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Autore: Shannonwriter    12/06/2014    1 recensioni
La mia è una specie di rivisitazione della storia di Alice In Wonderland in chiave moderna che però non segue necessariamente gli avvenimenti narrati nei libri o nel cartone. Alice ha diciassette anni e vive a New York. Apparentemente ha tutto quello che le serve, è stata ammessa alla Juilliard e potrebbe diventare una grande pianista un giorno, allora perché non è contenta? L'unico a stare sempre dalla sua parte è Hartley, il suo migliore amico. è buffo, uno spirito libero e un giorno si presenta con un cilindro in testa che, sostiene, potrebbe aiutarla perché è magico. Ma sarà vero? E c'è qualcosa di più di una semplice amicizia tra Alice e Hartley? Scopritelo leggendo (è la mia prima originale, omg!).
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Note: questo è il penultimo capitolo che pubblico. Ne ho un altro finito da pubblicare appena posso. Devo abbandonare questa storia fino a data da destinarsi, non so dirvi quando la finirò. Sto avendo dei problemi personali e non ho il cuore di continuare con 'Alice' per ora. Ringrazio comunque tutte le persone che hanno letto e seguito. alla prossima!

 

Era come se stessero ascoltando una storia appartenente a un tempo lontanissimo, a loro estraneo. Ne erano stati completamente assorbiti. Ma la persona che l'aveva raccontata non era affatto un estraneo, bensì Jeff. Ne Alice né Hartley si sentivano  di dire qualcosa per il momento. La ragazza in particolare si pentì di aver dubitato di lui, non potendo immaginare che dietro la sua facciata sempre allegra e positiva ci fossero tali trascorsi. Molte domande le affollavano la mente ma non era ancora ora di porle.
 “Sono rimasto a New York” continuò Jeff preso dai ricordi. “Non avevo altra scelta. Senza il Professore non potevo aprire un altro portale. A quel punto non mi importava nemmeno di tornare a Wonderland. Nulla importava più.” concluse amaramente.
Alice si sentiva a terra; Iris era tornata alla fine e per Jeff doveva aver significato tutto ma ora un crudele destino li avrebbe separati di nuovo, stavolta per sempre.
 “Cosa sai dell'uomo che fuma?” chiese Hartley tornando all'argomento principale. Alice gli diede uno sguardo e fu evidente che seppur provando a rimanere concentrato sul loro problema, era rimasto scosso quanto lei da ciò che avevano appena sentito.
 “Lo chiamano 'Brucaliffo'” rispose Jeff. “Non lo conosco di persona ma a Wonderland era popolare per la sua eccentricità. A volte passava dal nostro negozio se doveva riarredare la sua casa.”
Hartley si fece pensieroso e camminò lento per la stanza. Poi si fermò davanti a Jeff. “Come fa a essere qui? Hai detto che lasciare Wonderland è impossibile, che solo tu e il Professore ce l'avevate fatta” ragionò.
Jeff annuì. “è esatto”
 “Allora come ha potuto attraversare? E lo stesso vale per le persone che cercano Alice”
Jeff rimase zitto e abbassò il capo.
 “C'è dell'altro, non è vero?” fu Alice a chiederlo.
Di nuovo Jeff annuì, mestamente.
 “Parla, ti prego” lo spronò la ragazza.
Jeff fece un respiro profondo. “Credo sia stata colpa mia, involontariamente”
 “Che cosa??” scattò subito Hartley.
 “Come hai detto tu, la notte che mi hai trovato al locale a bere ero disperato. Lo ero perché la mia ultima possibilità di fare qualcosa di buono della mia vita era sfumata.” spiegò tristemente. “Ti avevo visto con quel cappello in testa e da subito avevo percepito che non era un oggetto qualsiasi. Era magico. Una notte ho ceduto alla tentazione. Te l'ho preso, sapendo che di notte il tempo passa lento dall'altra parte ma sembra velocissimo da questa. Non te ne sei accorto. L'ho riposto subito dopo.” confessò.
Hartley era a dir poco sbalordito. “Hai appena finito di dire che non ti interessava tornare là e poi invece l'hai fatto?? Proprio non capisco!” iniziava a spazientirsi.
 “è così! Ma ero andato a Wonderland per chiedere Fortuna! Per il negozio, per guadagnare bene finalmente e poter riavvicinare Iris! Era rischioso ma era anche la mia ultima chance, se non avesse funzionato avrei deciso poi che fare. Ma non mi hanno concesso la Fortuna. A te si invece...” disse. “Poi Iris è comparsa alla mia porta, come un miracolo. Non c'entrava la magia, solo il destino, immagino”
Hartley si calmò. Alice rifletté anche su quest'ultima rivelazione. “Cosa centra questo con l'attraversamento degli altri?”
 “Quando sono ritornato qui qualcuno potrebbe avermi seguito o quel che è peggio...potrei aver indebolito la linea che separa questo mondo dall'altro” disse torvo.
Alice non voleva farsi prendere dal panico. “Sono solo ipotesi, Jeff, non lo sai...”
 “Ipotesi valide” controbatté evidentemente in colpa.
 “Potrebbe avere ragione, Alice.” concordò Hartley. “Come lo spiegheresti se no?”
 “Non ne ho idea, ok? Quello che conta adesso è sapere tutto quello che possiamo sul Brucaliffo e sulla gente che mi vuole portare via.” disse risoluta, poi si voltò verso Jeff. “è pericoloso? Cosa può volere da noi?”
Jeff si fece serio. “Non so nulla su questa storia. Come potrei? Posso solo supporre...”
 “Supporre cosa?” lo spronò Alice. “Siamo totalmente al buio, Jeff, io ho paura. Ogni informazione può esserci utile.”
 “Brucaliffo ha sempre avuto a cuore i suoi interesse e quelli di nessun altro. Desiderava arrivare più in alto nella scala sociale di dove si trovava già. Quando l'ho visto qui al cafè ho pensato che mi avessero scoperto, dopo tutto, e che volesse fare la spia, denunciarmi. Ora so che probabilmente non aveva niente a che fare con me. Trovandoti avrebbe potuto guadagnare punti con la Regina”
Alice non capiva. “La Regina? È assurdo, non mi conosce nemmeno”
Jeff scrollò le spalle. “è una donna molto severa, austera anche. Se davvero ha una mira su di te è per un motivo ben preciso che non posso immaginare.”
 “Aspetta un minuto, stiamo dimenticando il sogno.” disse Hartley. “Il Brucaliffo è apparso in un sogno di Alice dove c'era anche un grosso gatto parlante. Lui voleva aiutarla.”
L'espressione di Jeff era ora spiazzata. “Un grosso gatto hai detto?”
Hartley annuì. “Lo conosci?”
 “Si, certo che lo conosco. È lo Stregatto. Forse non tutto è perduto per voi” rispose, per la prima volta da quando avevano iniziato a parlare, in tono speranzoso

-

Alice e Hartley raccontarono tutto quello che era successo loro negli ultimi tempi, sogni compresi. Alla fine Jeff espresse il suo parere: “Lo Stregatto è una creatura mistica, non tutti hanno la possibilità di incontrarlo. Quando fa qualcosa è solo per sé stesso, non per compiacere gli altri. A questo proposito escludo che sia contro di voi dato che è risaputo che la Regina non gli piaccia affatto.” spiegò.
Alice tirò un sospiro di sollievo. Era la prima buona notizia della giornata. Dunque la prima impressione era stata quella giusta, era dalla parte dei 'buoni'. “è grandioso!”
 “Resta il fatto che è comparso nel tuo sogno insieme al Brucaliffo. Cosa c'entra lui?” chiese Hartley rovinando il suo momentaneo buon umore.
Fu Jeff a rispondere. “Brucaliffo sa fare il doppio gioco e probabilmente è per questo che era lì. Ma lo Stregatto è furbo, quando lo scoprirà non lo lascerà più avvicinare” li rassicurò.
 “Grazie Jeff” disse Hartley pieno di sincera gratitudine.
 “Si, grazie davvero. E scusa se ti abbiamo fatto ripensare al tuo passato” aggiunse Alice.
Jeff sorrise suo malgrado. “è tutto a posto. Hartley ha fatto molto per me e dovevo ricambiare dicendovi la verità. Spero solo vi sia stato utile”
 “Certo che si” rispose Alice. “Torneremo se avremo altre domande”
L'uomo esitò “Vorrei aiutarvi ancora ma...più di così non posso. Non posso lasciare Iris.”
Alice capiva benissimo e non insistette oltre anche se l'aiuto di Jeff sarebbe stato prezioso per qualunque cosa avrebbero affrontato in futuro.
La ragazza lo abbracciò e successivamente Hartley gli diede una stretta di mano e una pacca sulla spalla. “Chiama se sei tu ad avere bisogno di qualcosa” gli desse.
 “Sei gentile” replicò Jeff.
I due amici uscirono dal locale coi cuori pesanti, incerti sul futuro, ma almeno non erano al buio come prima.

  -
 

I due amici rimasero fuori dal Wondercafè in attesa che l'auto di Alice arrivasse a prenderla. Si sedettero sul marciapiede, Alice col mento appoggiato alle ginocchia, Hartley con la testa tra le mani.
 “Se ci pensi potevamo arrivarci. Wondercafé” disse Alice.
 “Mmh?” rispose Hartley evidentemente distratto.
 “Il nome del locale. Wondercafè, Wonderland.”
 “Oh, si è vero.”
Seguì un lungo silenzio. Alice aveva così tante cose per la mente, così tante preoccupazioni, ma non voleva sprecare il prezioso tempo che passavano insieme discutendo ancora delle stesse cose. Non voleva spaventarsi ancora di più, non voleva tornare a casa ancora più stressata.
Hartley doveva essere sulla sua stessa lunghezza d'onda. “Il tuo compleanno si avvicina” disse dal nulla.
Alice lo guardò. “Si, te lo ricordi” disse un po' sorpresa.
 “Come potrei averlo dimenticato? Sei la mia migliore amica.” rispose con un piccolo sorriso.
Anche lei lo ricambiò. “Già”
 “E poi l'abbiamo programmato per così tanto tempo che dobbiamo per forza festeggiarlo” continuò il ragazzo.
 “Dici sul serio? Vuoi ancora fare come avevamo detto?” Alice si riferiva all'idea di passare l'intera giornata al luna park di Coney Island, da soli, senza che nessuno potesse mettere bocca nella decisione, non più.
 “Ma certo!” rispose Hartley con fermezza. Un secondo dopo il suo sguardo si spostò sull'asfalto dove poggiavano i suoi piedi. “A meno che tu non abbia già organizzato qualcosa con il tuo ragazzo” disse incerto questa volta.
Alice ricordò della promessa fatta ad Anne, ossia di pensare all'eventualità di lasciarle dare una festa per lei. Era così entusiasta al solo pensiero...ma come poteva rinunciare a quello che aveva aspettato per anni? Hartley era arrivato prima dei Van Horten e contava per lei molto più di loro. In più c'era un dettaglio da chiarire. “Non è il mio ragazzo”
Hartley finse disinteresse spostando dei minuscoli sassolini avanti e indietro con la scarpa. “e allora cos'è?” chiese.
Domanda difficile. “Un amico” rispose Alice sperando che andasse bene.
Hartley fece una piccola risata. “Baci sulla bocca tutti i tuoi amici?”
Alice trasalì. Ora si che l'aveva zittita. Come poteva replicare a quella frase? Era la verità dopo tutto. E poi lui era il suo unico amico...
Finalmente Hartley tornò a guardarla. “Alice, è tutto ok!” disse in tono normale. “Non devi vergognartene, prima o poi doveva succedere.”
 “Che vuol dire?”
Hartley scrollò le spalle. “Niente, solo che sei una persona speciale e...anche molto bella quindi un giorno qualcuno doveva pur accorgersi di te” disse in leggero imbarazzo sulla parola 'bella'.
Alice non sapeva che pensare. Lei e Hartley non avevano mai parlato di certe cose, nessuno dei due aveva avuto un fidanzato o una fidanzata da che si conoscevano o per lo meno Alice non ne era a conoscenza quando si trattava dell'amico. E poi non pensava che lui la trovasse bella...
 “Beh, grazie” rispose un po' impacciata. “Ma resta il fatto che tra me e Justin non c'è niente di serio. Voglio dire, non sono innamorata o roba del genere”
 “Ah no?” chiese confuso Hartley. “E allora perché sembrate tanto intimi?” non era un'accusa, né una curiosità, solo sincero interesse.
Alice sospirò. “Non lo so. Abbiamo iniziato a rivederci ed è semplicemente successo.” sapeva che forse non era abbastanza come spiegazione ma era la sola che riusciva a tirar fuori.
Hartley annuì ma a guardarlo non sembrava troppo convinto. “Non credo dovresti continuare a vederlo allora”
 “Cosa?”chiese Alice spiazzata.
Hartley non rispose subito e quando lo fece parlò con calma come se stesse scegliendo con cura le parole da usare. “La persona giusta per te potrebbe essere là fuori ad aspettarti. Magari...non prova a fare la sua mossa perchè c'è Justin. E tu non lo sapresti perchè sei troppo impegnata ad ammazzare il tempo con lui”
 “Ne dubito. Sono troppo timida, chi si accorgerebbe di me?” chiese Alice scettica.
 “Eri timida, ora sei cambiata.”
 “Tu dici?”
Hartley annuì. “Sei più sicura di te, ti imponi di più. È una cosa buona” disse.
Alice concluse che forse aveva ragione lui. Fino a pochi mesi prima non avrebbe mai alzato la voce con sua madre, non avrebbe avuto il coraggio di mettere in dubbio le sue direttive. Ora era diverso, si sentiva padrona di sé stessa in un certo senso.
 “D'ogni modo non credo di piacere a qualcun altro a parte Justin.”
Hartley la osservò a lungo e Alice iniziò a domandarsi perchè, che cosa stesse guardando esattamente. Il ragazzo fece per dire qualcosa ma all'ultimo secondo cambiò idea e sorrise “è arrivata la tua auto”
Alice guardò davanti a lei ed effettivamente era così. Le dispiaceva, voleva restare lì con Hartley ancora un po'. Si alzò dal marciapiede.
 “Ci vediamo presto allora” lo salutò.
 “Certo. Oh, quindi ci conto per il tuo compleanno, giusto? Coney Island, baby!”
Alice ridacchiò. “Sicuro. Non mi farò rovinare il compleanno.”
 “Questo è lo spirito giusto”

 

   
 
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