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Autore: qujnnest    10/06/2014    0 recensioni
-Non avevo mai tradito nessuno, lo consideravo uno scempio.
Un giorno lui è tornato ed ho tradito me stessa.-
Questa è la storia di Rebecca, una donna sulla quarantina che vive a Londra con suo marito e suo figlio ma soprattutto vive con il suo passato che attraverserà l'Europa prima di raggiungerla.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sento la porta aprirsi e chiudersi immediatamente dopo.

-“Revy? Sono  a casa!”-

Lo raggiungo in cucina correndo ma appena lo vedo rallento il passo e poi mi fermo.

Non vi era neanche un rumore; il silenzio era l’unico intruso in casa nostra e Gabriele si è già tolto la giacca, la camicia è sbottonata e lui ha i capelli arruffati.

Mi guarda.

Ho fatto bene a prendere questo completo, era da tanto che non vedevo quello sguardo famelico.

Si avvicina a me.

-Dio… Neanche la ricordo l’ultima volta che ti ho vista così!-

-E’ stato fin troppo tempo fa..-

-Io… Amore non ce la faccio! Sono esausto.-

-Come esausto? Ho cucinato per più di due ore!-

-Lo so, tra l’altro te l’avevo detto io..-

-Appunto! Lo avevi detto tu! Sono uscita prima da lavoro per preparati qualcosa di carino!-

Continua a spogliarsi dirigendosi verso la camera da letto.

-Non so come scusarmi ma non ho fame e sono stanco, davvero! Domani ti porto a pranzo, te lo prome..-

-No! No… Va bene così, è il tuo compleanno. Trascorrilo come vuoi.-

-Perché ti stai vestendo?-

-Vado a prendere Jared, è da tua sorella. Non mi sembra giusto lasciarlo lì senza alcun motivo.-

-No, dai.. Si starà divertendo con Thomas o addirittura starà anche dormendo.. Revy! Dai Revy aspetta!-

Prendo le chiavi della macchina e quelle di casa ed esco dalla porta.

Mi fermo, respiro e conto fino a dieci.

Rientro.

E lui è lì appoggiato al muro.

-Piccola…- Si avvicina a me come un cane rimproverato torna dal suo padrone.

Mi bacia. Mi spoglia. Mi sveglia.

Lo vedo quando apro gli occhi ed è bello come il primo giorno, mi tiene con una forza che quasi avevo dimenticato.

Al mattino mi sveglio e sorrido; mi alzo e vado in cucina. Vuota.

-Gabry?- dico ad alta voce.

Non c’è. Neanche un biglietto.

Mi pento di aver sorriso.

Decido di sfruttare il mio giorno libero per sbrigare alcune commissioni e magari fare un po’ di spesa e soprattutto non pensare.

Chiamo Anna e le chiedo come sta Jay, se è sveglio e se ha dato problemi e come immaginavo, si è comportato benissimo: solo a casa mi da mille problemi, ma meglio così!

Faccio una doccia velocissima, sistemo il bagno e poi via a vestirmi.

La giornata è fresca, c’è anche un po’ di sole, e non sembra affatto che vada peggiorando.

Vorrei che anche il mio matrimonio fosse così. Ho sposato Gabriele a 27 anni, poco prima di trasferirci a Londra, e un anno dopo è arrivato Jared.

Mi sono fatta portare via, rapire da Gabriele che mi ha intrappolato nella città che più di tutto mi ricorda la mia vecchia vita.

Il supermercato è sempre affollato di sabato mattina, soprattutto da casalinghe annoiate che conoscono tutte le cassiere e i loro turni!

Mi metto in fila al banco del pesce, controllo le email e ci sono solo due comunicazioni dall’ufficio della casa editrice.

Sarei voluta diventare una scrittrice ma per varie vicissitudini, mi sono affacciata al mondo della scrittura dalla porta sul retro. Mi va bene così, mi piace leggere ed aiutare i nuovi talenti.

-47- il commesso chiama il mio numero ed io faccio un passo avanti urtando una signora.

-Scus..-alzo la testa ed incrocio il suo sguardo. I suoi occhi li avevo dimenticati. Avevo fatto posto solo per lui nei miei ricordi, lei l’avevo completamente ignorata.

-Rebecca? Sei tu?- rimango a bocca aperta. -Oh mio dio! Rebecca, come stai?-

-I-io.. sto bene. Benissimo! E tu?- in quel momento speravo mi rispondesse allo stesso modo perché se lei fosse stata felice lo sarebbe stato anche lui.

-Benissimo, ci siamo trasferiti qui da una settimana circa! Luca ha finalmente ottenuto il trasferimento.- gira la testa. – Ah, eccolo. Luca?! Vieni guarda chi c’è!-

Sento il suo odore, i polmoni si allargano e il cuore sta per scoppiare. Ho i muscoli paralizzati e sento i suoi passi avvicinarsi.

-Non ci credo!- esclama –Revy!-

La prima volta che mi ha chiamata così, ho promesso a me stessa che nessun’altro oltre lui l’avrebbe fatto. Poi ho incontrato Gabriele che ,non so come né perchè, ha iniziato a chiamarmi con lo stesso soprannome ed io l’ho odiato e lo odio tutt’ora e non potrò mai perdonarglielo ma lasciarmi chiamare “Revy” è il mio modo di ringraziarlo per avermi portata via.

Appoggia una mano sulla mia spalla, si mette di fronte a me e mi sorride.

  
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