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Autore: Jean Fire    11/06/2014    0 recensioni
Il freddo doveva avermi fuso il cervello il giorno in cui decisi di derubare gli Stark, i protettori del Nord...Eppure quella era stata la scelta più azzeccata, una scelta che mi avrebbe cambiato l'intera vita. Sentivo il sangue scorrere velocemente nelle vene mentre trasportavo il vassoio in argento che avrei dovuto portare fino al banchetto, ma non ci arrivai mai.
- Occhio a dove cammini - disse una voce bassa e quasi distratta. Sapevo che non dovevo guardarli negli occhi, ma la curiosità era tanta, troppa e il mio sguardo incontrò una landa di ghiaccio
- Mi scusi MyLord...Robb Stark - mormorai, intimorita da quella figura così maestosa e potente
- Come vi chiamate? - chiese il giovane dopo aver preso il vassoio dalle mie mani, sfiorandole per qualche secondo
- Shireen - mentii, dopotutto non potevo rivelare la mia vera identità, non potevo farmi scoprire adesso che ero ad un passo dal prendere quello che mi interessava, anche se era incredibilmente difficile mentire a quegli occhi...
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Robb Stark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il ghiaccio doveva essermi andato alla testa. Quella era l'unica risposta possibile. Nessuno, e confermo nessuno, avrebbe avuto il coraggio, o abbastanza sale in zucca, per andare a derubare gli Stark, i protettori del Nord. Chissà cosa mi era passato per la mente in quel momento...forse l'euforia di essere uscita indenne da Bolton, Karstark e prima persino i Greyjoy, mi aveva fatto credere di essere abbastanza brava da poter derubare una casata ancora più grande ed influente, ma solo adesso che c'ero dentro mi rendevo conto di quanto Grande Inverno fosse differente da tutte le altre fortezze. Era grande, incredibilmente grande, i piani erano molti e la cose più pericolosa era che sembrava tutto uguale. Tutto costruito di pietra, con tendaggi del colore argento e grigio che filtravano la luce bianca del sole e basta. Niente arazzi sfarzosi, nessun segno di riconoscimento, tutto era uguale. Per questo mi ci era voluto così tanto tepo per ambientarmi. Fortunatamente ero stata data in servizio alle cucine e con la scusa di portare i piatti in giro, nelle varie sale e, a volte, perfino negli studi, mi consentiva di girovagare abbastanza indisturbata, senza guardie addosso e senza occhi puntanti se non quelli di Maug, la grassa cuoca che mi stava alle calcagna da quando ero approdata nelle cucine. La odiavo, aveva la bocca rossa sangue a causa delle foglie amare, dei seni incredibilmente grossi e talmente tanta pancia da non riuscire a vedersi i piedi, ma sopratutto la sua voce mi dava fastidio, quel gracchiare costante e ininterrotto che mi dava sui nervi.
- Forse ragazzina non abbiamo tutto il giorno - gracchiò riportandomi alla realtà. La guarda con astio, stringendo forse la mascella per non farmi sfuggire niente. Odiavo la gente che mi dava gli ordini, odiavo essere trattata come un nulla, non essere neanche una persona, ma una delle tante.
- Tieni, porta questo al salone e fai presto stupida ragazzina! Questo è per Lady Catelyn - mi urlò nuovamente contro spingendomi al petto un grosso vassoio d'argento. Non potevo sapere cosa avrebbero mangiato, ma potevo sentire il profumo di selvaggina e di verdure stufate uscire dal grosso coperchio in argento e arrivare spietato alle mie narici, facendomi subito brontolare lo stomaco.
- Allora? Sei ancora qui? Cosa aspetti? Muoviti prima che diventi freddo, altrimenti ti porto su a calci nel culo - urlò nuovamente Maug venendomi incredibilmente vicino. Vidi i suoi occhi incupirsi qualche secondo per poi tornare nella cucina farfugliando qualche di incomprensibile. Guardai la donna per altri due secondi prima di cominciare a salire la stretta scala a chioccola che portava al piano terra, borbottando velocemente di quanto quella donna fosse insopportabile. Certo le cucine erano un bel posto, caldo e umido come piaceva a me e mi permetteva di girare quasi liberamente nel castello a volte...ma lei, quella donna, stava rendendo tutto più difficile. Stavo ancora borbottando e farneticando, gli occhi puntati verso il basso, quando andai a sbattere contro qualcosa dalla consistenza quasi simile alla pietra
- Hey occhio a dove vai - disse una voce bassa e distratta, afferrando il vassoio in argento massiccio che traballava pericolosamente nelle mie mani. Tutta la mia vita era una finzione e in quel momento dovevo fingere di essere una ragazza debole e fragile
- Sì, mi scusi MyLord... - sapevo che non dovevo alzare lo sguardo, che avrei dovuto continuare a guardare il pavimento come ogni servetta sa fare, eppure la curiosità era troppo forte e così alzai lo sguardo, andando ad incontrare una landa di ghiaccio
- Robb Stark - sussurrai abbassando dopo qualche secondo lo sguardo, tornando a fissare il freddo pavimento grigio. Sentii lui e un altro ragazzo ridere, probabilmente Theon Greyjoy il protetto di Lord Eddard Stark
- Dammi, lo porto io questo, sembra essere troppo pesante per te - disse in maniera gentile prendendomi il vassoio dalle mani, sfiorandole e là notai di quanto fossero callose e dure, probabilmente a causa del continuo maneggiare una spada
- Grazie...grazie, mio Signore - mormorai inginocchiandomi subito, suscitando altre leggera risa, ma solo di una persona, di Theon Greyjoy. Non sapevo cosa fare, come comportarmi, perchè mai mi era capitata una situazione del genere, mai nessuno aveva preso i miei compiti e mi aveva aiutato.
- Alzati - disse con voce quasi stanza, sempre bassa e con una punta di conflitto, probabilmente non sapeva se essere autorevole o gentile. Non me lo feci ripetere più di una volta e subito mi alzai, tenendo però sempre lo sguardo basso e fisso sul pavimento. Mi sarebbe piaciuto vedere ancora il suo viso e questa volta non di sfuggita.
- Come ti chiami ragazza? - chiese, cambiando peso da una gamba all'altra. Mi sentivo quasi come una bestia in gabbia, non potevo fuggire, eppure volevo da quello sguardo incredibilmente penetrante, quasi avessi paura che potesse scorgere chi fossi veramente
- Shireen - mentii tenendo lo sguardo basso. Era quello il nome che usavo mentre ero in servizio e poi, in quella casa, il mio nome sarebbe suonato in maniera strana
- E quanti anni hai? - domandò ancora e potevo sentire quello sguardo di ghiaccio su di me, sulla mia pelle che sembrava infiammarsi
- 17 Mio Signore - mormorai sentendo di non poter ancora reggere a lungo il suo sguardo. Stavo quasi per andarmene quando lui posò un dito sotto il mio mento e lo alzò dolcemente. Vidi il suo viso, i lineamenti definiti, le labbra carnose circondate dalla barba rossiccia e curata, gli occhi freddi e chiari quanto il ghiaccio e i ricci rossi che sfioravano la sua fronte. Più di una volta aveva guardo il primogenito di Eddard Stark, sopratutto quando le capitava che scendesse in cucina per rubare qualcosa dopo i suoi allenamenti. Era un ragazzo dal fisico muscoloso e prestante e ben presto sarebbe stato promesso a qualche Lady facoltosa e di certo fortunata, non solo era bello, ma sembrava anche gentile e di animo buono. Vidi i suoi occhi tremare appena prima di lasciare il mento
- Puoi andare, Shireen - disse girandosi e camminando verso il salone, seguito da un Theon Greyjoy compiaciuto. Corsi lungo le scale, rischiando più volte di rompermi la caviglia, arrivando alle cucine che Maug ancora urlava e imprecava per il mio ritardo
- Si andiamo - dissi prendendo il secondo vassoio e tornando a salire le scale. Eravamo in dieci, tutte vestite al medesimo modo: stivali logori, un abito di pesante lana color grigio con sopra un grembiule bianco e spesso macchiato e poi un'odiosa cuffietta che teneva legati i capelli alla nuda.
- Dove eri finita? Maug voleva mangiarti - sussurrò Balla, una delle mie compagne di camerata, una ragazza semplice, figlia di contadini che erano stati felicissimi di sapere che la loro figlia sarebbe andata a servire i loro grandi protettori, forse l'unica amica che aveva dentro quel castello
- Ho...incontrato Robb Stark - dissi sorridendo e potei sentire il fiato corto di Balla dietro di me. Si, era una cosa strana e piacevole, anche solo da raccontare.
- Mi dirai tutto - mormorò emozionata prima di tornare in riga poco prima di entrare nel salone. C'erano tutti, il Lord, la Lady, i loro figli, Greyjoy, Snow, il maestro e anche qualcun'altro che lavorava a corte. Potevo chiaramente sentire gli occhi si Robb Stark addosso, quasi studiarmi e sentii le guance infiammarsi. Sì, sapevo fingere bene, ma in quel momento non ero sicura che fosse tutto solo finzione. Ci avvicinammo al tavolo e servimmo, aspettando poi dietro di loro che finissero di mangiare prima di riprendere i piatti e tornare nelle cucine, in religioso silenzio, come sempre
- Mi. Devi. Dire. Tutto! - strillò appena Balla dopo che ci fummo spogliate dell'uniforme, cominciando ad incamminarci verso le nostre stanze. Sorrisi alla giovane, ravvivando i lunghi capelli rossi.
  
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