Remus
«Se vi succedesse qualcosa... James... Io... Non fare cavolate, ti supplico» la voce di Remus era un sussurro flebile.
Sembrava stanchissimo.
Profonde occhiaie marcavano i suoi occhi dorati.
«Remus, tutti voi combattete e io me ne sto nascosto come un codardo» replicò amaro James, appoggiandosi al muro.
«Non dirlo nemmeno. Hai combattuto valorosamente, ma ora ti è stato chiesto di rimanere al sicuro, per la tua famiglia, avanti Ramoso» lo incoraggiò Remus, accennando un sorriso triste.
James non rispose, percorse con un dito una crepa nel muro.
«Vuoi vedere Harry?»
«Starà dormendo, non voglio disturbare» Remus si tirò indietro, timidamente.
James sapeva che l'amico aveva qualche difficoltà con i bambini.
Mi ricordano la mia infanzia, mi dispiace... Io... Vorrei tanto.
«Lily è uscita, dovrebbe tornare fra poco, vuoi aspettarla?» chiese James.
Remus storse la bocca.
«Facciamo un'altra volta... Ora dovrei proprio andare» disse Remus tristemente.
James strinse le labbra, in silenzio.
Si diressero verso la porta d'ingresso.
«Remus...» chiamò James, appoggiandogli una mano sulla spalla.
L'uomo si voltò.
«Non devi sentirti sempre così, tu fai parte della famiglia, come Sirius e Peter» disse James, sistemandosi gli occhiali.
Gli occhi di Remus brillarono, e un velo lucido li oscurò.
«Promettimi che domani verrai a pranzo da noi» aggiunse James, sorridendo.
«Lo prometto»
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Ed eccomi qua con un altro capitolo un po' triste, o almeno io lo trovo triste.
Come sempre è un discorso semplice, Remus va a trovare James e cerca di tirarlo su di morale.
Ovviamente Remus non smetterà mai di sentirsi un po' fuori luogo ovunque vada.
Il fatto è che ha capito di avere una famiglia, ma ancora non se ne capacita.
Insomma potrei parlarvi di Remus e dei suoi problemi fino alle otto di sta sera, il punto è che ho un esame di karate e quindi devo scappare.
A presto,
-Jey.