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Autore: scintilla23    10/06/2014    2 recensioni
Questa Fan Fiction parla del primo incontro tra Clove e Cato e l'inizio di una grande amicizia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Clove
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo Clove si svegliò come sempre di buon’ora.
Si vestì, si legò i capelli in un’alta coda di cavallo e uscì di casa.
Non aveva dimenticato cos’era successo. E come avrebbe potuto?
Mentre camminava sentì un’improvvisa fitta, vicino al cuore; fu così forte ed inaspettata che dovette fermarsi e fare una leggera spinta con le mani dove le faceva male.
Dal giorno prima si sentiva come se una parte importante di lei se ne fosse andata via, con Cato.
Si sentiva vuota, debole ma non poteva dimostrarlo No; non poteva.
Doveva dimostrare a tutti ma soprattutto a se stessa di saper superare i problemi da sola, doveva dimostrare di essere forte e capace.
 
Arrivò al centro d’addestramento molto prima del solito; da sola.
Varcò la soglia e percorse il freddo corridoio fino all’arena.
Aprì la porta a vetri ed entrò.
-Ciao Sophie - salutò lei
-Ciao Clove - rispose la donna sorridendole.
Clove si diresse subito verso la piattaforma dei coltelli non degnando nemmeno di uno sguardo tutti i ragazzi che la stavano fissando.
 Oggi non si sarebbe allenata con la spada; ne oggi ne mai.
Cominciò a colpire i bersagli senza sosta, sfogando tutta la rabbia e la tristezza che aveva in se.
Colpiva…centrava..rompeva…senza sosta i bersagli e i manichini con i suoi coltelli.
In preda alla rabbia tirò un coltello così forte da trapassare il bersaglio.
Proprio in quel momento entrò Cato.
Andò subito verso la piattaforma delle spade, cercando di non guardare Clove ma…inutilmente.
Ogni volta i suoi occhi ricadevano sulla piccola assassina.
Un’istruttrice intanto si stava avvicinando a Clove.
-Cosa succede Clove?- le chiese la donna
-Oh…niente, signorina Enobaria - rispose Clove tenendo un affilatissimo coltello tra le mani.
-Noi adoriamo la tua forza Clove ma, cerca di non distruggere tutto- le disse Enobaria
-Mi scusi-
Clove andò ad estrarre i coltelli che aveva lanciato dai bersagli e ricominciò, stando attenta a non diventare troppo brutale.
Il biondo aveva osservato tutta la scena dalla piattaforma delle spade.
Era colpa sua se Clove si sentiva così, solamente colpa sua.
    
 
Clove rimase immobile, di fronte ad un manichino con ancora il coltello tra le mani e puntato nel vuoto.
Strinse l’arma fino a quando non sentì la sua pelle rompersi ed il sangue inondarle la mano.
Ora doveva smetterla di comportarsi come una bambina, doveva crescere.
Si fece forza, prese il coltello e lo tirò centrando in piena testa il bersaglio.
Era soddisfatta ora, un po’ della sua rabbia e della sua frustrazione se ne era andata.
Cato le aveva dato la possibilità di crescere.
 
                                                          ***
I giorni continuavano a ripetersi.
Loro si incontravano sempre in accademia ma la loro forza di volontà doveva essere forte.
Cato doveva trattenersi dall’andare vicino a Clove, dal rubarle un lieve bacio, dall’abbracciarla forte o anche solamente da dirle un semplicissimo “Ciao”. Ma non poteva.
Clove invece doveva trattenersi dal tirargli un coltello in faccia anche se in fondo lei sapeva di volerlo abbracciare e rimanere con lui. Ma non poteva.
 
Dopo una delle tipiche ma stancanti sessioni d’allenamento, Clove si diresse verso un boschetto che era nelle vicinanze.
Li riusciva a trovare la pace.
Ormai non si recava più nel suo parco. Quel luogo le ricordava troppe cose che avrebbe voluto dimenticare. I loro primo incontro e il loro addio.
Percorse il lungo e vasto prato fino ad un gruppetto d’alberi.
Lì si mise a sedere sotto una grande quercia con la schiena appoggiata alla corteccia. Estrasse i suoi coltelli e cominciò a giocarci.
Senza volerlo all’improvviso si addormentò.
Un Calore forte cominciò all’improvviso ad infastidirla. Sentiva la pelle bruciarle, faceva fatica a respirare.
Aprì gli occhi, come risvegliata da una trans.
Intorno a lei c’erano solo fiamme.
Si alzò in fretta confusa dal fumo.
Gli alberi erano completamente in fiamme, il fumo stava cominciando ad accecarla.
Provò a scappare ma un albero le piombò davanti, rosicato dal fuoco.
Continuava a tossire, l’ossigeno stava cominciando a scarseggiare.
La vista le si annebbiò e cadde a terra, svenuta.
 
                                                                        ***
Quando la ragazza aprì gli occhi vide solamente un soffitto bianco e sfuocato.
Gli occhi le bruciavano, Non riusciva a respirare, ogni singolo movimento le creava parecchio dolore.
-Dove…Dove sono?-
-In ospedale piccola-
Si girò e di fianco al suo letto vide una donna vestita tutta di bianco con un camicie e una garza in mano.
-Che..Che cosa è successo?-
-Non sforzarti…-
-No!io devo sapere- disse tossendo.
-Un’incendio nel bosco. Sei stata divorata dalle fiamme-
-Chi…Chi mi ha portato qui?-
-Un ragazzo….non ha detto come si chiamava ma..è stato lui a salvarti-
-Un ragazzo…-
Clove rimise la testa sul cuscino e guardò nuovamente il soffitto.
Era stato Cato a salvarla? Era probabile. Lei voleva che fosse così ed infatti era vero.
Lui l’aveva salvata dalle fiamme.
 
Una voce cominciò a parlare al citofono che collegava tutte le stanze dell’ospedale del distretto 2.
“Chi non desidera ascoltarci potrà semplicemente spingere il bottone rosso per spegnere la nostra radio E ora una canzone per voi!”
 
 
“Venivamo da esperienze sbagliate, 
ben lontani dal vederci mai più 
ma siamo qua fabbricanti di sogni, 
il mio inizio sei tu… 
Sconosciuti tu non eri nei piani, 
stiam vivendo nuove complicità 
ma era un po' che il cuore voleva 
Funzionerà… 
Con te che io voglio riempire i miei giorni 
Te che io voglio far veri i miei sogni “
 
Perché quella canzone le ricordava così tanto Cato? Forse perché quella assomigliava tantissimo alla loro storia.
Si avvicinò con la mano al bottone rosso accanto a lei.
 
“Ci sarò per la fine del mondo 
Ci sarò per amarti di più 
E così se chiami rispondo 
Il mio vero inizio sei tu… 
La nostra vita passata 
Cercando felicità 
Con te un futuro ce l'ho 
Lo aspettavo da un po' 
Niente ora ci cambierà…”
 
 
Gli occhi cominciarono ad appannarsi.
Lei stava piangendo.
Una…due..lacrime silenziose le stavano rigando il viso.
 
“Con te che io voglio riempire i miei giorni 
Te che io voglio far veri i miei sogni 
Questo viaggio ha porti sicuri 
Chiari contorni… 
Ci sarò per la fine del mondo 
Ci sarò per amarti di più 
E così se chiami rispondo 
Il mio vero inizio sei tu…"
 
Alla fine non riuscì più a trattenersi.
Scoppiò in lacrime; lacrime che solo un ragazzo avrebbe potuto far cessare
Cato
 
                                                                 ***
-Che cosa hai fatto?- Cato entrò in casa urlando a squarcia gola arrabbiato.
Suo padre si presentò sulle scale.
-Buongiorno Cato -
Cato salì le scale furiosamente.
Una volta davanti al padre gli disse:
-Sei stato tu! Tu!-
-Oh..Cato!- disse sorridendo il padre
-Hai dato tu fuoco al bosco! Me la paghi!-
-Cosa c’è? Sfortunatamente la Tua amichetta è viva-
-Tu..-
Cato preso da un attacco di rabbia si scagliò addosso al padre e lo immobilizzò al muro.
-Come hai potuto farlo?-
-Le mie risorse sono infinite Cato!- rispose ridendo
-Non ci dividerai-
-Eppure l’ho fatto-
Cato tirò un forte pugno sul viso del padre.
-Non ti avvicinare a lei-
Cato uscì di Casa, deciso a dire tutta la verità a Clove. Finalmente sarebbero potuti stare assieme.
Lui l’avrebbe protetta dalla malvagità dell’uomo che una volta chiamava “Padre”
  
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