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Autore: ChiaraBeky    10/06/2014    2 recensioni
Bella accetta il consiglio di Charlie, ovvero quello di tornare a vivere con Renée dopo la separazione con Edward. Dal prologo: "Riapro gli occhi, ma lo spettacolo attorno a me è così raccapricciante che li richiudo immediatamente. Suoni talmente acuti che mi perforano la testa, grida di terrore e disperazione. Sotto di me sento una superficie ruvida e del liquido viscido scorrervi. Sono forse all'inferno? Con un po di sforzo cerco di socchiudere gli occhi e vedo luci rosse alternate a luci blu, e volti, volti distorti dalle emozioni che li pervadono, e parlano ma non riesco a sentirli, e alla fine il vuoto."
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Ciao a tutti eccomi con il secondo capitolo, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito, e grazie alle 11 persone che hanno messo la mia storia tra le seguite. Vorrei precisare che forse qualcuno troverà un po' noioso questo capitolo, ma credo che serva per far capire in che tipo di ambiente si trovi Bella. Buona lettura.

2.Diversa

Il giorno dopo il mio arrivo ero tutt'altro che preparata per affrontare la giornata di scuola che mi si prospettava davanti, sarei stata nuovamente la ragazza nuova, ma con tutti gli studenti che frequentavano il liceo probabilmente in pochi si sarebbero accorti della "novità". Mi preparai con calma e indossai un paio di jeans chiari una canottiera nera sotto e una bianca sopra per fare contrasto, mi era sempre piaciuto giocare con i colori delle canottiere e come scarpe mi misi dei bikers neri, i capelli li lasciai sciolti. Scesi a fare colazione insieme a Phil e a Renée, che si accingevano anche loro ad uscire per andare a lavorare. Come misi il naso fuori dalla porta crebbe in me un po di agitazione. Calma Bella, sicuramente incontrerai Mark a farti compagnia. Sperai. Ero arrivata in anticipo alla fermata dell'autobus e mi sembrava che il tempo non passasse più, ma poi finalmente il tram arrivò e mi misi comoda, anche se avrei potuto restare anche in piedi, in fondo la mia scuola non era lontanissima, appena 3 fermate dopo, ma ne sentivo il bisogno sentivo le gambe tremare appena a causa dell'agitazione. Arrivata feci un lungo respiro e mi incamminai verso l'ingresso cercando di tenere la testa più bassa che potevo per non farmi notare e mi diressi verso la segreteria per firmare i moduli necessari e per farmi consegnare il mio libretto scolastico. Per fortuna che mi ricordavo bene quel posto e non ebbi difficoltà tra i corridoi fino ad arrivare alla meta, la signora dietro al bancone era una donna smilza con gli occhiali appoggiati a metà naso, mi chiesi come faceva a vedere se erano posizionati così in basso. Infatti quando alzò lo sguardo su di me dovette inclinare la testa un po all'indietro per inquadrarmi, che persona strana pensai.

-Sono Isabella Swan e mi sono appena reiscritta- dissi dopo che continuava a guardarmi senza dire una parola.

-Certo, qua ci sono dei moduli da firmare, e qui c'è il tuo libretto, devi firmare qua sotto i tuoi dati.- e mi pose dei fogli. Aprii il libretto e vidi la mia fototessera con una smorfia, il giorno in cui l'avevo fatta mi ero appena svegliata e si potevano ben notare le mie occhiaie nere sulla mia pelle chiara. Quando mia madre la vide mi rimproverò dicendomi che almeno per quella volta potevo truccarmi almeno un po, ora infatti mi pentii di non averlo fatto. Dopo aver sbrigato le faccende burocratiche mi diressi verso la mia aula, fui una dei primi studenti ad entrare e sembra che per ora nessuno si sia accorto di me. Mi sedetti su un banco qualsiasi sperando che non fosse già di qualcuno e aspettai l'inizio della lezione tirando fuori astuccio e quaderno degli appunti, e appoggiai il mento sulla superficie liscia e fresca del banco.

Tutti gli studenti entrarono quasi in massa e un ragazzo entrando mi guardava con aria interrogativa, cercai di non farci caso, ma non ci riuscii a lungo dato che si stava dirigendo verso di me insieme a un altro ragazzo.

-Scusa sarebbe il mio posto questo- mi disse gentilmente, il suo tono per niente scortese mi spinse a rispondergli con altrettanta cortesia, se me l'avesse detto in un'altra maniera non mi sarei certo risparmiata una risposta acida.

-Oh scusami, non ne avevo idea, sono nuova e non era mia intenzione.- dissi un po in imbarazzo. Cominciai a raccogliere le mie cose, mentre lui inaspettatamente interruppe il mio 'trasloco'.

-Ma no dai figurati, rimani pure li se vuoi, noi ci metteremo in un altro posto- l'altro ragazzo, che doveva essere evidentemente il suo compagno di banco lo guardò con quella che doveva essere disapprovazione, era alto e atletico con indosso la giacca della squadra di basket della scuola. L'altro invece mi accennò un sorriso timido. -Ci becchiamo in giro allora.- e se ne andò sedendosi in un altro banco, l'altro lo seguì sconsolato. La lezione di inglese si svolse tranquillamente, riguardava un opera di Shakespear, che avevo già svolto a Forks, perciò non mi preoccupai più di tanto di seguirla, e il fischio della campanella mi risvegliò dai miei viaggi mentali. Feci per uscire dalla porta, quando mi si affiancò il ragazzo a cui avevo rubato il posto. -Mi chiamo Thomas, prima sono stato maleducato a non presentarmi.- mi disse. -Figurati, io mi chiamo Isabella, ma puoi chiamarmi Bella.-

-Da dove vieni? Non sembri di queste parti-

-Veramente sarei proprio di queste parti, sono stata via per un anno.- Precisai, anche se sapevo che il commento era riferito alla mia carnagione.

-Ah e dove sei stata di bello?- Questo ragazzo mi stupiva, in genere avrei giudicato dei ficcanaso quelli che mi rivolgevano domande del genere, ma lui non mi dava fastidio perchè si vedeva che non mi parlava solo per il gusto di non farsi i fatti suoi o cercare una maniera di creare qualche pettegolezzo riguardante la nuova arrivata, era cortese e per nulla invadente.

-Sono stata a Forks da mio padre.- Risposi.

-Ma non è caratteristico per la pioggia?- Disse come per dire chi ci andrebbe mai di sua spontanea volontà?

-Sì all'inizio è stata dura, ma ci si abitua poi-

-Capisco, beh per me sarebbe un inferno.- Rispose sorridendomi. E in quel momento mi si mozzò il respiro per un secondo, fino a quel momento non lo avevo messo a fuoco per davvero. Era alto con le spalle larghe, ma non eccessivamente, capelli corvini che incorniciavano il viso leggermente abbronzato, due occhi di ghiaccio e una bocca che in quel momento mostrava una sfilza di denti bianchissimi. Se non fosse stato per gli occhi l'avrei preso per un vampiro. Trasalii pensando a quella parola, anche li in quel posto dove credevo avrei potuto vivere senza l'ossessione di guardarmi intorno per cercarlo, c'era sempre qualcosa che me lo riportasse alla mente, persino Thomas, un ragazzo sconosciuto che non aveva assolutamente nulla a che fare con lui. Il suono della sua voce mi risvegliò dai miei pensieri fin troppo autolesionisti.

-Ti va di pranzare con me e i miei amici?- mi chiese.

-Oh certo.- risposi, mi piacevano i suoi modi per nulla invadenti.

-A più tardi- mi salutò e io ricambiai con un cenno della mano.

Mi diressi alla lezione successiva, l'ora di spagnolo, e vi trovai Mark che mi venne incontro.

-Ehi Bisy- gli andai incontro contenta di vedere una faccia amica -Ciao Marky.- ci sedemmo vicini aspettando l'arrivo del professore.

-Allora hai già conosciuto qualcuno? O riconosciuto?-

-Sì ho fatto la conoscenza di Thomas, un ragazzo tanto gentile.-

-Oh Thomas, sì lo conosco 'occhioni d'angelo'- disse un po divertito.

-Occhioni d'angelo?- ripetei confusa.

-Eh certo come non notare i suoi occhi? Tutte le ragazze gli cascano ai piedi appena incrociano il suo sguardo, non avrai subito anche tu quest'effetto?- beh ammetto di esserne rimasta un po amaliata, ma non da cascargli ai piedi.

-Più che altro mi hanno colpito i suoi modi.- dissi imbarazzata, effettivamente era la verità.

-Sì non è il solito belloccio che approfitta della sua immagine, non è il classico sciupafemmine.-

Il discorso finì dato che il professore fece il suo ingresso in classe, e anche quell'ora terminò in fretta. Prima di uscire però Mark mi fermò per presentarmi ai suoi amici.

-Ehi Bisy ti presento Simon, Ashley, Josh e Mary, ragazzi lei è Isabella-

-Chiamatemi Bella- mi limitai a dire amichevole, quei ragazzi sembravano simpatici. Mentre camminavamo per i corridoi imparai a conoscerli un po: Josh e Mary erano gemelli, entrambi biondi e abbronzati, si assomigliavano molto fisicamente, ma caratterialmente erano il giorno e la notte: lui era timido, lei invece era un uragano, lui si era definito l'anti-sport, lei invece adorava il movimento, era anche nella squadra femminile di pallavolo. Io non potevo che immedesimarmi in Josh. Simon caratterialmente era molto simile a Mary, tant'è che alcuni li definivano scherzosamente separati dalla nascita. Ashley invece era particolare come persona, riservata e lunatica l'hanno definita i suoi amici, venni a sapere che era un'artista, le piaceva disegnare e dipingere su tela, quindi non mi stupii della maniera in cui l'avevano descritta, in genere gli artisti sono un po' tutti così.

-Pranzi con noi Bella?- mi chiese Mary una volta finite le presentazioni.

-Mi dispiace ma ho già accettato un altro invito-

-Eh sì, non si può declinare l'invito di occhioni d'angelo.- si intromise Mark dandomi una gomitata.

-Thomas ti ha chiesto di pranzare con lui?- mi chiese Mary sbarrando gli occhi.

-Sì perchè?- domandai.

-E' da quando ha rotto con Bonnie che non mostrava interesse per qualcuna.-

-Ma no si era accorto di me solo perchè per sbaglio mi ero seduta al suo posto- precisai imbarazzata.

-Sarà, ma stai attenta a chi si siederà nel suo tavolo, la sua ex non demorde- mi disse Simon.

-Beh allora vorrà dire che per domani sei già prenotata per pranzare con noi- mi rispose Ashley.

-Con piacere-

Mi diressi nell'aula di trigonometria che avevo in comune con Ashley, mi trovavo molto bene con lei, caratterialmente mi ricordava molto Angela, mentre aspettavamo l'inizio della lezione chiacchierammo un po'.

-Mark ci ha accennato che sei un'amica d'infanzia-

-Sì esatto ci piaceva giocare nella bottega dei suoi genitori-

-Oh che teneri, e poi perchè non vi siete più frequentati?-

-Beh crescendo abbiamo preso strade diverse, lui ha iniziato ad avere una sua compagnia, ed io mi sono trasferita a Forks da mio padre-

-Oh hai voluto trascorrere un po' di tempo con lui-

-Sì esatto- dissi mascherando il reale motivo della mia partenza, e anche in parte per tagliare quel discorso che mi avrebbe portato inevitabilmente a pensare a...

-Buongiorno ragazzi, scusate il ritardo- disse il prof. Al momento giusto.

L'ora passò e tutti gli studenti si diressero verso la mensa.

-Ehi Bella- sentii alle mie spalle. Era Thomas.

Si accodò con me per prendere da mangiare e parlammo più che altro della scuola, chiedendomi le differenze tra questa e quella di Forks, finchè non ci sedemmo al suo tavolo dove c'erano già delle persone.

-Bella ti presento Jenny, Amy e Bonnie- indicandomi le tre ragazze con la divisa delle cheerleader. Buffo pensai, uno dei ragazzi più carini della scuola fidanzato con una cheerleader. Ecco che il mio incubo di essere catapultata in una delle solite commedie liceali si era fatto vivo. Le tre ragazze prima mi guardarono con aria di studio, poi di superiorità, ed infine mi rivolsero i sorrisi più tirati che avessi mai visto.

-Che piacere- disse quella che avevo capito essere Bonnie. Mora, occhi verdi e pelle abbronzata, sembrava quasi un angelo se non per il carattere da strega che a quanto pare aveva. Deciso: non mi sarei più seduta in questo tavolo per quanto trovassi Thomas simpatico.

-E loro sono Jack, Lee e Anthony- disse Thomas indicandomi invece tre ragazzi con la giacca della squadra di basket. Ma dove ero capitata? Mi urlai mentalmente. Uno di loro, Jack, era il ragazzo che avevo visto insieme a Thomas alla prima ora.

Mi sedetti e addentai il mio pezzo di pizza, mentre le tre ragazze mi guardavano sorprese, notai che loro avevano delle insalate, mentre io avevo riempito il mio vassoio con delle schifezze, come pizza e patatine. Non mi ero mai interessata alla mia linea, forse dipendeva dal fatto che avevo una costituzione che mi permetteva di mangiare di tutto senza accumularlo.

-Allora Bella- iniziò Bonnie scandendo il mio nome. -Come mai qui?- senza peli sulla lingua, pensai.

-Mi mancava casa- risposi secca.

-Ho sentito che stavi con tuo padre su al nord, la forse ti sentivi più a tuo agio?- mi disse con aria fintamente curiosa, mentre Jenny e Amy fecero dei risolini, e i ragazzi la guardarono con aria tonta.

Ok rettifico, non aveva l'aria da strega, era una strega.

-Direi di sì- le risposi seccamente per far finire il discorso, mentre ingurgitavo un'altro morso del mio pranzo sotto al suo naso.

Vidi Thomas che mi guardava dispiaciuto, e io ricambiai con uno sguardo da scuse accettate. Finito il pranzo mi alzai e lo salutai.

-Ci vediamo- gli dissi e mi voltai senza aspettare una risposta. Sapevo che non appena fui fuori portata dalle loro parole iniziarono i commenti. Ma cosa mi aspettavo veramente nel tornare? Ero stata via solo un anno sì, ma ero cambiata profondamente. Renée l'ha sempre detto che io ero più matura dell'età che dimostravo, che ero diversa, e il mio soggiorno a Forks lo ha dimostrato, confermando che la mia mente funzionava diversamente dagli altri. C'ero rimasta male ai commenti di quella ragazza, ma dovevo anche capire che il liceo era fatto così. La vita fuori dal paranormale un adolescente medio la viveva così e dovevo abituarmici. Andai in bagno a risciacquarmi la faccia e quando mi specchiai pensai solo a una parola. Diversa.



Spero di non avervi annoiato con questo capitolo, e cercherò di aggiornare un po' prima questa volta.
Baci!

 

  
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