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Autore: Jean Fire    12/06/2014    0 recensioni
Il freddo doveva avermi fuso il cervello il giorno in cui decisi di derubare gli Stark, i protettori del Nord...Eppure quella era stata la scelta più azzeccata, una scelta che mi avrebbe cambiato l'intera vita. Sentivo il sangue scorrere velocemente nelle vene mentre trasportavo il vassoio in argento che avrei dovuto portare fino al banchetto, ma non ci arrivai mai.
- Occhio a dove cammini - disse una voce bassa e quasi distratta. Sapevo che non dovevo guardarli negli occhi, ma la curiosità era tanta, troppa e il mio sguardo incontrò una landa di ghiaccio
- Mi scusi MyLord...Robb Stark - mormorai, intimorita da quella figura così maestosa e potente
- Come vi chiamate? - chiese il giovane dopo aver preso il vassoio dalle mie mani, sfiorandole per qualche secondo
- Shireen - mentii, dopotutto non potevo rivelare la mia vera identità, non potevo farmi scoprire adesso che ero ad un passo dal prendere quello che mi interessava, anche se era incredibilmente difficile mentire a quegli occhi...
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Robb Stark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il caos non è un pozzo. Il caos è una scala! Tanti che provano a salirla falliscono e non ci provano più; la caduta li spezza. Ad altri viene offerta la possibilità di salire, ma rifiutano; rimangono attaccati al regno, o agli dei, o all'amore. Illusioni. Solo la scala è reale; e non resta che salire.
- Petyr Baelish

Aspettai in silenzio e immobile che tutte le altre ragazze si addormentarono. Sentivo i loro respiri pensanti e stanchi. Molte erano tornate piangendo, urlando contro Maug e la sua lingua rossa e fin troppo lunga. Ci trattava come schiave, ci chiamava stupide e troiette, puttanelle quando era in buona vena. Ci insultava, ci picchiava e a volte era successo anche a me, aveva preso una padella rovente e l'aveva appoggiata con rabbia sul dorso della mia mano lasciando un segno che mai si sarebbe cancellato. Era crudele e le piaceva comandare col pugno di ferro, sapeva che noi la odiavamo, ma ciò non la toccava, ciò non le interessava. 
Mi alzai dai letto senza provocare il minimo rumore e mi vestii con un semplice vestito, per niente pretenzioso, ammaccato, bruciato e rotto, ma ottimo per nascondere armi e tesori trovati. Uscii dalla stanza chiudendo il pesante portone di legno massiccio. Appena fui fuori dalla stanza sentii l'aria fresca pungermi il viso e sorrisi. Amavo quella sensazione di libertà e quel freddo sapeva quasi di casa. Mi mancava. Mi mancavano i rimproveri di mia madre, il sorriso genuino di mio padre e le liti perenne tra i miei due fratelli maggiori, la confusione di casa e l'odore di acciaio fuso, il caldo avvolgente della fucina...Mi mancava avere una famiglia. 
Sembrava incredibile quanto fosse diventata silenziosa, le mie scarpe non provocavano il benché minimo rumore sulla pietra  e la mia figura poteva essere quasi paragonata ad un'ombra. Sorrisi al pensiero, raggiungendo in pochi passi decisi il giardino degli Dei di Grande Inverno. Era grande, immenso ed incredibilmente verde nonostante il clima estremamente rigido del Nord. Era proibito per noi servitù entrare in quel posto sacri per gli Stark, anche se non capivo il perchè, ma non mi importava dal momento che riuscivo ad entrare tranquillamente. 
Ero affascinata da quel posto. Gli alberi erano verdi ed incredibilmente alti, dai tronchi massicci e in mezzo al giardino c'era l'albero diga, la chioma rossa quanto il sangue che sgorgava dagli occhi disegnati nella bianca corteccia. Mi avvicinai a quell'albero sorridendo appena, accarezzando la corteccia come fosse una persona. Sapeva di casa. 
- Chi è la? - chiese una voce brusca e quasi spaventata. In effetti pochissime persone entravano dentro quel parco, forse solo la famiglia Stark e solo perchè Lord Eddard era ancora fedele all'antica fede, mentre già Lady Catelyn aveva il cuore dedito ai Sette. Mi girai subito, la chioma rossa incontrò la corteccia chiara come una frusta. I miei occhi si erano abituati al buio molto presto e non mi fu difficile riconoscere la figura muscolosa di Robb Stark. 
- Sono Shireen mio Signore -  mormorai guardando la sua figura e alzandomi solo per potermi mettere in ginocchio di fronte alla sua figura che stava avanzando. Non era più vestito con l'armatura leggera e argentata con cui aveva cenato, ma indossava una maglia leggera e un poco aperta sul petto e un paio di brache scure e dal materiale pesante; alla vita la sua solita ed inseparabile spada. Era un grande spadone, leggero abbastanza da essere maneggiato con una sola mano, ma sicuramente per maggiore incisione ne servivano due e allora si, sarebbe stata un'arma letale.
- Shireen...sei la servetta a cui ho preso il vassoio poco fa - disse, avanzando lentamente, il fodero che picchiettava contro la sua coscia. 
- Si, Mio Signore - dissi, alzandomi quando lui fece un cenno secco con la mano. Non avevo paura, sapevo difendermi, ma ero comunque certa che non mi avrebbe fatto del male, magari mi avrebbe consegnato a Maug e lei non vedeva l'ora di impartirmi una delle sue lezioni. 
- Cosa ci fai qui? Non dovrebbe essere proibito per voi della servitù entrare nel Parco degli Dei? - chiese guardandomi negli occhi, rabbrividendo un poco. Ogni volta succedeva. Tutti rabbrividivano di fronte al colore delle mie iridi, così strane, particolari, vivi, un colore che si pensava da tempo fosse morto.
- Sì Mio Lord, avete ragione, ma vorrei solo pregare i miei Dei - dissi con voce incredibilmente innocente, abbassando lo sguardo e portando le mani al grembo, intrecciandole. Lo sentii sospirare, un sospiro lungo e di riflessione, di chi non sa cosa fare. 
- Siediti con me, Shireen - disse infine, avanzando fino ad una roccia dove si sedette, le lunghe gambe a penzoloni e un suo stivale sfiorava lo specchio d'acqua limpida su cui l'albero diga si specchiava. Sorrisi gentilmente seguendolo e andando a sedermi poco distante a lui, toccando con l'indice l'acqua fredda del piccolo stagno. Guardai l'erede di Grande Inverno, gli occhi erano fissi, non avevano espressione e il suo volto sembrava una maschera di pietra, fredda e dura. Sembrava così diverso adesso...così riflessivo, così taciturno e solitario che cominciai a chiedermi quale dei due Robb Stark che avevo visto era quello reale. 
- Cosa hai fatto li? - chiese all'improvviso, facendomi quasi sobbalzare. Mi ero persa nei miei pensieri, stavo pensando ad altro e sentire la sua voce mi aveva portato crudelmente alla realtà. Guardai i suoi occhi chiari puntati verso la mia mano dove il segno di Maug sembrava sangue sul ghiaccio. Subito andai a coprire il marchio con la mano, pensando al modo e la cattiveria con cui Maug me l'aveva impresso. 
Era stata la punizione per essere stata troppo lenta a portare su le prima portate e quando ero tornata aveva impresso il marchio con cui solitamente marchiava le vacche che arrivavano dal Sud. Non avevo urlato e lei imprimeva con più forza il ferro rovente. 
- Non è niente... - dissi distogliendo lo sguardo, arrossendo un poco sulle gote. Mi sentivo quasi in colpa a mentirgli in quella maniera, lui era così gentile con me e mi stava rivolgendo solo parole gentili, parole gentili ad una servetta che in pochi giorni gli avrebbe rubato tutto. 
Sentii la sua mano prendere la mia ferita e alzarla, in modo che la luna illuminasse bene il marchio su di essa e quando capì potrei giurare di sentire i suoi denti stridere. Alzò gli occhi verso di me, uno sguardo incredulo e affranto e non ci pensai un secondo a distogliere lo sguardo.
- Chi...chi te l'ha fatto? - domandò, la voce che tremava, anche se non capivo se era per rabbia o altro. Come avrebbe reagito alla rivelazione che era stata la sua cuoca ad imprimerlo? Mi alzai immediatamente, strattonando la mano ancora nella sua morsa ferrea. 
- Devo andare adesso - dissi quando riuscì a tornare in possesso della mia mano. Camminai velocemente verso l'uscita del parco, i miei passi sembravano quelli di un fantasma, decisamente diversi da quelli del giovane, passi arrabbiati e pesanti, tanto che sembrava stesse abbattendo tutto il parco degli Dei. 
- Fermati Shireen - protestò, continuando a camminare dietro d me, quasi a rincorrermi. Cosa voleva? perchè non voleva restare nell'ignoranza che sicuramente gli avrebbe fatto meno male? E perchè si era così incaponito, perchè era così fottutamente testardo, perchè era...perchè Robb Stark?
- Ho detto di fermarti! - urlò quasi, il futuro Lord e solo allora mi bloccai. Mai l'avevo sentito urlare o alzare la voce e poi..chi ero io? Nessuno, eppure sembrava quasi tenere a sapere chi mi aveva procurato dolore. Mi prese la mano e passò lentamente l'indice sul marchio a fuoco. Certamente aveva notato che era il marchio della sua casata e poteva capire quale era il messaggio che voleva regalare. 
- Dimmi chi è stato, non è possibile vedere cose del genere...non dovrebbero mai succedere  - disse lui con veemenza, guardandomi negli occhi. Chissà se mi vedeva veramente, chissà cosa stava pensando alla vista dei miei occhi viola come quelli dei Targaryen...Ero una di loro? Forse. Avrebbero dovuto uccidermi? Probabilmente, se ci fossero riusciti. Avrebbero dovuto tenermi buona? Probabilmente sì. Neanche io sapevo chi ero in verità, non conoscevo i miei veri genitori, non sapevo chi era mia padre e chi era mia madre perchè ero stata abbandonata quando ancora ero in fasce vicino ad un albero del cuore, forse sicuri che nessuno ci passasse vicino, o che nessuno pregava ancora i Vecchi Dei, ma gli andò male e fui presa da un signore ormai di mezza età e fui accolta dalla sua già grande famiglia. 
- Farete qualcosa a chi mi ha procurato questo? - chiesi, fingendomi preoccupata per la sorte di colei che mi aveva fatto del male. In verità non poteva fregarmene di niente di Maug, anzi avrei preferito se avesse capito cosa voleva dire soffrire come lei faceva soffrire tutte noi. Gli occhi dello Stark si spalancarono e la sua bocca si schiuse appena
- Prometto che non faremo niente, solo un ammonimento - promise guardandomi negli occhi. Solo adesso mi accorgevo di quanto vicini fossimo, così vicini che potevo sentire il suo respiro caldo solleticarmi la pelle del collo provocandomi dolci brividi. Abbassai lo sguardo, guardando la punta delle mie scarpe
- è stata Maug... -  sussurrai e il giovane ebbe un fremito, mentre la sua mascelle si irrigidì
- Ma era perchè ero lenta, non stavo svolgendo al meglio il mio lavoro - sputai fuori prendendo entrambe le sue mani, stringendole a me. Non doveva andare così...non dovevo stare così vicino agli Stark, dovevo passare nell'ombra, passare inosservata e così stavo buttando via tutto il mio lavoro. Il giovane Stark guardò le mani unite e poi sorrise, sollevando con gli occhi verso i miei
- Baciata dal fuoco...mio zio Benjen direbbe che sei fortunata, o almeno i bruti lo pensano -  disse chiaramente imbarazzato, con le gote rosse e sicuramente non per il freddo. Sorrisi nascondendo gli occhi a lui, facendo la timida
- Ed è così? Sono fortunata? - chiesi dopo qualche secondo di silenzio. Non mi rispose, ma fece una cosa che mai avrei pensato fosse possibile. Velocemente si avvicinò e portò una mano alla nuca, stringendo quasi con forza i capelli, e le sue labbra si posarono sulle mie in un bacio quasi rabbioso e incredibilmente caldo. Rimasi sorpresa all'inizio, non pensavo che Robb Stark fosse così, tutti dicevano che non pensava alle donne, pensava solamente al suo futuro, a diventare Lord, eppure adesso non sembrava, le sue mani calde e ruvide erano ai lati del viso, lo stringevano in maniera lieve, quasi dolce. Non sarebbe dovuto succedere, non dovevo farmi notare, dovevo andarmene. Decisi tutto in un secondo, certo sarebbe stato bello restare ed incontrare quel giovane ogni notte al Parco degli Dei, ma non era quello il mio posto e non avrei sopportato ancora a lungo Maug. Un colpo, preciso, forte e gli occhi di Robb Stark si spalancarono, il suo corpo si fece molle e dopo qualche secondo perse i sensi. 
- Scusami...ma non poteva funzionare - dissi alla figura sdraiata di Robb Stark. Era vero purtroppo, lei non era nessuno e sarebbe rimasta nessuno, mentre lui...era troppo, decisamente. 
Tornai indietro, i passi furtivi. Dovevo fare tutto di fretta ora, non era il giorno giusto per derubarli, non avevo preparato niente, ma dovevo portarmi via qualcosa altrimenti tutto quel tempo ad essere insultato sarebbe stato vano. 
Superai le guardie, ne tramortii alcune finché non arrivai alla stanza meno controllata del palazzo. Non avrei preso cose di tanto valore, ma era comunque oro e argento. Entrai senza difficoltà scassinando la porta e cominciai a nascondere coppe, piatti, monete e gioielli nelle larghe tasche del vestito. Presi il più possibile e poi tornai nei miei alloggi
- Balla...Balla? - chiamai la ragazza, l'unica amica che avevo la dentro. La giovane aprì i suoi profondi occhi nocciola
- Cosa c'è Shireen? - chiese, la voce impastata dal sonno, il viso pallido, le mani fasciate a causa del freddo che gliele rendeva pressoché insensibili
- Io devo andarmene -  sussurrai, abbassandomi sulle ginocchia, scaldando le sue mani ghiacciate con le mie. Era una ragazza del Sud e non era abituata a quel freddo glaciale
- Cosa? Perchè? - chiese, riprendendosi un poco, puntellando un gomito sul duro materasso in paglia
- Domani capirai tutto... - mormorai abbassando appena gli occhi. Avrei voluto portarla via da quel posto, darle qualche pezzo d'oro, ma avevo paura che poi incolpassero lei per il mio furto e quello non potevo permettermelo
- Non preoccuparti starò bene, te resisti, non farti far del male da Maug...ci vedremo presto - dissi lasciando le sue mani fasciate, girandomi. Non dovevo guardarla, non potevo altrimenti sarebbe stato più difficile andare via da quel posto. Non volevo mai fermarmi troppo in un luogo perchè poi mi sarei affezionata a delle persone e non potevo permettermelo. Uscìì dalla camerata e cominciai a camminare verso l'uscita, nessuno mi fermò, tutti mi lasciarono passare scambiandomi per una contadine che andava al campo per lavorare. 
Alzai gli occhi al cielo solo dopo essere uscita dalle mura, una leggera alba arancione cominciava a 
rischiarire i campi del Nord. 
Mi girai solamente quando fui quasi all'altezza della Foresta del Lupo. Grande Inverno era lontana, le campane già cominciavano a suonare, lo Stark doveva essersi svegliato e stavano suonando l'allarme. 
Sorrisi appena. Stavo dicendo addio a Balla. Stavo dicendo addio ad un tetto sulla testa, ad un piatto caldo e stavo dicendo addio a Robb Stark.


Nota: 
Buon...sera o giorno! Sto scrivendo, o almeno ci provo, questa FF impuntata principalmente su Robb Stark, il mio personaggio preferito di GOT o ASOIAF e un personaggio nuovo, inventato completamente da me. Ovviamente cambieranno delle cose, la storie sarà diversa sotto molti punti di vista e questo è una mia "versione", quello che sarebbe piaciuto fare a me, quello che avrei scritto io se non fossi quel sadico dello Zio Martin.
Spero che vi piaccia e che vi lasciate trascinare in questa nuova avventura abientata nella spietata Westeros.
Inoltre vorrei chiedere di lasciare un commentino, positivo o negativo che sia, per farmi capire come migliorare, come rendere la storia più interessante e magari per capire anche se vi piace o no =) e perciò ringrazio già chiunque spenda un poco di tempo nel recensire, grazie di cuore, veramente.
Spero di leggervi presto!
Jean
 
  
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