Anime & Manga > Ranma
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Autore: jeanny991    11/06/2014    5 recensioni
E se Akane, dopo il matrimonio fallito, in preda allo sconforto finisce per pensare che sarebbe stato meglio non aver mai incontrato Ranma? E se Akane si ritrova improvvisamente in una realtà, nella quale questo suo pensiero si realizza, dove vi sono tutti i personaggi che Ranma ha portato a Nerima ma nessuno di questi ha mai conosciuto il ragazzo col codino e lei è l'unica che ne conserva il ricordo? Come potrebbe reagire la nostra protagonista?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sesto

La porta di ingresso si spalancò, lasciando Akane senza parole.
Una signora, dall'aspetto cordiale e giovanile, si stava dirigendo verso la ragazza. In mano aveva un cesto di frutta e canticchiava a bocca chiusa il motivetto di una canzone popolare. Sembrava di ottimo umore. 
Akane riconobbe subito Nodoka Saotome. La madre di Ranma.
Aveva dato per scontato, di trovare solamente Ranma in casa. Si diede di nuovo della stupida, Ranma viveva con sua mamma, era alquanto probabile che finisse per incontrarla. 
Sarebbe già stato complicato spiegare al suo fidanzato la situazione, come si doveva comportare con Nodoka?
Akane avvertì la gola farsi secca e la tensione crescere, man mano che la signora si avvicinava.
Quando le si piazzò di fronte, prima che la Tendo riuscisse ad articolare alcun suono, Nodoka la anticipò, rivolgendole un dolce sorriso:

- Posso  fare qualcosa per te? -
- Ecco... Io... - 
- Sei un'amica di mio figlio?-

Akane rimase di sasso. Così, su due piedi, non poteva spiattellare che lei in realtà era la fidanzata di suo figlio. Decise comunque di approfittare della supposizione della donna.

- Si... Una specie di amica... Ecco Ranma è in casa?-

Lo sguardo della signora per un attimo si perse nel vuoto. Sembrava stesse cercando di cogliere il significato delle parole della ragazza. Poi improvvisamente gli occhi presero a brillarle e con la mano libera afferrò quella di Akane, in un gesto di gioia.

- Sei la sua fidanzata vero?! Hai detto una specie di amica, significa qualcosa di diverso dalla semplice amicizia! Inoltre chiami mio figlio per nome, senza nessuna onorificenza*! Devi essere per forza in rapporti intimi con lui! -

Akane era nuovamente senza parole. Da una semplice frase buttata lì sul momento, la signora Saotome aveva creato un enorme castello in aria, che era anche piuttosto vicino alla realtà della ragazza. La quale, prima che le cose degenerassero, bloccò lo sproloquio. 

- Ehm, no... Sono una semplice... Conoscente...-
- Oh... Scusami! È che mi piacerebbe tanto vedere mio figlio legato ad una ragazza... E tu sei così carina...- 
- Quindi Ranma non ha una fidanzata?- Akane si informò curiosa, arrossendo leggermente.
- No purtroppo. Lui è bello e virile! Tutte le ragazze della scuola gli corrono dietro eppure niente. Ranma dice, in questo momento, gli interessano solo gli allenamenti, facendomi preoccupare. È nel pieno dell'adolescenza, dovrebbe iniziare ad interessarsi alle donne per diventare un vero uomo...-
Nel sentire quelle constatazioni, Akane sorrise inconsciamente. Anche in quel mondo Nodoka Saotome desiderava che il figlio sprizzasse mascolinità da tutti i pori! Mentre Ranma era pur sempre Ranma. Oggetto delle fantasie delle sue coetanee. Caratteristica che mandava Akane fuori dai gangheri. Tuttavia, la mancanza di una fidanzata dimostrava come continuasse ad essere dedito alle arti marziali.

- Mi avevi detto che cercavi Ranma giusto? - riprese la signora.
- Si dovrei parlargli di una questione molto importante.-
- In questo momento non è in casa. È ad allenarsi. Non dovrebbe star via ancora molto. Vuoi aspettarlo dentro? Mi sembri avere l'aria un po' affaticata. -
Presa alla sprovvista, Akane non sapeva se accettare l'invito. Effettivamente la corsa e la tensione l'avevano distrutta. Inoltre doveva assolutamente incontrare il ragazzo con il codino quel giorno. Non poteva più rimandare.
- Va bene... Se per Lei non è un disturbo...-
- Nessun disturbo! Puoi solo dirmi il tuo nome?-
- Akane Tendo! Molto piacere!-
- Io sono Nodoka Saotome- 
Le due si inchinarono in segno di saluto. Sentire la madre di Ranma che si presentava come un' estranea le strinse il cuore. Per la Tendo più piccola, quella signora dai modi gentili, era stata una sorta di mamma.

Dopo averla fatta accomodare nel soggiorno, Nodoka servì ad Akane il tè con dei sakura mochi. La ragazza non poté fare a meno di ricordare il giorno in cui preparò gli stessi dolcetti che avevano il potere di rivelare l'uomo del destino. Sorrise al pensiero di un Ranma con il volto pieno di segni che sembravano petali di ciliegio. In un secondo tempo, il fidanzato le aveva confidato che erano le impronte degli zoccoli di P-chan. Nonostante tutto era stata contenta di quell'esperienza perché Ranma, sebbene dicesse di non credere in quelle cose, aveva mangiato quel mochi schifoso, pur di soddisfare la sua richiesta, dimostrando una certa gelosia nei confronti del suo rivale Ryoga. 
A ridestarla da quei ricordi nostalgici fu la signora Saotome che annunciava di dover consegnare il cesto di frutta ad una sua vicina di casa. La ragazza inizialmente protestò, non le sembrava il caso di rimanere lì senza i padroni di casa. Tuttavia la donna liquidò le sue proteste sorridendo.

- Sei una brava ragazza. Me lo dice l'istinto. Inoltre il tuo nome è famigliare... Torno subito.- detto ciò uscì.

Akane, seduta attorno al tavolino basso sentiva che l'adrenalina, che l'aveva accompagnata fino a quel momento, stava scemando. Cominciava a rilassarsi, cullata dal tepore primaverile e dal profumo dei fiori di ciliegio dell'albero presente nel giardino. Chinò la testa sul tavolo e si appisolò. Da troppi giorni non raggiungeva uno stato di tranquillità tale da permetterle di dormire serenamente. Sognò lei e Ranma che tornavano da scuola. Lei sul marciapiede, lui sul reticolato lungo il canale. Giunti alla palestra entrambi entravano levandosi le scarpe, urlando:

- Sono a casa.- 

Akane si ridestò. Una voce maschile. Profonda. Leggermente roca, forse per gli sforzi dell'allenamento. Soprattutto una voce fiera e orgogliosa. La voce di Ranma.
Il cervello della Tendo fece appena in tempo ad elaborare quelle informazioni, che il ragazzo era entrato nella stanza e la guardava attonito.

- tu chi sei?- 

Per un attimo, Akane credette di stare ancora sognando. Era davvero lui? Il fisico prestante e muscoloso avvolto in una tuta da ginnastica rossa e nera. I capelli neri lucidi, raccolti in una piccola coda, come era solito portarli prima del viaggio in Cina. Gli occhi di un blu profondo. Era decisamente reale. La ragazza si alzò d'impeto e tralasciando tutti i freni inibitori gli si scagliò contro, schiaffeggiandolo. Il ragazzo non si era minimamente accorto del pericolo quindi non si era scostato. La cinquina gli si era stampata sulla faccia stordendolo.

- Sei pazza?! Mi hai fatto male!!!- 
- Questo era per essere il solito farfallone, a cui tutte fanno la corte! - 
Akane lo guardò dritto negli occhi e Ranma fu costretto a deglutire notando che quella stramba e violenta ragazza stava per agire nuovamente.
- E questo è perché mi sei mancato da morire.- 
Il ragazzo fu stretto in un caldo abbraccio. Non se lo aspettava. Si rese conto di come in quel gesto, la sconosciuta si fosse completamente abbandonata tra le sue braccia. Il profumo di lei lo inebriava creandogli un senso di vertigine. Mosse qualche passo, inciampando nei suoi stessi piedi e scivolando a terra con lei distesa sopra.
Akane continuava a stringerlo. Le scappò un risolino per la posizione in cui si trovavano.

- Ranma Saotome, il più grande maestro di arti marziali del mondo che, anche qui, non riesce a reagire quando una ragazza gli salta al collo! -
- Tu sei completamente fuori di testa. Non ci conosciamo e prima mi schiaffeggi, dopo mi salti addosso! - aveva ribattuto il ragazzo continuando a rimanere avvinghiato a lei. - Inoltre, non so per chi tu mi abbia scambiato, io non sono il più grande maestro di arti marziali del mondo. Non le pratico. Seppur mi piacciano, non ho mai avuto l'abilità per apprenderle.- l'ultima frase fu enunciata in un sussurro quasi colpevole all'orecchio di Akane.



* in Giappone le persone hanno dei rapporti formali o superficiali si chiamano per cognome spesso accompagnato da suffissi come san o  kun  che sono una sorta di onorificenza con la quale si mostra rispetto. 


Angolo autrice:

Oggi ho passato il primo esame della sessione di appelli così mi sono concessa un po' di tempo per aggiornare! Con il sesto capitolo entra finalmente in scena il nostro Ranma! Anche lui presenta caratteristiche differenti da quello originale la cui più importante è l'incapacità di praticare arti marziali. Nel prossimo capitolo verrà un po' meglio. Di più non posso dire però! Ringrazio sempre tutti coloro che leggono, recensiscono, inseriscono la storia tra le preferite e ricordate. Vorrei potervi citare tutti ma sono veramente esausta adesso. Grazie a tutti davvero!
A presto!
  
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