente tornare a casa, farti una dormita molto lunga, e poi parleremo di cosa è accaduto, ok?” gli do un bacio sulla guancia “Ora, dritto a letto!” mi sorride, mi prende da dietro la schiena e mi bacia. Mi mancava questa ‘tranquillità’. Questa giornata mi è sembrata la più lunga della mia vita, dopo tutto quello che è successo. Stiles è andato via, e io mi avvicino al salotto. Chris è sotto l’arco che porta in cucina, gli passo accanto e gli do una pacca sulla spalla. Finalmente posso mettermi sul divano e staccare un po’.
“Ehm, Juls, c’è.. c’è un pacco, per te” dice zio Chris prende prende del gelato dal frigo. Mi porta la vaschetta insieme a un cucchiaino. “Se questo pacco non è il gelato, non mi interessa” dico scherzando.
“Juls” è serio, e mi guarda da sopra il divano. Prende un respiro ed esce un pacchetto azzurro con fiocco bianco dal cassetto del mobile vicino alla tv. Me lo porge. “è arrivato stanotte, meno di un ora dopo che ti abbiamo portata qui. C’era un bigliettino per me, diceva solo tu potevi aprire il pacchetto, nessun altro.” Riempio il cucchiaio di gelato e metto la vaschetta via per un secondo, mentre mi allungo per prendere questo pacchetto. Tolgo il nastro e apro la scatola: dentro c’era il mio telefono, con lo schermo graffiato e con una spaccatura che attraversava tutta la sua lunghezza. Premo il tasto centrale, sotto il touch-screen: funziona ancora.
“1 nuovo messaggio” appare scritto sullo schermo. Lo apro: è di un numero privato.
“Non c’è di che.
p.s.: gira il telefono.”
Giro delicatamente il cellulare, e dietro trovo un simbolo inciso.
Lo stesso simbolo presente sulla tomba di mia madre.
“Non c’è di che.”
È lui.
È l’assassino del ragazzo. Lydia aveva ragione, lo ha ucciso per me. Che razza di malato mentale aveva potuto compiere un atto del genere? Quale mente contorta aveva programmato tutto ciò?
“Cosa diavolo è quel simbolo?” dice Chris strappandomi il telefono dalle mani.
Mi siedo per bene sul divano.
“Chris” gli dico cosciente di quanto spaventosa e inquietante sia ciò che gli sto per dire.
“Dobbiamo parlare”.




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Spazio autrice:
Bam! Sorpresi? Chi sarà questo killer maniaco? Vi piace? Vi annoia? Vorreste qualcosa di diverso?
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, se vi va.
Un abbraccio forte, S.
p.s.: scusate il ritardo per questo capitolo, ma la scuola mi ha mangiata viva.  .. E ho creato la copertina ufficiale di Halfblood! Che ne pensate?? 
  
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