Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Xandalphon    10/06/2014    3 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

13)Fantasma del passato

Image and video hosting by TinyPic

 

Vendute? A chi dannazione?!
Qua stavamo saltando dalla merda a direttamente il letamaio!!
Imprecando sonoramente (mentalmente), mi sforzai di seguire una volta tanto l'esempio di Yuki, che sorrise compiacente alle mani che ci venivano tese, invitandoci a seguirle.
Con la coda dell'occhio vidi il so-tutto-io albino che ci fece un vago segno, ma che riuscii ad interpretare. Ci avrebbero seguiti.
Uscimmo da una porta laterale, e i due loschi individui ci trascinarono in un edificio poco distante.
 

E fu meglio così, dato che camminare sui tacchi che Yuki aveva insistito che indossassimo per 'sembrare più credibili', era davvero un impresa di per sé. Camminare con naturalezza era un'attività che occupava un rilevante spazio, nel mio cervello sovraffollato.
Dall'esterno non l'avrei degnata di una seconda occhiata. Cosa poteva essere se non un'altra catapecchia fatiscente?
Ma questa era la sera delle sorprese.
L'interno, così come quello del bordello, era sorprendentemente curato.
La casetta restava ancor sempre una casa di medie dimensioni, e il legno vecchio. Ma era pulita, curata. Il legno era stato incerato di fresco, i tappeti erano spessi e ricchi, i soprammobili ricercati e posizionati ad arte.
Ci condussero in un salotto.
 

Io e Yuki ci scambiammo una breve occhiata, mentre sentivo il nervosismo crescere.
Mi sentivo troppo fuori luogo. Non sono mai stata una principessina perfetta...
Secondo la zia sono sempre stata pigra, oziosa, poco rispettosa delle norme, delle regole, del bon ton, e quant'altro.
Non mi ero mai curata troppo delle 'stronzate da nobili'. Si, insomma.. chi cavolo se ne frega se per salutare si alza la mano con le dita giunte o aperte?
Ma da qui a saltare direttamente ai 'livelli bassi' della società era tutta un altra storia...
La manata che mi arrivò sul culo mentre ci spingevano 'amichevolmente' nella stanza adiacente all'entrata non aiutò il mio cervello in iperattività a calmarsi.
Mi venne al contempo l'istinto di girarmi e fuggire e quello di dare una gomitata sul naso di quello stronzo e tagliargli di netto la mano.
Per un attimo contemplai sinceramente l'idea di darmela a gambe... Ma poi l'orgoglio prevalse.
 

Eravamo palesemente sulla pista giusta. Sbagliare ora sarebbe stato come rovinare quello che avevamo fatto fin ora, beccarsi una sonora redarguita non solo dalle ragazze... Ma anche (soprattutto) sopportare poi le arie da superiori che si sarebbero dati i Konohani e questo non potevo proprio mandarlo giù.
Mi sforzai di sorridere, assumendo un aria che potesse passare per compiacente, anche se questo non era proprio il mio campo, e lo lessi nel volto di Yuki.
Oh, ragazzi che cavolo potevo farci?!
Cosa volevano da noi era sin troppo ovvio.
La stanza, rettangolare, era tirata a lucido.
Sul fondo c'era un buffet ricco di cibarie. Non cibarie qualsiasi, ma piatti complessi, con pietanze rare e ricercate.
Ma che io sia dannata, tutti i presenti erano mascherati.
Portavano lunghe cappe verde scuro che li avvolgevano, morbide maschere rosse, che celavano la parte superiore del viso, dalla fronte sino al naso, lasciando visibile solo labbra e mento.
 

C'erano in totale una decina di persone, che girovagavano con piatti o bicchieri in mano.
La stanza era attraversata da un lungo palchetto, con alcune sbarre da strip piantate nel mezzo, mentre le sedie erano posizionate lungo esso.
L'intenzione era ovvia. Noi dovevamo salire, dare spettacolo, mentre loro gozzovigliavano sotto.
Non so se dare una bella vista a quei maiali sulle mie mutande a mala pena celate da quella sorta di gonna (e per me chiamare gonna quel lembo striminzito di tessuto era un offesa alle vere gonne) fosse in cima ai miei desideri..
Tuttavia mi costrinsi a mantenere un sorriso appiccicato alla mia faccia e a salire su quella passerella, tentando anche di imitare l'andatura ancheggiante di Yuki.
Forse avrei fatto meglio ad ascoltare la zia e prendere qualche lezione di ballo anziché bigiarle tutte come invece avevo fatto..
 

Inazuma! Basta! Cancella i pensieri e concentrati su quello che stai facendo.
Volteggiai intorno ad un palo, sorridendo alla folla.
Sti merdosi erano tutti celati.. come una festa di chissà quale setta segreta.
Non potevo riconoscere nessuno... Avremmo comunque dovuto tentare una retata e catturarne almeno uno...
Però potevamo provare a sentire le loro conversazioni, carpire qualche segreto...
Ma i più, vedendo la nostra comparsa, iniziarono a far volare apprezzamenti e commenti riguardo al fatto di quanto la 'tettona con i capelli lunghi' fosse più 'gnocca' delle precedenti.
In effetti Yuki si muoveva con fare molto spigliato, mentre io mi sentivo come un robot con gli ingranaggi arrugginiti.
 

L'unico commento che riuscii a sentire fu solo un bisbiglio vagante rivolto da un mascherato ad un altro, giù vicino al buffet, che gli riferì, testuali parole: “Quel pagliaccio di Haruta è stato messo in gatta buia dai servizi segreti... Sembra abbiano collaborato dei ninja di Konoha.”
 

Ma l'altro si limitò ad una scrollata di spalle “Ne sono al corrente, non è un problema. Ora godiamoci lo spettacolo.”
Del fatto che Haruta fosse solo un burattino ero consapevole già anche io... Ma la cosa importante fu che riuscii ad inquadrare quell'uomo come uno che ne sapeva qualcosa... Non sarebbe stato troppo difficile tenerlo d'occhio dato che era un uomo piuttosto alto, tanto che era di almeno una spanna più alto di tutti quelli presenti nella stanza.
Tuttavia in breve la situazione degenerò.
Gli uomini presenti erano già resi molto audaci dall'alcool... E in più, per loro, eravamo semplici prostitute...
Iniziarono ad allungare le mani.
Sulle prime riuscii a scansarmi con mosse argute, facendo sembrare che mi fossi semplicemente spostata 'casualmente'.
Ma mi rendevo conto di non poter sopportare la cosa ancora a lungo. E soprattutto che ci avrebbero impiegato poco a capire che non ero una delle 'donnine' che credevano di aver comprato.
 

Porco cane! Non ero abbastanza disinvolta in queste cose. Ma le cose per me erano sempre state chiare sin da piccola.
Ero ancora una bambina con una manciata d'anni quando mi avevano presentato Rikuro e mi avevano detto: “Quando sarai grande diventerà tuo marito... Vi sposerete, non sei contenta?”
No, per niente. Ma questo rifiuto era una delle poche cose che Akiko non mi aveva mai concesso di contestare in alcun modo.
Passava sopra molti miei comportamenti poco 'principeschi', chiudeva spesso un occhio alle mie birichinate o quelle delle mie amiche (ehm, Yuki), o sui miei 'difetti'. Ma su quello si era sempre mostrata inflessibile.
 

Dovevo sposare un Uzumaki, partorire tanti piccoli Uzumaki, e fare di mia figlia la prossima Tsunamikage. Dovevo mantenere la linea di sangue, l'onore del clan e assicurarmi che a sua volta mia figlia maritasse un Uzumaki e assicurasse il trono a un'altra figlia.
 

Gli Uzumaki governavano il vortice dalla sua fondazione. Così era e così sarebbe dovuto rimanere sino alla fine dei tempi in una catena indissolubile.
Ed era stata ben chiara: dovevo essere una moglie devota, fedele e andare al matrimonio con il talamo intatto. Che disonore sarebbe stato altrimenti per il nostro nobile clan avere una principessa 'non pura' che andava in moglie al consorte della futura Tsunamikage!
Dunque io mi ero sempre tenuta preventivamente alla larga dai ragazzi. Sarebbe stato semplicemente stupido invaghirsi di qualcuno quando, sotto quell'aspetto, il mio destino era 'già segnato'.
 

Questo era anche origine della mia mancanza di disinvoltura in quello specifico caso.
Tutti quegli sguardi avidi puntati su di me... Mi facevano sentire... Esposta, vulnerabile.
Anche se razionalmente parlando, non è che avessi propriamente 'paura'. Ero una buona kunoichi, sapevo difendermi.
Ma non potevo farci proprio niente, sentivo una sensazione di... Disagio... Apprensione... Ero totalmente fuori luogo, come un pesce fuor d'acqua.

***Kakashi***

Fu relativamente semplice seguirle fuori dal locale.
Appena i due tipi loschi scomparvero la sensazione di visibile sollievo serpeggiò tra la gente, dandoci quel minimo di confusione che ci consentì di scomparire dall'area senza dare nell'occhio.
Facemmo un segnale alla ragazza-bambola e Raido, che si tennero a distanza ma ci seguirono.
Riuscii a trovare una postazione coperta che però mi dava una buona visuale da una finestra dentro la stanza allestita per accoglierle.
Dannazione! Erano tutti mascherati!
Probabilmente i due che le avevano 'comprate' erano solo dei tirapiedi, gente che non sapeva nulla ma che fungevano solo da 'viso pubblico' per procurare quello che gli serviva senza esporsi.
 

“Interveniamo?” chiese Genma.
Gli lanciai una breve occhiata. Da quando era così... Apprensivo?
 

“Lasciamole fare. Potrebbero scoprire qualcosa di utile.”
 

Aoba sbuffò. “Combineranno un disastro...” commentò, però poi tacque e tornò ad osservare l'interno.
Dovevo ammettere che Yuki non se la cavava troppo male. Quanto meno la stava dando a bere al gruppetto.
 

Inazuma... era tutta un altra storia.
Avrei potuto giurare che era impallidita, dato che notavo lo strano candore della sua pelle da questa distanza... Anche se comunque c'era poca della sua pelle che non fosse esposta dati i 'vestiti' che avevano indossato per l'occasione.
Non mi piaceva molto la situazione, ma ormai eravamo in ballo, per cui potevamo solo continuare a ballare... E le due ragazze lo stavano facendo in modo letterale.
 

Inazuma... cercava di imitare la sua compagna, ma era rigida, i suoi movimenti si facevano sempre più scattosi e legnosi man mano che i presenti si avvicinavano intorno al palchetto, per osservarle da vicino, alzando i bicchieri e le bottiglie con fare concitato.
Gli uomini iniziarono ad allungare le mani, toccando le gambe delle due.
Questa volta anche Yuki iniziò ad esitare un poco.
 

“Kakashi... Interveniamo prima che sia troppo tardi... Quella è una banda di porci arrapati...” mi sibilò Genma, quasi allarmato.
 

“Ci vorrà poco prima che salti la copertura... La principessina sta per sclerare...” disse con aria di sufficienza Aoba.
E non riuscivo a darle torto. Probabilmente anche io non sarei stato troppo a mio agio in mezzo a quel gruppo di...
 

Cazzo, avevo esitato un secondo di troppo!
Inazuma, presa nel tentativo di evitare un tipo che si era praticamente buttato tra le sue gambe, si era rivelata, e Yuki l'aveva aiutata di primo istinto.
Tutti capirono che qualcosa non andava.
Qualcuno sbraitò degli ordini e si diedero alla fuga.
 

“Merda! Prendete un bersaglio a scelta e cercate di catturarne almeno uno vivo!” ordinai, lanciandomi nella mischia.
Casualmente quello che puntai io da inseguire (che si era fiondato fuori rompendo la finestra) lo aveva puntato anche Inazuma.
Riuscii ad avvicinarmi a lui quel tanto che bastava per afferrargli il mantello.
Lui roteò su se stesso, cercando di rifilarmi un calcio che evitai, e mollò la presa, lasciandomi con il mantello verde scuro in mano. Lo gettai preventivamene. Poteva contenere trappole.
Sotto indossava abiti comuni.
Un paio di pantaloni scuri con il porta-shuriken alla gamba, una tunica fermata in vita da una cintura di cuoio in cui erano inseriti alcuni kunai.
Inazuma aveva approfittato della breve colluttazione per calciare via le scarpe, e ora correva scalza poco dietro di me.
 

“Aspettiamo che esca dal villaggio per attaccarlo se possibile” mi disse lei.
Annuii. La capivo, era il suo villaggio, e se avessi attaccato in quel luogo con una tecnica come la palla di fuoco suprema rischiavo di coinvolgere dei civili.
Già, meglio evitare vittime inutili.
Quindi ci limitammo ad inseguirlo fuori dal villaggio.
Appena s'addentrò nella boscaglia io e lei ci distanziammo un poco, in un silenzioso comune accordo.
Io lo avrei preso da un lato, lei dall'altro.
Questo cominciò a lasciare trappole improvvisate.
Due kunai con carte bombe e un filo teso nel mezzo, carte bombe finte mescolate ad altre vere e altri tranelli banali simili.
Cose che io e, inaspettatamente, anche lei, evitammo facilmente.
Si stava dimostrando una kunoichi davvero più in gamba di quanto avrei mai potuto pensare. Dovevo averla sottovalutata davvero troppo.
Comunque non era il momento di pensarci.

***Inazuma***

L'inseguimento stava entrando nel vivo.
Se quel tipo mascherato credeva di liberarsi di noi troppo facilmente ne sarebbe rimasto deluso.
Dovetti rivalutare l'opinione del ninja albino. Quanto meno sapeva quello che faceva, e non avrei dovuto salvarlo da trappole stupide e ovvie che il tizio stava seminando lungo la strada.
Era un peccato che Nacchan non fosse con noi... Io non avevo tecniche a lungo raggio efficaci... La maggior parte del mio stile di combattimento era efficace in un raggio medio-corto.
Kakashi, con un volteggio aggraziato si portò vicino a me.
“Hai tecniche a lungo raggio?” mi chiese.
 

Scossi la testa. “Medio-corto” gli risposi.
Lui sospirò, come brontolando tra sé e sé.
 

“Allora avviciniamoci...”
Detto questo fece un poderoso scatto in avanti.
Era davvero veloce. Concentrai maggiormente il chakra nei piedi per darmi una spinta maggiore e stargli dietro.
Arrivammo in vista del nemico. La boscaglia più avanti s'infittiva e avremmo avuto maggiori difficoltà a inseguirlo, dovevamo cercare di prenderlo ora.
Anche lui l'aveva capito, e dato che era più avanti di me, prese l'iniziativa.
Lo vidi accelerare ulteriormente, posizionare le mani e sviluppare una tecnica.
Non so come si chiamasse ma era incredibile.
Il suo palmo si riempì di chakra di tipo fulmine, diventando luminoso. Era talmente tanto concentrato che si vedeva persino ad occhio nudo, e le scariche elettriche avvolgevano la sua mano e il fianco a cui erano vicine, senza però ferirlo.
Anche se non dubitavo che una volta a contatto con il nemico sarebbe stato devastante.
L'uomo di fronte a noi se ne accorse, e lo vidi assumere uno sguardo allarmato.
Non aveva scampo.
 

Si fermò e fece una cosa davvero assurda. Usò una tecnica.
 

Dapprima pensai che fosse una tecnica per cercare di scappare o di contrastare quella di Kakashi, insomma era normale tentasse quanto meno di provare a difendersi. Ma così..
Usò una banalissima tecnica della trasformazione, prendendo la forma di una ragazza, castana e con occhi nocciola, di media altezza, carina. Aveva sulle guance due strisce viola.
Tsk, l'avrebbe preso in pieno. O almeno così credevo.
Ma accadde qualcosa di strano.
 

La luce sulla mano di Kakashi s'affievolì, tremolò e si spense.
I suoi piedi si puntarono sul terreno, inchiodando a pochi metri dal nemico. Non lo potevo vedere in volto, ma vedevo le sue spalle tremare incontrollate.
Che cazzo stava succedendo?
L'uomo s'allontanò con una risata sadica, mentre l'albino restava immobile.
Saltò su un ramo, e lanciò dei kunai con delle carte bomba.
 

Avevo sue scelte: o inseguire il nemico o salvare quel cretino di un konohano.
Con uno sbuffo seccato salvai l'idiota con i capelli bianchi, sperando che gli altri avessero avuto più fortuna di me.
Lanciai dei kunai, deviando quelli lanciati dal nemico, che esplosero poco distante.
 

“Si può sapere che cazzo ti è preso?” esordii furente. Come se non bastasse mi ero graffiata tutti i piedi per corrergli appresso scalza. Meritavo almeno una spiegazione!
Gli arrivai di fronte.
Aveva l'unico occhio visibile sgranato e dilatato. Il poco di pelle che gli si vedeva aveva preso un colore cinereo, sembrava un cadavere riesumato. Il suo corpo tremava come se fosse percorso da scariche elettriche, i suoi respiri erano brevi e scomposti.
Che fosse sotto un genjutsu? Difficile che uno con lo sharingan rimanesse vittima di un'arte illusoria, e il suo flusso del chakra mi sembrava regolare...
Crollò sulle ginocchia, infilandosi le dita nei capelli e accasciandosi su se stesso. Che cosa gli stava succedendo?
 

“Ehi ti senti bene? Che succede?” gli chiesi avvicinandomi.
 

“Non mi toccare” sibilò scartando la mia mano, che gli avevo sfiorato una spalla come se l'avessi ustionato.
 

“Ehi! Qua sei tu quello strano! Che cazzo è successo?! C'è l'avevi di fronte!” insomma, io cercavo di essere gentile e lui si comportava così?!
 

“Non ti devo delle spiegazioni” ringhiò lui come un animale ferito.
Qualcosa dentro di me capiva che qualsiasi cosa l'avesse fermato era una ferita che lui si portava dentro. Era appunto come un animale ferito... ringhiava per non fare vedere quanto si sentisse debole. Ma in quel momento l'irritazione ebbe la meglio.
Era tutta la sera che ero stata costretta a sculettare come una sgualdrina per un pubblico di porci maniaci e il risultato era stato che lui s'è l'era fatto scappare da sotto il naso come un idiota!
“Invece me le devi eccome konohano! Quindi smonta quella tua idea da capetto so-tutto-io. Voglio una spiegazione a questo disastro!”
 

“Questo disastro?! Siete voi che vi siete fatte scoprire come delle sceme!” esplose invece l'altro.
I nostri compagni, colmo delle disgrazie, arrivarono proprio in quel momento. Anche loro a mani vuote.
 

“E cosa avremmo dovuto fare secondo te? Prostituirci come delle mere sgualdrine? Forse avreste dovuto darvi una mossa!” ringhiai incontrollata.
“E magari non farti fermare come un idiota da un idiota peggiore con una cazzo di tecnica che anche i bambini dell'asilo sanno fare!” l'ira stava traboccando.
Il suo sguardo divenne quasi omicida.
 

“Già infatti voi siete così tanto superiori che se non fosse stato per noi non sareste arrivati neppure a prendere un deficiente come Haruta... principessina” ringhiò per contro lui.
I suoi tre compagni lo fissarono con tanto d'occhi, ma è una cosa che la mia mente registrò a parte, senza dargli però peso.
Ero così frustrata, irritata, furibonda che mi sarei messa ad urlare.
 

“Vuoi una lezione ragazzino con i capelli ossigenati?”
 

“Non vorrei farti troppo male mocciosa... Forse è meglio che finisci prima l'asilo” rispose l'altro, alludendo al fatto che ero di fisico esile.
Due mani fredde si serrarono sui miei polsi prima che potessi scagliarmi contro quel presuntuoso.
 

Era Nadeshiko. Yuki sembrava troppo sconvolta dalla situazione, e soprattutto dalla mia reazione per intervenire.
 

“Forse è meglio calmarsi un momento..” intervenne il tipo con la cicatrice sulla faccia.
 

“C'è n'è anche per te sfregiato..” sibilai io inviperita.
 

“Inazuma! Ora basta!” interloquì invece Nadeshiko.
Il tipo con la bandana sembrava sconvolto dalla situazione, mentre l'idiota che teneva gli occhiali da sole anche di notte sembrava pronto ad attaccarmi.
Ci fu un tempo di una lunga occhiata velenosa tra me e l'albino.
 

“Lasciami!” ringhiai, scollandomi dalla presa di Nadeshiko.
 

“Non siete i benvenuti al vortice” dissi prima di sparire in direzione del villaggio.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Xandalphon