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Autore: Keyla99    11/06/2014    1 recensioni
"Osservo l'acqua verdastra del lago, ai miei piedi. Il pontile emerge di appena una dozzina di centimetri. Mi basterebbe fare un passo in avanti."
Quando si è andati troppo a fondo per poter ritornare a galla.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Too Deep - Troppo a fondo

Osservo l’acqua verdastra del lago, ai miei piedi. Il pontile emerge di appena una dozzina di centimetri. Mi basterebbe fare un passo in avanti. L’acqua è sicuramente gelata, siamo in inverno del resto, solo l’altro giorno stava nevicando. Mi sorprendo che la superficie non sia ghiacciata.
Un giorno, quando sarà di nuovo estate, ti porterò al lago
Le mani vanno a coprire le orecchie, anche se la voce è nella mia testa. Chiudo gli occhi.

Ti insegnerò a nuotare
Non ho mai imparato, nonostante abbia più di vent’anni. Non ne ho mai avuto occasione.
Poi ti mostrerò la magia del sole che tramonta sull’acqua
Risollevo le palpebre. Sta tramontando, ora. Il sole. Sta tramontando e io riesco a cogliere i riflessi che saettano sulle increspature del lago. Non sono la sola, qui, una decina di metri più in là c’è una coppia di ragazzi che parlano fitto tra loro. Non riesco a sentire le loro parole, ma stanno litigando. Si assomigliano molto. Probabilmente sono fratelli.
Il vento sospira, accarezza la superficie e vi crea piccole onde. Le immagino crescere, immagino che mi avvolgano e mi trascinino nell’acqua. Affogherei. Oh, cosa cambierebbe in fondo? Sarebbe solo un’altra cosa che tenta di soffocarmi. Magari ci riuscirà.

Ti mostrerò la bellezza del fondale...
Le mie gambe si muovono automaticamente. La sensazione del vuoto sotto i piedi dura meno di un istante. Il gelo è come un pugno nello stomaco, improvviso. Tengo gli occhi ben aperti, mentre la luce della stella morente tinge di verde il mondo attorno a me. Osservo affascinata la mia mano, piego le dita una alla volta. Sono intorpidite dal freddo. È bello, quaggiù.

Un giorno, quando sarà di nuovo estate...
Sembra così lontana, l’estate. È troppo freddo, non riesco a credere che tornerà quella stagione tanto rovente. Non sono capace di aspettare.

Ti porterò al lago...
Sono qui.

Ti insegnerò a nuotare...
Non mi serve più, ora.

Un giorno...
Non ci sarà un altro giorno. Scusa.
Il fondale è una distesa di sabbia, sassi e alghe variopinte. Un pesce della dimensione del mio mignolo si avvicina a me, curioso. Lo guardo fino a che non scappa via con un guizzo della coda.

Ti mostrerò...
Non ho più bisogno di nulla. Si sta così bene qui... Quasi non sento le fitte che i polmoni mandano al resto del corpo, imponendomi di respirare. Anche volendo, non potrei tornare in superficie. Sono andata troppo a fondo. È troppo tardi.

Un giorno sarà di nuovo estate
Forse. Cosa m’importa? Non la vedrò. Era il mio ultimo tramonto, quello. Sorrido. Forse avrei desiderato un altro istante di sole. Calore. Dov’è finito il sole?
La luce attorno a me è calata. Ora le acqua sono buie, non vedo nulla.
Una fitta al petto, più forte e più violenta delle precedenti. Il fiato che ancora alberga nei miei polmoni viene rigettato fuori. Ingoio acqua vagamente salmastra.
Poi il dolore si placa.
Si sta bene, qui. Non è poi così freddo. Forse, se chiudo gli occhi, potrò vedere ancora una volta il tramonto specchiarsi nel lago. Potrò vedere l’acqua verde. Potrò vedere il pesciolino che mi si è avvicinato prima. E la sabbia sul fondale, le alghe fluttuanti. E potrò liberarmi del vuoto dentro al petto, del dolore. Di tutto quello che mi soffoca. La pressione dell’acqua è piacevole, quasi.
Chiudo gli occhi, e spero sia per sempre.

Un giorno, quando sarà di nuovo estate, ti porterò al lago
Ma il vuoto rimane.

   
 
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