Watermelon
[AU,
malinconico]
Ormai
le capitava sempre più
spesso di pensare a Toshiro.
Il
più delle volte erano pensieri
fugaci e veloci, uno sprazzo che il momento dopo l’aveva
già abbandonata.. ma,
nonostante gli impegni e l’allegria di quelle giornate estive
la distraessero
da ogni genere di riflessione, accoglieva quei richiami al passato con
affetto,
immergendosi per alcuni minuti in pensieri nostalgici.
Come
quella sera, seduta sotto il
portico della loro casa “delle vacanze”.
Non
era più una bambina, Momo
Hinamori: era cresciuta, frequentava l’università
da qualche anno, aveva
trovato quello che considerava a pieno titolo
“l’amore della sua vita”. Non
poteva certo dire di non essere felice, insieme a Sousuke…
si erano conosciuti
proprio all’università, dove lui insegnava, e dopo
poco era scoccata la
scintilla dell’interesse reciproco e dell’amore.
Nel giro di due anni si erano
fidanzati.
Socchiuse
gli occhi dorati,
buttando indietro la testa. Da quella posizione poteva sentire il
rumore delle
onde che si frangevano sugli scogli in fondo alla strada con chiarezza,
come se
le avesse avute in giardino. Adorava quella musica intima, gentile, che
la
salutava come una vecchia amica ogni anno, quando lei e Sousuke
tornavano alla
loro casa… le piaceva la quiete, il fresco della sera, il
rosso del tramonto
che colorava i tetti e si specchiava nel laghetto delle ninfee.
Le
piaceva stare con lui, e
condividere momenti di felicità col suo compagno.
Mentre
si rialzava, desiderosa di
rientrare a farsi la doccia, la sua attenzione fu attirata da una
grossa
anguria, che qualcuno aveva sistemato sul tavolo del patio.
Un’anguria identica
a quelle che mangiavano lei e Toshiro da bambini…
“Secondo me, la cosa
più bella dell’estate è mangiare il
cocomero!”
Due bambini sono seduti sotto un
porticato di legno, in
kimono, lasciando penzolare i piedini nudi fino a sfiorare la ghiaia
del
giardinetto. Stringono una grossa fetta di anguria ciascuno e la
mangiucchiano,
in modo diverso: lei a piccoli morsi educati, lui con foga,
macchiandosi il
mento e facendo colare il succo rossastro lungo il collo.
Toshiro Hitsugaya, il monello
spettinato e vivace, si
rivolge all’amica in tono allegro: “Credo anche
io!”.
Lei gli sorride, spostandosi una
ciocca castana di capelli
dal volto. Nel silenzio generale si sente un lieve scampanellio,
provocato da
un sonaglio pendente dalla tettoia. Un venticello lieve scompiglia i
loro
capelli.
Momo termina il suo pezzo
(asciugandosi le dita su un lembo
del vestitino) e osserva l’orizzonte, dove il sole sta
scomparendo in una
profusione di luci dorate. Ad un tratto, il suo sguardo diventa triste:
“Shiro… quante
estate credi che trascorreremo ancora così?”
Lui sembra non capire.
“Lo so che non dovrei
guastarmi i momenti di serenità con
questi pensieri malinconici… però a volte
è più forte di me. Ho paura che non
saremo mai più felici come lo siamo ora, e se penso che tra
poco dovrò
ritornare a scuola mi sento infelice. Perché tutte le belle
cose devono finire?”
Una lacrima silenziosa scende sulla
sua guancia, asciugata
immediatamente dalla punta di un dito: inaspettatamente, è
stato lui.
“E’
così.. ma non è detto che tutto debba finire per
sempre. Le cose iniziano e finiscono… finiscono per
ricominciare da capo. E
anche se non dovessero essere più le stesse, noi due saremo
sempre vicini, no?”
Si è fatto serio, ora. Il
suo tono di voce è saggio e
pacato.
“Pensa ad oggi, a domani e a
tutti i giorni che ci
aspettano ancora. Ti servirà per quando saremo
distanti… per sperare di
ritrovarci di nuovo.”
Momo gli prende la mano, rassicurata,
accarezza la sua
pelle soffice e, finalmente, un riso felice si impadronisce della sua
bocca.
“Si, hai
ragione…”
La
voce di Sousuke la riportò alla
realtà, facendola trasalire appena. Lo sguardo si rifece
presente, posandosi
nuovamente sul tavolo…
L’immagine
di Toshiro bambino,
invece di scomparire, sembrava affermarsi con più forza
nella sua memoria.
[In fondo, anche se siamo lontani,
c’è un posto dove due
piccoli, ingenui compagni di gioco continueranno a sperare nel domani,
a vivere
ogni giorno con la gioia limpida del primo…]
Rientrò
in casa, accostando
leggermente la porta-finestra del giardinetto e posando la mano sul
cuore, come
per tenere al sicuro quei ricordi dove nessuno avrebbe potuto mi
prenderli.
Ci saranno altre estati, te lo
prometto…
****
Allora,
rieccomi a voi dopo due
settimane d’assenza! XD
Questo
è uno dei due capitoli “nati”
durante le pause tra un bagno e l’altro, che vi
proporrò prima di partire:
ebbene si, non ci sarò di nuovo dal 12 agosto fino forse al
25 o 26, causa
vacanza dell’ultimo minuto.. e, non avendo internet
disponibile, non potrò aggiornare
o recensire.
Questa
HitsuMomo (con lievi
accenni AizenMomo) mi è venuta in mente guardando le
innumerevoli immagini che
accostano Hitsugaya ad un anguria.. e anche l’episodio che
nel manga
corrisponde a “Preludio per le Stelle Erranti”, in
cui si strafoga proprio di
cocomero XD insomma, ritenevo che evocasse bene un momento spensierato
dell’infanzia!
E poi, adoro il rapporto HitsuMomo.. sono tenerissimi come compagni di
gioco.
Ringrazio
tantissimo
PikkiSakuraChan per la sua divertente e lunghissima recensione.. mi fa
davvero
piacere che ti siano piaciuti anche i capitoli precedenti! ^__^ e
grazie per
avermi seguita sempre!
Alla
prossima! Un bacione, Ino!